martedì 17 settembre 2013

 







CONTINUA L'OFFENSIVA PAPISTA
L'UNITÀ E I MEDIA "DI SINISTRA" LA APPOGGIANO SERVILMENTE ED ENTUSIASTICAMENTE IN PRIMA LINEA
LEGGI TUTTI I PRECEDENTI QUI DI SEGUITO ALLE DATE DEL 12, 14, 15 E 16 SETTEMBRE
E LEGGI ANCHE LA CRITICA LAICA - PURTROPPO ABBASTANZA SOLITARIA - DI NADIA URBINATI, LA STUDIOSA RECENTEMENTE INTERVISTATA DA DONATELLA COCCOLI SU LEFT 31.

l’Unità 17.9.13
Il vangelo dei poveri
Con Papa Francesco la «rivincita» della teologia della liberazione
di Serena Noceti
l’Unità 17.9.13
«Anche l’Europa deve imparare»
Parla Gustavo Gutierrez, il fondatore della teologia della liberazione: la Chiesa non ha un programma politico, ma cambiare il mondo e renderlo più giusto è dovere dei cristiani
intervista di Se. No.

su spogli

La Stampa 17.9.13
L’intervento del Papa
Francesco: «I cattolici si immischino in politica E chi governa sia umile»
L’indicazione durante l’omelia a Santa Marta: «I governanti amino il loro popolo»
di Andrea Tornielli

su spogli

Repubblica 17.9.13
La propra storia con Dio
di Mariapia Veladiano

su spogli

Repubblica 14.9.13
Il fascino pericoloso del postsecolarismo
In Italia siamo in presenza di una religione predominante. Non esiste nella cultura etica quel pluralismo che fa da contenimento
Il rischio è quello di un maggioritarismo potenziato da un credo religioso
Parla Nadia Urbinati, autrice con Marco Marzano di un saggio su Stato e Chiesa
di Simonetta Fiori

«Papa Francesco rappresenta la realizzazione compiuta del postsecolarismo di Habermas», dice Nadia Urbinati, al telefono dalla Columbia University dove ha la cattedra di Teoria politica. «Ma proprio per questo occorre ancor più distinguere tra diritto e morale, Stato e religione, ristabilendo quelle paratie che sono necessarie in democrazia». All’indomani della lettera «scandalosamente affascinante» scritta dal pontefice a Eugenio Scalfari, e a pochi giorni dall’appello alla pace che ha raccolto in piazza San Pietro cattolici, musulmani, atei e perfino anticlericali, esce dal Mulino uno stimolante saggio di Nadia Urbinati e Marco Marzano dal titolo provocatorio: Missione impossibile. La riconquista cattolica della sfera pubblica. Ma è davvero una missione impossibile? La rivoluzione introdotta da papa Francesco, anche il suo nuovo stile di dialogo, non costringe a rovesciare i termini della questione? «Il suo stile e il suo linguaggio certo scompaginano il progetto culturale inseguito per sedici anni dal cardinal Ruini: è su questo schema che abbiamo costruito molti dei nostri ragionamenti. Ma restano in piedi tutti i rischi della democrazia postsecolare».
Professoressa Urbinati, che cosa è il postsecolarismo?
«Designa il superamento del secolarismo, ossia dell’esclusione della religione dalla sfera pubblica. Secondo Jürgen Habermas, che ne è il principale teorico, la religione — avendo accettato le regole del gioco democratico — non deve essere più tenuta in un recinto, ma al contrario deve essere accolta nel dibattito pubblico perché porta un prezioso nutrimento morale. E qui interviene l’argomento di un importante teologo tedesco, Böckenförde, secondo il quale la democrazia ha bisogno di religione proprio perché è un metodo di decisione, privo della sostanza etica che lo può tenere in vita. Questo è l’aspetto più preoccupante. Secondo la teoria postsecolare, la democrazia diventa un guscio vuoto, mentre sappiamo che le regole democratiche sono dense di principi morali».
Lei e Marzano denunciate gli “effetti perversi” del postsecolarismo, soprattutto in una cultura monoreligiosa come quella italiana.
«Una delle pecche più gravi di questa teoria è la sua astrattezza, che non tiene conto dei contesti storici e sociali specifici. In Italia siamo in presenza di una religione nettamente predominante. Non esiste nella società e nella cultura etica quel pluralismo che fa da contenimento naturale. Il rischio per la nostra democrazia è quello di un maggioritarismo potenziato da un credo religioso. E le leggi possono diventare laiche al rovescio: non perché distanti da tutte le fedi religiose, ma perché vicine alla fede della maggioranza».
Marco Marzano insiste sullo scarso fondamento in Italia della teoria postsecolare, essendo profondo il divorzio tra fede dichiarata e pratica di vita. Una divaricazione denunciata pochi giorni fa dall’arcivescovo di Milano.
«Sì, è in gioco non solo la riconquista della società liberale, ma della stessa Chiesa dei cristiani. Marzano mostra in modo molto dettagliato anche lo scollamento tra la religione rappresentata dalle gerarchie e la religione vissuta dai credenti. La Chiesa del potere e la Chiesa della fede».
Questo schema però viene rovesciato da papa Francesco, che introduce una rottura netta rispetto ai simboli e alle pratiche di potere della precedente curia romana, anche nei suoi rapporti con la politica italiana. E si propone come cerniera tra Chiesa istituzionale e Chiesa missionaria.
«Se mi si consente il termine, è un papa grillino. Egli salta tutto il corpo intermedio per arrivare direttamente all’incontro con i fedeli: basti pensare alla frequenza delle sue telefonate o al suo quotidiano uso del twitter. Questo è un dato interessante perché riflette un fenomeno diffuso in tutte le istituzioni generatrici di autorità, religiose o politiche che siano: i cittadini non si sentono più rappresentati da questi corpi intermedi, sia che si chiamino prelati o rappresentanti politici, clero o partiti. Papa Francesco avverte questo divorzio, e riesce a colmarlo con straordinaria abilità».
Per le sue idee e per le sue azioni Francesco appare come l’incarnazione esemplare del postsecolarismo di Habermas: non introduce mai nella sfera pubblica uno stile dogmatico o una prevaricazione sullo Stato. Ma così operando non rischia di demolire le vostre critiche a quella teoria?
«Non credo. Semmai il contrario. Grazie alla sua efficace predicazione, che arriva dalla grande tradizione gesuita, con la rievangelizzazione l’infiltrazione religiosa rischia di diventare ancora più dilagante e capillare. E questo rende ancor più necessario preservare le staccionate per distinguere le varie sfere, quella civile e quella religiosa per esempio».
Nel libro non mancano critiche al «postsecolarismo all’italiana», da Giuliano Amato a Giancarlo Bosetti e Alessandro Ferrara.
«Habermas riflette nelle sue idee la democrazia dell’Europa protestante e degli Stati Uniti, ossia realtà caratterizzate da pluralismo effettivo, mentre questi studiosi provengono da una tradizione che è imbevuta in modo egemonico di una sola religione. Quando si parla del rapporto tra Stato e fede religiosa, la teoria dovrebbe prestare più attenzione al contesto».
IL LIBRO Missione impossibile di Marco Marzano e Nadia Urbinati, il Mulino pagg. 144 euro 14

