mercoledì 19 ottobre 2005

articoli del 19.10.05

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deliri: overdose o calcolo?
Corriere della Sera 19.10.05
Risposta a Severino
Democrazia e Cristianesimo non sono Miti
di Marcello Pera


razzismo contemporneo
Corriere della Sera 19.10.05
I due autori: «Le persecuzioni subite hanno reso gli ashkenaziti più acuti»
«Ebrei più intelligenti, lo dice il Dna»
Rivolta della comunità scientifica: «Tesi pericolosa e razzista»


ateismo... ma lacaniano
Il Mattino 18.10.05
Filosofi in campo: «Difendere l’ateismo»
di Fabrizio Coscia


scienza
La Stampa TuttoScienze 19.10.05
Genova, dieci giorni per respirare scienza
Dal 27 ottobre all'8 novembre 250 eventi che coinvolgeranno duecentomila persone, in strade e teatri, ricercatori, esperimenti, dibattiti, spettacoli
di Lara Reale


scienza
La Stampa TuttoScienze 19.10.05
Gli «scoop» fatti in laboratorio
di Piero Bianucci


tolleranza sabauda
La Stampa 19.10.05
Una giornata per la libertà religiosa


sinistra
Apcom 19.10.05
PRC/ Giordano: le minoranze facciano autocritica
"Se non avessimo partecipato a primarie ora saremmo cancellati"


sinistra
AGI 18.10.05
UNIONE: Bertinotti correrà con il suo simbolo


newspaper24.it 19.10.05
Una mostra sull'occhio


il dramma di Roma
Corriere della Sera 19.10.05

«Federico soffre di disturbi ossessivi e delirio»
Parla il medico che ha in cura il ragazzo: se avessi saputo che il padre aveva le armi...
di Francesco Di Frischia


storia
Corriere della Sera 19.10.05

Un libro di Alberto Banti ricostruisce la storia dell’immaginario patriottico nel Risorgimento
Garibaldi, eroe sì ma troppo macho
Incontrando Anita, la salutò così: «Tu devi essere mia»


una segnalazione di Paola Franz
http://www.almanacco.rm.cnr.it
Le origini del linguaggio? Le svelano i robot

una segnalazione di Carmine Russo
Liberazione 19.10.05
Ma come mai gli intellettuali non capiscono niente di politica?
di Rina Gagliardi

martedì 18 ottobre 2005

OGGI
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2005

LA BELLISSIMA PUBBLICITÀ DELLE
NUOVE EDIZIONI ROMANE

- già uscita venerdì, in b/n, su "Liberazione" e "La Repubblica" -
A COLORI SULL'UNITÀ
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citati al lunedì

per leggere i testi integrali clicca sui titoli

La Repubblica 13.10.05
Intervista
Un libro di David Meghnagi sul grande trauma della Shoah
La memoria di un popolo
Luciana Sica


D, supplemento a Repubblica 15.10.05
Il diavolo in corpo
di Roberto Croci

articoli del 18.10.03

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Liberazione 18.10.05
Intervista al segretario del Prc, molto contento della domenica delle primarie: per la partecipazione e per il risultato.
Ora inizia la battaglia del programma. «Dobbiamo fare come "gli stati generali" in Francia, e noi siamo il terzo stato»
630 mila voti: Bertinotti è soddisfatto e vuole spostare a sinistra l'Unione
di Rina Gagliardi

Apcom
UNIONE/ BERTINOTTI A PRODI: SI RIFACCIA A LOCKE SU PARTECIPAZIONE
"Si rivolga non solo a partiti. Tra 5-10 anni il panorama sarà diverso"


l'Unità 18.10.05
Il leader di Rifondazione: l’Unione usi le primarie per tutto. «I miei 600mila elettori sono molti...»
di Simone Collini


Repubblica 18.10.05
E Bertinotti rilancia "Ai voti il programma"
"Assemblee regionali su legge Biagi, riforma elettorale e Bossi-Fini"
Il leader del Prc: "Non ho sfondato? Trovateli voi 630 mila consensi"
(...)
di Giovanna Casadio


Apcom
UNIONE/ BERTINOTTI: PROGRAMMA NON E' QUALCOSA DI AUTOCRATICO
Riunione tavoli tecnici il 25 ottobre, assemblea a dicembre


Apcom
UNIONE/ BERTINOTTI: PRIMA DI IERI LE DESTRE ERANO AL RECUPERO
"La giornata delle primarie ha messo le cose a posto..."


una segnalazione di Franco Valeri e di Roberto Martina
Repubblica, Affari & Finanza 17.10.05, pag 17
L’America tira il freno: mai più psicofarmaci ai bambini
di Eugenio Occorsio


Corriere della Sera 18.10.05
Gli uomini ci ripensano:
sì a una donna per amico Per il 75% l’amicizia (senza secondi fini) è possibile Vegetti Finzi: il rapporto resta sul filo della seduzione
di Claudia Voltattorni


Corriere della Sera 18.10.05
Il calcolo dell'orgasmo
In una vita le ore del piacere sono sedici


La Stampa 18.10.05
Celebrazioni in Valsesia a 700 anni dalla sua resistenza e morte sul rogo
Fra Dolcino ritorna
Per eretici e streghe
di Carlo Grande


Corriere della Sera 18.10.05
la svolta etica
Staminali, una svolta etica la riproduzione delle cellule
di Edordo Boncinelli


Corriere della Sera 18.10.05
Staminali salva-embrione, scienziati divisi Vescovi: il problema etico non è risolto.
Hurlbut: ma è una svolta promettente


Apcom
Neuroscienze

Un simposio sul cervello a Napoli
di Vincenzo Napolano


Repubblica, Roma 18.10.05
Parco della Musica
Incontro tra disclipline, dibattiti e "lezioni"
Filosofia e scienza la mente fa spettacolo
Due Festival con psicologi, neuroscienziati, filosofi e biologi...


