martedì 28 febbraio 2006

Left, Repubblica, Corriere della Sera, l'Unità, il manifesto...

segnalazioni di Annalina Ferrante, Livia Profeti, Teresa Coltellese, Gabriella Cetroni, Orietta Possanza, Giorgio Valentini e di Tonino Scrimenti:

Repubblica, martedì 28 febbraio 2006 Pagina 12 - Interni

VERSO LE ELEZIONI
IL CASO
Il giornalista e il condirettore Minucci via dopo i primi due numeri del settimanale: "Faremo causa"
"Left", è lite su sinistra e psicanalisi e Gardini jr licenzia Giulietto Chiesa
"Facevamo fatica a leggerlo, non si capiva quasi nulla"
Pomo della discordia è Fagioli, imposto dagli azionisti
di Goffredo De Marchis

ROMA - «Noi vogliamo rivoluzionare il giornale». Detto fatto. La stranissima doppia coppia della sinistra italiana si è sfasciata in quindici giorni. Via direttore e condirettore. E Left, settimanale erede di Avvenimenti, da caso editoriale (i primi due numeri hanno venduto 30 mila copie) si trasforma in una mezza rissa, con l'immancabile promessa (minaccia) di rivedersi in tribunale. Nella politica funziona così. I licenziati hanno due nomi importanti nella storia della sinistra italiana e della stampa comunista: Giulietto Chiesa, 66 anni, già corrispondente dell'Unità da Mosca, e Adalberto Minucci, 73 anni, ex direttore di Rinascita quando c'era il Pci. I datori di lavoro che non perdono tempo sono invece due giovani: Ivan Gardini e Luca Bonaccorsi, 37 anni il primo, 36 il secondo, cognati. Gardini è il figlio di Raul. «La nostra idea di sinistra - dice adesso Ivan - è ben rappresentata dall'acronimo della testata Left. Libertà, eguaglianza, fratellanza». E la T? «Sta per trasformazione, dai valori alle idee. Cioè una sinistra che si misura con la società di oggi».
Da queste prime parole si capisce che lo scontro era inevitabile, generazionale e culturale. Due mondi che non hanno niente in comune. «Abbiamo solo accelerato i tempi», taglia corto Gardini. Siccome lui e Bonaccorsi sono la nuova generazione e hanno una mentalità imprenditoriale, quando mettono i soldi in un'impresa non fanno decidere ad altri. Chiesa, al telefono da Mosca, si ribella con il piglio di chi pensa "da dove spuntano questi pivelli": «Reagiremo in sede legale. Ma è già chiaro che razza di sinistra i due signori hanno in mente».
Avvenimenti (che alla fine della sua avventura vendeva 2800 copie) si fondava su un'ossatura ben definita: Minucci (direttore), Chiesa (condirettore) e Diego Novelli. L'ex sindaco di Torino per il momento è salvo, forse perché non aveva incarichi di direzione, ma solo una rubrica. Comunque, ora si cambia. Spiega Gardini: «Loro pensavano di aver trovato i polli. Quelli che ci mettono i soldi e poi si fanno da parte. Non è così». Chiesa si ribella: «Licenziati in tronco, questa è la formula esatta. E poi, perché?». Già, perché? C´è lo zampino di Massimo Fagioli, che in mezzo ai problemi sta come un pesce nell'acqua. Psicanalista eretico, quello che «Freud è un imbecille», amico di Bertinotti (è stato il padrone di casa per il lancio delle primarie di Fausto), Fagioli scrive su Left. Bonaccorsi e Gardini gli affidano una rubrica fissa, Chiesa e Minucci non lo vogliono nemmeno dipinto. «Facevamo fatica a leggerlo. Non si capiva niente». Ma capiscono che Fagioli propone una sinergia con Liberazione, quotidiano di Prc, e questo non va. Gardini parla di «un pretesto», della «goccia». Quello che conta è che «noi non volevamo rifare gli Avvenimenti». Altrimenti Ivan avrebbe continuato ad occuparsi di energie alternative facendo la spola tra Roma e la sua Ravenna (una coincidenza: la redazione di Left nella capitale è proprio in via Ravenna). E Bonaccorsi sarebbe rimasto in banca, alla Abn-Amro. «Invece ci stiamo mettendo anima e corpo dentro Left». Per tirar fuori un giornale d'inchiesta, aggressivo e di sinistra, che già oggi vanta le firme di Vauro, Nando Dalla Chiesa, Antonio Cornacchione. Ma di che «razza di sinistra» sono fatti i ragazzi lo si capirà dalla scelta del nuovo direttore. Per il momento il giornale è stato affidato a un collaboratore, Pino Di Maula.


