Il Messaggero Giovedì 13 Gennaio 2005
Convegno a Roma
Depressione, colpisce un italiano su quattro
ROMA - Una persona su 4 prima o poi nella vita manifesterà disturbi depressivi: tristezza, disinteresse, angoscia, affaticamento, per almeno 2 settimane possono essere campanelli d'allarme ma evitare diagnosi fai-da-te e rivolgersi sempre a specialisti.
È il consiglio dato alla presentazione del convegno sulla depressione previsto per sabato all'ospedale Forlanini di Roma, testimonial d'eccezione l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Obiettivo, ideare nuove strategie per recuperare persone depresse, ma non riconosciute come tali, il 90% di tutti i depressi secondo dati Oms, che quindi ”sfuggono” a diagnosi e terapie, ha denunciato Antonio Picano psichiatra del San Camillo e presidente dell'associazione promotrice ”Strade”.
Solo nel Lazio infatti, ha rilevato Picano, sono 500 mila i malati di depressione, di cui 100 mila in forma grave, ma gli accessi ai centri di salute mentale sono solo 42 mila. Gli altri o usufruiscono di strutture private o, la maggior parte, non ricevono cure adeguate.
La depressione è una malattia subdola perchè si manifesta con sintomi generici difficilmente riconoscibili, stanchezza, tristezza, disturbi del sonno, inappetenza, solo per citarne alcuni. Quando queste condizioni perdurano per almeno due settimane non bisogna sottovalutarli, ci si deve rivolgere a uno specialista, ha ribadito Picano, ma è bene anche evitare affrettate diagnosi fai-da-te, spesso basate su inattendibili test ormai troppo diffusi su internet e media. La depressione colpisce in media il 15% delle donne, l'8% degli uomini, fino al 20% degli adolescenti in cui si può manifestare con altri sintomi, per lo più disturbi comportamentali.
Il Mattino 13.1.05
Cassazione: il papà depresso può non mantenere i figli
Roma. La depressione può essere un giustificato motivo per non mantenere i figli. Lo ha sancito la Cassazione che ha cancellato le condanne in primo e secondo grado a Roberto C., un papà di 43 anni caduto in depressione dopo la separazione. Per i giudici di merito l’uomo «per la sua giovane età e per l'assenza di gravi patologie, poteva adattarsi a lavori temporanei che gli avrebbero potuto consentire di fornire i mezzi dovuti a moglie e figlia». Un ragionamento non condiviso da piazza Cavour per la quale la depressione è una «grave patologia» che può essere «causa della impossibilità di fare fronte ai propri impegni».
Yahoo!Salute
13 gennaio 2005
Depressione: molto diffusa, poco curata
Il Pensiero Scientifico Editore
La depressione non è riconosciuta e quindi non è trattata nella stragrande maggioranza dei casi e, quando la diagnosi non c’è o non è tempestiva, dietro l’angolo ci sono danni spesso irreversibili a carico dell’organismo. È la denuncia di Antonio Picano, psichiatra dell’Ospedale San Camillo di Roma e presidente dell'associazione promotrice “Strade” al Convegno “Il trattamento della depressione nei servizi pubblici” tenutosi nella capitale.
Eppure, ha sottolineato lo psichiatra, la depressione è una malattia diffusissima: colpisce nel mondo il 15 per cento delle donne, l'8 per cento degli uomini, fino al 20 per cento degli adolescenti in cui si manifesta per lo più con disturbi comportamentali. Inoltre si stima che una persona su quattro prima o poi nella vita ne manifesterà i sintomi, per esempio tristezza, disinteresse, angoscia, affaticamento, disturbi del sonno o dell’appetito.
Ma secondo l’avvertimento di Picano bisogna far attenzione a non scambiare questa sintomatologia, tanto generica quanto elusiva, per una malattia depressiva che non c’è: si parla infatti di disturbo depressivo quando questi sintomi perdurano per almeno due settimane, ha spiegato Picano. In ogni caso, ha detto, quando si ha il sospetto di essere caduti in depressione, è meglio evitare una diagnosi fai-da-te e rivolgersi sempre a specialisti.
Purtroppo, ha rilevato lo psichiatra, il servizio sanitario pubblico ancora non fa abbastanza per fare emergere un fenomeno così diffuso, mentre servirebbero dei servizi psichiatrici ad hoc in funzione negli ospedali e in più rispetto a quelli oggi esistenti cui però hanno accesso soprattutto pazienti psichiatrici gravi come i soggetti psicotici. Bisognerebbe creare integrazione tra le varie figure dell'ospedale, ha aggiunto Picano, perché spesso la depressione si affianca ad altre patologie e ne può peggiorare la prognosi. Basti pensare, ha riferito Luca Pani dell'Istituto di neurogenetica e neurofarmacologia del CNR di Cagliari, che il 60-70 per cento dei casi di infarto può portare a depressione e che molte morti per malattie cardiache sono associate a uno stato depressivo del paziente.