BUR.it 18.10.05
Bollettino Università e Ricerca
Università di Parma
Corso di aggiornamento "Disturbo borderline di personalità: psicopatologia, clinica e terapia

lunedì 17 ottobre 2005

MASSIMO FAGIOLI

È STATO L'OSPITE
NELLA TRASMISSIONE DI MARZULLO
"SOTTOVOCE", ANDATA IN ONDA SU RAIUNO
LUNEDÌ 10 OTTOBRE 2005

_____________________

abbiamo votato contro il Governo
in 4.300.000!

Fausto Bertinotti

Corriere della Sera 17.10.05
Bertinotti: resto rivoluzionario
Ora proporzionale alla tedesca «Sulla lista unica ripeto il mio no. Programma, eviterò bracci di ferro»
di
Aldo Cazzullo

«La rivoluzione non è affatto scomparsa dal mio orizzonte politico. Anzi. Anche la rivoluzione rientra in prospettiva nella riscoperta delle categorie classiche della politica, che è la direzione in cui va la storia italiana. È l’approccio rivoluzionario che va rovesciato rispetto agli schemi novecenteschi, ed è questo il tema su cui vado discutendo da un anno a questa parte con Toni Negri. Lui non crede alla non violenza, sostiene che così si consegna il movimento alla repressione. Io resto convinto che la rivoluzione vada fatta, ma non come ci hanno detto sinora; non conquistando il potere per trasformare la società, ma seguendo la via contraria». Neppure il risultato parziale dell’una di notte, 72,3 a 15,9, gli toglie il buon umore, nasconde bene un po’ di delusione. «Prodi partiva da 70, io da 12. Più o meno è andata così; anzi, meglio. La strategia di rivolgermi a tutto l’elettorato di sinistra anziché limitarmi a mobilitare il mio elettorato ha dato ottimi risultati: un conto è prendere il 16% su un milione di votanti, una altro è prenderlo su tre milioni e mezzo; significa aver mosso il voto di opinione. Certo, l’alta affluenza dell’Emilia Romagna non mi ha favorito. Ma rivendico comunque una buona prestazione, soprattutto in prospettiva, e nel confronto con gli altri. Pecoraro Scanio è al 2,2%: meno della metà del suo livello di partenza. Prodi pensa a una lista di tutta l'Unione? Per me non cambia nulla: ribadisco il mio no ma non farò un braccio di ferro sul programma. Prodi ha l'ambizione di rappresentare tutti, ambizione giusta che condivido».
Un passo indietro. Domenica pomeriggio a casa Bertinotti. La signora Lella, anche lei di ottimo umore. Il nipotino Davide, nove anni, figlio di Duccio, che nella campagna per le primarie è uscito dal riserbo. «A Bari ha organizzato una "Bertinight". Duccio è un organizzatore di musica. È partito con una band reggae, poi il sound-system: assembla dischi originali, ne fa la colonna sonora di una serata». Si inserisce Davide: «Nonno, spiega al signore che papà fa anche le gare, a New York, a Kingston». Ma il nonno è già con il pensiero alla rivoluzione. Cerca testi consunti dalla sua grande biblioteca, i libri di una vita, le letture di un autodidatta. «Ecco qui: Kautsky, Riforma sociale e rivoluzione . La polemica con Bernstein: ciò che distingue un riformatore, oggi diremmo riformista, da un rivoluzionario non è perseguire le riforme, ma limitarsi ad esse. È un concetto che ho ritrovato in Gilles Martinet, anzi, forse è André Gorz. Eccolo, siamo fortunati, Gorz, Il socialismo difficile , pagina 37: il riformismo non è la lotta per le riforme, che ogni marxista deve proporsi; è l’isolamento del momento riformista da quello rivoluzionario. In Italia Gorz individua una categoria, i riformisti-rivoluzionari, in cui include Ingrao, Basso, Lombardi, forse anche Trentin. Ecco, io mi sento un riformista-rivoluzionario. Riforme sì, purché non escludano ma preparino la rivoluzione, la trasformazione del capitalismo». Ma voi al potere potreste andare già tra sei mesi. «Qui c’è un’altra differenza con Toni Negri: io verso il potere sono sempre critico, chiunque lo detenga. Questo ci consente di essere in una maggioranza di governo e contemporaneamente nel movimento. Si chiama bilocazione. Nell’800 a Torino c’era un santo sociale, don Bosco, che aveva il dono: poteva essere in due posti nello stesso tempo. Noi - sorride Bertinotti - abbiamo la bilocazione come don Bosco».
La cronaca purtroppo incombe, la radio dice che hanno votato già in due milioni: «Una risposta alla prova di forza imposta da Berlusconi sulla legge elettorale. Ha ragione Veltroni: un’era si è chiusa. La differenza è che per me si tratta di un’ottima notizia. Io mi sono opposto al proporzionale di Berlusconi per una questione di metodo e di merito, ci opporremo anche al Senato, e considero un grave errore l’offerta di Fassino di patteggiare: così si rinuncia alla nitidezza di impostazione e si introduce un fattore di inquinamento, che nella fase attuale è amico del demonio. Questo non significa sia possibile ripristinare la vecchia legge uninominale. L’Unione non deve tornare indietro ma andare avanti, verso un proporzionale vero, sul modello tedesco, che non prevede il premio di maggioranza. Tra cinque anni nulla sarà come oggi. Ci saranno di nuovo il centro, la destra e la sinistra. Torneranno i partiti veri, le identità certe, non quelle vaghe da indicare con un albero o un fiore. Chi mi prospetta una lista di tutta l’Unione al Senato non capisce quanto succederà: per questo rispondo no». E Prodi cosa dovrebbe fare? «Non mi impiccio. Potrà guidare un Ulivo ridotto, o uno dei partiti dell’ex Ulivo. Ma mi pare evidente che farà il capo della coalizione, non il capo di un progetto politico». La tentazione neocentrista? «Esiste, perché esiste la Confindustria, vale a dire un sistema di poteri forti. Il neocentrismo è molto peggio della vecchia Dc: non è mediazione né keynesismo, ma liberismo. Neppure Prodi ne è immune: neocentrismo è il trattato costituzionale europeo, è la direttiva Bolkestein. Per questo, anche dopo le primarie, la competizione nell’unità con Prodi continua».
Alle 18 si esce per andare da Lula, in piazza Navona, con Prodi, Pecoraro Scanio e Di Pietro. Clima sereno, di gioia offuscata solo dalla notizia dell’agguato in Calabria. Uno spuntino a casa, poi tutti a viale del Policlinico, in sede. Bertinotti si chiude nella stanza della segreteria ad aspettare i risultati. Mastella ha già messo le mani avanti: lascia l’Unione e vota la riforma elettorale. «Sarebbe sbagliato trattenere Mastella o corteggiare Follini. Tocca a loro decidere. I dati di stanotte dimostrano che il centrosinistra ha una grande forza d’attrazione. Speriamo valga anche per il nascente soggetto radicalsocialista, cui io per la mia formazione guardo con favore». Alle 10 di sera c’è ancora coda in molti seggi, mancano le schede. «C’abbiamo beccato anche stavolta. Aveva torto chi diceva che era tutto inutile, tutto deciso, che le primarie sono un’americanata. Invece hanno partecipato pure i Disobbedienti. Abbiamo dimostrato di non essere antipolitica, ma critica della politica. Dentro e fuori nello stesso tempo. Ricorda don Bosco e la bilocazione?». Se non fosse stato per l’Emilia Romagna, all’alba pure don Bosco sarebbe apparso un riformista-rivoluzionario.