L'intervista rilasciata da Nadia Urbinati a Donatella Coccoli per Left, pubblicata sul n. 31 del settimanale. è disponibile qui

Corriere 17.9.13
I quadri preziosi del prelato nell'inchiesta sui conti Ior
I pm chiedono per Scarano il giudizio immediato
di Fiorenza Sarzanini

su spogli









l'attacco alla Costituzione
il Fatto 17.9.13
Vogliono zittire i cittadini
di Paolo Flores d’Arcais

 



l’Unità 17.9.13
No al congresso senza politica
di Alfredo Reichlin
il Fatto 17.9.13
Pd, l’incubo dell’assemblea al buio
Convocata per venerdì
Nessun accordo sulle regole
I lettiani sempre più neri col rottamatore
di Wanda Marra

su spogli

il Fatto 17.9.13
Le grane del Pd 1
Amato poco costituzionale Casson: “È un fatto grave”
I “consigli” intercettati nel 1990 imbarazzano ancora l’ex tesoriere Psi
“Non fare nomi, niente frittate”, fu il consiglio di Amato alla vedova di un socialista da poco defunto
di Emiliano Liuzzi

su spogli

il Fatto 17.9.13
Le grane del Pd 2
 Tunnel di Firenze, retata per corruzione negli appalti Tav
L’ex governatore piddì umbro arrestata per essere a “capo” di una associazione a delinquere
Da presidente di Italferr ha agito anche contro la società pubblica
di Davide Vecchi

su spogli

La Stampa 17.9.13
Renziani e bersaniani uniti “Non ci sarà un Letta bis”
Nel Pd lo scenario più accreditato in caso di crisi è un governo istituzionale a tempo
di Carlo Bertini

su spogli

Repubblica 17.9.13
Il grande freddo tra Enrico e Matteo il premier tentato dal sì a Cuperlo
Ancora niente accordo su regole e data del congresso
di Giovanna Casadio

su spogli

Corriere 17.9.13
Renzi vede Pisapia
Tra i sindaci un asse che guarda a Roma
di Elisabetta Soglio