A soffrire di più di queste carenze assistenziali, ha concluso Picano, sono soprattutto i ceti medio-bassi, i quali non solo sono raggiunti da minore informazione in materia, ma sono anche impossibilitati a rivolgersi a centri privati.
ilmessaggero.it 13.1.05
Convegno a Roma
Depressione, colpisce un italiano su quattro
ROMA - Una persona su 4 prima o poi nella vita manifesterà disturbi depressivi: tristezza, disinteresse, angoscia, affaticamento, per almeno 2 settimane possono essere campanelli d'allarme ma evitare diagnosi fai-da-te e rivolgersi sempre a specialisti.
È il consiglio dato alla presentazione del convegno sulla depressione previsto per sabato all'ospedale Forlanini di Roma, testimonial d'eccezione l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Obiettivo, ideare nuove strategie per recuperare persone depresse, ma non riconosciute come tali, il 90% di tutti i depressi secondo dati Oms, che quindi ”sfuggono” a diagnosi e terapie, ha denunciato Antonio Picano psichiatra del San Camillo e presidente dell'associazione promotrice ”Strade”.
Solo nel Lazio infatti, ha rilevato Picano, sono 500 mila i malati di depressione, di cui 100 mila in forma grave, ma gli accessi ai centri di salute mentale sono solo 42 mila. Gli altri o usufruiscono di strutture private o, la maggior parte, non ricevono cure adeguate.
La depressione è una malattia subdola perchè si manifesta con sintomi generici difficilmente riconoscibili, stanchezza, tristezza, disturbi del sonno, inappetenza, solo per citarne alcuni. Quando queste condizioni perdurano per almeno due settimane non bisogna sottovalutarli, ci si deve rivolgere a uno specialista, ha ribadito Picano, ma è bene anche evitare affrettate diagnosi fai-da-te, spesso basate su inattendibili test ormai troppo diffusi su internet e media. La depressione colpisce in media il 15% delle donne, l'8% degli uomini, fino al 20% degli adolescenti in cui si può manifestare con altri sintomi, per lo più disturbi comportamentali.
giornaledibrescia.it 13.1.05
Ogni anno 58mila europei si uccidono a causa di un disagio mentale, contro i 50mila che muoiono in incidenti. Record negativo in Lituania
La depressione è il killer invisibile dell’Europa
È il killer invisibile dell’Europa: la malattia mentale, ed in particolare la depressione, uccide più degli incidenti stradali e degli omicidi riuniti. Ogni anno infatti, 58.000 europei, italiani compresi, muoiono per suicidio o automutilazione. È come se scomparisse dalla carta dell’Europa una città come Cremona. Sono meno coloro che nello stesso periodo perdono la vita sulle strade: 50.700 europei sono vittime di incidenti stradali. E 5.350 di omicidi. Si soffre di depressione già da giovanissimi. Secondo gli ultimi dati di Bruxelles, la malattia colpisce il 4% degli adolescenti tra i 12 e i 17 anni, e più del doppio, ossia il 9%, dei giovani di 18 anni. La fotografia della salute mentale in Europa è preoccupante e a lanciare l’allarme è il commissario europeo alla Salute Markos Kyprianou, in occasione della Conferenza ministeriale europea dell’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) dedicata alla salute mentale, in corso questa settimana a Helsinki. «Le malattie mentali sono mortali quanto quelle fisiche, come il cancro» - spiega Kyprianou - e chiede di fare della salute mentale «una priorità politica in Europa». La sfida è enorme. Più spesso di quanto si voglia ammettere - fa osservare Marc Danzon, direttore regionale Oms Europa - le persone che soffrono di problemi legati alla salute mentale sono considerati con timore e sono vittime di discriminazioni». Inoltre - sostiene - troppo spesso i malati non riescono a beneficiare di un trattamento o non chiedono aiuto in quanto temono cure inumane e degradanti. Così anche nei P aesi dove il sistema sanitario è organizzato, tra il 44 e il 70% delle persone che soffrono di disturbi mentali non vengono curate. Eppure le malattie mentali, ed in particolare la depressione, sono la prima causa dei suicidi. Basti pensare che il 56% di coloro che soffrono di depressione tentano di mettere fine ai loro giorni, mentre il 15% di coloro che soffrono di depressione grave si suicidano. A gettare la spugna sono più gli uomini delle donne, con picchi che vanno nelle fasce di età tra i 15 e i 24 anni e tra i 25 e 34 anni. In Europa il numero di casi di suicidi varia profondamente da un Paese all’altro. I cittadini meno esposti sembrano essere quelli che vivono nei Paesi mediterranei. I dati pubblicati dalla Commissione europea (sui decessi per suicidio avvenuti nel 1999) mostrano che in Grecia, Portogallo e Italia c’erano meno di 10 casi di suicidi di uomini - e meno della metà per le donne - ogni 100.000 persone. La Spagna seguiva da vicino. L’incidenza dei suicidi è invece particolarmente inquietante nel nord dell’Europa. In Lituania nello stesso periodo 99 uomini e donne su 100.000 persone avevano deciso di togliersi la vita. Altri tassi alti vengono segnalati in Estonia, Lettonia, Ungheria, Slovenia e Finlandia.