articoli del 17.10.05

per leggere i testi integrali clicca sui titoli

sinistra
La Stampa 17.10.05

La speranza. I bookmaker della politica lo davano al 20 per cento
La mezza sconfitta di Fausto il rosso

«L’affluenza conta ben più dell’esito
Adesso è nata una nuova Unione»
di Antonella Rampino


sinistra
brevi dalle Agenzie di stampa:


contorcimenti
Corriere della Sera 17.10.05

Sulla laicità
i Cattolici il Papa e le Leggi
di Emanuele Severino


La Stampa 17.10.05
L'opinione di Tilde Giani Gallino
La psicologa: nella nostra società
i bambini vivono già come adulti
di Michela Tamburrino


autismo
l'Unità 17.10.05

Autobiografie
Collins e la storia del figlio Morgan
Come imparare a vivere «diversamente»
di Sergio Pent


Giornale di Brescia 16.10.05
Il nobel Amartya Sen: quando «lei» è discriminata ancora prima della nascita
Un convegno a Firenze


una segnalazione di Francesco Borgese
Il Sole 24 0re Domenicale 16.10.05
Psicoanalisi, non solo libri neri


Questo articolo ci è stato inviato in formato jpg, e non è possibile pubblicarlo. Si tratta di una lettera di Raffaello Cortina alla quale risponde Alessandro Pagnini. Chi volesse leggerlo può richiedercelo con una e.mail a "segnalazioni"

DAL SITO DELLE NUOVE EDIZIONI ROMANE

Lettera ai quotidiani

“Il Sole-24 Ore”
“Il Corriere della Sera”
“L’Unità”
“La R
epubblica”

inviata il 20 settembre 2005 dal Comitato Editoriale de
“Il sogno della farfalla”

Abbiamo letto con interesse le varie recensioni relative a Le Livre noir de la psychanalyse (edizioni Les Arènes), titolo appena uscito in Francia, che raccoglie una serie di pesanti accuse alla psicoanalisi freudiana.
Siamo psichiatri e psicologi e, forse, proprio per la nostra formazione di psicoterapeuti, ci ha colpito il riferimento a «qualche inspiegabile assenza» tra gli autori e l
affermazione che «in Italia sappiamo già…».
Sperando o fantasticando che tali precisazioni possano essere un invito, vogliamo ricordare che proprio in Italia, da quarant
anni, e non «da trenta», esiste una realtà che ha sempre denunciato linesistenza teorica e la natura fraudolenta del freudismo.
Come è noto, tale denuncia, assai più argomentata delle pur meritevoli indagini avvenute in altri Paesi a partire solo dagli anni
90, è stata formulata, nel 1970, non da Grünbaum ma dallo psichiatra Massimo Fagioli nel volume Istinto di morte e conoscenza, e viene tuttora da lui portata avanti, dopo aver attraversato i lunghi anni nei quali, anche in Italia, la benché minima critica a Freud era un tabù.
Aggiungiamo che il rifiuto totale della psicoanalisi è una realtà condivisa dalle moltissime persone che partecipano all
Analisi collettiva. Una realtà che non porta, come di solito accade, ad abbandonare ogni ricerca sul cosiddetto inconscio, ma permette, finalmente, di svolgere questa ricerca in maniera teoricamente fondata, con risultati terapeutici estremamente apprezzabili.
Si parla tanto della penosa situazione della ricerca in Italia, e per una volta che da noi si è sviluppata e consolidata una ricerca d
avanguardia che molto ha da dire agli altri Paesi, ci piace pensare che possa incontrare il riconoscimento e lattenzione esplicita che merita.

