sabato 15 febbraio 2014

Berlusconi a Renzi:«auguri di tutto cuore: lo stimo, con lui si può parlare perché non è comunista»
l’Unità 15.2.14
Renzi, governo lampo
Napolitano pronto ad affidare l’incarico
di Vladimiro Frulletti

su spogli
il Fatto 15.2.14
Più giovane anche di Mussolini quando fu scelto dal re

CON I SUOI 39 ANNI compiuti l’11 gennaio Matteo Renzi si appresta a diventare il più giovane primo ministro dell’Unione europea. Renzi sarà l’unico premier tra i 27 della Ue a non avere ancora raggiunto la soglia dei 40 anni. Per trovare uno più giovane di Renzi bisogna spingersi fuori dei confini della Ue, nella lontana Islanda: lì il primo ministro è Sigmundur Gunnlaugsson, di tre mesi più piccolo del segretario del Pd. Ma Renzi sarà soprattutto il premier più giovane che l’Italia abbia mai avuto. Finora la palma apparteneva a Giovanni Goria (Dc), arrivato a Palazzo Chigi nel 1987 a 43 anni. Renzi è più giovane anche di Benito Mussolini quando fu incaricato da re Vittorio Emanuele III di formare il nuovo governo il 29 ottobre 1922: il Duce del fascismo aveva due mesi in più di Renzi oggi.

Corriere 15.2.14
La trattativa parallela con l’amico Verdini
L’asse tra il segretario e Verdini e il modello «responsabili» Il timore di Ncd: diventare ininfluente in caso di un appoggio al governo da destra
di Francesco Verderami

su spogli

il Fatto 15.2.14
L’abbraccio di Verdini per blindare il governo
Il senatore tratta con i “cosentiniani” per portare una pattuglia di fuorusciti Gal-Forza Italia a sostenere il progetto del rottamatore
di Fabrizio d’Esposito

su spogli

il Fatto 15.2.14
L’ipnosi collettiva del cinetico Matteo
di Pino Corrias

IMPRIGIONATI COME SIAMO in questo permanente set televisivo della politica full color ci siamo trasformati in spettatori immobili di un conturbante teatro digitale abitato da pupi e marionette che si muovono, parlano, minacciano, rassicurano per ragioni che ci sfuggono. Come negli album per bambini il solo senso che ci è concesso intuire, coincide con le figure che vediamo. Renzi che arriva in giacca, a piedi, da destra verso sinistra. Renzi che sparisce in Smart da sinistra a destra. Giornalisti che corrono. Anche loro a caccia di qualcosa, forse della vite che si è appena rotta negli ingranaggi di Letta, forse un bullone. Qualcuno ha capito perché il Corriere della Sera, di punto in bianco, ha illuminato le manovre di Napolitano per silurare il suo pupillo e poi abbandonarlo alle mandibole di Renzi e agli occhi micidiali della Boschi? C’era una qualche riforma che minacciava di peggiorare già oltre il suo proprio fallimento incorporato? È diminuito il pil? È aumentata l’aviaria? Capendo quasi nulla restiamo tutti ipnotizzati. Perché Renzi fa il suo spettacolo in diretta e questo ci affascina. Mentre il povero Letta è già dal primo giorno un repertorio. E questo ci deprime.

Repubblica 15.2.14
Ambizioso o sbruffone, il dilemma del leader
di Francesco Merlo

su spogli

Repubblica 15.2.14
L’entusiasmo dello stilista Roberto Cavalli: a Firenze ogni 500 anni nasce un grande uomo, lui è uno di questi
“Matteo è come un figlio, può ringiovanire l’Italia”
di Ilaria Ciuti

su spogli

Repubblica 15.2.14
Tra tweet e turboleader la politica delle vecchie pastoie scopre il dogma della velocità
Da Moro a Matteo, il rischio di avere troppa fretta
di Filippo Ceccarelli

su spogli

Repubblica 15.2.14
L’amaca
di Michele Serra

Rileggere le dichiarazioni di fedeltà di Matteo Renzi all’“amico Enrico” è oggettivamente impressionante. Ci si può passare sopra — volendo — in considerazione del fatto che la scena del potere, da sempre, ha una intensità scespiriana (tradimenti, sangue, soluzioni ferali), e dunque non è uno spettacolo per educande. Ma sono, questi, tipici ragionamenti conservatori; quelli che finiscono, in genere, con la micidiale frase “è sempre stato così”, che taglia le gambe a ogni speranza o illusione di cambiamento.
Nella realtà, in fondo al cuore di tutte o quasi le persone di sinistra (definizione sempre più approssimativa, ma è per intenderci) sopravvive la speranza che i rapporti tra gli esseri umani, secondo l’antica definizione marxiana, possano diventare un giorno “più trasparenti”. E che la politica sia, di questo sogno di trasparenza, se non il primo motore almeno un veicolo. Tra le dichiarazioni rese da Renzi nell’ultimo paio di mesi e la sua prassi, per altro suffragata dal partito quasi al completo, c’è un contrasto così stridente che alla trasparenza tocca rinunciare prima ancora di cominciare.