Corriere della Sera, martedì 28 febbraio 2006 Pagina 13
IL CASO

La decisione dell’editore della rivista della sinistra radicale dopo il no del duo di direttori a una rubrica fissa per lo psicanalista Fagioli
Left, il figlio di Gardini licenzia Chiesa e Minucci

di
Virginia Piccolillo

ROMA - Sacrificati sull’altare della psicanalisi di Massimo Fagioli. Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa ancora non ne hanno ricevuto comunicazione ufficiale. Ma da ieri non sono più direttore responsabile e condirettore di Left: il settimanale nato dall’esperienza (e, in parte, dai finanziamenti) di Avvenimenti. Riportato in edicola grazie ai nuovi editori: Ivan Gardini, figlio di Raul, e Luca Bonaccorsi vicino a Rifondazione Comunista. O «i nuovi padroni» come li definiscono i direttori defenestrati, accusandoli di «essersi impadroniti del giornale», di aver «preteso di dettarne i contenuti fin dai primi due numeri» e di aver risposto alla richiesta di «ritorno alla normalità» con il licenziamento. E chiudendo un comunicato di fuoco con una considerazione: «E’ già chiaro che razza di sinistra hanno in testa questi signori». «Sono molto dispiaciuto. Ma era venuto meno il rapporto fiduciario che ci legava» si limita a rispondere Bonaccorsi che ha già nominato un nuovo direttore: Pino Di Maula, 44 anni, ex direttore di Clorophilla, agenzia di stampa on line. Facendo sollevare la redazione che medita lo sciopero. A scatenare il durissimo braccio di ferro un personaggio che ha fatto molto discutere: lo psichiatra iconoclasta, dissacratore di Freud e guru delle analisi di gruppo, Massimo Fagioli. Seguitissimo da personaggi noti, come Marco Bellocchio, e sconosciuti (chiamati negli anni ’70 "fagiolini"). O meglio la decisione dell’editore di ospitare nel settimanale un intervento dell’autore di «Istinto di Morte e conoscenza» a insaputa della redazione e della stessa direzione del giornale. E anzi preannunciando che quell’approfondimento sul significato delle parole chiave della rivoluzione francese (Libertà, Eguaglianza e Fraternità il cui acronimo dà origine al titolo Left) sarebbe diventata una rubrica settimanale. Un «atteggiamento padronale» secondo Minucci che soltanto ieri mattina era ancora a discutere con gli editori sulla rubrica di Fagioli e su una critica teatrale bocciata dall’editore perché ritenuta «poco in linea con il progetto editoriale per una serie di considerazioni più estetiche che contenutistiche». Nel pomeriggio il licenziamento. «Siamo due giornalisti con qualche storia sulle spalle. Non accettiamo decisioni a nostra insaputa - spiega Minucci - Abbiamo saputo da altri del nostro licenziamento. Ma questo "esteticamente" per la proprietà va bene».
Il neodirettore Di Maula, ieri già in riunione con gli editori, ne vuole stare fuori: «Spero che questo incidente possa ricomporsi. Sono pronto in futuro anche ad essere affiancato da altri».

Il Corsera pubblica a corredo di quest'articolo una foto a colori di Massimo Fagioli oltre all'immagine della copertina di Left

L'Unità 28.2.06 Pagina 3
Left-Avvenimenti, licenziati Chiesa e Minucci
L'editore impone lo psicanalista Fagioli. I direttori protestano e vengono cacciati.

Lo psicanalista vagheggia un sodalizio con Liberazione per il settimanale. Chiesa: «Non era quello il piano editoriale.
di Wanda Marra


