martedì 3 febbraio 2015

La Stampa 3.2.15
Le radici politiche del Presidente
di Umberto Gentiloni

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La Stampa 3.2.15
La missione di chiudere la guerra civile
di Marcello Sorgi

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il Fatto 3.2.15
Il miracolo del condannato B. da Cesano Boscone al Colle
Oggi Berlusconi sarà al Quirinale, ritrova la centralità persa con la decadenza
di Carlo Tecce

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il Fatto 3.2.15
Invitati scomodi
Il fratello Antonino resta a Palermo
TANTI, praticamente tutti stamani per il gran giorno del giuramento di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Familiari, amici oltre che politici e uomini delle istituzioni. Ma non lui. Antonino Mattarella, fratello del neopresidente, resterà a Palermo. Un gesto di accortezza, dopo le notizie pubblicate dal Fatto Quotidiano sui prestiti da lui richiesti (750 milioni di vecchie lire) a Enrico Nicoletti - cassiere della banda della Magliana - così come risulta da un provvedimento di sequestro dei beni che il tribunale di Roma ha emesso nel 1995 nei confronti proprio di Nicoletti.
Corriere 3.2.15
Il caso del 3 per cento
La frusta e il dolce fiscale
di Antonio Polito

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il Fatto 3.2.15
Forse si rimangiano il 3% per B. ma rimane il regalo agli evasori
Il governo riscrive il decreto fiscale, resta la parte che interessa alle banche
di Carlo Di Foggia e Stefano Feltri

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il Fatto 3.2.15
L’aiuto agli Aleotti e il Silvio ingannato
Il decreto servirebbe al patron Menarini Srl, vicini a Renzi, mentre B. vuole cambiare la Severino
Il ruolo di Verdini
di Marco Palombi

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Il Fatto 3.2.15
La Regione Toscana deve fare causa a papà Renzi
Il consigliere del Cda di Fidi scrive al presidente:
L’impresa di famiglia ha commesso un reato penale “ai danni dello Stato”
di Davide Vecchi

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il Fatto 3.2.15
Il dissidente Alfredo D’Attorre
“Progetti incompatibili con il Pd”
intervista di CdF

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Corriere 3.2.15
Orfini alla minoranza: rivedere l’Italicum? No, ha un buon equilibrio
di Daria Gorodisky

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il Fatto 3.2.15
Forza Italia a pezzi, las tragicommedia finisce nel ricatto
Denis Verdini, odiato da tutto il paertito non si dimette e Berlusconi non lo può mollare:
è lui i custode degli accordi con Renzi (a cui bisogna rimanere aggrappati)
di Fabrizio d’Esposito

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Corriere 3.2.15
Il centrodestra è alla deriva ma non ha alternative
di Massimo Franco

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Repubblica 3.2.15
Il protocollo e il condominio che non c’è più
Lo sconto di pena e l’invito al Colle stemperano l’umiliazione di Silvio ma non restaurano il Nazareno
di Stefano Folli

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Il Sole 3.2.15
Gli effetti della partita sul Coille
Il declino del centro-destra
di Gennaro Sangiuliano

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Repubblica 3.2.15
Denis Verdini:
“Nel patto c’era anche un presidente condiviso”
intervista di Marco Billeci

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Corriere 3.2.15
Mancano le donatrici di ovociti
Caos nelle Regioni sull’importazione
di Margherita De Bac

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La Stampa 3.2.15
“Stop all’austerity, l’America torna a spendere”: Obama alza le tasse a corporation e super ricchi
Il presidente Usa presenta la manovra finanziaria da 4.000 miliardi di dollari. E offre una sponda a Tsipras: «Inutile spremere i paesi che sono nel mezzo della depressione»
di Paolo Mastrolilli

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Il Sole 3.2.15
Il negoziato sul debito
Atene e Berlino condannate a un’intesa
di Adriana Cerretelli

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Il Sole 3.2.15
Syriza, la destra e il Manifesto di Ventotene
di Barbara Spinelli

