lunedì 25 febbraio 2008

Veltroni: «Non c'è solo il conservatorismo di destra ma c'è anche quello di sinistra, che per troppo tempo ha pronunciato la parola "difendere". Il conservatorismo è la tragedia del nostro paese (...) non si possono utilizzare i concetti della società del Novecento applicandoli a quella del Duemila».
Fausto Bertinotti: «C'è qualcuno che pensa che il capitalismo non ci sia più. Vorrei informare che i padroni esistono ancora. Veltroni vuol dire che la sinistra è ferma agli anni '50? In quel periodo ci fu la tragedia della miniera di Marcinelle. Non siamo più negli anni '50, certo, ma i morti oggi ci sono sempre: quelli della Thyssen, cioè di una multinazionale nel cuore di una grande città europea come Torino. Non siamo negli anni '50 ma il lavoro continua ad essere decisivo nella vita e nella costruzione dell'economia. Soltanto che qualcuno non se ne accorge».

Pannella: «Diranno che ci siamo venduti». Con il patto con Veltroni i radicali avranno dal Pd 3 milioni e 150 mila euro, 9 parlamentari, molto spazio sui media. In cambio, nella mozione finale del "parlamentino" radicale all'Ergife, nessuna menzione per i temi che danno i brividi ai teodem: fecondazione artificiale, coppie di fatto, eutanasia. E rivendicano «siamo stati i primi e gli unici a candidare una suora».
Franco Giordano: Sulla difesa della laicità dello Stato, il Pd è totalmente inaffidabile.
Fausto Bertinotti: «I diritti civili sono un punto essenziale del programma della Sinistra Arcobaleno, questo tema è nelle cose da fare subito per disegnare una nuova società».
(dai quotidiani e dai lanci di agenzia)


Il Messaggero 24.2.08
Bertinotti: «Lotta a due? Vogliono cancellarci»
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Repubblica 25.2.08
I diritti dimenticati
di Stefano Rodotà
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Repubblica 25.2.08
Amburgo, sale la sinistra radicale. Dalle urne nuovo colpo alla Merkel
E ora la "Linke" fa tremare anche il governo federale

di Andrea Tarquini
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Repubblica 25.2.08
La laicità della polis
Quando la legge non era di Dio
Intervista allo storico Christian Meier di Vanna Vannuccini
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il Riformista 25.2.08
Walter strappa l'adesivo «ma anche»
di Tommaso Labate
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il Riformista 25.2.08
La sottile differenza tra Zapatero e Veltroni
di Paolo Franchi
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il Riformista 25.2.08
Il Sessantotto. La non-rivoluzione vista da un ventenne di oggi
Un conto è ricevere dei valori e rifiutarli, un altro non riceverne affatto
di Matteo Marchetti, 20 anni
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il Riformista oggi, oltre all'articolo che segnaliamo, dedica due intere pagine al Sessantotto
il Riformista 25.2.08
I naxaliti. In India stanno tornando i comunisti
di Mountolive

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Repubblica 25.2.08
Uno studio attribuisce al genio toscano i manoscritti
Risolto il giallo dei disegni: gli scacchi sono di Leonardo
di Michele Smargiassi
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Corriere della Sera 25.2.08
La mappa della depressione
In 15 milioni con i sintomi, allarme anziani Le donne in cura sono il doppio degli uomini
di Mario Pappagallo
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seguono altri articoli dal Corsera sullo stesso tema