Roma. "APPARE" Massimo Fagioli, e i direttori di Left-Avvenimenti vengono licenziati. La vicenda - piuttosto surreale - si può sintetizzare casi, ma merita di essere raccontata nel dettaglio. Dalle ceneri del settimanale Avvenimenti, nasce il nuovo Left-Avvenimenti, grazie a una nuova proprietà, che annovera tra gli altri Ivan Gardini. Direttore Adalberto Minucci e condirettore Giulietto Chiesa. Il giornale - di cui sono usciti i primi 2 numeri - parte con l'obiettivo e la volontà di rilanciare il giornalismo d'inchiesta, annovera grandi firme, nomi noti come Dario Vergassola, vignettisti del calibro di Vincino e Vauro, si avvale dèlle fotografie di Contrasto.
Ma nel primo numero, all'insaputa della direzione; viene stampato anche un articolo dello psicanalista romano "eretico", Massimo Fagioli, noto per i seminari di analisi collettiva, che annovera tra i suoi "seguaci" il regista Marco Bellocchio . «L'ho visto direttamente stampato», racconta Chiesa. La stessa cosa si ripete nel secondo numero della rivista. Con un pezzo in cui lo psicanalista comincia lamentandosi di com' era stato stampato il suo primo intervento (denunciando anche una foto troppo piccola), continua con "la dichiarazione (messa in bocca a una sua studentessa), che le cose scritte nell'editoriale erano le stesse che lui andava dicendo a novembre (dunque presentandosi come il vero "ispiratore" dei contenuti del settimanale), e finisce vagheggiando una sorta di sodalizio tra Left e Liberazione (definendo entrambi il suo «sogno»). Da notare che Fausto Bertinotti ha una certa consuetudine con Fagioli, tanto che la sua campagna elettorale per le primarie fu aperta proprio nella libreria romana di questi, Amore e Psiche. Comunque, sotto questo secondo articolo di Fagioli appare l'annuncio che da quel momento in poi lo psicanalista avrà una rubrica fissa. Sempre all'insaputa dei direttori, ai quali secondo il contratto giornalistico spetterebbe decidere i contenuti e la linea del giornale, e dunque chiaramente anche le rubriche. A questo punto, Minucci e Chiesa chiedono il rispetto delle regole, e il ritorno al piano editoriale concordato, nel quale non solo non si era mai parlato di Fagioli, ma si era detto chiaramente che il giornale non sarebbe stato sotto l'influenza di nessun partito politico (e quindi neanche del Prc, come potrebbe accadere con un eventuale sodalizio con Liberazione). Fatto sta che per tutta risposta i due vengono licenziati, dopo soli 2 numeri del settimanale. Al loro posto, Pino Di Maula. «Ovviamente reagiremo in sede legale. Ma è già chiaro che razza di sinistra questi signori hanno in mente», scrivono Minucci e Chiesa in un comunicato congiunto. E quest'ultimo racconta di aver ricevuto un' e-mail dal direttore editoriale, Luca Bonaccorsi, nella quale si ammette che di Fagioli non si era mai parlato in precedenza, ma che poi questi è di fatto apparso.


il manifesto 28.2.06 Pagina 4
«Left» parte con un doppio licenziamento
Nuova proprietà dell'ex Avvenimenti caccia i direttori. Il caso sulla firma di Fagioli
di Andrea Fabozzi


ROMA . Falsa partenza per il nuovo settimanale Left, erede della testata oltreché dei finanziamenti pubblici in quanto cooperativa, di Avvenimenti. Appena due numeri in edicola e i nuovi editori - tra i quali Ivan Gardini, figlio di Raul - hanno deciso ieri sera di licenziare con un comunicato di cinque parole il direttore responsabile Adalberto Minucci e il condirettore Giulietto Chiesa. Stato di agitazione della redazione, con minaccia di sciopero, preoccupazione anche nel sindacato dei giornalisti: «La nostra solidarietà a tutti i colleghi, dai direttori alla redazione. L'informazione ha regole precise, se saltano è messa a rischio l'autonomia del giornale», dice Silvia Garambois, segretaria di Stampa Romana. Minucci dirigeva Avvenimenti dal suo ritorno in edicola quattro anni fa. Chiesa si era aggiunto successivamente, insieme adesso accusano: «Si sono impadroniti del giornale e hanno preteso di dettarne i contenuti fin dai primi due numeri. Noi abbiamo agito in conformità della legge e del contratto cercando di esercitare le nostre funzioni, ma siamo stati aggirati e impediti in violazione del piano editoriale concordato. Di fronte alla nostra richiesta di ritorno alla normalità siamo stati licenziati. Ovviamente reagiremo in sede legale. Ma è già chiaro che razza di sinistra questi signori hanno in mente». Ribalta l'accusa il direttore editoriale Luca Bonaccorsi: «La direzione voleva operare una censura preconcetta, per questo è caduto il rapporto fiduciario e il cda è stato costretto a decidere il licenziamento all'unanimità».
All'origine dello scontro un articolo dello psichiatra Massimo Fagioli, uscito nel secondo numero del giornale. I direttori sostengono di esserne stati tenuti all'oscuro. Effettivamente è un pezzo che si nota, Fagioli lo attacca lamentandosi del modo in cui è stato impaginato il suo articolo precedente: «Le righe sono troppo poco distanziate e i caratteri molto piccoli. Chissà perché è stato composto su una sola pagina con una piccola fotografia (del medesimo Fagioli, ndr)... E' necessaria un'immediata autocritica...». Più avanti il professore fa notare la coincidenza tra il primo editoriale della rivista, quello di «linea», e il suo pensiero. Accanto al pezzo - su due pagine e stavolta con una foto bella grande dell'autore - una nota breve informa che l'approfondimento di Fagioli sarebbe diventato una rubrica settimanale. Inutile la contrarietà dei direttori. Subito dopo si racconta di un altro intervento del direttore editoriale, stavolta per bloccare la pubblicazione della recensione di uno spettacolo teatrale sulla storia di un transessuale. Al riguardo c'è anche una lettera, scritta da Bonaccorsi ai direttori: «Premesso che è prerogativa naturale del direttore editoriale indicare pezzi che non risultino in linea con il progetto editoriale, confermo che il pezzo fu giudicato poco in linea con il progetto per una serie di valutazioni più estetiche che contenutistiche».


