venerdì 15 luglio 2005

«i demoni»

l'Unità 15 Luglio 2005
IL TERRORISMO, crimine che nasce nella moderna società di massa. La letteratura ne ha fatto materia
Londra, la profezia di Dostoevskij
di Maria Serena Palieri

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se lo scrittore è un genio può, con una storia, consegnarci in anticipo un pezzo di Storia di là da venire: quello che fa tra il 1870 e il 1872 Dostoevskij quando scrive I demoni. E narra una vicenda che ha, sì, radici nell’humus politico-culturale della Russia di quegli anni, ma che - a riprenderla in mano oggi (I demoni oggi bisognerebbe stamparli in sei miliardi di copie e farli distribuire a tutti i cittadini della Terra) - stordisce per i suoi passaggi preveggenti. Nichilismo-terrorismo- fede religiosa- pulsione al suicidio: il cocktail di oggi c’è già tutto. Per la promiscuità che nell’animo di Satov, uno dei membri dell’organizzazione, cova tra ideologia rivoluzionaria e fede; per la tensione autodistruttiva che corre nell’ambiente: si impiccherà Stavrogin, l’ideologo, sogna il suicidio come atto gratuito e dimostrativo Kirillov, il rivoluzionario ateo.
Il terrorismo - compiere gesti che hanno il fine non di abbattere direttamente un avversario, com’è il regicidio, ma di diffondere paura - è figlio della società di massa e urbana.
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