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Una nave metropolitanaprogetto di Massimo Fagioli e Paola Rossi
idee, disegni, immagini di Massimo Fagioli
Finalmente la nave è approdata! Un progetto che dal 1990, anno del progetto fondato sulla ideazione e sui disegni originali di Massimo Fagioli, in ben 15 anni trascorsi tra problemi giuridici e burocratici, è riuscito a nascere al centro della città costruita.
Un'architettura di qualità, quasi una scultura, che è riuscita a "passare attraverso" la cultura ancora dormiente dell'edilizia romana.
NUOVO:
Storia di una ricerca
La realizzazione dell'opera di architettura "Il palazzetto bianco", che si sta completando in questi giorni sulla collina Piccolomini in via S. Fabiano in Roma, è il risultato di un inusuale connubio, tra un non architetto, Massimo Fagioli, cui si devono l'idea, l'immagine, il disegno, il progetto, e un architetto, qui più che altro nelle vesti di esecutore. Quest'opera originale è in verità il tipo di stimolo che noi architetti vorremmo quotidianamente subire tanto più in un contesto così avaro di proposizioni nuove e poetiche. L'opera d'arte, quando è tale, rappresenta la forma più alta di scuola ma di una scuola che parla molto in profondità e non insegna tecniche e non rilascia diplomi: ci dice semplicemente (e, per ciò, parla a tutti) che si può essere liberi e proporre l'impossibile ma, subito dopo, che questo percorso deve fare i conti con la sostanza di ciascuno e la ricchezza del proprio personale bagaglio.
Come architetti abbiamo vissuto una straordinaria esperienza di ricerca assieme allo psichiatra Massimo Fagioli, conosciuto come terapeuta nell'Analisi Collettiva e per l'unicità della produzione teorica, su quello che può essere il linguaggio, il coraggio, l'arte delle immagini. E così lo abbiamo veduto all'opera, disegnare, plasmare, scolpire, raccontare, comporre, definire, infine far vivere opere e progetti di architettura.
La storia di questa ricerca è storia del suo singolare protagonista e della sua capacità di accettare le sfide. Noi abbiamo fatto le domande ed abbiamo avuto risposte.
Come noto gran parte di questa esperienza è confluita nel catalogo "Il Coraggio delle Immagini. Progetti realizzati da un gruppo di architetti italiani su idee e disegni di Massimo Fagioli 1986-1995" (Nuove Edizioni Romane, 1995) e ha dato vita ad una mostra patrocinata dal Ministero degli Esteri che ha toccato le maggiori capitali del mondo dal ‘93 al '98. Ricerca che è continuata ininterrotta fino ai giorni attuali, con la creazione di oggetti che sono visibili a tutti.
Alcuni dei progetti raccolti in catalogo ed altri successivi sono stati realizzati in contesti pubblici o urbani - ricordiamo la libreria "Amore e Psiche" e due piazze di Roma, la piazza ad Avetrana., una villa a Latina - ma la ricerca è a disposizione di tutti, essa può interessare molto gli architetti (ma non solo), parla di immagini, di rapporto con gli uomini e la storia, di favole, di ostacoli da superare, di rifiuti da fare, di occhi da aprire, parla del fondamento di quella singolarissima e originale lingua che parlano gli artisti sempre e gli uomini comuni talvolta, senza saperlo.
Claudia Alessandrini, Beatrice Amodeo, Camilla Ariani, Elettra Belli, Alessandro Belloni, Francoise Bliek, Luca Bocchini, Andrea Calabresi, Caterina Calzini, Vittorio Caporioni, Alessandro Carlevaro, Roberto Chimenti, Isa Giovanna Ciampelletti, Valentina Coletta, Carlo Concetti, Mario Contaldi, Mauro Corvino, Raffaella Corvino, Gabriella Cristofalo, Isabella De Berardinis, Piero De Simoni, Emanuele De Vinci, Beniamino De Vita, Renato Del Duce, Paola Del Gallo, Niccolò Del Meglio, Remo Di Carlo, Giovanni Di Franco, Daniele Durante, Simona Facchini, Lorenzo Fagioli, Daniela Gualdi, Anna Guerzoni, Paola Iorio, Corrado Landi, Aldo Lazzeri, Giancarlo Leonelli, Giovanna Marianetti, Daniela Martellotti, Maurizio Maturi, Francesco Mirone, Luisa Mosca, Livia Musmeci, Fiammetta Nante, Alberto Ottavi, Gaspare Palumbo, Serena Pandolfi, Fausto Pasquesi, Maria Cristina Pedri, Alfonso Posati, Luciano Proia, Giuseppe Petrelli, Donatella Pitzalis, Federico Pitzalis, Antonino Reggio d'Aci, Roberto Renzaglia, Lavinia Ripepi, Emilio Rivetti, Doriana Rosati, Giordano Rossi, Paola Rossi, Fabio Sani, Lorenzo Sartori, Adele Savino, Giulia Sebregondi, Matteo Sintini, Jale Tassirnafas, Ugo Tonietti, Emanuela Traverso, Adriana Tripoli, Giovanni F. Velli, Ciro Vendrame, Cesare Veneziani, Daniela Verginelli, Flavio Vitale.
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Da: l'Arca n° 84 - luglio/agosto 1994
Una nave metropolitana
Quando il destino di un progetto è modellato dal vento e dall'acqua.
