mercoledì 3 maggio 2006

una segnalazione di Tonino Scrimenti, che scrive: «il seguente messaggio è stato inviato tramite AGI (http://www.agi.it) da Carlo»:

(AGI) - Roma, 2 mag. - "Felici per la tua elezione a Presidente della Camera: ci congratuliamo con te e ti auguriamo buon lavoro". Inizia così il messaggio inviato al neo-Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, dallo psichiatra Massimo Fagioli e da Giulia Ingrao, sorella dell'ex-Presidente della Camera, Pietro.
"Il successo di Rifondazione Comunista nelle ultime elezioni è del consenso e dell'attesa per la ricerca tua e del tuo partito per il rinnovamento, per una nuova cultura politica, per i processi di trasformazione ed emancipazione umana", evidenziano Fagioli e Ingrao. "Siamo sicuri che - notano i due - risponderai con equilibrio e coraggio". E, infine, "ci auguriamo di continuare le esperienze già fatte insieme interrogandoci e confrontandoci sulla realtà umana, sulla non violenza e - concludono Fagioli e Ingrao - sull'essenza della persona umana. Ti abbracciamo".(AGI)


una segnalazione di Antonella Pozzi:


Questo pomeriggio
Mercoledì 3 maggio 2006 ore 19.30 presso l'associazione

culturale TALLUSI, Via B. Franklin 7 (zona Testaccio).
Ti invitiamo a partecipare alla festa di apertura della campagna
elettorale. Ci sarà musica e cena palestinese. Parteciperà Andrea
Rivera.
Sarà presente M. Gabriella Cetroni Ceraolo candidata al 1°MUNICIPIO di Roma
PRC - Sinistra Europea come indipendente.

Per info: gabriella.cetroni@virgilio.it



http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=8140
agenzia radicale 2.5.06
Cinema
Nella top ten incassi resiste soltanto Bellocchio


Dopo l’arrivo di una nuova infornata di film americani da cassetta, gli italiani scompaiono dalla classifica dei maggiori dieci incassi della settimana: tranne Marco Bellocchio (che ha raggiunto quota € 1milione360942 e attualmente è al settimo posto).
Il Maestro piacentino e i suoi vari alter-ego de “Il regista di matrimoni” resistono alle ere glaciali, alla ricerca poco “interiore” di “Inside man”, alle poco emozionanti riduzioni cinematografiche di bellissimi libri come il “Chiedi alla polvere” di John Fante, ai ballerini sensuali e goffi alla Banderas, agli un po’ appesantiti Harrison Ford e Al Pacino…
Ma gli americani, si sa, vanno a vederli quasi tutti: a prescindere dalla qualità, di solito per gli effetti speciali.
Mentre è meno scontato che un film italiano, per di più non facile, faccia questi numeri.
Qualche giorno fa ci chiedevamo “Chi ha paura di Marco Bellocchio?”: cominciano a ridursi gli indiziati, perché il pubblico possiamo decisamente escluderlo.
Allora ci poniamo un nuovo quesito: che qualcosa stia veramente cambiando?
Paolo Izzo

una segnalazione di Barbara De Luca:

repubblica.it 2.5.06
CINEMA: TOP TEN, ERA GLACIALE 1/O, REGISTA MATRIMONI 7/0

Un solo film italiano nella 'top ten' del fine settimana: e' 'Il regista di matrimoni' di Marco Bellocchio che totalizza 1,35 milioni di euro di incasso.
E' quanto emerge dalla speciale classifica 'Cinetel' per il fine settimana 28/04-01/05 che conferma l'ottimo andamento, gia' registrato per il ponte del 25 aprile, dell'ultimo film di Marco Bellocchio che si attesta al settimo posto.
Al primo posto c'e' 'L'Era glaciale 2 -il disgelo' che non si arresta nella marcia registrando la miglior media per sala di programmazione: quasi 10 mila euro e un totale di oltre 5 milioni di euro. Al secondo posto debutta Antonio Banderas con 'Ti va da ballare?' che totalizza 2 milioni di euro e di poco superiore a 'Scary movie 4' che scende al terzo posto. Al quarto posto resta 'Inside Man' di Lee mentre appaiono in classifica tre nuovi film: il thriller 'Firewall accesso negato' con Harrison Ford al quinto posto; 'Rischio a due' con Matthew Mc Conaughey al sesto. Quindi al settimo, 'Il regista di matrimoni'. E poi all'ottavo "Chiedi alla polvere' tratto dal romanzo di Jonh Fante. E infine al nono e decimo posto rispettivamente 'Se solo fosse vero' e 'Uno zoo in fuga'. J

una segnalazione di Teresa Coltellese:

www.redattoresociale.it
PSICHIATRIA 18.1727/04/2006
Lo scandalo degli intrecci tra medici e psicofarmaci: sotto accusa la ''bibbia'' dei disturbi mentali
Metà dei medici che hanno redatto l’ultima versione del manuale dell'Associazione americana degli psichiatri ha legami economici con le case farmaceutiche. Lo rivela uno studio dell’università del Massachusetts e della Tufts university

