venerdì 19 novembre 2004

Margherita Hack: ateismo e crocifissi

L'Unità 19.11.04
Tra pochi giorni la decisione della Consulta sulla legalità dei crocefissi nelle aule
La scienziata: «Personalmente non mi danno fastidio, ma in uno Stato laico non devono esserci»
«Il Vaticano ha un grande peso sul nostro orientamento. Ma non credo che l'esperienza francese sul velo islamico in classe sia tanto meglio: il credo deve restare un fatto privato»

L'astronoma sulla laicità dello Stato: "L'ora di religione? Piuttosto un'ora di storia delle religioni
HACK: "VIA IL CROCIFISSO DALLE SCUOLE"
di Edoardo Semmola

FIRENZE - Fra pochi giorni la Consulta si pronuncerà sulla legalità costituzionale del regio decreto che impone i crocefissi nelle aule scolastiche. La stessa Corte che due anni fa decise di togliere il crocefisso dalla propria sede in forza appunto del principio di laicità delle istituzioni. A chiamare in causa la Giustizia costituzionale e stato il Tar del Veneto, dopo che il padovano Massimo Albertin e sua moglie sollevarono il problema della laicità dei muri della classe frequentata dai loro figli. Il ricorso dei coniugi Albertin è partito dall'Uaar, la più importante associazione italiana che riunisce atei e agnostici per la laicità dello Stato. Proprio il tema della laicità dello Stato sarà al centro del VI congresso nazionaledell'associazione, che si terrà domani e domenica al Palazzo dei Congressi di Firenze. Ne parliamo con Margherita Hack, astronoma di fama internazionale, atea dichiarata, e membro del Comitato di presidenza dell'Uaar.
Margherita Hack, viviamo in un Paese a basso tasso di laicità? Essere atei è un fattore di discriminazione?
«Il principio di laicità della cosa pubblica esiste, anche se spesso non viene rispettato. Basta pensare ai tanti crocefissi appesi ai muri delle scuole o nei tribunali. A me non danno fastidio, ma in un Paese realmente laico non dovrebbero esserci. Detto questo, comunque, ancora esiste la libertà di essere atei. Non credo comunque che l'ateo venga discriminato: a me non è mai capitato».
Ma c'è chi vorrebbe mettere la marcia indietro al processo di laicizzazione del Paese...
«Ci sono degli esempi gravi, come la legge sulla fecondazione assistita che è liberticida e antiscientifica, una legge medievale. Con questo non parlerei di un vero e proprio attacco diretto agli atei, anche se da questo Governo c'è da aspettarsi di tutto».
Si parla di libertà di religione ma mai di libertà di non-religione. Non pensa che tutte le concezioni del mondo, fideistiche o meno, dovrebbero essere alla pari?
«Purtroppo sento crescere pericolosamente un sentimento anti islamico che considero una forma di razzismo inaccettabile. Certo, ritengo che le religioni siano un bisogno di molta gente che rifiuta la morte come fine di tutto, quindi le considero un segno di infantilismo e debolezza. Ma il rispetto reciproco è fondamentale: e anche l'ateismo dovrebbe essere considerato alla pari delle altre concezioni del mondo».
Ma l'Italia ospita in seno alla sua Capitale la sede della massima potenza confessionale occidentale...
«La presenza del Vaticano sul nostro territorio è certamente pesante, riduce il tasso di laicità del nostro Stato. Ma non è detto che altrove stiano meglio: la legge francese sulla laicità, per esempio, ha avuto un effetto controproducente che è quello di elevare a "eroine" le ragazze islamiche desiderose di portare il velo. Credo che ognuno debba avere la libertà di vestirsi come vuole, come molte ragazze che vogliono portare vestiti che scoprono la pancia e l'ombelico, il ragionamento è lo stesso, è un fattore di libertà».
Cosa deve fare lo Stato per garantire la libertà?
«Lo Stato deve essere laico e questo si traduce in neutralità nei confronti delle fedi. Poi, all'interno di questo discorso, le chiese possono fare privatamente tutte le scuole che vogliono, e i loro catechismi».
Lei è una scienziata.Vede nella Chiesa un pericolo per il progresso scientifico?
«La Chiesa cattolica è stata a lungo un pericolo per le scienze. Non per tutte le scienze, come per esempio l'astronomia. Ma sicuramente lo è per quelle scienze che toccano la vita, e penso ancora alla legge sulla fecondazione assistita che è frutto del fondamentalismo di molti deputati e della forte ingerenza della Chiesa».
E oltre la scienza, nella vita di tutti i giorni?
«Per quanto riguarda la regolamentazione della vita civile, beh, se fosse per la Chiesa la situazione sarebbe problematica,ma l'opinione pubblica ha accettato e superato questioni come il divorzio e l'aborto, è maturata. Segno che la Chiesa ha perso molto del suo potere di un tempo»
Di potere ne ha ancora molto, l'ora di religione nelle scuole pubbliche ne è un segno. Adesso anche i musulmani ne vorrebbero una...
«Ritengo che l'ora di religione vada abolita, casomai sarebbe opportuna un'ora di storia delle religioni. Cosa succederebbe se, dopo gli islamici, anche gli ebrei, i protestanti, e poi tutti gli altri chiedessero un'ora di religione? Dovremmo prevedere anche un'ora di ateismo, di pensiero laico, razionalista?»
Di fronte alla proposta di un'ora di Corano i vescovi italiani si sono dichiarati «dubbiosi».
«È grave che i vescovi mettano bocca in queste cose. Certo, si ingeriscono dappertutto, pensiamo al fatto che gli insegnanti di religione nelle scuole pubbliche sono fuori quota, pagati dallo Stato ma scelti dai vescovi... Questa cosa mi ha sempre scandalizzata molto».
Cosa pensa dell'entanasia?
«Sono a favore. La vita è nostra e spetta a noi decidere quando non se ne può pìu».
E perché è entrata nel Comitato di presidenza dell'Uaar?
«Sono atea e condivido le idee dell'associazione: la religione è e deve essere un fatto privato».