Cortesi saluti.

DALLE NUOVE EDIZIONI ROMANE

Le Nuove Edizioni Romane informano che Venerdì 14 ottobre è uscita una pubblicità importante

sia su "REPUBBLICA" che su "LIBERAZIONE"


Martedì 18 ottobre la pubblicità uscirà anche su "L'UNITÀ"

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è uscito
il numero
4/2005 della rivista "Il sogno della farfalla"



Libreria Amore e Psiche
Via S. Caterina da Siena, 61 (piazza della Minerva, Pantheon)
00186 Roma
tel. 06/6783908 fax 06/6791580

su http://www.amorepsichelibreria.splinder.com/
______________________________

a Firenze la rivista è disponibile
da STRATAGEMMA
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una canzone di qualche anno fa

un regalo di Francesca e di Dimitri Nicolau

In cerca di te
-
forse più conosciuta per le parole con cui inizia la strofa "Solo me ne vo per la città…" - è una bellissima canzone risalente al 1945 scritta da Eros Sciorilli. Ha avuto versioni cantate da Ernesto Bonino, uno degli esponenti principali di quel fenomeno musicale denominato Swing Italiano, insieme a Natalino Otto, Alberto Rabagliati ed il Trio Lescano.
IN CERCA DI TE
(Sciorilli - Testoni)

Solo me ne vo per la città
passo tra la folla che non sa
che non vede il mio dolore
cercando te, sognando te, che più non ho.
Ogni viso guardo e non sei tu
ogni voce ascolto e non sei tu
Dove sei perduto amore?
Ti rivedrò, ti troverò, ti seguirò.
Io tento invano di dimenticar
il primo amore non si può scordar
è scritto un nome, un nome solo in fondo al cuor
ti ho conosciuto ed ora so che sei l'amor,
il vero amor, il grande amor.
Solo me ne vo per la città
passo tra la folla che non sa
che non vede il mio dolore
cercando te, sognando te, che più non ho.
E'scritto un nome, un nome solo in fondo al cuor
ti ho conosciuto ed ora so che sei l'amor,
il vero amor, il grande amor.
Solo me ne vo per la città
passo tra la folla che non sa
che non vede il mio dolore
cercando te, sognando te, che più non ho.

per ascoltarne una breve versione per chitarra clicca qui

c'è anche un mp3 della canzone, in una versione invece cantata da una voce maschile che non riconsciamo (circa 630 Kb): chi volesse averlo può richiederlo con una e.mail a "segnalazioni"

domenica 16 ottobre 2005

articoli del 16.10.05

per leggere i testi integrali clicca sui titoli

Corriere della Sera 16.10.05

Gli ex rivali Romano e Fausto ora cercano una vittoria per due Entrambi cresciuti all’oratorio, tifavano per Fausto Coppi
Le divergenze e poi le sintonie. D’Alema avversario comune
di Aldo Cazzullo


Corriere della Sera 18.10.05
Folla da Ratzinger, il doppio di Wojtyla
Alle udienze 410 mila persone in 5 mesi. Con Giovanni Paolo II erano state meno di 200 mila

di Luigi Accattoli


Corriere della Sera 16.10.05
Con un gesto inusuale e abbastanza clamoroso, Papa Ratzinger ...
di Marco Nese


Corriere della Sera 16.10.05
Galileo Galilei alfiere della modernità
Portò tra le stelle la nostra poesia


Corriere della Sera 16.10.05
In un saggio di Matt Ridley una rilettura del binomio eredità-educazione
La «nuova alleanza» di natura e cultura
di Edoardo Boncinelli


Repubblica 16.10.05
Uno studio conferma che il primo sintomo grave è la scomparsa delle mestruazioni
Anoressia, cresce l'emergenza ma il 66% guarisce in un anno
Tra i rischi per le giovani donne anche la diminuzione della densità ossea
di Vera Schiavazzi


Repubblica 16.10.05
Da un convegno l'allarme sulle disfunzioni degli under 25: in troppi, per insicurezza, si rifugiano nelle droghe e negli stimolanti
Il sessuologo andrà nelle scuole
Sparita la visita di leva è l'unico modo per aiutare i ragazzi
L'identikit del paziente che soffre di eiaculazione precoce corrisponde alla professione di informatico
di Sara Strippoli


una segnalazione di Sergio Grom
Repubblica 15.10.05
le idee

I nuovi illuministi tra Ragione e Religione
di Mario Pirani

giovedì 13 ottobre 2005


articoli dell'12/13.10.05
PER LEGGERE IL TESTO CLICCA SUL TITOLO

sinistra
l'Unità 12.10.05
Bertinotti: «Un voto di sinistra all’Unione»


violenza contro le donne
Corriere della Sera 13.10.05

Un rapporto del Fondo delle Nazioni unite per la popolazione
Una donna su tre nel mondo subisce violenze
È stata picchiata, costretta ad avere rapporti sessuali o abusata, in genere da un membro della famiglia o da un conoscente


Cina /1
Corriere della Sera 13.10.05
La svolta La parola d’ordine del regime di Pechino: meno divario ricchi-poveri


Cina /2
aprileonline.info 13.10.05
Quando il Dragone va in orbita
Oriente. Parte dalla base spaziale “Città dello spazio Vento dell’Est” (Mongolia), la navicella Shenzhou VI (Vascello divino). Il secondo lancio con gli occhi a mandorla della storia
di Sandro De Toni


