giovedì 17 gennaio 2013

OGGI IN PRIMA SULL'UNITA'
 

l’Unità 17.1.13
Bersani: «Solo il Pd corre per governare»
Agli avversari: «Mi ribello a una campagna elettorale fatta di politicismi e cabaret»
«Chiameremo il popolo delle primarie». «Tocca a noi sconfiggere la destra»
di Maria Zegarelli

su spogli
La Stampa 17.1.13
Bersani rassicura “Vinceremo ovunque” Ma nel Pd c’è allarme
Il segretario: “Siamo gli unici a poter battere la destra” Appello al voto utile per convincere gli elettori di Ingroia
di Carlo Bertini

su spogli
La Stampa 17.1.13
Colloquio segreto con Monti per una sfida senza colpi bassi
Clima disteso tra i due leader, accordo su un patto informale Vogliono una campagna elettorale franca ma niente polemiche
di Fabio Martini

su spogli
Repubblica 17.1.13
Quel patto di non belligeranza per sconfiggere il Cavaliere
L’obiettivo comune è la futura intesa tra progressisti e moderati
di Goffredo De Marchis

su spogli

La Stampa 17.1.13
La vera sfida che i democratici hanno di fronte
di Marcello Sorgi

su spogli

La Stampa 17.1.13
Il rischio di elezioni inutili
di Elisabetta Gualmini

su spogli
Psi news 16.1.13
PD-PSI: Accordo Bersani-Nencini per Patto di consultazione

Oggi a Roma i due segretari hanno firmato un "gentlemen's agreement"Pier Luigi Bersani e Riccardo Nencini hanno firmato questa mattina un accordo che prevede un 'patto di consultazione' fra Pd e Psi sulle questioni di maggiore rilevanza politica, in vista delle prossime elezioni politiche 2013. Una "gentlemen's agreement", lo ha definito il segretario socialista, Riccardo Nencini subito dopo la firma dell'accordo con il segretario del Pd, Bersani, siglato dai due leader a Roma, presso la sede dei democratici al Nazareno. L'accordo prevede anche la presentazione di una unica lista alle prossime elezioni e la partecipazione della delegazione socialista 'nella sua autonomia' alle riunioni congiunte nella prossima legislatura dei gruppi parlamentari che hanno sottoscritto la 'Carta di intenti' lo scorso ottobre.
La presentazione di un'unica lista Pd-Psi si inserisce - si legge nell'accordo - nel percorso avviatosi con il congresso del PSE tenuto a Bruxelles nel settembre scorso, quando venne condivisa la candidatura a premier di Pier Luigi Bersani con altri leader del socialismo europeo. I due partiti si impegnano a coordinare la campagna elettorale prevedendo iniziative comuni. Ecco alcuni punti dell'intesa: 1) la delegazione socialista in Parlamento partecipera', nella sua autonomia, alle riunioni congiunte dei gruppi che hanno sottoscritto la 'carta di intenti'; 2) la delegazione socialista godra' di autonomia finanziaria e organizzativa; 3) i segretari del Pd e del Psi sottoscrivono un 'patto di consultazione' attraverso il quale valuteranno congiuntamente le questioni di maggiore rilevanza politica: 4) i segretari del Pd e del Psi si impegnano a lavorare nella casa del socialismo europeo ed a confrontarsi con i leader democratici. Sull'intesa Nencini afferma:
"La lista Pd-Psi rappresenta la sinistra riformista italiana che lavora nella casa del socialismo europeo e si propone di governare l'Italia". LEGGI QUI







l’Unità 17.1.13
I garanti del partito al lavoro su 5 casi: «Niente sconti»
Al setaccio del comitato guidato da Berlinguer oltre 900 candidati
«Moralità punto fermo»
Nessuno dei casi al centro dell’attenzione è incompatibile secondo il codice etico
di M. Ze.

su spogli
Corriere 17.1.13
Elenchi al setaccio Ma è impasse nel Pd sulle liste pulite
E Bersani sceglie la Nannini per l'inno
di M. Gu.

