LE NUOVE EDIZIONI ROMANE COMUNICANO:
Lunedì 16 luglio sono state inviate a "la Repubblica" due mail relative all'articolo apparso il 10 luglio a firma Luciana Sica e intitolato "L'inconscio svelato".
Una mail è stata redatta da Elena Pappagallo a nome del Comitato Editoriale de "Il sogno della farfalla" e inviata a Mauro Mancia, Paolo Mauri e Luciana Sica.
La seconda mail è stata redatta da Gabriella Armando e inviata a Paolo Mauri, direttore delle pagine culturali del quotidiano.
Seguono i testi delle due lettere che al momento non hanno avuto segnali di risposta.
Redazione Cultura de “la Repubblica”
All’attenzione di Mauro Mancia, Paolo Mauri, Luciana Sica
Leggiamo su La Repubblica del 10 Luglio 2007 un articolo dal titolo "L’inconscio svelato". Il titolo colpisce tutti noi che, in qualità di medici psichiatri e psicoterapeuti, lavoriamo quotidianamente con il dramma delle malattie mentali.
Può sembrare un salto troppo grande che psichiatri si occupino di inconscio, perché la psichiatria si identifica spesso tout court con l’organicismo e con lo sterile studio degli umori di Ippocrate del XXI sec. ovvero serotonina, dopamina e noradrenalina. Per noi, invece, psichiatria e inconscio sono due termini inscindibili: non esiste psichiatria se non si studia il pensiero senza coscienza.
Da molti anni infatti in numerosi convegni, tesi, articoli e dibattiti sviluppati attorno alla teoria di Massimo Fagioli espressa nell’asse portante dei suoi sette libri sosteniamo che è possibile "svelare l’inconscio", cosa peraltro sempre negata da Freud.
E sosteniamo questo perché abbiamo la scoperta che la realtà mentale dell’uomo inizia alla nascita e che per i primi due anni di vita la mente del bambino è fatta di immagini mentali. Questa realtà non verbale si riproporrà sempre, nella vita adulta, durante il sonno con l’immagine dei sogni: il sognare una macchina è una memoria non cosciente ovvero la realtà della percezione vissuta in stato di veglia trasformata in immagine onirica, che poi va interpretata e svelata; la figura che compare nella veglia come ricordo della macchina parcheggiata è una memoria cosciente, un’immagine che in sé non ha nessuna trasformazione.
Ci colpiscono quindi le parole di Mauro Mancia quando parla di "memoria dichiarativa" e di "memoria implicita che si accumula nei primi due anni di vita" e poi, ancora di più, quando rivolge agli psicoanalisti l’accusa di "ignorare teorie molto serie ed originali consolidate negli ultimi anni del ‘900” e quindi di essere “innamorati delle loro litanie".
Vorremmo allora domandare al collega: perché ancora per una volta non si riesce a citare tra i "contributi seri ed originali" la teoria di Fagioli e il conseguente nostro lavoro fatto nei decenni a proposito di memoria cosciente e memoria non cosciente? Anche perché il nostro rivendicare la paternità di certi concetti teorici non è un semplice vezzo, ma vuole essere una necessaria rivendicazione di una identità che, come Mancia stesso scrive, comprende la denuncia e il crollo teorico del freudismo, crollo iniziato quaranta anni fa con la teoria della nascita, che noi abbiamo intuito essere la scoperta della realtà umana inconscia non più dovuta alle idee innate.
Una mail è stata redatta da Elena Pappagallo a nome del Comitato Editoriale de "Il sogno della farfalla" e inviata a Mauro Mancia, Paolo Mauri e Luciana Sica.
La seconda mail è stata redatta da Gabriella Armando e inviata a Paolo Mauri, direttore delle pagine culturali del quotidiano.
Seguono i testi delle due lettere che al momento non hanno avuto segnali di risposta.
Redazione Cultura de “la Repubblica”
All’attenzione di Mauro Mancia, Paolo Mauri, Luciana Sica
Leggiamo su La Repubblica del 10 Luglio 2007 un articolo dal titolo "L’inconscio svelato". Il titolo colpisce tutti noi che, in qualità di medici psichiatri e psicoterapeuti, lavoriamo quotidianamente con il dramma delle malattie mentali.
Può sembrare un salto troppo grande che psichiatri si occupino di inconscio, perché la psichiatria si identifica spesso tout court con l’organicismo e con lo sterile studio degli umori di Ippocrate del XXI sec. ovvero serotonina, dopamina e noradrenalina. Per noi, invece, psichiatria e inconscio sono due termini inscindibili: non esiste psichiatria se non si studia il pensiero senza coscienza.
Da molti anni infatti in numerosi convegni, tesi, articoli e dibattiti sviluppati attorno alla teoria di Massimo Fagioli espressa nell’asse portante dei suoi sette libri sosteniamo che è possibile "svelare l’inconscio", cosa peraltro sempre negata da Freud.