Cina /3
La Stampa 13.10.05

Pechino vuole diventare una potenza spaziale
L’impero celeste torna in orbita e sogna la Luna
Due colonnelli a bordo del «Vascello divino»
Partita la seconda missione dei «taikonauti»
di Francesco Sisci


Corriere della Sera 13.10.05
L'uso politico della Storia
dalla Persia a Stalingrado
di Luciano Canfora


storia dell'uomo /1
Corriere 12.10.05
Il ritrovamento del primo scheletro un anno fa in Indonesia
L'hobbit non era solo: scoperti nuovi resti
Trovati altri 9 scheletri che confermano l'ipotesi che 18 mila anni fa esistesse un umano basso, con i piedi grossi e le braccia lunghe
di Alessandra Bravi


storia dell'uomo /2
La Stampa 13.10.05
Uomo di Pechino
chi l'ha visto?
Un numero verde per i reperti scomparsi
di Gabriele Beccaria


patologie infantili
Yahoo Salute 12.10.05
Sovrappeso e salute mentale tra le patologie più rilevanti tra i bambini italiani


dibattiti nella sinistra
l'Unità 12.10.05

Intellettuali e marxismo
Una vicenda chiave per la cultura italiana di questo dopoguerra: Della Volpe e il dellavolpismo. La parabola di un marxista non togliattiano e quella del suo allievo più famoso
Della Volpe e Colletti?
Era meglio il primo
di Bruno Gravagnuolo


ricevuto da Barbara De Luca
Le Scienze 21.09.2005
Mobilità sociale e depressione
La discesa nella scala sociale risulta più dannosa per i maschi


una mostra
l'Unità 13.10.05

Quant’è bella la malinconia
di Francesco Poli


sinistra
AGIRoma, 13.10.05 - 10:51

BERTINOTTI:
LISTONE? NOSTRO NO POLITICO NON SETTARIO


Cpt
l'Unità 13.10.05

Bossi-Fini e psicofarmaci, il cocktail di Ponte Galeria
Secondo "Medici del Mondo" vengono distribuiti in massa contro l’ansia e la depressione in dosi quattro volte superiori a quelle consigliate

mercoledì 12 ottobre 2005

"Repubblica" pubblica e non commenta...

ricevuto da Teresa Coltellese

Repubblica
Da domani all'Ateneo pontificio Regina Apostolorum. Il corso è aperto anche ai laici e alle suore ma solo i sarcedoti potranno esercitare. Coinvolti gli psichiatri
"Il demonio è una cosa seria"
All'università si studia esorcismo
di Massimiliano Papasso

Che abbia o no le corna, il mantello rosso e la forca infuocata, poco importa. Quel che è certo è che per il Vaticano il diavolo esiste e va allontanato. Ma niente più caccia alle streghe: solo esorcisti doc, magari preparati in un'aula universitaria, capaci di riconoscere il demonio in tutte le sue molteplici forme.
Partirà domani la seconda edizione del corso su "Esorcismo e preghiere di liberazione" organizzato dall'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma e riservato ai sacerdoti e agli studenti di teologia che si preparano al sacerdozio. Ma sarà aperto anche ai laici e alle suore, solo i sacerdoti - però - potranno esercitare.

Cinque mesi di lezioni e seminari, dove psichiatri, teologi e naturalmente esorcisti, cercheranno di analizzare un fenomeno che in Italia negli ultimi anni sta riscuotendo sempre più interesse. Lo dimostra il successo della prima edizione del corso, tentutosi nello scorso febbraio, che ha visto la partecipazione di 127 persone arrivate da tutto il mondo (Brasile e Africa compresi) per conoscere i segreti e i punti deboli del diavolo tentatore.

"Il nostro obiettivo non è solo quello di formare degli esorcisti - spiega don Gabriele Nanni, uno degli esorcisti che saliranno in cattedra nel corso delle lezioni - quanto piuttosto riuscire a dare ai nostri studenti una conoscenza interdisciplinare del fenomeno, che passi trasversalmente dalla teologia alla psicologia". Anche perché chi pensa che l'esoricista nella sua pratica quotidiana si trovi spesso davanti a scene da grande schermo, con donne possedute che attorcigliano il collo o che lievitano nell'aria, si sbaglia di grosso. Il diavolo è soprattutto un cacciatore di anime.

"Manifestazioni demoniache così come si vedono al cinema o in tv - prosegue don Nanni - sono eventi straordinari che non avvengono di frequente. I nostri preti, invece, nelle loro parrocchie sono impegnati quotidianamente in una lotta con il diavolo che è molto più sottile, perché lui cerca di corrompere soprattutto le anime di chi già vive nel peccato, condannandoli così alla dannazione eterna".

Ecco perché l'obiettivo lezioni che si terranno nelle aule del "Regina Apostolorum" (ma che potranno essere seguite anche in videoconferenze a Bologna, Milano, Perugia e Caserta) sarà soprattutto quello di fornire strumenti ai preti italiani per riconoscere i fenomeni demoniaci e segnalarli a chi ha le conoscenze adatte per combatterli.
"La nascita di un corso di laurea in esorcismo - ricorda don Gabriele Nanni - nonostante iniziative come queste, è ancora molto lontano nel tempo. Questo è un 'mestiere' che si impara sul campo, al fianco di chi ha già esperienze di questo tipo. Come ha anche sottolineato Papa Bendetto XVI, il lavoro dell'esorcista deve essere sostenuto da tutta la comunità cattolica. Anche se l'esorcismo è da tempo una dottrina della Chiesa, c'era qualcuno all'interno di essa che non ci vedeva di buon occhio. Oggi invece tutti hanno capito che un esorcista, prima di tutto, è un sacerdote

"Liberazione" 12.10.05
Lea Melandri e Fausto Bertinotti

Primarie - Lea Melandri scrive al segretario Prc: «Ti voto ma...»
Caro Fausto, non si vive
di sola economia
Lea Melandri

Caro Fausto Bertinotti,
non si può dire che il programma con cui ti presenti alle "primarie", pubblicato alcuni giorni fa da Liberazione (16.9.05), non sia "volonteroso", nel senso di quell'"Io voglio" che campeggia sui manifesti del tuo partito e che per ingenuità o nostalgia avevo creduto avesse una sia pure lontana parentela con quell'idea radicalmente innovativa dell'agire politico che ha rappresentato, negli anni '70, la rivista "L'erba voglio".