La Stampa 15.2.14
Cartellino giallo
di Massimo Gramellini

«Se andassi mai al governo» disse un giorno Matteo Renzi quando già non pensava ad altro, «mi ricorderei di avere fatto l’arbitro di calcio. Sui campi di provincia, a di- ciotto anni, in mezzo a giocatori più grandi e grossi di me. Lì ho capito l’importanza di tirare fuori il primo cartellino giallo entro il ventesimo minuto. Solo se la afferri subito, la partita non ti sfuggirà di mano. Oggi la luna di miele di un presidente del Consiglio non dura più cento giorni, ma cento ore. Io presenterei i miei provvedimenti choc al pri- mo Consiglio dei ministri. Anzi, li leggerei in Parlamento al momento della fiducia: prendere o lasciare».
Ci siamo, anche se il modo ancor ci offende. Renzi si gioca il suo futuro, e forse un po’ del nostro, nelle prossi- me cento ore. Rottamare D’Alema, Bersani e Letta, in fondo, era la parte più facile del lavoro. Da lui adesso ci aspettiamo la rottamazione vera. Cartellino giallo al cle- ro laico e inamovibile degli alti burocrati di Stato, garanti di un immobilismo che ormai arricchisce soltanto loro. Cartellino giallo al cumulo tossico di spesa pubblica, in espansione inarrestabile da oltre mezzo secolo, come il suo specchio fedele: le tasse. Cartellino giallo alla piovra delle leggi e dei cavilli che ha trasformato i cittadini in sudditi. Ma anzitutto cartellino giallo, anzi rosso, alle fac- ce di un’altra, e bassa, stagione. Se nel nuovo governo trovassero posto gli stessi Alfano e gli stessi Lupi di quel- lo vecchio, persino qualche simpatizzante di Renzi co- mincerebbe a pensare che non c’era alcun bisogno di cambiare governo.

Corriere 15.2.14
Nardella studia da sindaco senza le primarie (e scivola sulle patate fritte)
di Fabrizio Roncone

su spogli

Il Sole 15.2.14
Governo di legislatura? C'è molto scetticismo
di Stefano Folli

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Il Sole 15.2.14
La matassa sul tavolo di Renzi
Guido Gentili

su spogli

Per forza. Renzi e il loro reggicoda!
il Fatto 15.2.14
Fine recessione
Il fattore C. di Renzi: il Pil torna a crescere
di Stefano Feltri

su spogli
l’Unità 15.2.14
Pd, tensioni sul sì nella minoranza
di Maria Zegarelli

su spogli
l’Unità 15.2.14
Civati sempre più anti-Renzi: «Nuovo gruppo con 12 senatori»
Pd, tensioni sul sì nella minoranza
Il deputato: «Penso a un Nuovo Centrosinistra»
Mineo: «Guardiamo a Sel e ai delusi del M5S»
di Andrea Carugati

