domenica 31 agosto 2003

altre streghe

La Provincia 31.8.03
Seguitissima conferenza venerdì sera a Valdidentro: ripercorsi cinque secoli di storia e credenze
Streghe e sibille, l’Alta Valle ha le sue leggende
Sono molte in Valtellina le testimonianze storiche e artistiche relative alla stregonieriadi Daniela Gurini

Valdidentro Gli unguenti miracolosi, l’amore per le percussioni e la musica, il mettersi in competizione con la medicina, la persecuzione: ricchissima la storia delle streghe in Alta Valle illustrata con dovizia di particolari e di curiosità dalla valchiavennasca Michela Zucca, ricercatrice che sta conducendo numerosi progetti Interreg dedicati alle tradizioni e alle streghe. Una conferenza seguitissima e ricca di domande da parte del pubblico, una serata, quella di venerdì presso la sala teatro di Isolaccia, che ha chiuso il ciclo di conferenze promosso quest’estate dalla Pro Loco Valdidentro. Risale al 1737 l’ultima ricetta delle streghe, una pomata lenitiva che tra i componenti annoverava anche l’oppio. E poi la mandragola, erba che con il suo urlo si diceva uccidesse l’erborista che la coglieva: proprio per questo era consuetudine farla raccogliere dai cani che poi, con una corda al collo, nella fuga si strozzavano soffocando così l’urlo della pianta. Numerose le curiosità delineate a partire dalle tradizioni legate ai primi orti, coltivati nei monasteri esclusivamente per la crescita delle erbe officinali e non per i prodotti da mangiare: «Ancor oggi - ha commentato Michela Zucca - soprattutto in Alto Adige gli orti hanno conservato qualcosa di magico. In molti di essi è possibile vedere una palla colorata scacciaspiriti». Ma si è parlato anche delle sibille, riprodotte in numerosi dipinti nelle chiese, della cultura matriarcale e delle streghe: «Soggetti - ha evidenziato l’esperta - che possono essere definiti degli operatori sociali per le loro comunità e che agivano in base a ciò che reputavano utile per la sopravvivenza. Paracelso disse che tutta la sua conoscenza veniva dalle streghe». Non la cultura del bene o del male ma quella dell’utile e del non utile a differenza del mago rinascimentale, uomo che voleva solo accrescere il proprio sapere, che lavorava al servizio di questo o di quel re solo per aumentare il proprio prestigio. Streghe che conoscevano molto la medicina, streghe ben presto messe alla gogna. Numerose le leggende legate a luoghi particolari in Alta Valle come per il sasso di Scianno ad Isolaccia la cui spaccatura, da dove attualmente sgorga la cascata, si afferma generata dall’urlo di una vecchia gettata nel precipizio dai suoi compagni di viaggio. E poi i raduni a Cancano, i falò e le danze tipiche attorno alle Torri di Fraele che si notavano da ogni parte del comprensorio. Ma Michela Zucca non ha mancato di accennare anche alle condizioni delle donne in molti paesi sperduti di montagna, soprattutto in Trentino, alla mancanza di servizi, allo spopolamento in atto in molti paesi, agli oramai sempre più numerosi fatti di cronaca nera.