Negli extra Massimo Fagioli

L'espresso n.8 2008

Marco in cofanetto
Promette troppo, nel titolo, il cofanetto 'I capolavori di Marco Bellocchio' (Istituto Luce/General Video): a conferma, basti l'assenza de 'I pugni in tasca' (1965). Non mancano, tuttavia, i motivi d'interesse, soprattutto negli extra. I film - 'Nel nome del padre' (1972), 'La condanna' (1990), 'Il principe di Homburg' (1997), 'La balia' (1999) - sono infatti accompagnati da interviste al regista stesso, a Nicola Piovani, a Maya Sansa e a Massimo Fagioli, lo psicoanalista a lungo guru del cineasta piacentino. Ma il meglio sta in due mediometraggi. 'Stessa rabbia stessa primavera' (2003) di Stefano Incerti è un documentario sulla realizzazione di 'Buongiorno notte' (2003), con testimonianze dei brigatisti di allora. 'Addio del passato' (2000), firmato da Bellocchio, vuol essere un omaggio alla 'Traviata' di Verdi e una dichiarazione d'amore del nostro alla propria città natale. Le arie più note dell'opera vengono cantate da personaggi diversi: l'effetto finale è al tempo stesso straniante e commovente. F. T.






Ansa 24.2.08

Libri: in un volume il cinema sul caso Moro. Presentazione a Mantova con Maria Fida Moro
(ANSA) - MANTOVA, 24 FEB - Il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro, a trent'anni di distanza, rivisti alla luce dei tre film di tre registi importanti. E' quanto propone il libro 'Il cinema e il caso Moro' scritto da Francesco Ventura, giornalista free lance di Mantova, per Le Mani editore presentato oggi, presente Maria Fida Moro. I film sono: 'Il caso Moro' di Giuseppe Ferrara (1986); 'Buongiorno notte' di Marco Bellocchio e 'Piazza delle Cinque Lune' di Renzo Martinelli (2003).
(segnalazione di Paola Botta)

Liberazione lettere 24.2.08
Caos calmo. Il segreto di un successo
Cari compagni, vorrei dire anch'io la mia sul film "Caos calmo" di Antonello Grimaldi. Ma perché noi italiani dobbiamo mobilitare Nanni Moretti e Roman Polanski assieme ad un cast di tutto rispetto solo per raccontare una vicenda sentimentale alquanto ingarbugliata che alla fine lascia l'amaro in bocca? A me il film non è piaciuto per niente, e sono uscito dal cinema rimpiangendo il denaro speso per il prezzo del biglietto. Purtroppo film simili "devono" essere visti, perché Nanni Moretti è un importante personaggio pubblico, ed in certi circoli intellettuali più o meno di sinistra non si parla d'altro di quello che ha fatto e di quello che farà. A me Nanni Moretti non piace, anche se ho apprezzato alcune sue opere fortemente impegnate dal punto di vista politico e sociale, come il recente "Il Caimano" (2006). Purtroppo quasi sempre ogni suo film "politico" viene seguito da un'opera che predica il riflusso nel privato, e "Caos calmo" non fa eccezione… Dopo una prima parte assolutamente illogica ed irrazionale, la narrazione subisce una progressiva involuzione, perdendosi in vari rivoli e rivoletti con le storie personali di protagonisti e comprimari che si scontrano e si aggrovigliano, passando attraverso l'apparente imperturbabilità del protagonista che alla fine si sfoga in una crisi di pianto ed in una violenta e molto esplicita scena di sesso selvaggio che colpisce in faccia gli spettatori con la forza del calcio di un mulo, non perché sia particolarmente spinta, ma perché assolutamente fuori contesto rispetto a tutto il rimanente piano della narrazione. Nessun accenno a problemi politici e sociali viene fatto durante tutto il film, ed è forse questo il segreto del suo straordinario successo, visto che secondo i primi sondaggi ha battuto negli incassi perfino un film di puro intrattenimento come "Asterix alle Olimpiadi". Non so se ci sia molto da essere fieri per questo. Spero solo che il pubblico che va a vedere "Caos calmo" e quello che predilige un film di evasione come "Asterix alle Olimpiadi" non sia composto dallo stesso tipo di persone: gente stufa della politica che ha solo voglia di pensare agli affari propri.
Gianni Ursini via e-mail
(segnalazione di Noemi Ghetti)










da Repubblica e Corsera di oggi











È uscita la ristampa di "L'anoressia, storia, psicopatologia e clinica di un'epidemia moderna" di Ludovica Costantino, Liguori Editore 2008 pp.288 €19.50 (su eBook € 9.90)
in libreria, su prenotazione, e via internet qui.