E sosteniamo questo perché abbiamo la scoperta che la realtà mentale dell’uomo inizia alla nascita e che per i primi due anni di vita la mente del bambino è fatta di immagini mentali. Questa realtà non verbale si riproporrà sempre, nella vita adulta, durante il sonno con l’immagine dei sogni: il sognare una macchina è una memoria non cosciente ovvero la realtà della percezione vissuta in stato di veglia trasformata in immagine onirica, che poi va interpretata e svelata; la figura che compare nella veglia come ricordo della macchina parcheggiata è una memoria cosciente, un’immagine che in sé non ha nessuna trasformazione.
Ci colpiscono quindi le parole di Mauro Mancia quando parla di "memoria dichiarativa" e di "memoria implicita che si accumula nei primi due anni di vita" e poi, ancora di più, quando rivolge agli psicoanalisti l’accusa di "ignorare teorie molto serie ed originali consolidate negli ultimi anni del ‘900” e quindi di essere “innamorati delle loro litanie".
Vorremmo allora domandare al collega: perché ancora per una volta non si riesce a citare tra i "contributi seri ed originali" la teoria di Fagioli e il conseguente nostro lavoro fatto nei decenni a proposito di memoria cosciente e memoria non cosciente? Anche perché il nostro rivendicare la paternità di certi concetti teorici non è un semplice vezzo, ma vuole essere una necessaria rivendicazione di una identità che, come Mancia stesso scrive, comprende la denuncia e il crollo teorico del freudismo, crollo iniziato quaranta anni fa con la teoria della nascita, che noi abbiamo intuito essere la scoperta della realtà umana inconscia non più dovuta alle idee innate.
Il comitato editoriale de "Il sogno della farfalla"
Rivista di psichiatria e psicoterapia - Nuove Edizioni Romane - Roma (150 firme)
Rivista di psichiatria e psicoterapia - Nuove Edizioni Romane - Roma (150 firme)
Gentile Paolo Mauri,
esattamente un anno dopo la nascita de "la Repubblica" che in tanti accogliemmo con stima e fiducia, nacque anche, con antiche radici, una piccola Casa Editrice che ormai da trent’anni resiste in assoluta indipendenza tra i marosi della storia e del mercato.
La sottoscritta ne è la responsabile e continua da allora a pubblicare, oltre ad alcune collane di libri per ragazzi che il suo giornale ha in varie occasioni favorevolmente citato e recensito, anche i libri dello psichiatra Massimo Fagioli e i testi che documentano la ricerca dell’Analisi collettiva, una ricerca italiana sull’inconscio, oggetto in passato di attacchi feroci, di diffamanti odi, di sprezzanti cecità, e oggi infine vista da molti con interesse e stima.
Ecco perché ho letto con immutata sorpresa l’articolo apparso il 10 luglio su "la Repubblica" e intitolato L’inconscio svelato ove Luciana Sica intervista Mauro Mancia e ove si parla di "una trasformazione radicale della teoria psicoanalitica della mente (...) che si è via via consolidata negli ultimi anni del Novecento grazie a contributi molto seri e originali", di "memoria implicita", di "inconscio precoce non rimosso" e si citano molti autori e testi, ma neppure questa volta si fa cenno alcuno ai cinquant’anni di ricerca e di lavoro sull’inconscio condotti da Massimo Fagioli, né ai suoi sette libri (sei in catalogo, uno in corso di stampa) pubblicati dalle Nuove Edizioni Romane per un totale ad oggi di quaranta edizioni, nell’ambito dei quali vengono ampiamente trattati proprio i temi fondamentali dell’articolo in questione.
Questo a me sembra essere un’amara smentita di quanto noi, intendo dire persone come lei e come me, nate, anno più anno meno, alla metà del secolo scorso, hanno appreso dai grandi vecchi, padri o maestri, essere cultura: nel suo caso dovere di informazione onesta e capace di distinguere il grano dal loglio, nel mio dovere di diffondere e difendere il pensiero e la creatività di autori autenticamente innovativi.
E per questo ho sentito l’esigenza di rubarle un attimo di ascolto e dirle come a me sembra non vi possano essere differenze di vedute, scontri ideologici, gossip, personali antipatie, diversità di stili, tali da giustificare la pervicacia degli addetti ai lavori nel cancellare, o peggio in certi casi deformare, l’oggettivo apporto di un pensiero al quale in tanti, davvero in tanti, attingono senza dichiararlo mai.
Ringraziandola per l’attenzione, la saluto con cordialità.
Gabriella Armando
Nuove Edizioni Romane
Nuove Edizioni Romane
www.nuoveedizioniromane.it
L'ARTICOLO DI LUCIANA SICA È QUI
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