giovedì 6 marzo 2003

L’Unità, Firenze e Toscana, giovedì 6.3.03, pag. III
Il cortometraggio della romana Iole Natoli proiettato al cineclub Cinecittà, ha riscosso grande successo all'estero ma in Italia non trova distributori
Amore e politica a un millimetro dal cuore
di Donatella Coccoli

FIRENZE L'incontro tra due sconosciuti una donna e un uomo. Uno sguardo, e l'attrazione istantanea, totale, senza parole. Poi il gioco dei corpi e la sensazione, nella donna, di una ricchezza interna nata da quell'incontro senza pensare. E' la donna che racconta e, mentre parla, rivive il passato che poi, alla fine, diventa di nuovo presente. Il tutto rappresentato senza scivolare nel "romantico", con uno stile rigoroso, assolutamente non documentarista, ma anzi, potremmo dire, espressionista, tra musica e parole di alta poesia.
Questa, l'essenza del cortometraggio "A un millimetro dal cuore" della regista romana Iole Natoli, proiettato lo scorso fine settimana, a cura dell'associazione Il Gigante al cineclub Cinecittà di via Pisana a Firenze, alla presenza dell'autrice e di alcuni attori: Giulia Mombelli, la protagonista femminile (l’uomo è Diego Ribon), Alice Marchitelli, l'amica a cui racconta il suo incontro, l'autore delle bellissime musiche Tony Carnevale e il produttore Francesco Lomastro. Ad accogliere l'autrice, che dal 1987 ha collaborato come aiuto regista o segretaria di edizione a più di quaranta film di registi tra i quali Marco Bellocchio (che nel corto interpreta una piccola, parte), Ettore Scola, Ricky Tognazzi, Roberto Giannarelli, una sala gremita di spettatori.
Applausi e grande entusiasmo per una piccola grande opera di 28 minuti che ha ottenuto ottimi consensi oltre oceano e che, invece, stenta a trovare una sua collocazione nelle nostre sale. L'opera, terminata un anno fa, è stata presentata al Taormina Intemational Short Film e anche al Torìno Filmfestival, ma è al festival internazionale dei corti di Palm Springs (1600 i titoli presenti) che A un millimetro -dal cuore è stato salutato come una rivelazione ed acquistato, unica produzione europea, dalla più importante casa di distribuzione di cortometraggi in America, la Hypnotic
Iole Natoli, quando le è venuta l'idea del film?
Nel'98, poi è stata abbandonata e ripresa alla fine del '99. Devo dire che tantissimi amicí mi hanno dato una mano a realizzare questa storia sulla dimensione di sconosciuto che nella mia ricerca è sempre stata presente. Ad un certo punto ho chiesto a Massimo Fagioli (lo psichiatra autore di Istinto di morte e conoscenza Ndr), di poter usare una sua poesia. Questa ha contaminato la situazione e così è successo che ho scritto anch’io una delle tre poesie del film, quella dell'inizio (l‘altra è del poeta turco Hikmet)
Nel film la donna si fida dell'uomo.
Si, anche se all'inizio non si sente tanto libera. Ma quello che è importante, naturalmente, è che la risposta dell'uomo c'è stata. E' fondamentale. Lui, se avesse voluto, sarebbe potuto andar via,..
Un film sull'amore, In cui c'è una speranza.
Sì, per me questo è un film politico, nel senso più profondo del termine. Abbiamo cominciato a girarlo tre giorni dopo l’11 settembre, in giro c'era come una cappa di piombo, ed era come affermare una speranza di vita. E poi io sono convinta che se si affrontano i rapporti umani con un discorso sulle immagini interne, sull' immagine femminile, si può arrivare a fare un film politico, anche se è una storia d'amore. Per me l'arte è impegno. Non puoi scrivere o comporre se non fai una ricerca sull'inconscio, sulle malattie mentali Per me la dimensione dell'artista è diversa da quella tradizionale che vede l'artista malato. lo penso invece che più stai bene, più ti fidi e più c'è speranza. Insomma, da questo film si esce pensando che è possibile star bene.