Il Giornale 28.2.06 pagina 6
«Left» arriva in edicola e caccia Giulietto Chiesa
di Redazione

Cambiare direttore dopo il primo numero: è il record stabilito da
Left, periodico appena nato sulle ceneri di Avvenimenti, che ieri ha licenziato i direttori Alberto Minucci e Giulietto Chiesa, quest’ultimo già corrispondente da Mosca per l’Unità e La Stampa, esponente del Pci e ora deputato europeo, per la Lista Di Pietro-Occhetto. A loro subentra Pino Di Maula, già collaboratore di «Avvenimenti». I motivi della rottura? «Forti divergenze sul modo di fare informazione» dice Luca Bonaccorsi, direttore editoriale di Left. Tra le incomprensioni con la proprietà (tra i soci c’è anche il figlio di Raul Gardini, Ivan) c’è anche il cambio di rotta di Left: meno schierato (a sinistra) di Avvenimenti, di cui Chiesa era condirettore. Che replica sul suo sito: «I nuovi padroni di Left-Avvenimenti non hanno perso tempo. Si sono impadroniti del giornale e hanno preteso di dettarne i contenuti fin dai primi due numeri. Di fronte alla nostra richiesta di ritorno alla normalità siamo stati licenziati. Reagiremo in sede legale, ma è già chiaro che razza di sinistra questi signori hanno in mente».

Repubblica - Affari e finanza 27.2.06
MULTIMEDIA pag. 19
Il nuovo magazine tutto inchieste
la nascita di ‘Left’
di Irene Maria Scalise

E’ nato
Left, "settimanale dell’Altritalia", dall’esperienza di Avvenimenti e una missione: valorizzare il giornalismo d’inchiesta, che divide fatti e opinioni, oltre a raccontare politica e guerra dal lato di chi le subisce. Per questo compito non da poco si sono messi assieme una cooperativa di giornalisti, poligrafici, il direttore Adalberto Minacci, il condirettore Giulietto Chiesa e alcuni nuovi soci, il direttore editoriale Luca Bonaccorsi e Ivan Gardini, che hanno ricapitalizzato il progetto. L’aspetto satirico è delegato alla coppia Vauro e Vincino. Il primo numero ha avuto una tiratura di 60mila copie e i dati di vendita sono molto positivi. Il breakeven, dicono gli editori, è di 20mila copie. Al lavoro c’è una redazione di dodici persone più una serie di collaboratori. I soci non hanno esperienza nel mercato dell’editoria ma considerano proprio questo un punto di forza.
Spiega Bonaccorsi: «Abbiamo strutturato il giornale in cinque sezioni: primo piano, mondo, società, cultura e scienza ed economia. C’è una serie di appuntamenti fissi che vanno dai fatti della settimana, alle anticipazioni future, ai consigli economici». L’idea è che ogni aspetto sia affrontato in un modo diverso dal consueto, a partire dalla scienza «che vogliamo affrontare in un modo laico». Per l’economia ci saranno rubriche fisse ma anche un tentativo di approfondimento con molta attenzione ai cittadini. Un punto di forza è negli esteri, con una rubrica curata da
Emergency, una rassegna stampa affidata a Internazionale e articoli di Peace Reporter.