E' vero che non si vedono in giro segnali di pratiche non autoritarie, e neppure si può confondere l'"opposizione larga e diffusa" che tu speri di poter sottrarre alle ideologie populiste, antipolitiche della destra, con il "desiderio dissidente" che nel '68, con sorpresa dei "bisognologhi" di fede marxista, spinse verso un processo rivoluzionario masse «che non erano ancora entrate nel sistema della produzione sociale, e che non erano quindi immediatamente e chiaramente inquadrabili in termini di classe» (Elvio Fachinelli, "Il bambino dalle uova d'oro", Feltrinelli 1974).

I tempi sono cambiati, l'onnipotenza si combina con una rassegnata passività, i bisogni indotti dalla società dei consumi e dello spettacolo si confondono con desideri e progetti, l'autoritarismo dei padri ha lasciato il posto a una virilità rozza, guerriera o arrogantemente "femminilizzata", tanto da poter fare a meno di presenze femminili.

Basta dare un'occhiata a riviste, seminari, incontri culturali e politici, dibattiti televisivi, per rendersi conto che il "separatismo" tra uomini e donne oggi non è più una scelta politica, quale è stata per il femminismo, ma la pratica di un soggetto storico che forse ora sa di non essere più unico e universale, e che tuttavia esita ad abbassare la maschera, a sopportare, nel momento in cui si riconosce appartenente a un sesso, di dover fare i conti con una storia che ha comportato per il maschio poteri e privilegi, ma anche doveri, fatiche e costrizioni.

Mi sono chiesta perché la lettura del tuo programma mi abbia lasciato impressioni contraddittorie, come se ci fosse tutto e mancasse quasi tutto, quasi che la preoccupazione di saldare con troppa fretta soggettività e necessità oggettiva, l'"io voglio" con i voleri di molti, avesse generato una geometria ideale, una visione aerea, per così dire, che tutto e tutti coglie, inquadra, armonizza, dimenticando asperità, fratture, incomprensioni, conflitti tra luoghi e persone reali.

Non sarà un caso che, in un orizzonte così ampio e dettagliato di cambiamenti - dove si sposano idealmente "alternativa di governo" e "alternativa di società" - non vengano nominate né la sessualità né la religione, né l'immaginario che viene materializzando, nel rapporto tra popoli, culture e convivenza tra diversi, logiche di guerra, il "noi" e "voi", il "civile" e il "barbaro", il "fedele" e l'"infedele", frenesie identitarie e xenofobia.

Eppure, sono questi i temi su cui si è più dibattuto nell'ultimo anno, dietro la sorpresa delle elezioni americane, del risveglio di una Chiesa aggressiva, capace, nel medesimo tempo, di imporsi come interlocutore politico prioritario di governi e parlamenti e di richiamare a una comunione di corpi e di anime milioni di devoti.

Come si può pensare che la crisi della politica, che è anche crisi della democrazia, dei diritti, delle libertà acquisite, sia dovuta semplicemente alla sua "riduzione tecnica", in quanto "traduzione nel contesto nazionale di scelte della globalizzazione neoliberista"? Vuol forse dire che le questioni riguardanti la "vita" - quelle che il femminismo ha chiamato meno chiesasticamente "problematiche del corpo" - sono viste ancora una volta come "sovrastrutture", materia buona per le ideologie di destra e per la dottrina imbonitrice delle religioni al servizio del capitale?

Se non si vuole andare indietro nel tempo, e se non si vuole pervicacemente far finta che non si siano state e non ci siano tuttora teorie e pratiche di donne che sottolineano la politicità di vicende essenziali dell'umano, come la nascita, la morte, l'amore, la malattia, basterebbero lo smarrimento, l'estrema confusione, le ambiguità, le contraddizioni in cui è stata gettata la sinistra dalla vicenda della Legge 40 e dal referendum che vi ha fatto seguito.

L'entrata in campo dell'etica e della religione non possono essere ridotte a estremo "rimedio" di un capitale in crisi, "oppio" di popoli che stanno assistendo a profondi rivolgimenti riguardanti la condizione delle donne e la famiglia, come hanno scritto Emiliano Brancaccio e Graziella Durante (Liberazione 18.9.05). E la ragione è che i ruoli sessuali, le figure del maschile e del femminile, e tutte le dualità che vi si sono modellate sopra, non sono emanazioni del capitalismo né la ricaduta "privata" dei rapporti di produzione-lavoro.

Se la sfera dell'economico ha preso tanta autonomia da imporsi come orizzonte unico di relazioni materiali e simboliche, è perché ha creduto di essersi lasciata alle spalle o di avere totalmente assimilato - come del resto accade visibilmente oggi - la sessualità. Oltre ai corpi sfruttati nel lavoro, dilaniati dalle bombe, annegati nel disperato tentativo di sfuggire alla morte, tormentati dalle malattie e dalla vecchiaia, ci sono i corpi da cui si nasce, corpi che ci accudiscono, corpi con cui si fa l'amore, o che semplicemente ci fanno compagnia nella solitudine.

