sabato 18 ottobre 2003

Simona Maggiorelli ha intervistato Tahar Ben Jelloun

(articolo ricevuto da Annalina Ferrante)

IL GIORNO- IL RESTO DEL CARLINO-LA NAZIONE 17 ottobre 2003
L'INTERVISTA/ Tahar Ben Jelloun
"LE DONNE DELL'ISLAM, STREGHE IN CERCA DI LIBERTA'"
di Simona Maggiorelli


Le trame dell'eros,  la ricerca del rapporto fra uomo e donna, in cui insieme agli abiti si abbandonano per un po' le gerarchie dei ruoli, delle identità sociali. Dopo romanzi e saggi di taglio  più strettamente sociale sul razzismo, sullo sradicamento, sulla lontananza, lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun  propone ora un doppio intrigante viaggio letterario alla scoperta del nostro universo meno razionale, più intimo e profondo. Bompiani ha appena pubblicato il suo "Amori stregati" e, oggi Fabbri manda in libreria , una sua riscrittura della "Bella addormentata" , per i più piccoli, in chiave da "Mille e una notte". Al fondo dei due diversi lavori un'interessante indagine sul  femminile, in un confronto  tra Oriente e Occidente giocato a livello di "imagerie". Per presentare i due volumi il 16 ottobre Ben Jelloun sarà alla Casa delle letterature di Roma e il 17 all'Istituto di Francese di Firenze, il 18  nella bolognese Chiesa di san Giorgio a Poggiale e il 20 ottobre al centro culturale italo arabo di Torino.

Signor Ben Jelloun, il re del Marocco  Mohammed VI ha annunciato un nuovo codice di diritto matrimoniale.  Una possibilità di svolta che genera molte aspettative e speranze.
"E' una riforma che deve ancora passare per il parlamento, con ogni probabilità troverà l'opposizione degli islamisti del PJD, il partito della giustizia e dello sviluppo. Ma anche dei  partiti tradizionalisti come l' Istiqlal. Comunque resta importante che il re abbia avuto il coraggio di proporre un nuovo codice della famiglia, dopo averlo messo a punto con una commissione per ben due anni".

Se passasse cosa potremmo aspettarci?
" Non possiamo sperare che le mentalità più oltranziste evolvano allo stesso ritmo. Ci saranno delle resistenze, ma il Marocco non sarà più fra i paesi Arabi ad avere il codice della famiglia più retrogrado. Si avvicinerà alla Tunisia, lasciandosi alle spalle l'Algeria".

Cosa porterà per le donne sul piano giuridico e sociale?
" La liberazione delle donne non si decreta. Riguarda tutti i cittadini.
Ci vorrà una grossa campagna d'informazione  progressista, moderna. Tante donne lottano da tempo. Ora, l'aspetto giuridico sta dalla loro parte. Prima, non era così".

Qual è stato il contribuito dei movimenti delle donne morocchine a questa svolta?
"In Marocco esistono numerose associazioni di donne, associazioni coraggiose, solide e determinate. La loro voce è stata ascoltata. Senza la loro presenza sul terreno, questa riforma avrebbe aspettato ancora diversi anni".

E il Nobel per la pace a Shirin Ebadi inciderà?
"E' un fantastico colpo da maestro. L'Accademia Nobel ha  dato un notevole aiuto alle donne musulmane che lottano per la propria libertà. Mi pare una scelta inaspettata e felicissima".

Colpisce la recente notizia di due sorelle espulse dal liceo perché portavano il velo. Cosa sta accadendo fra le generazioni di giovani donne nate in Francia da famiglie arabe?
"Il velo è un simbolo politico ed ideologico. E' un segno di appartenenza ad una comunità. Il problema sta nel fatto che siamo una società laica. La libertà degli individui è reale, ma lo è anche il dovere di rispettare la scuola pubblica. La separazione fra chiesa è stato sancita dalla legge francese fin dal 1905, è stata ottenuta dopo lunghe lotte. Bisogna rispettare questa vittoria. Le giovani donne in Francia hanno bisogno di sentirsi accettate, integrate. Indossano il velo perché sentono di essere rigettate; affermano così una loro identità. Si tratta, in ogni caso di una minoranza, anche se è molto rumorosa".

Lei ha scritto due volumi, sul razzismo e sull'islam spiegato ai giovani. Cosa ha detto loro? Quali sono le vere radici del fondamentalismo?
"Il fondamentalismo ha una base comune: il fanatismo e l'ignoranza. Che sia islamico o cristiano, si tratta di un anacronismo pericoloso perché giustifica la guerra".

Nel suo nuovo libro "Amori stregati", lei ha scritto pagine bellissime sull'eros, sulla libertà interiore che le donne arabe hanno nel rapporto d'amore. E' possibile che  nella cultura islamica alle donne venga riconosciuta sul piano della vita intima e sessuale più dignità e libertà di quanto non faccia l'Occidente? 
"In "Amori stregati", racconto delle finzioni; sono la testimonianza indiretta dell'immaginario delle donne la cui condizione giuridica è infelice. L'islam, come le altre due religioni monoteiste, diffida delle donne. Un versetto dice più o meno questo delle donne: "la loro capacità di furbizia è immensa !". Furbizia è inteso qui nel senso negativo. Allora, le donne costruiscono la loro vita secondo la loro capacità di immaginare, di arrangiarsi, di scansare la legge. Strappano la loro libertà dalle mani dei loro dominatori. Hanno dei poteri insospettabili. E meno male. Ma è anche vero che"Amori stregati" rispecchia una realtà abbastanza presente nel Marocco di oggi: il ricorso alla magia e alla stregoneria è un modo per reagire contro una realtà opprimente. Anche gli uomini ci credono".

Nell'Islam comunque non sembra esserci una condanna del femminile e del corpo come  storicamente è avvenuto in Occidente, con tanto di caccia alle streghe...
"Nel islam, le sessualità non è tabù. Insegnare l'educazione sessuale nelle scuole viene addirittura consigliato. Il profeta Muhammad è stato sposato nove volte. Amava le donne. La sua prima moglie fu la sua padrona, la donna per la quale lavorava; era più vecchia di lui e non indossava il velo. Sono gli islamici che hanno fatto di tutto per snaturare l'islam e per farne una religione oscura e fanatica".