venerdì 15 aprile 2005

La registrazione della 4ª lezione
del 9 aprile

del Prof. MASSIMO FAGIOLI

è disponibile su
MAWIVIDEO
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sempre su MAWIVIDEO


è disponibile anche
la registrazione audio-video della 3° Lezione

del Prof. Paolo Fiori Nastro
e di Francesco Dall'Olio

tenutasi venerdì 8 aprile 2005

all'Università di Chieti

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le prossime lezioni di Chieti
si svolgeranno
venerdì 15 e sabato 16 p.v.

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impulsività

una segnlazione di Gianluca Cangemi

Le Scienze 12.12.2004

Le basi del comportamento impulsivo
Si sarebbe evoluto per le esigenze della vita selvatica


Grazie ad alcuni esperimenti con le ghiandaie azzurre, un gruppo di ricercatori dell'Università del Minnesota ha scoperto quella che potrebbe essere la base evolutiva del comportamento impulsivo. Questo tipo di comportamento potrebbe essersi evoluto perché, nella vita selvatica, raccogliere in fretta piccole ricompense come briciole di cibo anziché attendere per qualcosa di migliore e di più sostanzioso può rivelarsi vantaggioso nel lungo periodo. Lo studio, pubblicato sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences", potrebbe spiegare perché molti esseri umani moderni trovano così difficile rifiutare una ricompensa immediata - per esempio cibo, denaro o sesso - anziché investire e attendere una ricompensa maggiore più tardi.
Nel corso degli esperimenti, l'ecologo David Stephens ha posto le ghiandaie azzurre di fronte alla scelta fra ottenere immediatamente una piccola ricompensa o aspettare un breve istante per riceverne una più grande. Il ricercatore ha scoperto che era impossibile addestrare le ghiandaie ad attendere, nemmeno dopo un migliaio di ripetizioni. Molti studiosi hanno spiegato questo tipo di impulsività come il risultato dello scarso valore attribuito dagli uccelli a una ricompensa ritardata. Ovvero, gli animali penserebbero istintivamente che una ricompensa in ritardo potrebbe anche essere negata, perché le condizioni possono cambiare durante il periodo dell'attesa. Tuttavia, Stephens sostiene che l'impulsività degli uccelli è troppo forte e radicata per essere spiegata semplicemente in questo modo. "Si tratta di una regola ormai radicata negli animali e nell'uomo - spiega lo scienziato - che dice di non guardare troppo al futuro. La strategia di accontentarsi delle piccole ricompense immediate era vantaggiosa nel lungo termine per quanto riguardava l'approvvigionamento nella vita selvatica. Tuttavia, è considerata spesso un problema comportamentale per gli esseri umani moderni".

Le Scienze 12.04.2005
Decisioni impulsive
La teoria della scelta impulsiva potrebbe spiegare alcune neuropatologie

Alcuni ricercatori dell'Università della Ruhr di Bochum, in Germania, e dell'Università di Otago, in Nuova Zelanda, hanno identificato singoli neuroni nel proencefalo dei piccioni che svolgono un ruolo chiave nel controllare le decisioni impulsive: nel caso dei piccioni, la preferenza per una piccola ricompensa immediata anziché per una maggiore ma differita.
Al contrario di quanto assumono molte teorie economiche, le decisioni degli esseri umani e di molti altri animali spesso non sono razionali, e le loro azioni non sono sempre dirette esclusivamente verso la massimizzazione del guadagno. Un notevole esempio di queste scelte "sub-ottimali" è il comportamento che spinge a prendere decisioni impulsive, quando una ricompensa svantaggiosa ma immediata viene preferita a una più vantaggiosa ma elargita in ritardo.
In uno studio pubblicato sulla rivista "Current Biology", Tobias Kalensher e colleghi hanno addestrato alcuni piccioni a scegliere fra una ricompensa grande e una piccola. All'inizio di ogni sessione, entrambe le ricompense venivano consegnate immediatamente dopo la scelta. Ma in seguito, la consegna della ricompensa maggiore veniva progressivamente ritardata. Inizialmente i piccioni preferivano la ricompensa più grande, ma una volta che il ritardo superava una soglia critica di durata, gli uccelli passavano a preferire quella piccola.
Usando registrazioni elettrofisiologiche delle singole cellule nei piccioni in movimento, gli autori hanno mostrato che alcuni neuroni del proencefalo degli uccelli esibiscono un'attività maggiore durante l'attesa di una ricompensa. Questa attività, associata al ritardo del premio, è maggiore quando i piccioni attendono una ricompensa grande rispetto a quando se ne aspettano una piccola. Inoltre, il grado di attivazione diminuisce al crescere del ritardo fra il momento della scelta e la consegna della ricompensa maggiore, fino a quando scende al di sotto di quello dell'attivazione associata all'attesa di una ricompensa piccola. Questo calo coincide con il passaggio dei piccioni dal preferire la ricompensa grande al preferire quella piccola. Proprio come previsto dalla teoria della scelta impulsiva, dunque, il livello di attivazione relativa dei neuroni è correlato con la preferenza dei piccioni. La scoperta non solo getta luce sul comportamento degli animali, ma potrebbe aiutare a comprendere alcune neuropatologie, come la dipendenza dalle droghe, il gioco d'azzardo, la sindrome del lobo frontale e i disturbi da deficit di attenzione, caratterizzati da un'incapacità di attendere una ricompensa maggiore.

Tobias Kalenscher, Sabine Windmann, Bettina Diekamp, Onur Güntürkün, Jonas Rose, Michael Colombo. Current Biology, Volume 15, No. 7, pp. 594–602 (12 aprile 2005).

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Carlo Michelstaedter

Il Messaggero Giovedì 14 Aprile 2005
Con Michelstaedter dentro i tormenti di un’anima “malata”
di RENATO MINORE

Una raccolta di taccuini e appunti inediti di Carlo Michelstaedter aiuta a meglio penetrare nel fortilizio psichico di questo straordinario scrittore, suicida nel 1910, ad appena ventitré anni. Negli occhi malinconici di certi autoritratti, leggiamo un'intransigenza che fa il vuoto intorno, l'ombra di una malattia che potrà momentaneamente diventare la brusca reazione ad un rimprovero materno. In Carlo scorgiamo l'ombra di una meteora che ha lasciato intorno a sé una traccia luminosissima. Pensiamo alle pagine più famose de La persuasione e la rettorica. Il peso che «pende e dipende». L'uomo «schiavo del più del meno, del prima del dopo, del se del forse». La «comunella dei malvagi» immersa nella rettorica. Il borghese chiuso nella corazza dei suoi amuleti sociali. La proprietà come «violenza sull'altrui natura». La società in cui «ognuno violenta l'altro attraverso l'onnipotenza dell'organizzazione». La memoria ridotta a «cumuli di disposizioni che aspettano le forme consuete per riconoscerle». Perfino lo sport come «rettorica della vita fisica»...
Si riconoscono il clima e l'incandescenza di questi temi che oggi più di ieri (di qui l'affascinante “posterità” di Michelstaedter) trovano echi, accostamenti, analogie. L'analisi lucida e spietata della «perfida sorba» (la rettorica) cui è contrapposto il valore della «persuasione» è una tenaglia che stringe e stritola i valori portanti della società borghese; è la constatazione del carattere alienante della vita in una società industrializzata dominata dal feticcio della merce e del denaro.