Ma di questi corpi, nelle categorie economiciste che fanno da filo conduttore al tuo programma, non vedo traccia, così come non vengono nominate, tra le ragioni dell'insicurezza e della precarietà, le trasformazioni prodotte dalla scienza, dalla medicina, dalle tecnologie, sull'idea che abbiamo avuto finora di umanità: dal riduzionismo biologico all'illusione di immortalità, dalla mercantilizzazione del corpo all'allargarsi delle possibilità di scelta in campo riproduttivo.

Sono questi sogni, incubi, paure, speranze che, in mancanza di una cultura politica che ne riconosca le ricadute materiali nella vita dei singoli e della collettività, possono orientare un disagio diffuso e crescente verso figure carismatiche, promettenti ordine e salvezza.

E veniamo alla questione che più mi sta a cuore: il femminismo e ciò che ha rappresentato nella storia della sinistra. A Roma, al Teatro Eliseo, dove hai presentato il tuo programma alcuni giorni fa, gli interlocutori dei movimenti che hai voluto accanto erano solo uomini. Non è certamente un caso. Le donne e il femminismo, nella tua descrizione dei soggetti politici con cui mantenere un rapporto, hanno un posto del tutto irrilevante, anzi, mi verrebbe da dire, un "mal posto".

Secondo una logica che purtroppo conosco molto bene, per averla vista ricomparire quasi uguale da trent'anni a questa parte, le donne e il movimento che le ha rese più consapevoli di sé non viaggiano mai soli. Considerate uno dei soggetti svantaggiati, emarginati, la loro collocazione è sempre a fianco di minoranze oppresse, bisognose di protezione, diritti e politiche sociali adeguate.

Il femminismo compare una sola volta, nella parte iniziale del programma, associato al movimento dei lavoratori, a quello di gay, transessuali, ambientalisti, antiproibizionisti. Le donne sono invece nominate due volte e anch'esse all'interno di una variegata compagnia: la prima, in capo alla lista dei "precari" - "La precarietà è la condizione delle donne che vivono con sempre maggiore difficoltà il rapporto tra lavori sempre più flessibili e marginali e la privazione dei servizi sociali" -, da cui si deduce che sono considerate unicamente come lavoratrici, mogli e madri, bisognose di welfare; la seconda, le vede come una delle tante "differenze" - cultura, orientamento affettivo - da riconoscere e valorizzare.

Rispetto al movimento delle donne, l'unica acquisizione che sembra essere passata alle politiche della sinistra è la difesa, mi verrebbe da dire "cavalleresca", di alcune delle sue conquiste storiche oggi attaccate da più parti. Tu citi la legge sull'aborto, la contraccezione, l'autodeterminazione delle donne sul proprio corpo, ed è qui l'unica volta in cui si parla del superamento della Legge 40, che non ho visto invece citata nell'agenda politica delle priorità, come se fosse parte di un capitolo specifico, al femminile, e non legata al prorompere di alcuni dei poteri più forti della comunità storica degli uomini: la scienza e la religione.

A questo punto ti chiedo: c'è un peggiore attacco di quello che viene dalle stesse persone con cui pensi di condividere una causa di giustizia, rivoluzionamento di valori, senso della vita, da uomini, compagni di lotte, che parlano delle donne come se appartenessero a un altro pianeta, come se non avessero niente a che fare, in quanto maschi, con la condizione storica femminile, come se parlare di aborto, sessualità, maternità non significasse toccare il più intimo e insieme il più universale rapporto tra i sessi, dove si mescolano, purtroppo durevolmente, amore e violenza?

L'allargamento della democrazia, che ti aspetti dalle primarie, per me comincia da qui, dalla ripresa, sia pure critica, conflittuale, dolorosa, di un dialogo che si è interrotto da tempo, e non solo evidentemente per la sordità degli uomini. Con i migliori auguri di riuscita per te e per tutte e tutti quelli che come me ti voteranno.

La risposta di Fausto Bertinotti
Hai ragione, camminiamo insieme discutendo
Fausto Bertinotti

Cara Lea,
nella tua lettera poni temi molto impegnativi che meriterebbero non solo una risposta ma una lunga e approfondita discussione. Tu critichi il programma delle primarie sostanzialmente per due motivi.

Ne rilevi una parzialità e una contraddizione là dove non vengono nominate né la sessualità, né la religione, né l'immaginario, e denunci la invadenza di un economicismo come "orizzonte unico di relazioni materiali e simboliche".

Anche il programma di Rifondazione comunista, insomma, non sfuggirebbe a quella politica astratta che pretende di comprendere tutto, ma non arriva a cogliere fino in fodo la condizione reale (non solo materiale) degli uomini e delle donne. E non avrebbe accolto nella sostanza la lezione di quel movimento femminista che sui temi che tu sollevi indubbiamente ha avuto molto da insegnare.

Ti dico subito che l'economicismo non mi appartiene. Ma non voglio rispondere a queste critiche semplicemente dicendoti dove le ritengo sbagliate e in che cosa invece colpiscono nel segno, ma introducendo nella discussione fra noi anche la mia esperienza, il mio vissuto in questa lunga, ma - ti assicuro - umanamente intensa campagna elettorale per le primarie.

Ho incontrato molti uomini e molte donne, ho visto la loro fatica di vivere, e anche i loro volti, i loro corpi, ho parlato con loro e loro hanno parlato con me in un rapporto concreto, vero nel quale c'era tutto il loro vissuto, non solo il loro salario, lo sfruttamento, la difficoltà di tirare avanti.

