martedì 29 marzo 2005

LA FESTA DI PIETRO INGRAO
la lettera di Bertinotti

Liberazione della domenica 27.3.05
La condivisione di un cammino
Fausto Bertinotti


Caro Pietro, compi oggi novanta anni e sei uno dei nostri. In senso lato, come sempre, per la condivisione di un cammino e di una speranza, il cammino dei grandi movimenti di trasformazione, la speranza della costruzione di un nuovo mondo. Ma, anche nel senso stretto dell'adesione alla comunità politica di Rifondazione comunista con il dono che ci hai fatto, chiedendo l'iscrizione al partito. Potrebbe bastarci per ringraziarti e farti gli auguri. Ma, la tua vita, il tuo pensiero, il tuo interrogare e interrogarti, le tue parole, le tue azioni hanno attraversato la storia grande e terribile del movimento operaio. Così il tuo è diventato un magistero. Per questo non possiamo non farti domande. Anche in occasione di questo tuo grande compleanno, come per abituarti a ricevere ancora a lungo nuove domande da noi che ci consideriamo, modestamente, discepoli del tuo magistero.

Credo che tu possa condividere l'idea che siamo stati gli ultimi eredi e interpreti della formula paolina "Siamo in questo mondo, ma non di questo mondo". Esprimiamo così, allo stesso tempo, l'esigenza di una partecipazione piena, di una condivisione delle contraddizioni aspre e dure della società in cui viviamo e l'idea di far vivere, dentro quelle contraddizioni, l'aspirazione alla liberazione. Con la rinascita dei movimenti, una nuova generazione ha conosciuto, e cominciato a cambiare, la politica. Ha senso ancora questa alterità, questa diversità e come la si può esprimere, come la si può far vivere, in un mondo in cui da altri si vuole invece perseguire l'assolutizzazione della guerra e dello sfruttamento, che penetra fin dentro il vivente?

Cosa è il comunismo per te oggi? Spesso abbiamo risposto affidandoci alla formula classica di Marx: «Il comunismo è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti». Sentiamo qui il senso di un processo, di un divenire e non di un essere. Ma, ti chiedo, si può andare oltre questa formula classica? Il tuo lungo cammino nella storia del movimento operaio e del comunismo italiano cosa ti suggerisce? Noi ci chiamiamo "rifondazione comunista". Rifondazione è una tua ispirazione di sempre, volendo così esprimere la necessità, penso, di una nuova fondazione, di una teoria e di una pratica della trasformazione e della liberazione. In alcune occasioni, tu hai parlato perfino di una insufficienza del termine "rifondazione" perché occorrerebbe andare oltre.

Ecco, caro Pietro, come definiresti oggi i caratteri fondanti di questa ricerca? Cosa chiameresti comunismo?

Perché il partito, ancora? La tua scelta, a novanta anni, di aderire a un partito, al nostro partito, è stato un regalo così grande da essere inaspettato quanto atteso. Mi hanno colpito le ultime parole della lettera che ci hai inviato per annunciare questa decisione. «Riprendo una militanza che è stata così grande parte della mia vita». Sentiamo in questo mondo l'esigenza della comunità, del fatto che, solo assieme ad altri, dandoci la mano in cammino, possiamo pensare di farcela. Camminare insieme e far vivere un progetto. Solo se questo progetto si fa politica, ovvero pervade e si pervade delle coscienze, dei movimenti e attraverso le istituzioni si fa organizzazione collettiva, possiamo farcela. Ma, ti chiedo, cosa significa oggi? Perché proprio il partito? Come lo racconteresti a una ragazza di sedici anni? Come costruiresti con lei questa comunità che chiamiamo partito?

Gli affetti, caro Pietro, hai vissuto con una donna straordinaria che ti è stata compagna di vita. Si chiamava Laura Lombardo Radice. Avete avuto molti figli, tanti nipoti e pronipoti, uno ancora sta per arrivare. Una famiglia grande, un mondo di relazioni e di affetti. Come hanno inciso nelle tue idee e nella tua pratica politica? Che rapporto c'è tra il pubblico e il privato? Il femminismo ci ha molto insegnato. Ma qual è l'insegnamento di una vita come la tua? Che rapporto c'è tra l'amore, gli affetti, la vita nella tua comunità familiare e lo stare dalla parte degli sfruttati, degli ultimi, permetti le parole, della rivoluzione?

Grazie, Pietro e lunga vita. So che in molte e molti potremo continuare a contare su di te.