venerdì 19 novembre 2004

più di 30.000 schizofrenici in Lombardia, un terzo guarirà: con i farmaci
così dice Mencacci

Corriere della Sera 19.11.04
I medici del Fatebenefratelli: se ben curato, un terzo dei malati guarisce
«In Lombardia 30 mila schizofrenici»
Il sondaggio: ragazzi a rischio, le diagnosi tardive mettono in difficoltà le famiglie
di Antonella Cremonese

Schizofrenia, diagnosi che fa paura. In Lombardia si stima che ne soffrano tra 32mila e 48mila persone, con 1300 nuovi casi all’anno. Il dato è stato fornito ieri da Roberto Testa, direttore generale dell’ospedale Fatebenefratelli, e dal professor Claudio Mencacci, vicepresidente della società italiana di psichiatria e primario del dipartimento di salute mentale. Occasione, la presentazione di un sondaggio commissionato alla Burson-Marsteller: «La schizofrenia vista da vicino». A marzo sono state fatte 500 interviste telefoniche a persone dai 18 anni in su, 200 interviste a psichiatri, 61 interviste faccia a faccia con familiari di malati.
Che cosa emerge? Ha detto Mencacci: «Il 53% degli intervistati vede lo schizofrenico come pericoloso per sé e per gli altri (cosa non vera: il 33-34% della violenza nel mondo è da imputare alle sostanze d’abuso, e solo l’1-2% alle malattie mentali) e nello stesso tempo non conosce la malattia. Una malattia che spesso si sovrappone, nei suoi sintomi premonitori, alle crisi adolescenziali. Le famiglie non stanno all’erta, e spesso la diagnosi viene fatta in ritardo. Un grave danno, perché la schizofrenia, curata bene, può guarire in un terzo dei casi».
Anni fa, le terapie trasformavano i malati in zombies, li facevano ingrassare, li muravano nella malattia. «Ora non accade più, ci sono farmaci senza pesanti effetti collaterali», ha detto Mencacci.
E la richiesta dei malati? Non vogliono essere considerati diversi, il 25% di essi vuole avere relazioni affettive, il 90% vuole un lavoro stabile.
Lo slogan per il 5 dicembre, giornata mondiale della malattia mentale, è «Nessuno è diverso». E Mencacci ha concluso: «Noi diciamo di no a leggi speciali per la psichiatria».