su spogli

Corriere 15.2.14
E Civati: c’è bisogno di un nuovo centrosinistra

«L’ipotesi di un nuovo centrosinistra non è una battuta o una provocazione. È tutto il giorno che incontro persone che mi chiedono di uscire dal Partito democratico. Dentro al Pd ci si sente un po’ male. Qualcuno mi ha chiesto se starei bene al governo: io ho risposto che sto già male così...». Chi parla è Pippo Civati (nella foto) . Copromotore del primo raduno alla stazione Leopolda di Firenze, successivamente si è distanziato da Matteo Renzi al punto da essere stato suo avversario alle primarie per la guida del partito che si sono svolte lo scorso dicembre. Civati parla a Genova per sostenere la candidatura di Stefano Gaggero alla segreteria regionale del Pd. Scissione, dunque? Lui osserva che «più che altro si stanno scindendo gli elettori. Io questa decisione l’ho presa guardando l’assetto politico e, peraltro, non mi risponde mai nessuno sulle questioni politiche mentre si butta sempre la discussione sul livello personale, se sia meglio Letta o Renzi. La questione invece è politica, è questa maggioranza e il fatto che queste intese oltre che essere “larghe” diventano “estese”. Cioé, si allungano, con soggetti come Alfano e Formigoni che ieri ne hanno già dette di tutti i colori». Per farla breve: «Non dovremmo proprio farlo un governo con questi signori». Quanto all’ipotesi di un nuovo centrosinistra, ha proseguito Civati, «non è una battuta o una provocazione: sicuramente noi vorremmo essere protagonisti dentro e fuori il Parlamento. Alfano si è inventato il Nuovo centrodestra, che mi sembra molto simile al vecchio... Mi domando: quando ci saranno le trattative per il nuovo governo, ci andranno Renzi e Alfano o c’è anche una soggettività diversa nel Pd? C’è ancora la sinistra in questo Paese?».

l’Unità 15.2.14
«Addio tessera». Disagio nei circoli Bologna invita i deputati a chiarire
Il segretario del Pd di Parma: «La nostra gente non accetta che non si sia andati al voto». In Emilia dubbi e preoccupazioni anche fra i renziani
di Gigi Marcucci

su spogli

Repubblica 15.2.14
Il Partito democratico
Il voto anti-Letta agita il Pd

Bersani: lacerazione da evitare
E Civati riparla di scissione
I renziani contrattaccano: i risultati ci daranno ragione
di G. C.

su spogli

Repubblica 15.2.14
Dilemma incompatibilità segretario-premier

ROMA — C’è incompatibilità tra la carica di Presidente del Consiglio e segretario del Partito democratico? Sembra essere questo il nuovo dilemma per Matteo Renzi, tra l’altro già sindaco di Firenze, carica che dovrà necessariamente lasciare in caso di salita a Palazzo Chigi. Lo statuto del Partito Democratico non parla di incompatibilità tra le cariche di premier e segretario, ma è vero che in caso Renzi dovesse diventare presidente del Consiglio allora la reggenza del partito potrebbe essere affidata a un suo fedelissimo, il portavoce del partito, Lorenzo Guerini. Il quale, però, sembra in lizza anche per il nuovo possibile governo Renzi (potrebbe diventare il prossimo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio).

Ma se ha votato e ha fatto votare tutti i suoi per Matteo Renzi!
Repubblica 15.2.14
L’intervista
“Non abbiamo firmato in bianco faremo pesare le idee della sinistra”
Cuperlo: io leale con Enrico, ma il suo governo era già finito
Ero tra gli ingenui convinti che le primarie non servivano a scegliere l’inquilino di Palazzo Chigi
Mi arrivano centinaia di messaggi critici per il sì in direzione: è doloroso se la tua gente non ti capisce
di Giovanna Casadio

su spogli

Repubblica 15.2.14
La deputata dem Eleonora Cimbro: la minoranza vuole logorarlo, è un gioco cinico
“In un anno liquidati Bersani ed Enrico Matteo sarà la nostra terza vittima”
di Concetto Vecchio

su spogli
l’Unità 15.2.14
Le forme della democrazia
di Michele Ciliberto

su spogli

l’Unità 15.2.14

Perché lo strappo non convince
di Claudio Sardo

su spogli

Corriere 15.2.14
Andreatta: «Enrico tradito? Nel Pd istinti cannibalici»
«La politica va divisa dall’amicizia ma mi sarei aspettato più generosità»
di Francesco Alberti

su spogli

l’Unità 15.2.14
Novantesimo

E l’Unità diede voce a movimenti e girotondi
di Antonio Padellaro

su spogli

La Stampa 15.2.14
Oltre 440mila lavoratori sono in cassa integrazione
I dati contenuti nel rapporto della Cgil di gennaio. Persi 311 milioni di euro

qui
l’Unità 15.2.14
«Rappresentanza per tutti» Ma in Cgil è alta tensione
Assemblea dei delegati a Milano, blitz di Cremaschi che scatena la rissa
La Fiom si dissocia, ma denuncia «comportamenti autoritari»
La Cgil intende estendere l’accordo del 10 gennaio alle categorie finora rimaste escluse
di Giuseppe Vespo

su spogli

il Fatto 15.2.14
Cazzotti in Cgil, la Camusso imbavaglia Cremaschi
Calci, spintoni e un delegato all’ospedale: “chiederemo le dimissioni del segretario generale”. Oggi l’assemblea della base per Landini
di Salvatore Cannavò

