venerdì 19 novembre 2004

sinistra
una Fondazione?

La Stampa 19 Novembre 2004
NUOVO PROGETTO DI BERTINOTTI ALTERNATIVO ALLA FEDERAZIONE DI DILIBERTO CON STRADA, FOLENA, MUSSI, ZANOTELLI
E ora anche la sinistra radicale vuole la sua Fondazione
di Fabio Martini

ROMA. NELL’IMMAGINARIO della sinistra italiana le Fondazioni sono sempre state oggetti polverosi. Roba da socialdemocratici tedeschi, con la loro misteriosa “Ebert”. Ma il tempo cambia anche i più coriacei e così - dopo la dalemiana “Italiani Europei” - anche all’estrema sinistra è spuntata la tentazione di creare un laboratorio culturale, un centro-studi, un luogo nel quale possano misurarsi Fausto Bertinotti e Alex Zanotelli, riviste della galassia cattolica e di quella movimentista, outsider come Gino Strada e Rossana Rossanda, personaggi del Correntone Ds come Fabio Mussi e Pietro Folena. L’idea è quella di creare una vera e propria Fondazione della sinistra radicale. Il primo mattone per quel partito della Sinistra alternativa che a parole tutti vogliono ma che poi non si fa mai?
Presto per dirlo, anche perchè lo stesso progetto della Fondazione è ancora in costruzione. Da due mesi ci stanno lavorando - coperti da un inconsueto riserbo - una decina di personaggi di mondi così diversi che ancora non si è riusciti a trovare un accordo soddisfacente per tutti. Ma l’idea è questa: riunire in un’unica sala, a metà dicembre, personaggi che si conoscono ma non si mai incontrati tutti assieme e “lanciare” in quella occasione il progetto della Fondazione.
Il convegno è stato fissato per il 12 dicembre, ma potrebbe slittare al 9 gennaio perché l’ala movimentista, quella più politica e le riviste promotrici devono ancora affinare diversi dettagli. Del progetto è stato informato anche Romano Prodi, assicurandolo che l’operazione è «dentro la Gad» perché l’obiettivo è quello di dotare la sinistra dell’Alleanza di un robusto centro di elaborazione culturale.
Tutto nasce, una volta ancora, da Fausto Bertinotti, negli ultimi due anni il leader che ha provato più di altri di innovare a sinistra. La scorsa estate, in uno di quei documenti che leggono soltanto i dirigenti di partito (le Tesi per il Congresso che si terrà a Rimini in febbraio) al capitolo 14 il segretario di Rifondazione aveva scritto: «La sinistra alternativa si costruisce col fare, fuori da ogni tentazione di assemblaggio dei ceti politici, dei partiti che stanno a sinistra del Listone». Traduzione dal politichese: a Rifondazione non interessa la Federazione della sinistra proposta da Oliviero Diliberto, segretario del detestato Pdci. Ma alcune settimane fa, una sortita ambigua di Bertinotti («Più che cambiare noi come contenitore, potremmo confluire noi in un contenitore diverso») era stata interpretata come un invito alla sinistra Ds a lasciare la Quercia. Grande gelata sul progetto-Fondazione, poi Bertinotti ha precisato: «Una scissione sarebbe insensata, il contenitore al quale penso è un luogo organizzato entro il quale possano stare, forze politiche e movimenti», «un laboratorio unitario e plurale».
Ma poichè l’iniziativa nasce lungo l’asse Bertinotti-Correntone ds alle riunioni preliminari non sono stati invitati uomini del Pdci, i cui rapporti con Rifondazione restano pessimi. Da mesi del progetto stanno discutendo, tra gli altri, gli uomini più fidati di Bertinotti (Franco Giordano e Alfonso Gianni), don Tonio Dall’Olio, portavoce di Pax Christi; il direttore di “Aprile” Aldo Garzia, il verde arcobaleno Paolo Cento e il ds Pietro Folena, rappresentanti di diverse riviste. Tutti abbottonatissimi. La vera difficoltà è riuscire ad integrare i movimenti cattolici con la galassia politica. Alex Zanotelli, il personaggio più carismatico del pacifismo cattolico, ha confermato di voler «ascoltare», senza promuovere «iniziative politiche». Ma Alfonso Gianni, braccio destro di Bertinotti, resta ottimista: «Le difficoltà non mancano mai. Stiamo lavorando e, quando le avremo, daremo nostre notizie».