Caro direttore,
l’articolo di Guido Rossi «Perché all’Europa serve un Manifesto di Ventotene», pubblicato domenica dal suo giornale, è fuorviante e non del tutto in buona fede. Non c’è identità di vedute né di strategie fra Syriza e le estreme destre europee. E dentro Syriza una componente significativa si richiama esplicitamente al Manifesto di Ventotene e ad Altiero Spinelli: la via scelta da questa componente è quella di restare in Europa per cambiarla in meglio, se possibile, proprio perché le soluzioni sovraniste sono ritenute catastrofiche.
L’alleanza con la destra di Anel era praticamente obbligata (Tsipras deve condurre fin da subito una dura battaglia sull’austerità e non aveva alleati pronti a farla con lui) e ha parecchi tratti inquietanti, sono d’accordo. Ma occorre tener conto del fatto che il nuovo ministro greco dell’immigrazione, Tasia Christodoulopoulou, di Syriza, ha annunciato fin dal primo giorno, appena nominata, che introdurrà nel proprio Paese lo ius soli, diritto che in Italia ancora non abbiamo, ahimè. Non è precisamente un regalo fatto alle destre di Anel.
Un caro saluto
Ognuno ha le sue idee, la mia è del tutto in buona fede. (G. R.)


La Stampa 3.2.15
Sogno o son greco
di Massimo Gramellini

Il nuovo ministro greco dell’Economia è un matematico di passaporto australiano che assomiglia a un boxeur e si veste come un rocker. Yanis Varoufakis. La foto lo immortala in compagnia dell’omologo britannico Osborne, di cui non condivide le idee e a prima vista nemmeno il sarto. Nei giorni scorsi l’uomo più indebitato del continente aveva già traumatizzato il pennellone olandese della Trojka addetto al recupero crediti, presentandoglisi dinnanzi a cavallo di una moto, lo zaino in spalla e la camicia fuori dai pantaloni. Il dottor Varoufakis si veste così perché si sente così. Ma il suo rifiuto di adeguarsi all’esperanto sartoriale del potere è anche un segnale politico. Si può essere diversi, si può cambiare lo schema. Il turbocapitalismo finanziario che da vent’anni ha uniformato le grisaglie e ammutolito le forze sociali è solo uno dei tanti mondi possibili. 
Il ministro scamiciato viene fatto passare per comunista o per pazzo, eppure dice cose di buon senso. Per esempio che la Grecia pagherà i debiti quando ricomincerà a vivere perché pagarli adesso significherebbe morire. Forse Varoufakis durerà poco. Di sicuro, come tutti i monelli, ispira simpatia.


il Fatto 3.2.15
Tsipras disarma anche la polizia
Nuove regole nelle manifstazioni
E a capo degli 007 un giornalista che indagò sulle trame della Cia
di Roberta Zunini

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La Stampa 3.2.15
Syriza e Podemos: così vicini, così lontani
I media ne esaltano le similitudini, ma tra i partiti guidati da Tsipras e Iglesias ci sono forti differenze
di Gian Antonio Orighi

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Corriere 3.2.15
«Missili e truppe, così prenderemo Roma»
I timori per il dossier dell’Isis su Internet
Video, mappe, armi da impiegare. La propaganda per eccitare le «cellule dormienti» in Europa
di Fiorenza Sarzanini

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La Stampa 3.2.15
Hegel, la talpa non parla più alla civetta
di Federico Vercellone

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Corriere 3.2.15
La filosofa entra nel Palazzo della politica. E si ribella
Il libro intervista (Utet) di Michela Marzano con Giovanna Cavalli: un’analisi su arroganza e compassione
di Massimo Rebotti

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Corriere 3.2.15
Ii fondamento delle libertà
ll legame ormai rotto tra la democrazia e l’economia di mercato
Il capitalismo si è adattato facilmente a regimi autoritari e cuylture profondamente diverse da quella occidentale
Dimostrandosi così ben più esportabile dei modelli politici
di Slavoj Zizék

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Repubblica 3.2.15
Un ricordo del grande autore argentino
Le mie notti con Borges nei labirinti dei libri
Fu un uomo modesto, profondamente etico Voleva essere Ulisse e gli toccò essere Omero
L’avevo conosciuto a Buenos Aires, nella libreria Pygmalión. Cercava testi in inglese antico
di Alberto Manguel

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