venerdì 20 maggio 2005

il Corriere: «clonate cellule staminali su misura»
...ma per Unità e Repubblica non è cosa da prima pagina...

Corriere della Sera 20.5.05 PRIMA PAGINA, titolo principale d'apertura
SCIENZA PIU’ VELOCE DEL REFERENDUM
Edoardo Boncinelli

Potrebbe essere una data storica. I ricercatori hanno prodotto 11 linee stabilizzate di cellule staminali embrionali umane dotate di un’identità genetica predeterminata. Potrebbe essere l'inizio dell'era della produzione di tessuti ed organi «su ordinazione» con la garanzia di poterli trapiantare con successo su specifici individui che ne hanno bisogno. Da qualche anno si parla di questa opportunità. La via da percorrere è relativamente chiara. Si prende una cellula-uovo fecondata e se ne elimina il nucleo, che viene sostituito con un altro nucleo prelevato da cellule adulte dell'individuo che dovrà usufruire del trapianto. Si fa sviluppare fino ad un certo stadio l'embrione precoce derivante dalla cellula così ottenuta, fino a che se ne può prelevare una quantità sufficiente di cellule staminali che vengono messe a crescere in coltura.
Per definizione queste avranno la stessa identità genetica dell’individuo che deve ricevere il trapianto, così che i tessuti e gli organi formati con queste cellule staminali non potranno non essere accettati dall’individuo stesso, senza pericoli di rigetto. A parte le obiezioni di natura etica e sociale che alcuni sollevano verso questa procedura, però, esistono molti problemi tecnici, primo fra tutti quello che riguarda la possibilità di produrre prontamente cellule staminali ogni volta che lo si desidera partendo da nuclei prelevati da individui di ogni tipo, magari malati, come saranno coloro che in futuro potranno usufruire di tale opportunità terapeutica. Un anno fa un gruppo di ricerca formato di coreani e statunitensi aveva comunicato di essere riuscito per la prima volta a produrre cellule staminali embrionali umane usando questa procedura. Si trattava di un solo caso e l’efficienza non era troppo alta. Quello che è stato annunciato oggi dagli stessi ricercatori è un risultato molto più consistente e promettente. Sono state prodotte linee di cellule staminali embrionali con una discreta efficienza e partendo dai nuclei prelevati da persone diverse, portatrici di patologie diverse, alcune di natura congenita, altre acquisite per incidenti o malattie sopraggiunte durante la loro vita. Le prospettive per la medicina di domani sono a dir poco esaltanti, come ho già detto altre volte. Ma come ho già puntualizzato in ogni circostanza, questo è solo l’inizio. Occorre infatti garantire una elevata efficienza e affidabilità del processo e soprattutto occorre lavorare ancora molto per trovare tutte le sostanze e le procedure necessarie per indirizzare le cellule staminali che vengono prodotte di volta in volta verso la formazione di tutti quei tessuti e organi di cui abbiamo e avremo bisogno. Occorre in sostanza ancora tanta ricerca, ma la via è segnata. Le obiezioni di natura etica rimangono intatte, almeno per ora, ma il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico si avvicina e diviene sempre più concreto. Il mondo insomma va avanti e quando l’applicazione pratica di queste scoperte diverrà una realtà sarà piuttosto difficile non tenerne conto e impedire ai potenziali utenti di andare a farsi curare dove questo è possibile. Anche in Paesi stranieri. Ed è bene tenere conto che anche l’Italia non è sospesa nel vuoto ma fa parte di una comunità internazionale sempre più integrata. Le decisioni prese all’interno del nostro Paese sono destinate dunque a essere annacquate e messe in secondo piano da quelle degli altri Paesi. Con buona pace dei referendum.

di cosa si parla:

Clonazione, staminali sane da pazienti malati

L’annuncio di una équipe coreana: per la prima volta creata una scorta genetica.
In Italia la tecnica è vietata