su spogli

il Fatto 17.1.13
L’appello
10mila con la Rame: Bersani cacci gli indegni

Sul sito del Fatto, l’appello di Franca Rame a Bersani e al Pd a ritirare dalle liste gli impresentabili ha raccolto più di 10 mila firme. Ma intanto i Democratici e il loro segretario continuano a non decidere. Le istruttorie sono in corso da giorni. La grana balla sul tavolo di Luigi Berlinguer, presidente della commissione di Garanzia e su quello dello stesso Bersani. Il termine per l’autocertificazione – il modulo che hanno presentato i candidati (Crisafulli compreso, che è pure venuto a Roma per farsi vedere alla presentazione del libro di D’Alema) – è scaduto l’altroieri. Ma le decisioni finali vengono continuamente rimandate. Su una decina di casi, a rischiare davvero sono Caputo, l’ultimo indagato in Campania e Papania, che ha patteggiato una condanna per abuso d’ufficio. La posizione di Crisafulli è controversa, tra chi vorrebbe cancellarlo dalle liste e chi (come D’Alema) sottolinea che avendo vinto le primarie ha il diritto di correre. Probabilmente Berlinguer si limiterà a valutare che secondo il Codice etico è candidabile, e rimetterà la patata bollente politica nelle mani di Bersani. LEGGI QUI

il Fatto 17.1.13
Impresentabili, ma irrinunciabili
Il Pdl ha bisogno dei voti di Cosentino in Campania e di Scajola in Liguria
Il Pd non può fare a meno di Crisafulli in Sicilia
di Fd’e

su spogli
il Fatto 17.1.13
La Corte costituzionale sul conflitto di attribuzioni
Una sentenza molto su misura
di Bruno Tinti

su spogli
m

 





l’Unità 17.1.13
Biblioteca Girolamini. Processo con giallo per il furto dei libri
La vicenda ha fatto il giro del mondo: ma perché il Ministero per i Beni culturali non si è costituito parte civile?
di Luca Del Fra

su spogli
m

 


il Fatto 17.1.13
Renata Polverini. Le nomine degli amici non finiscono mai
Dalle Asl alle agenzie regionali, dalle Ipab ai consorzi: la dimissionaria Presidente del Lazio e i trenta incarichi di fine mandato
Zingaretti, il candidato del Pd alla Regione Lazio, è intervenuto sulle nomine dell’ultimora: “Qualcuno fermi la governatrice, basta nomine”
di Eduardo Di Blasi

su spogli
il Fatto 17.1.13
Crisi di nervi
Alemanno, la neve che brucia
Freddo polare sulla Capitale, il sindaco twitta a muso duro
“La Sinistra porta sfiga perché nevichi: non nevica, cretini!”
di Chiara Daina
su spogli
il Fatto 17.1.13 
Anche l’Italia va in battaglia (e finisce nel mirino)
Niente militari sul terreno, ma appoggio logistico e disponibilità di droni
di Giampiero Gramaglia

su spogli

Corriere 17.1.13
La sentenza di Strasburgo sulla croce e i limiti alla libertà religiosa
di Marco Ventura

su spogli

Corriere 17.1.13
Ora la Spd precipita nei sondaggi

su spogli
m

 








La Stampa 17.1.13
Siria. La guerra civile. L’altro fronte di Al Qaeda
In viaggio con i miliziani che combattono Assad
Alle porte di Homs, dove la jihad ha soppiantato la rivoluzione
Nessun giornalista occidentale si era spinto fin qui: gli islamisti sono ostili, non vogliono «infedeli»
di Domenico Quirico

su spogli

Repubblica 17.1.13
La svolta di Obama “Armi d’assalto vietate salviamo i bambini”
Ma il presidente non ha i voti per far approvare misure più restrittive
Non basta il coraggio
di Vittorio Zucconi

su spogli
m

 














l’Unità 17.1.13
Wittgenstein
Ciò che la parola non può dire si deve scrivere: Carlo Sini ci spiega perché
Anticipiamo l’introduzione del filosofo al volume edito da Castelvecchi
che si presenta come un ideale abbecedario dei fondamenti primi della filosofia
di Carlo Sini
 

filosofo
su spogli
m

 


















