giovedì 8 aprile 2004

un bell'articolo su "a un millimetro dal cuore" di Iole Natoli

Zefiro n.4 del 7/04/04
A UN MILLIMETRO DAL CUORE
di Iole Natoli, con Giulia Mombelli, Alice Marchitelli, Diego Ribon e Marco Bellocchio
ITA 2002
di Antonio Montellanico


Un movimento lento tra le coperte del letto, i seni nudi, un delicato bacio al risveglio.

Una storia d'amore tra due sconosciuti. L'incontro inaspettato tra un uomo ed una donna, sfuggente e quasi intraducibile, che muove altrove verso le dinamiche più profonde del desiderio, dove due corpi si inseguono, si amano, si mostrano come un plusvalore visibile che vuole portare dentro di sé ciò che è dentro l'altro; sostanza interna di un essere straordinariamente presente.

Animato da una fluidità emotiva di grande impatto, il cortometraggio di Iole Natoli è un'esperienza filmica semplicemente incantevole: un discorso sull'amore nella dimensione opposta dell' amor fou, la fissazione tutta psicoanalitica per «l'oggetto unico» che tanta fortuna ha avuto nel cinema e che troppo spesso ha parlato di passionalità corrosiva e violenta, bramosia e dipendenza.

Il film della Natoli in questo senso è invece la delicata dimensione di un amore ideale che richiama i sussulti del sogno, che vive e che pulsa nella sfera delle attese impreviste suscitate dalle emozioni, dai momenti, dagli scarti tra la realtà e le sue forme non materiali.

La figurazione perfetta di quella differenza sostanziale tra l'uomo e la donna, che spinge l'uno verso l'altro, alla ricerca di uno scambio continuo, di un dolce incastro tra le parti che sia nutrimento, intesa, contenuto per contenuto. Il movimento sinuoso della seduzione, dell'attrazione che non ha necessità di coprire, arginare i vuoti della parola, ma che anzi nell'assenza quasi totale del linguaggio brucia orgogliosa della propria forza.

Ogni movimento della macchina da presa è accompagnato da tensioni emozionali di sconcertante sincerità, che svelano di volta in volta la significazione più intima ed autentica dei due protagonisti; e pur non essendoci immagine filmica di quanto accaduto - come quando la donna ripensa all'incontro con "lo sconosciuto", e nel raccontarlo all'amica, vive una nuova percezione - riusciamo a vedere, ad intuire. Ad intenderci con quei volti, quegli sguardi presi nel loro mostrarsi, nel loro farsi certezza affettiva. Un lavoro sull'esperienza cinematografica che procede per sottrazione, nell'assenza dell'immagine fattuale che richiede perciò un investimento percettivo continuo, un sentire forte dello spettatore. Il cortometraggio di Iole Natoli è un taglio nello spazio e nel tempo, un esserci nel mondo che forse non cerca nessuna filiazione con il cinema italiano contemporaneo ed è per questo un'esperienza ancor più preziosa. Raramente il cinema è riuscito ad esprimersi in forme così libere ed emozionanti. A Un Millimetro dal Cuore inizia come un viaggio in una stanza, in un letto, per farci ritrovare poi a palpitare all'unisono per un desiderio ed un amore che è diventato in soli venticinque minuti, anche il nostro