articolo21.info 28 febbraio 2006
Editoria: Left; dopo 2 numeri via direttori Minucci e Chiesa

Il consiglio di amministrazione della editrice dell'Altritalia società cooperativa, editrice della testata 'Left Avvenimenti', ha comunicato ''l'avvenuta cessazione del rapporto professionale con i direttori Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa''. È quanto si legge in una nota dove il consiglio di amministrazione ringrazia Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa per la collaborazione e il lavoro svolto finora a fianco di 'Avvenimenti'. Left-Avvenimenti è solo al suo secondo numero. Luca Bonaccorsi, direttore editoriale di Left-Avvenimenti, spende poche parole sull'improvviso 'licenziamento' dei direttori del giornale, Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa: ''Sono molto dispiaciuto. Ma era venuto meno il rapporto fiduciario che ci legava''. Left aveva debuttato solo 15 giorni fa con grandi ambizioni: giornalismo d' inchiesta, grandi firme, nomi noti come Dario Vergassola, vignettisti del calibro di Vincino e Vauro, fotografie di 'Contrasto'. Venerdì è previsto il terzo numero che sarà firmato dal nuovo direttore Pino Di Maula.

stampapontina.it 27 febbraio 2006
Left Avvenimenti cambia i direttori dopo 15 giorni

Il consiglio di amministrazione della editrice dell' Altritalia società cooperativa, editrice della testata "Left Avvenimenti", ha comunicato «l'avvenuta cessazione del rapporto professionale con i direttori Alberto Minucci e Giulietto Chiesa».
È quanto si legge in una nota dove il consiglio di amministrazione ringrazia Alberto Minucci e Giulietto Chiesa per la collaborazione e il lavoro svolto finora a fianco di Avvenimenti. Left-Avvenimenti è solo al suo secondo numero. Il nuovo direttore editoriale è Pino Di Maula, romano, classe '62. Il settimanale, che è nato dalle ceneri di Avvenimenti, è stato presentato solo 15 giorni fa dagli stessi Chiesa e Minucci insieme al direttore editoriale Bonaccorsi. Fra gli editori, Ivan Gardini: obiettivo della testata rilanciare il giornalismo d'inchiesta.
Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa annunciano subito il ricorso alle vie legali dopo il loro «licenziamento» . «I nuovi padroni di Left-Avvenimenti - dicono in un comunicato congiunto - non hanno perso tempo. Si sono impadroniti del giornale e hanno preteso di dettarne i contenuti fin dai primi due numeri. La direzione del giornale ha agito in conformità della legge e del contratto cercando di esercitare le sue funzioni, ma è stata aggirata e impedita in aperta violazione del piano editoriale concordato. Di fronte alla nostra richiesta di ritorno alla normalità siamo stati licenziati. Ovviamente reagiremo in sede legale. Ma è già chiaro che razza di sinistra questi signori hanno in mente». (ANSA)

stampapontina.it
28 febbraio 2006
Left Avvenimenti, botta e risposta sul caso dei direttori