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Corriere 15.2.14
Giorgio Cremaschi:
«Mi hanno spinto per le scale e impedito di parlare. Sfiduceremo il segretario»
intervista di Alessandra Coppola

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Repubblica 15.2.14
Il segretario Fiom: incomprensibile non far parlare un dirigente
Landini: “No alla violenza ma questa non è democrazia c’è una deriva autoritaria”
intervista di Roberto Mania

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Corriere 15.2.14
Nel confronto interno alla Cgil i muscoli non prevalgano sulla ragione
di Antonella Baccaro

su spogli
il Fatto 15.2.14
Jaki, l’erede di Gianni Agnelli insulta i giovani senza lavoro
di Marco Polombi

su spogli
Corriere 15.2.14
Il filosofo marxista: «Minacciato, non vado a CasaPound»
Diego Fusaro attaccato da sinistra dopo l’annuncio di una sua conferenza nel centro sociale di destra
di Luca Mastrantonio

su spogli

il Fatto 15.2.14
Metodo Cei fuori Dino Boffo. Guerra di soldi e potere
Il portavoce dei vescovi e il capo del centro televisivo vaticano fanno cacciare il direttore di TV2000 contrario alla nuova strategia aziendale
di Carlo Tecce

su spogli
Repubblica 15.2.14
I cattolici sollevano il caso. Il viceministro alle Pari opportunità Guerra censura l’iniziativa
“Opuscoli ai prof ispirati dalla lobby gay” bufera sull’ufficio anti discriminazioni
di Vladimiro Polchi

su spogli
Corriere 15.2.14
Bullismo
Quell’incapacità di essere consapevoli
di Paolo Di Stefano

su spogli

il Fatto 15.2.14
Beni comuni
Musei, Roma non è Londra. Purtroppo
di Tomaso Montanari

su spogli

il Fatto 15.2.14
I due Marò
La versione di Miavaldi

PUBBLICATI come un lungo post sul sito del collettivo di scrittori Wu Ming, gli articoli di Matteo Miavaldi, giornalista di China Files, stabilmente collocato in India fino all’anno scorso, sono diventati un libro. “I due marò, tutto quello che non vi hanno detto”, ha utilizzato solo la tecnica del giornalismo investigativo e quella delle fonti ufficiali. Eppure è l’unico libro in circolazione a fornire una informazione diversa da quella ufficiale sul caso che sta tormentando la diplomazia italiana. Miavaldi riesce ad argomentare con precisione alcuni “contro-fatti”: i marò non erano sulla Enrica Lexie in missione militare o umanitaria ma solo come “contractor” pubblici, avallati dal ministero della Difesa, per proteggere navi mercantili. Per questo l’Italia non può vantare nessun riconoscimento internazionale. Si approfondiscono, poi, le dinamiche relative alle acque internazionali, che in realtà sono indiane, la situazione giudiziaria del paese, i riflessi politici e, soprattutto, si ricorda il fatto principale, puntualmente rimosso: la morte di Ajesh Binki (25 anni) e Valentine Jelastine (45), le vere vittime di questo pasticcio.
I DUE MARÒ di Matteo Miavaldi Edizioni Alegre pagg. 176© € 14,00

l’Unità 15.2.14
Europa, la sinistra si muova e tolga spazi ai nazionalismi
di Fausto Durante

Responsabile Segretariato Europa Cgil
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l’Unità 15.2.14
Antisemitismo planetario
di Moni Ovadia

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il Fatto 15.2.14
Su Rai 3
Charlie Manson, la storia nera che non invecchia
di Patrizia Simonetti

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Repubblica 15.2.14
Breivik in cella minaccia lo sciopero della fame “Voglio la paghetta e una Playstation nuova”

OSLO — Anders Behring Breivik, il 35enne norvegese di estrema destra autore del massacro di 77 persone a Utoja, ha minacciato lo sciopero della fame contro le sue condizioni di detenzione che paragona ad una «tortura». Tra le 12 richieste alle autorità carcerarie, la sostituzione della Playstation con il modello più aggiornato. Breivik chiede anche il raddoppio della paghetta settimanale di 36 euro che riceve come tutti gli altri detenuti.

il Fatto 15.2.14
La scelta del Belgio
L’eutanasia ai tempi di Erode
Chi conosce il vero dolore non si scandalizzerà
di Paolo Flores d’Arcais