su spogli

Repubblica 17.9.13
Aborto, crescono gli obiettori
di Guglielmo Pepe
L’aborto è un evento drammatico e doloroso. Pertanto la notizia che il numero delle Interruzioni di gravidanza (Idv) è sceso nettamente (4,9% in meno rispetto allo scorso anno: 106 mila casi a fronte degli oltre 111 mi-la), è molto positiva. Ma la relazione presentata al Parlamento sull’attuazione della legge 194 dice un’altra cosa, negativa: aumentano gli obiettori di coscienza. Con punte di quasi il 90% dei ginecologi in Campania e di oltre l’80 in tutto il Sud. Anche gli anestesisti meridionali obiettano in massa, con medie superiori al 70 per cento. Dunque i medici del Mezzogiorno d’Italia sono 'più sensibili' degli altri? E quali conseguenze ha questo comportamento? Si può ipotizzare che il calo del numero di Idv è dovuto in parte a questa diffusa obiezione di coscienza. Né si può escludere il ritorno della clandestinità o dei viaggi all’estero. Visto che la legge 194 non viene applicata in modo uniforme, il ministro ha fatto avviare un monitoraggio per verificare le situazioni critiche. Bene. Però se in una struttura 9 medici su 10 sono obiettori, il problema non è solo organizzativo ma culturale e politico: forse c'è chi vuole boicottare la legge 194.
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La Stampa 17.9.13
“È il precariato che uccide la ricerca”
Il fisico del Cern Fabiola Gianotti: basta saltare una generazione per bloccare tutto
intervista di Gabriele Beccaria
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La Stampa 17.9.13
A Pechino la censura non basta. Carcere per i blogger scomodi
Nuova legge contro social network e microblogging: chi ha più seguaci paga di più
Tre anni di detenzione se una notizia «non vera» viene ritwittata
I colpevoli devono fare pubblicamente mea culpa con le manette ai polsi
di Ilaria Maria Sala
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Repubblica 17.9.13
Russia, sparatoria dopo una lite su Kant
MOSCA — Una discussione filosofica sfociata in un’incredibile sparatoria. Nella notte tra domenica e lunedì a Rostov sul Don, nel sud della Russia europea, due giovani del posto (di 28 e 26 anni) erano in fila presso un chiosco di alcolici. A un certo punto, nell’attesa, hanno intrapreso una discussione su Immanuel Kant, filosofo amato da entrambi. Stando al racconto della polizia, dopo aver discusso pacatamente su diverse opere di Kant, i due avrebbero cominciato a litigare sulla “dialettica trascendentale”. Alla fine, uno dei due ha tirato fuori dalla giacca una pistola scacciacani e ha sparato all’altro, ferendolo alla testa, ma non gravemente. Non è chiaro se il ragazzo che ha sparato sia stato arrestato.




















Corriere 17.9.13
Antifascisti sepolti nel Gulag
L'indifferenza di Togliatti per gli esuli arrestati in Urss
di Aldo Cazzullo













Repubblica 17.9.13
Il Profeta contro la crisi
Bolle, speculazioni e debito ecco l’insegnamento di Maometto
Per l’Islam, l’economia si fonda su regole morali
di Roger Scruton




La Stampa 17.9.13
Firenze celebra il centenario di Camus con due giorni di eventi e dibattiti
Nel centenario della nascita, Firenze vara una due giorni di eventi in omaggio ad Albert Camus (1913-1960), lo scrittore, filosofo e drammaturgo francese, premio Nobel per la letteratura nel 1957. L’iniziativa «Albert Camus, solitario solidale», si terrà il 26 e 27 settembre. Primo appuntamento per l’incontro «Sulle tracce di Albert Camus» che vedrà gli interventi di Valerio Magrelli, Sergio Givone e Italo Dall’Orto. Proprio quest’ultimo leggerà alcuni brani del Deserto, un testo giovanile scritto da Camus durante il suo soggiorno a Firenze nel 1937. Sempre il 26 settembre, al cinema Odeon alle 21,30, proiezione del film di Gianni Amelio Il primo uomo , tratto dall’omonimo libro di Camus, preceduto da un incontro con il regista intervistato dai critici Gabriele Rizza e Claudio Carabba. Venerdì alle 11, al giardino di Boboli, «percorso camusiano» verso il Forte di Belvedere. A seguire, alle 17 all’Institut Français, si terrà un incontro sull’opera di Camus, con interventi di Maissa Bey, Sandra Teroni e Benjamin Stora. Alle 21, proiezione del film che Luchino Visconti ha tratto da Lo straniero .
 La Nazione 16.9.13
“Albert Camus, solitario solidale”: due giorni dedicati al grande scrittore nel centenario della nascita
Il programma completo
qui

il comunicato del Comune di Firenze, qui
il film di Luchino Visconti "Lo straniero" può essere visto in streaming qui
segnalazione di Giacomo Mutti








il Fatto 17.9.13
LA7D. Psicoanalisi on line la terapia dura tre minuti
di Chiara Daina