Sono almeno due le letture diverse per il licenziamento dei direttori di 'Left', Giulietto Chiesa e Adalberto Minucci: da un lato il caso di Massimo Fagioli, lo psichiatra eretico, ex guru di Marco Bellocchio; dall'altro l'imbarazzo di Ivan Gardini a portare avanti un progetto editoriale riconducibile in qualche modo e per vie indirette ad Antonio Di Pietro, protagonista della stagione di Mani Pulite.
«Si è vero, c'è stato un niet, una censura immotivata e incomprensibile sugli articoli di uno psichiatra, Massimo Fagioli, ma il problema è più ampio e riguarda l'abisso generazionale fra noi e questi direttori che hanno contestato anche la lettera di Ivan Gardini al Corsera»: Luca Bonaccorsi, direttore editoriale, parla dell'improvviso licenziamento dei due direttori di Left-Avvenimenti, Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa. Due visioni opposte per uno scontro totale. Domenica scorsa - rende noto Chiesa, mi è arrivata una lettera dell'editore dove si affermava che «c'è un diritto naturale del direttore editoriale di definire i contenuti generali del giornale». Sull'altro fronte, l'editore imputa ai due direttori di aver posto un veto (con un'altra lettera) sugli scritti di Massimo Fagioli. «Forse pensavano - dice Chiesa - di aver trovato dei prestanome mentre si prendevano il giornale». Fagioli? «Noi non eravamo informati», dice ancora il giornalista. «Falso», replica Bonaccorsi: «Sono loro - asserisce - ad aver contestato con una lettera la collaborazione di Fagioli di cui invece erano perfettamente al corrente». Bonaccorsi parla di un nodo da sciogliere, di un problema più grave e più grande: un'insofferenza per una lettera di Ivan Gardini, figlio di Raul, al Corsera dove spiega come mai si è gettato nella nuova iniziativa editoriale. In quella circostanza auspicava una discontinuità editoriale marcando una differenza sostanziale da chi era vicino ad Antonio Di Pietro. È psicodramma: da un lato Gardini e Bonaccorsi si difendono dalle accuse lanciate dai due veterani del giornalismo italiano: «Non siamo eterodiretti da Fagioli. Come potremmo esserlo? Lui ha solo una rubrica, le pagine del giornale sono cento! Il piano editoriale prevede spazi di libertà e diverse opinioni a confronto». Per questo, conclude, «sembra tutto un pretesto: in ballo c'è un modo diverso di intendere il pluralismo a sinistra». (ANSA).

http://www.primaonline.it/notizie/dettaglio.asp?id=16986
Prima Comunicazione on line 28.2.06
Fonte: Ansa
Editoria: Left; Vauro ed Emergency, collaborazione finita
Anche Marco Travaglio lascia, resta Vincino


(ANSA) - ROMA, 28 feb - Rapporto chiuso anche per Vauro ed Emergency con il settimanale Left-Avvenimenti dopo la defenestrazione dei direttori Adalberto Minucci e Giulietto Chiesa. Lo annuncia lo stesso Vauro spiegando che non ci sono le condizioni per andare avanti. "Già da questa settimana - spiega - non ci sarà la mia vignetta. La stessa cosa vale per Emergency che in un primo tempo aveva offerto il nuovo appoggio alla nuova iniziativa editoriale". "Si tratta - aggiunge sconfortato - di un'altra occasione mancata". Scompare dall'elenco delle firme autorevoli anche Marco Travaglio, mentre resta Vincino in attesa di capire meglio cosa sia successo: "Finché avrò la libertà di esprimermi e il mio contratto sarà rispettato, rimango. Poi si vedrà...". (ANSA).
Nereo Benussi segnala:
su "Liberazione" di questa mattina l'editoriale di Angela Azzaro "L'origine dell'odio xenofobo è la donna" e gli spunti nelle lettere.
Cfr anche sul papa. Una lettera di Paolo Izzo.

inoltre:

il manifesto 28.2.06

PAPA RATZINGER
Non c'è bisogno di nascere

L'intimo legame dell'uomo con Dio precede l'embrione, e Dio non fa differenza fra bambino, adulto e «ciascun essere umano ancor prima del suo prendere forma nel seno materno». Insomma, non c'è bisogno di nascere e neppure di essere concepiti - ha detto ieri il papa all'assemblea generale pontificia sul tema «L'embrione umano nella fase del preimpianto» - per definirsi esseri umani. L'uomo è un «enigma» e quindi nessuna verifica scientifica è richiesta, nessuna pretesa di «percezione sensoriale», siamo al di là del limiti del metodo sperimentale, in piena «avventura trascendentale». Ratzinger dunque taglia corto: è inutile chiedersi qual è il momento in cui nasce la vita, che è sacra e inviolabile non dal suo inizio, ma prima.
L'insistenza del pontefice sul tema va oltre la sua contrarietà all'aborto, e punta al vero obiettivo, più volte ribadito: l'uomo appartiene alla Chiesa e deve essere sottratto a ogni «ideologia aberrante» che lo illuda di essere libero. «Liberare la libertà» è lo slogan proposto, sempre ieri, ai giovani nel messaggio per la prossima Giornata mondiale della gioventù. Sembra lo slogan elettorale di un partito (quello del «Manifesto Pera»?) che ha per capolista Dio in persona, schierato contro ogni illusione di poter cambiare il destino e di migliorare l'esistenza dei vivi, che non differiscono dai non-nati e neppure, probabilmente, dai morti. (m.c.)