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il Fatto 14.2.14
Una legge che spaventa, una scelta terribile
di Marco Politi

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Corriere 15.2.14
Il vescovo che guida l’alleanza dei religiosi contro l’eutanasia
Fronte unico dai musulmani agli ebrei
di Ivo Caizzi

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Corriere 15.2.14
Eutanasia e bambini, l’assurdità di una legge che scuote le coscienze
di Giovanni Belardelli

su spogli
il Fatto 15.2.14
Germania, soffiata a luci rosse costa il posto al ministro
Si è dimesso Friedrich, responsabile dell’agricoltura: aveva segnalato ai vertici del SPD che il deputato socialdemocratico Edathy era sotto inchiesta per pedopornografia
di Mattia Eccheli

su spogli
Repubblica 15.2.14
Scandalo pedofilia, trema la grosse Koalition
Si dimette un ministro: informò l’Spd dell’inchiesta su un deputato. Bufera sul vice della Merkel
di Andrea Tarquini

su spogli
il Fatto 15.2.14
Joanna, la seriel killer della porta accanto
Dennehy non ha avuto traumi infantili eppure in 14 giorni ha ammazzato tre uomini ferendone altri due. Voleva essere nota a tutti i costi
di Paul Peachey

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La Stampa 15.2.14
Dresda, i neonazi sepolti da una risata Migliaia di persone comuni ricordano le vittime delle bombe alleate. Slogan di scherno contro i nostalgici
di Tonia Mastrobuoni

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La Stampa 15.2.14
Il no danese al kosher scatena l’ira di Israele
Copenhagen: «Lede i diritti delle bestie». Il rabbino David Lau «Affronto alla nostra religione»
Stop alla macellazione ebraica. La replica: in Europa c’è antisemitismo
Polonia, Svezia, Olanda e Svizzera hanno già bandito la macellazione ebraica (e musulmana)
di Maurizio Molinari

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Repubblica 15.2.14
Si “risveglia” il Coniglio di giada la sonda diventa l’orgoglio cinese
Diretta tv no-stop: si apre l’era della robotica sentimentale
di Giampaolo Visetti

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Corriere 15.2.14
Cina, la maxi retata contro la città a luci rosse
Soffiate da parte di funzionari corrotti
In manette anche il capo della polizia
di Guido Santevecchi

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Corriere 15.2.14
Quei Centri di rieducazione in Cina smascherati dalla stampa di Pechino
di Guido Santevecchi

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Corriere 15.2.14
Quelle visite di solidarietà in Siria
L’internazionale nera con Assad
Gli italiani: «Combattono anche per noi contro il terrorismo»
di Davide Frattini

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l’Unità 15.2.14
Italiani da manicomio
Una storia aspra della nostra società «narrata» da un ospedale psichiatrico
Anticipiamo in questa pagina l’introduzione di Guido Crainz a «Ammalò di testa», uno studio sull’istituto di Teramo tra la seconda metà dell’800 e i primi decenni del 900 da oggi in libreria
di Guido Crainz

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Repubblica 15.2.14
La grande guerra e l’arco da spezzare
di Guido Ceronetti

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Repubblica 15.2.14
L’opera di uno studioso inglese dimostra che oggi anche gli eredi della tradizione analitica ricorrono alla narrazione

Un metodo italiano che per decenni avevano avversato
Lezione di filosofia
Per capire le idee è necessario raccontarne la storia
di Maurizio Ferraris

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Repubblica 15.2.14
Quel pensiero critico che vogliono abolire da scuola e università
di Roberto Esposito

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La Stampa 15.2.14
Martin Scosese
“I giovani devono sapere quanto è fragile la libertà”
Il suo documentario sulla New York Review of books “Un modo per raccontare 50 anni di storia americana”
intervista di Fulvia Caprara

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Corriere 15.2.14
La bellezza delle formule
Per il cervello sono opere d’arte
La matematica attiva le stesse aree di dipinti e sinfonie
di Anna Meldolesi

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Corriere 15.2.14
La memoria salvata dei grandi latini
Così l’Occidente ritrovò le sue radiciUna nuova «Storia» di Laurens spiega la riscoperta dei capolavori
di Armando Torno

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Corriere 15.2.14
Ecco chi salvò davvero i tesori di Montecassino
di Antonio Carioti

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L’Huffington Post 14.2.14
Gramsci e Bruno per sperare in una società di liberi uguali e diversi
di Carlo Patrignani

qui

con la collaborazione di Susanne Portmann