ROMA - «Se qualcosa è possibile, è certo che prima o poi la scienza la realizzerà». Così diceva ieri mattina Umberto Veronesi nel presentare il convegno organizzato a settembre dalla sua Fondazione a Venezia. Mentre l’oncologo parlava, a Londra e negli Stati Uniti, in contemporanea, un gruppo di sudcoreani annunciavano di aver concretizzato uno di quei progetti dati solo per «possibili» pochi anni fa. Hanno prodotto le prime linee di cellule staminali, in tutto undici, tratte da embrioni clonati.
SU MISURA - Due le particolarità. La pubblicazione del lavoro su Science-express. E, soprattutto, il fatto che la clonazione terapeutica ha riguardato pazienti colpiti da malattie gravi e attualmente senza cura, diabete giovanile, lesioni del midollo e immunodeficienze. Se l’esperimento continuasse (ma per ora le nuove linee resteranno nel chiuso dei laboratori) le cellule madri, pluripotenti, capaci di differenziarsi nei tessuti che compongono l’organismo umano, potrebbero essere trapiantate nel paziente dal quale sono state generate per andare in teoria a moltiplicarsi e ricostituire le parti distrutte. In pratica per la prima volta si sono create cellule staminali tagliate su misura e pronte ad essere trapiantate in pazienti malati. Prospettiva lontana per l’Italia che si appresta a sottoporre al giudizio dei cittadini, con il referendum, la legge sulla fecondazione artificiale dove tutte le tecniche concernenti la manipolazione dell’embrione, e tanto più la clonazione per fini terapeutici, sono vietate.
WOO SUK HWANG - Primo autore dello studio di Science il coreano ormai abbonato alle scoperte rivoluzionarie, Woo Suk Hwang, veterinario all’università di Seul. Già nel 2004 aveva clonato l’embrione, facendolo fino allo stadio di blastocisti, ma a donare cellule e ovociti erano state donne sane. Tra i firmatari, dopo numerosi nomi coreani, chiude la lista l’americano Gerald Schatten, dipartimento di ginecologia e riproduzione a Pittsburgh. La clonazione è avvenuta col metodo utilizzato in Scozia da Ian Wilmut per duplicare la pecora Dolly nel ’97. In questi anni la tecnica si è raffinata, ha raggiunto un’efficienza maggiore.
I ricercatori hanno prelevato cellule adulte dalla pelle di malati tra 2 e 56 anni. Il nucleo è stato trasferito in ovociti, 185 in tutto, donati da 18 volontarie, a loro volta svuotati. In coltura l’ovocita, rimaneggiato ma non fecondato, ha dato vita a blastocisti, embrioni di poche cellule che sono risultate «pluripotenti, normali dal punto di vista cromosomico e conformi al Dna» dei rispettivi proprietari oltre che istocompatibili. Acrobazie simili in Europa sarebbero possibili solo in Inghilterra dove lo stesso Wilmut ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione di procedere alla clonazione terapeutica.
COMMENTI - Una vera svolta? Sta diventando sul serio realtà il sogno di curare molte di quelle malattie che assillano l’uomo come Parkinson e Alzheimer? Non tutti sono d’accordo. Commenti ottimisti si alternano a prese di posizione più caute. «Nulla di nuovo, la ricerca ha un valore simbolico perché è la somma di esperimenti già fatti», la sminuisce Claudio Bordignon, direttore scientifico del San Raffaele di Milano.
Entusiasta invece Carlo Alberto Redi, direttore del laboratorio Biologia dello sviluppo all’università di Pavia: «Lavoro fondamentale: è la prima volta che si ottengono staminali così pulite, ora bisognerà vedere come differenziarle per arrivare alla terapia». Marco Cappato, presidente dell’Associazione Luca Coscioni, non perde occasione per denunciare l’«arretratezza» dell’Italia «dove i coreani finirebbero in carcere. Invece c’è da felicitarsi».
CAUTELA - Veronesi commenta favorevolmente ma avverte: «Una strada da battere, però occorre usare cautela». Angelo Vescovi, San Raffaele, esprime scetticismo sulla clonazione terapeutica: «Un progresso che lascia ancora molti dubbi etici. Per ottenere questo risultato sono stati distrutti blastocisti».

...e i cattolici , ovviamente, "rosicano":

La protesta dei cattolici: «E’ abominevole e inutile»
Monsignor Sgreccia: così si sopprimono gli embrioni. Bobba delle Acli: assurdo uccidere una vita per salvarne altre