Questo per dirti che il programma di rifondazione comunista non sono le poche pagine scritte, che pure rivelano una ricerca ed un approfondimento che merita attenzione, e non sono neppure i miei e i nostri discorsi. Esso è anche, e direi soprattutto, la concretezza di quegli uomini e di quelle donne, è la relazione forte che si è creata con loro, la sintonia intorno ad un progetto. Il programma per me è stato soprattutto questo incontro. A me pare difficile parlare di una programma a prescindere da esso anzi credo che proprio a partire da questa relazione esso vada valutato e naturalmente criticato. Il programma - per quanto mi riguarda - è innanzitutto quella relazione e ovviamente quei conflitti, quelle contraddizioni che essa ha rilevato.

Si tratta di un approccio parziale, limitato rispetto ad altre grandi questioni che oggi ci stanno di fronte e che travalicano la sfera economica? Non esito a risponderti di sì. Quel programma (insisto, inteso come incontro, relazione e quindi concretezza di quegli uomini e di quelle donne che ne hanno voluto discutere) esprime una parzialità. E' una parzialità delle loro e delle nostre vite che sono fatte e sono ricche di molto altro ancora. Della ricerca della felicità e non solo del benessere, di una armonia con se stessi con gli altri e con la natura, di un senso da dare a ciò che si fa.

Hai ragione: è quello che oggi le religioni - non solo la religione cattolica - danno riempiendo lo spazio della crisi della politica e della democrazia. Ed è quello che la destra - a cominciare da quella americana - ha offerto per mantenere e accrescere un consenso anche fra coloro più colpiti dalla crisi economica e dalla globalizzazione neoliberista. Insomma è vero, nella vicenda umana c'è una politicità che va al di là dell'economia e che riguarda la vita, la nascita, la morte, l'amore che spesso la "politica-politica" non riesce a cogliere.

Ma ora sono io a farti alcune domande: siamo sicuri che fra quel vissuto che si riferisce alle "problematiche economiche" e le altre, quello che tu e il femminismo definite "problematiche del corpo" non vi sia proprio nessuna connessione? Io credo che non sia automatica, che non vada sempre in una direzione, ma che ci sia. E che sarebbe comunque un buon esercizio per tutti e tutte scoprirla, disvelarla, capirne le connessioni.

E ancora: sei sicura che la politica intesa anche nel senso più alto e nobile del termine, possa davvero comprendere tutte quelle tematiche e quelle esigenze che tu citi? O non dobbiamo dare ad essa un significato e un ruolo certo molto importante, ma limitato lasciando ad altri soggetti il compito di creare pensiero e di influenzarla e modificarla? Non credi che sarebbe o potrebbe essere persino pericoloso un partito o un programma che pensasse di comprendere tutto?

Vorrei che non mi fraintendessi. Non sto sottovalutando l'importanza dei temi che il femminismo ha avuto il merito di immettere in una sinistra spesso asfittica. Non sto dicendo che essi sono stati assunti e che oggi riescono a modificare la politica e la politica di un partito pur interessato ad essi come il Prc. Non sto neppure negando dei limiti evidentissimi nella sinistra, in Rifondazione e anche nei singoli soggetti maschi di questo partito. Sto solo dicendo che essi non si superano in un programma che li assuma che li potrebbe solo enumerare, enunciare, ridurre, eliminando di fatto la loro ricchezza e il valore propulsivo.

La parzialità che tu giustamente lamenti non è superata né da un partito né da un dirigente di partito impegnato in una campagna delle primarie, pur molto interessato ad esse. E' superata, a mio parere, da un confronto e da un conflitto anche duro fra soggetti che mettono in gioco la loro parzialità. Senza recriminazioni e senza ipocriti atteggiamenti cavallereschi. Ma con la voglia di scontrarsi per costruire. Ho apprezzato la tua lettera perché contiene questa aspirazione. E spero che sia solo l'inizio di un fecondo conflitto.

martedì 11 ottobre 2005


articoli dell'11.10.05
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AGI Roma, 10.10.05 - 10:54
LEGGE ELETTORALE: BERTINOTTI, AFFOSSARLA NON CORREGGERLA


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Corriere della Sera 11.10.05
Gli "esterni" e Bertinotti. Ultimo rush per le primarie
Sinistra. Il segretario del Prc tira le somme della sua candidatura a premier. E detta le priorità: "No ai lager di Lampedusa, sì alla verità sui fatti di Genova"
di C. Rug.


sinistra
Corriere della Sera 11.10.05
CONFINDUSTRIA
Romano e Fausto divisi da Montezemolo


sinistra
Corriere della Sera 11.10.05
Folena: anche in Puglia molti della Quercia scelsero Vendola «Disobbedienti» nei Ds: noi votiamo Bertinotti Primarie: 157 seggi all’estero, 2 a New York
di Livia Michilli


Corriere della Sera, cronaca di Roma 11.10.05
Si apre l’anno accademico di Psicologia. La relazione di Massimo Ammaniti
Disagio infantile: sono 1.500 i bambini nel Lazio
Roma all’avanguardia nell’addio agli istituti. Ma sui contributi ci sono solo 56 euro a bambino
di L.Gar.

Lapo Elkann
l'Unità 11.10.05

Droga e potere, fuga da se stessi
di Luigi Cancrini


il programma di Fausto Bertinotti

ricevuto da Simona Maggiorelli

chi volesse ricevere il pdf (24 pgg. 528 k) del libretto programmatico di Fausto Bertinotti, presentato al Piccolo Eliseo, può richiederlo con una e.mail a "segnalazioni", lo riceverà nella propria casella di posta elettronica