La forma triangolare del lotto su cui edificare un edificio residenziale suggeriva forme taglienti, fendenti, idrodinamiche. Al progettista (coadiuvato da Fracoise Bliek e Luca Bocchini) piacque moltissimo l'idea di disegnare un "transatlantico terrestre" per viaggi immaginari nell'ondulato paesaggio romano. La metafora marinara ha sempre suggestionato gli architetti. E anche il grande Corbu si è dedicato a progetti di architetture galleggianti.
Il progetto prevede due prospetti sostanzialmente differenti: quello sul fronte strada, destinato alla zona notte, rivestito di pannelli in alluminio preverniciato, segnato dai tagli delle finestre; l'altro, destinato alla zona giorno, prospettante su un terreno in pendio, solcato da terrazze continue lungo l'intero sviluppo longitudinale aggettanti dal basso verso l'alto. La distribuzione planimetrica prevede due alloggi per piano divisi da un corpo scale, con ascensore, illuminato dalla luce naturale.
Nella parte interrata dell'edificio, è previsto un parcheggio di circa 268 metri quadrati; inoltre, è stata ricavata un'area destinata a box auto e a locali cantina. Al piano terrazza, a cui si accede esclusivamente attraverso scale condominiali, si trovano i servizi lavatoio e stenditoio localizzati sotto una particolare copertura a vela.
La particolare forma aggettante della fronte su strada, ha suggerito l'utilizzo di una struttura portante costituita di telai in acciaio controventati dai setti in cemento armato.
La parete curva rivestita in alluminio sarà realizzata con pannelli non portanti in calcestruzzo alleggerito (il progetto strutturale è di Antonino Reggio d'Aci).
redazionale
da L'Arca n. 84 di luglio/agosto 1994
14/04/2005 9.23.25: Mio dio !!!!!!! architettura. Incredibbbbilee....
Finalmente , posso fare un commento positivo !! Certo quei 15 anni indicati di pastoie burocratiche ed addirittura giudiziarie non fanno altro che confermare che il privato non possa fare altro che brutta edilizia pena incubi del genere. Veramente mi colpisce che un opera simile si sia potuta realizzare in Roma città dove il massimo concesso in genere è un miliardo di mattoncini faccia vista ( e dato che c'erano, all'auditorium li hanno messi dappertutto proprio per ricordare , semmai ce ne fosse bisogno, il massimo dell'hi-tech e della "intellighentia" burocrate e di chi ha sponsorizzato il progetto ). Questo progetto di Paola Rossi, in ogni caso, rappresenta per me un rarissimo esempio di architettura che oltre nella bellezza dell'intervento stesso, diventa opera importantissima a Roma per essere stata realizzata con grande coraggio e perseveranza in una Roma morta dove è impossibile per il privato fare alcunché mentre le opere pubbliche, che traggono massimo beneficio dalle autostrade progettuali deburocratizzate e grandi nomi, si esprimono sempre col "braccino" e piene di "mattoncini" per non dare fastidio a nessuno (per finire spesso in opere mediocri o bloccate per anni .... ara pacis docet). Paola Rossi : le mie più sincere congratulazioni.
claudio flabiano
18/04/2005 20.37.35: senza parole!
nel quartiere fitto di palazzi appare una leggerissima vela bianca e tu pensi che non è possibile, proprio lì in un pendio quel bianco lenzuolo che si agita al vento e vorresti affacciarti dalle terrazze perchè c'è un mare grande là sotto.........ed è una perfetta mattina d'estate. Grazie per la bellezza ancora possibile.
Roberta Rocchi
19/04/2005 11.40.14: Un progetto magnifico
Un progetto magnifico, degno dell'epressione onirica del sogno metropolitano, nel quale immeggersi, viverlo ed utilizzarlo ogniuno a proprio modo. La forma ed i contenuti sono degni della migliore scuola di Architettura che, un architetto italiano puo' immaginare e realizzare. Un complimento vivissimo per la concretezza delle soluzioni; progetto da portare ad esempio per la "nuova architettura", in Italia ed un auspicio affinche' i migliori architetti italiani, me compreso, possano intendere come l'autrice del progetto ha fatto, la possibilita' di veder realizzati concretamente i loro sogni. Auguro all'Architetto Paola Rossi ogni bene ed ogni continuita' di progetti e prosperita' di intendimenti. Architetto Giorgio Tamburrelli
Architetto Giorgio Tamburrelli
20/04/2005 20.21.57: ma dai!!!!!!!
Non esageriamo!!!! Il coraggio non è averlo pensato o disegnato è averlo fatto costruire e costuito. Bravi!!! Anche che se, piuttosto che una nave metropolitana, lo assimilo di più ad uno tsunami dal quale fuoriesce un incredibile Joker, bello ma cattivo, che divora le orrende palazzine che tentano di proteggere il cupolone la buoa città tutta. Bello, bello davvero. Ah, dimenticavo se passate in quella stradina oltre ad ammirare lui soffermatevi sul colore verde latte e menta della palazzina di fronte, scelto (il colore) tra i più brutti della'intera gamma dell'iride. Benedetto XVII Abitante del quartiere Benedetto XVII
23/04/2005 23.07.21: urcaloca!!
Nell'era dell'apparire questa opera è. l'espressione nel titolo mi è uscita, a voce alta, una volta percorsa mezza curva di Via S. Fabiano. Sono i fumi dell'alccol che mi danno certe visioni........! tranquilli sono astemio; tutto quello che vedo e vero. F I N A L M E N T E qualcuno, in questo caso qualcuna, prima di progettare e costruire ha collegato il cervello riuscendo nella difficile operazione di coniugare il bello, all'architettura contemporanea al commerciale. GiacomoMaria.
GiacomoMaria