MILANO - «Abominevole». «E ancora più grave perché inutile». Il giudizio del mondo cattolico sul nuovo esperimento di Seul non lascia margini di interpretazione possibili. E anche se interlocutori e parole cambiano, il concetto è molto chiaro e costante: «È sempre una clonazione, seguita dalla soppressione di uno o più embrioni». E a chi sostiene le ragioni «terapeutiche» dell’esperimento rispondono con ragioni non solo etiche ma pratiche: «Le staminali adulte hanno già dimostrato un’efficacia che qui comunque non si intravede. E fare a pezzi una vita per salvarne un’altra resterà sempre un’aberrazione inaccettabile». Monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, non si scompone né si sorprende: «Stando alle sintetiche notizie riportate dalle agenzie, mi pare che ancora una volta siamo di fronte a quella che viene chiamata clonazione terapeutica multipla. È una tecnica che in fin dei conti consiste sempre nel trasferimento di nucleo di cellule somatiche in ovuli, e che poi comporta la soppressione di questi embrioni clonati allo stadio di blastocisti per poterne prelevare le cellule. In altre parole la soppressione di un essere umano si può esprimere solo un giudizio: inaccettabile».
E non a caso, sottolinea Sgreccia, anche questo esperimento è avvenuto in Corea e non negli Usa: «Quel che hanno fatto è una cosa che l’Onu ha dichiarato illecita da tempo e con grande fermezza. Purtroppo quella dell’Onu resta, da un punto di vista concreto, solo una dichiarazione di principio. Il che è già importantissimo, ci mancherebbe: quel che manca sono le sanzioni per i trasgressori, e la conseguenza è che chi vuol fare esperimenti di questo tipo li fa».
Roberto Colombo, direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare e Genetica Umana dell'Università Cattolica di Milano, è ancora più duro: «L'esperimento condotto a Seul in collaborazione con ricercatori americani di Pittsburgh è umanamente abominevole, e nessuna ragione scientifica o clinica può giustificarlo». Spiega perché: «Sono stati sacrificati oltre un centinaio di embrioni umani, ottenuti intenzionalmente per questo scopo da 185 ovociti di donna, al fine di produrre 11 linee di cellule staminali embrionali da destinare alla sperimentazione». E conclude: «L'uomo all'inizio della sua vita è stato strumentalizzato e distrutto sull'altare di certa scienza biomedica che pretende di possedere e manipolare la vita umana. Come anche altri e numerosi studiosi di genetica e di biologia molecolare non mi riconosco in questo modo irresponsabile e disumano di fare ricerca, e mi auguro che nel nostro Paese ciò non sia mai consentito».
Come rispondere però ai malati che anche da ricerche come questa si attendono comunque una speranza? «Per esempio Dicendo loro con chiarezza - afferma Luigi Bobba, presidente delle Acli - che una speranza vera qui non c’è. Questo è lo stesso gruppo che un anno fa aveva clonato l’uomo: ma il fatto è che allo stato, con le staminali embrionali, gli scienziati non sono in grado di far niente. diverso il discorso per le staminali adulte, o tratte dai cordoni ombelicali, con cui si possono già curare decine di malattie: perché non investire tutto su questo? La scienza ha come obiettivo di proteggere la vita, se decide di farne a pezzi una per salvarne altre non è scienza ma scientismo. E infine: siamo già diffidenti sugli Ogm per un chicco di grano, possibile che si ritenga accettabile toccare un embrione?».
Francesco D’Agostino, presidente del Comitato nazionale di Bioetica, ribadisce che «sulla clonazione terapeutica il Comitato ha già espresso la sua contrarietà. L'unico paese in Europa che ha autorizzato questa pratica e che, conseguentemente non ha firmato la convenzione, è l'Inghilterra di Tony Blair».


ANSA Venerdì 20 Maggio 2005, 12:29
STAMINALI:
COREA DEL SUD, HWANG DIFENDE LA SUA RICERCA


(ANSA) - SEUL, 20 MAG - Hwang Woo Suk, il capo del team di ricercatori sudcoreani sulla bocca di tutto il mondo per aver realizzato le prime linee di cellule staminali embrionali 'su misura', prelevate da embrioni clonati a partire da cellule adulte di 11 pazienti colpiti da diabete giovanile, lesioni del midollo spinale e immunodeficienza, difende a spada tratta oggi la sua ricerca.
"Non abbiamo violato alcuna legge del nostro paese - ha detto in un'intervista all'agenzia di stampa sudcoreana 'Yohnap' in risposta a chi lo accusa di aver ottenuto embrioni umani clonati, sacrificati in nome della scienza - Abbiamo anzi ritardato di molto l'annuncio per essere sicuri di essere nella piena legalità. Ci siamo consultati con esponenti del governo, ricevendo il via libera. Capisco le perplessità di chi considera gli embrioni già essere umani. Ma in questo campo la competizione è tremenda e allora e meglio affrontare il problema con regole certe e condivise".
Il governo sudcoreano è stato uno dei primi al mondo a far approvare una legge che consente agli scienziati di condurre ricerche a scopi terapeutici sugli embrioni umani, mettendo al bando però transazioni commerciali su spermatozoi e ovociti.
Hwang ha messo in guardia, nello stesso tempo, dai facili entusiasmi di chi crede che ora sia vicinissimo il giorno in cui si potranno guarire, con le cellule staminali, malattie finora incurabili. "Ci sono ancora ostacoli formidabili da superare - ha spiegato - prima di riuscire a far crescere le cellule staminali così ottenute in cellule e tessuti specifici da sostituire a quelli malati".
"Ma ora la strada è aperta - ha concluso - Aver creato cellule staminali su misura per persone di entrambi i sessi e di tutte le età è un passo avanti da giganti. Occorre adesso una collaborazione a livello internazionale per scambio di informazioni e tecniche. Noi siamo pronti ad aprire i nostri laboratori e sono certo che il governo sudcoreano fornirà l'assistenza necessaria. Un grande servizio per l'intera umanità".(ANSA).

ricevuto da Franco Pantalei

Agi Roma, 14:34

PANNELLA, SE L'EMBRIONE E' VITA, MASTURBARSI E' OMICIDIO

"Se gli embrioni sono figli, fratelli, persone vive, allora hanno una mamma e un papà che sono gli spermatozoi e gli ovuli. Quindi la masturbazione è l'omicidio di milioni di possibili genitori". E' quanto ha affermato Marco Pannella durante un dibattito sulla fecondazione assistita al liceo Mamiani di Roma, a cui ha partecipato insieme al giornalista Giuliano Ferrara.
"La masturbazione - ha aggiunto Pannella - in questa logica altro non è che uno spreco di spermatozoi, quindi lo sterminio di genitori degli embrioni. Bisognerà farsi carico anche di questo", ha concluso il leader radicale.