ROMA - Sotto accusa la bibbia dei disturbi mentali: metà degli psichiatri che hanno redatto l'ultima versione del "Diagnostic and statistical manual of mental disorder” (Dsm) dell"American Psychiatric Association ha legami economici non dichiarati con le case farmaceutiche. Lo rivela uno studio di Lisa Cosgrove (Massachusetts University) e di Sheldon Krimsky (Tufts University) pubblicato il 20 aprile sulla rivista statunitense “Psychotherapy and Psychosomatics”. La ricerca nasce quando Lisa Cosgrove scopre che cinque dei sei membri di un panel, che stava esaminando l’origine mentale di certi problemi premestruali, è sul libro paga della casa farmaceutica Eli Lilly & Co., che sta cercando di vendere il suo Prozac anche per il trattamento di questi sintomi. Si tratta della prima inchiesta sul legame finanziario tra le compagnie farmaceutiche e i ricercatori del Dsm dell’Associazione americana degli psichiatri ed i suoi risultati occupano già le pagine dei principali quotidiani Usa, dal Chicago Tribune al Whashington Post e l’Usa Today. Su 170 psichiatri che hanno collaborato all’ultima edizione del Dsm nel 1994, poi modificata nel 2000, 95 (pari al 56%) hanno avuto rapporti economici, tra il 1989 e il 2004, con le case farmaceutiche, come ricercatori (42%), consulenti (22%) o relatori (16%). La percentuale sale al 100% tra chi ha curato la sezione sui disturbi dell’umore e su quelli schizofrenici/psicotici. Due settori questi ultimi che secondo Chicago Tribune hanno registrato nel 2004 le maggiori vendite tra gli psicofarmaci, rispettivamente 20,3 e 14,4 miliardi di dollari a livello mondiale. Il rischio di conflitto di interessi tra ricerca e mercato è allora evidente.
Dsm è la più diffusa guida sulle malattie mentali a livello mondiale, definisce le patologie riconosciute dagli psichiatri ed espone i criteri per la loro diagnosi. La sua autorevolezza è tale che la Food and drug administration - organo deputato all’approvazione dei farmaci negli Usa – non ammetterebbe sul mercato un medicinale che non tratti un disturbo descritto nel Dsm. E allora i dati di Cosgrove e Krimsky parlano da soli: “Più è redditizio il mercato dei farmaci, maggiore è la percentuale di esperti con legami finanziari, il che solleva serie domande sulla loro oggettività”, dichiara a Chicago Tribune David Rothman – professore di medicina sociale alla Columbia University. Daniel Regier, direttore della ricerca dell’American Psychiatric Association, riconosce la necessità di una completa trasparenza, sostenendo che nel 1994 quest’esigenza non era così sentita. Nella prossima edizione, prevista nel 2011, saranno indicati i rapporti economici di tutti i collaboratori. Dopotutto secondo il presidente dell’Associazione, Steven Sharfstein, è naturale che psichiatri di così alto livello abbiano rapporti con le case farmaceutiche, il che non lede la loro credibilità e integrità scientifica. La ricerca di Cosgrove e Krimsky si aggiunge agli elementi di un acceso dibattito sull’ipermedicalizzazione di molti disturbi mentali, una tendenza che non è estranea alle definizioni contenute nel Dsm. Irwin Savdonik, psichiatra dell’Università della California, fa notare sulle colonne del Chicago Tribune che la prima edizione del Manuale, nel 1952, conteneva 107 definizioni di disturbi mentali. Nella quarta edizione, quella del 1994, il numero è triplicato, arrivando a 356. La rivista statunitense “PLoS Medicine” ha dedicato l’intero numero di aprile alle malattie “inventate”, cioè ai disturbi che, attraverso mirate campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, vengono trasformati in patologie. Sulla stessa linea David Healy, dell’Università di Cardiff, che sulle colonne di Usa today nota come l’ultima revisione del manuale ha eliminato un sottotipo della schizofrenia, che rispondeva poco alla cura con farmaci. Così, la “malinconia” è stata eliminata, in favore di un disturbo depressivo più grave. Insomma, se c’è la medicina ma non la malattia, si creano i malati. (Gabriele Del Grande)
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Liberazione 3.4.06
Primo maggio di speranza. Torino abbraccia Bertinotti
di Checchino Antonini


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