Corriere 17.1.13
MicroMega «Il rasoio di Occam»
Pensieri sulla lama di un rasoio
di Antonio Carioti

su spogli
La Stampa 17.1.13
Su MicroMega
Chi non è proletario alzi la mano
Una condizione che non riguarda più soltanto una classe ma tutti gli uomini: un inedito di Günther Anders

su spogli

Repubblica 17.1.13
Addio alla morte
Dalla scienza all’educazione l’ultimo atto della vita viene ormai banalizzato o nascosto
Così abbiamo perso il senso di una fine
di George Steiner

su spogli
MicroMega 17.1.13
La razionalità sostanziale è finita in Cina
di Carlo Augusto Viano
qui segnalazione di Noemi Ghetti



















Repubblica 17.1.13
Il silenzio delle innocenti
Il libro di Riccardo Iacona sugli omicidi tra le pareti domestiche
di Loredana Lipperini

su spogli

Repubblica 17.1.13
Mariella Gramaglia e la figlia Maddalena pubblicano un libro sulle lotte vinte e, soprattutto, quelle ancora da vincere
Da donna a donna
“Due o tre cose che sappiamo sul femminismo che verrà”
di Francesca Caferri

su spogli
m

 








Repubblica 17.1.13
Riscoprendo Renata Viganò “scrittrice combattente”
Cinquant’anni fa l’autrice dell’“Agnese va a morire” pubblicava “Una storia di ragazze”
di Anna Folli

su spogli

La Stampa 17.1.13
Torino, Luciana Castellina alla Scuola per la buona politica

su spogli
m

 











minima&moralia 16.1.13
Freud secondo Elvio Facchinelli
Pubblichiamo una recensione di Raoul Bruni, uscita sul numero di dicembre di Alfabeta2, sul libro di Elvio Fachinelli Su Freud (a cura di Lamberto Boni, Adelphi).
di Raoul Bruni

qui

il manifesto 16.1.13
Le lezioni di Ernst Bloch dedicate all’opera di Kant per Misesis
Una rimozione che riempie la scena
Nuova edizione di un libro dimenticato che mostra la sua attualità nel capitalismo del lavoro cognitivo
di Fabrizio Denunzio

qui
















Martedi 22 gennaio alle 18 presso la Libreria Coop Ambasciatori di Bologna saranno presentati i libri “L’Europa oltre l’euro” e “Diversamente ricchi” (Castelvecchi).
Interverranno Bruno Amoroso, Carlo Patrignani e Valdo Spini.
L’invito è disponibile qui
clicca sull'immagine per renderla leggibile



L'ASSOCIAZIONE CULTURALE AMORE E PSICHE HA PRESENTATO:
SABATO 12 GENNAIO AL TEATRO ELISEO
IL FILM SU PIETRO INGRAO DI FILIPPO VENDEMMIATI
LA REGISTRAZIONE DELL'EVENTO E' DISPONIBILE QUI
realizzazione tecnica di Mawivideo
L'INTERVENTO CHE GIOVANNI DE LUNA
NON HA POTUTO FARE SABATO MATTINA ALL'ELISEO
E' DISPONIBILE QUI DI SEGUITO

il prof. Giovanni De Luna, impossibilitato ad essere al Teatro Eliseo
nell'occasione dell'evento organizzato dall'Associazione Amore e Psiche
in presentazione del film di Filippo Vendemmiati su Pietro Ingrao
Il suo intervento è apparso sul "manifesto"
il manifesto 12.1.13
Pietro Ingrao
Sullo schermo la grande avventura del Novecento
di Giovanni de Luna

