domenica 14 maggio 2006

"Queer", il supplemento di Liberazione di oggi, domenica 14 maggio, pubblica 5 pagine sul Festival di Cannes, con una introduzione di Angela Azzaro ("Moretti non ci basta"), una stroncatura del "Caimano" ("Il Caimano, l'Italia del volemose bene" di Stefano Jorio), un articolo di Roberta Ronconi ("Cinema italiano a Cannes. Attenti a non buttare il bambino") che parla anche di "Il regista di matrimoni" e che mentre conferma che "Il cinema di Moretti non è mai stato un cinema di immagini", a proposito del film di Marco Bellocchio parla di "un cinema puro al cento per cento", e altri due articoli, di Mino Argentieri (Cinema politico? Forma non parole", contro "il vizio di considerare gli oggetti dell'arte in funzione di una convenienza immediata, connessa alla tattica della politica, una stortura che è stata propria dello stalinismo...") il primo e di Davide Turrini ("Gli altri titoli sulla Crisette") l'ultimo.
Questi articoli - grazie a Giorgio Valentini - sono disponibili da qui

Ritanna Armeni, nell'editoriale di Liberazione di oggi scrive che l'Unione "è riuscita a utilizzare bene il vantaggio che il risultato elettorale le ha dato. Ma la sua capacità di penetrazione sociale e culturale, per quanto vasta, è stata alla prova delle elezioni minore del previsto"; il suo problema è "come far diventare forza sociale e culturale la sua forza politica".
L'articolo è disponibile qui

La Gazzetta di Parma 14.5.06
«Il mio film fa riflettere»
Incontro con l'autore de «Il regista di matrimoni»

Bellocchio: «Lascio lo spettatore libero di interpretare» Problematico, complesso, spesso poco rassicurante: per ciò che racconta e per il modo in cui lo racconta. Un autore «difficile» ed «engagè» , qualunque sia l'opera che dirige. Certo, non uno che mette d'accordo tutti: non un tipo da «larghe intese» , per dire. Anche l'ultimo film di Marco Bellocchio, Il regista di matrimoni, ha diviso e marcatamente pubblico e critica, che sono andati dalle lodi spassionate ai giudizi di tutt'altro registro. Il critico cinematografico Tullio Masoni, nell'introdurre venerdí all'Edison d'essai l'incontro con l'autore, ha parlato di « lavoro di spiazzamento che Bellocchio ha seguito con questo film; un film che divide e che fa discutere ha detto e che a me dà l'impressione di preparare anche altro: qualcosa di compiuto, dunque, ma anche qualcosa di preparatorio» (...)

ANSA 12.5.06
A Cannes la riscoperta del cinema italiano

(...) a "Un Certain Régard" saranno in molti ad applaudire il film più personale e intenso dell'ultimo Bellocchio, quel "Regista di matrimoni" (in programma il 20 maggio) che ha già impegnato la critica italiana in un confronto appassionato come non si vedeva da tempo (...)