Prima c'è stato il libro (Volevo la Luna, Einaudi). Ora c'è il film (Non mi avete convinto, di Filippo Vendemmiati), che sarà proiettato oggi alle 10 nel Teatro Eliseo di Roma. In entrambi Piero Ingrao si racconta. la Lenola dell'infanzia, il Centro sperimentale di cinematografia, la scelta antifascista maturata dopo la guerra di Spagna, l'amore e l'incontro con Laura, il comizio a Milano il 25 aprile del 1945, la direzione dell'«Unità», la presidenza della Camera nel 1976, la svolta di Occhetto, il PdS, l'uscita dal PdS. La vita è la stessa, gli episodi sono gli stessi, il tono è lo stesso.
Stessa sincerità, stesso rifiuto di quella «monumentalità» tipica, ad esempio, di un Giorgio Amendola. E invece molta disponibilità all'autocritica, a un bilancio anche severo dei propri errori, senza le reticenze di un tempo. Aspri sono i giudizi sul clima soffocante che si respirava all'interno del Pci; spietata la denuncia della propria viltà in occasione dell'espulsione del gruppo de «il manifesto»; straordinaria la lucidità con cui viene espresso il suo dissenso da Togliatti, fondato sull'elogio ingraiano del frazionismo e della pluralità, del conflitto opposto all'unanimismo.
Ma nel film parlano le immagini e nel libro si leggono le parole. E questo fa la differenza.
Nel film Ingrao si racconta con la sua voce; usa il suo corpo segnato dalla vecchiaia per trasmettere memoria e conoscenza. E la memoria, che già nel libro si era sottratta agli stereotipi dell'enfasi reducistica, qui diventa ancora più fluida, meno ossificata, proprio perché scandita da energie vitali sempre più flebili ma ancora cariche di lucidità. Ingrao nel libro si racconta a un universo indistinto di lettori; nel film sceglie un interlocutore e usa la sua memoria in uno scambio tra generazioni. Risponde alle domande e sollecita le domande. E così i suoi ricordi cessano di essere le tessere di un mosaico autobiografico per diventare segmenti di un dialogo, di un discorso ininterrotto.
Le immagini hanno questi effetti di grande suggestione, quando si accompagnano alla memoria. È sempre così, ma lo è a maggior ragione in un film che racconta anche la passione di Ingrao per il cinema. Ecco un altro aspetto che il libro non poteva restituirci. I fotogrammi di «Dramma della gelosia» ci ricordano con grande efficacia l'importanza che il cinema ha avuto nella sua formazione. Senza il cinema non si capisce il suo «viaggio attraverso il fascismo» (la militanza giovanile nei Guf, la partecipazione ai Littoriali, l'«ode» composta in onore di Littoria-Latina, ecc..) e la scoperta esaltante e carica di seduzioni di un nuovo linguaggio fatto non solo di parole, in quella che Ingrao chiama «l'avventura delle immagini».
Eccolo il Novecento ingraiano. Non è solo un secolo che ne racchiude la vita. Il Novecento è la grande scommessa sull'ambizione prometeica di cambiare il mondo, sulla possibilità della politica di creare un uomo nuovo, di modificare le coordinate naturali o divine in cui fino ad allora sembrava inscritto il destino degli uomini. La Politica, il Lavoro, lo Stato, il Partito: tutte queste maiuscole definiscono il suo Novecento. In questo universo granitico, anche il Cinema si scrive con la maiuscola: è l'irruzione di una modernità vorace, dinamica, aggressiva nelle cattedrali di marmo delle certezze dogmatiche e nell'orgogliosa sicurezza di «venire da lontano e andare lontano» (a questo proposito il rinvio è al numero di Alias del 8 settembre 2012).
Nel film, più che nel libro, Ingrao confessa la sua pratica del dubbio, ammette le sue sconfitte, elenca virtù come la mitezza, la debolezza, la lentezza, riflette sui limiti della politica e di quella che è stata la grande illusione della sua vita. E alla fine ci consegna un ossimoro che a mio avviso racchiude l'intera storia del comunismo italiano.
Prima l'utopia rivoluzionaria, poi la stagione riformista, ma il disegno è stato sempre quello della «costruzione di un diverso ordinamento giuridico». Anche grazie al suo ruolo istituzionale, dalla seconda metà degli anni Settanta in poi, Ingrao si dedicò infatti prevalentemente allo studio di progetti di riforma dello Stato. Più che il Lavoro, fu lo Stato ad assorbirne le energie, a indirizzarne le speranze. Pure, nel film, oltre a insistere sui tratti eretici della sua formazione politica, a un certo punto evoca un fondamento anarchico della sua personalità per poi confessare una sua irriducibile diffidenza per l'atto del «normare» e di «giudicare». Ed è lì che in quegli occhi stanchi, appannati dagli anni, brilla per un attimo la scintilla del sovversivo, quasi che in un momento di totale sincerità il ribelle ottocentesco abbia preso il sopravvento sul militante comunista novecentesco. Ribelle e militante rivoluzionario sono termini inconcialiabili: non per Pietro Ingrao e per il modo in cui ha vissuto la sua vita.