martedì 11 maggio 2004

FEDERICO MASINI
QUESTA SERA SU "INSIDER"
(info confermata)

Licia Pastore comunica che:

FEDERICO MASINI

sarà intervistato da Giancarlo Santalmassi in diretta
nella trasmissione di INSIDER
che andrà in onda dalle 19.45 (o poco dopo) alle 20,20 di

QUESTA SERA
MARTEDI 11 MAGGIO


«"Nigeria: scontri tra cristiani e musulmani" e "il caso Cina".
Questi i temi della puntata di martedì 11 maggio 2004 di Insider, il programma condotto da Giancarlo Santalmassi. Ospite in studio, il prof. Federico Masini, preside della Facoltà di Scienze Orientali a Roma»


il numero verde per intervenire in diretta o porre domande al Prof. Masini è: 800 029 727
in alternativa si può anche inviare una e-mail a insider@nessuno.tv
o un fax allo 0645437803


- occorre collegarsi al canale satellitare (430) di NESSUNO TV
o su "Internet", al sito di www.nessuno.tv
entrando poi nella pagina di "INSIDER, dentro la notizia" -
con replica alle 13:00 di domani, sempre sl sito Internet, in audio video
o, in solo audio -per la zona di Roma- sempre in diretta, sugli 88.3 della modulazione di frequenza
di www.ecoradio.it


SE SI INCONTRASSERO PROBLEMI NELL'ASCOLTO
collegandosi via Internet al sito web sopra indicato di www.ecoradio.it è possibile ascoltare (ma non vedere) la trasmissione, IN TUTTO IL PAESE, dopo aver cliccato su "PLAY"

LE LEZIONI DI CHIETI
DEL 7/8 MAGGIO 2004

sono TUTTE disponibili su
MAWIVIDEO


le scelte culturali di Repubblica:
Odifreddi e il mondo greco

citato al Lunedì

Repubblica 9.5.04
L'altra Grecia
Lectio Magistralis a Torino
Il volto più noto è l'irrazionale tra divini furori e fiabe mitologich Ma quello più vero è rappresentata dal razionalismo scientifico
di PIERGIORGIO ODIFREDDI


Nell´ambito della Fiera del Libro di Torino, Piergiorgio Odifreddi ha tenuto una Lectio Magistralis sul tema «L´altra Grecia, quella vera», che qui anticipiamo. La Grecia è il paese ospite di quest´anno. E a alla cultura greca, specie in età classica, sono dedicate diverse iniziative: dalla riflessione sulla filosofia antica a un incontro sulla grecità pugliese.
 
In un famoso saggio degli anni Cinquanta, "I Greci e l´irrazionale", Eric Dodds intendeva mostrare l´altra faccia della cultura greca: quella delle superstizioni religiose, delle favole mitologiche, dei riti sciamanici, delle orge bacchiche, dei deliri pitici, delle previsioni astrologiche, delle cure magiche, delle interpretazioni oniriche... In una parola, la versione greca del buio che da sempre regna nell´emisfero destro del cervello dell´uomo, contrapposto alla luce che risplende in quello sinistro.
Ironicamente, però, l´altra faccia della Grecia mostrata da Dodds non era molto diversa, se non nelle sfumature, da quella mostrata da Bruno Snell in "La cultura greca e le origini del pensiero europeo", un altrettanto famoso saggio di quegli stessi anni, percepito appunto (ad esempio, dal Momigliano) come antitetico al precedente. A chi la guardi dall´esterno, invece che dall´interno, è infatti l´intera cultura umanistica greca ad apparire irrazionalista, sia pure in versione più o meno hard o soft, a seconda degli aspetti sui quali ci si concentra.
Ad esempio, che tipo di uomo descrivono l´Iliade e l´Odissea? Un uomo che, non a caso, Julian Jaynes ha diagnosticato in Il crollo della mente bicamerale e l´origine della coscienza come letteralmente schizofrenico. Un uomo che antropomorfizza la propria voce interiore e il proprio inconscio sotto forma di dèi, che gli appaiono quotidianamente in forma visibile e udibile, e coi quali egli conversa e discute in palese dissociazione mentale. Un uomo oggi internato nei manicomi o nei conventi, ma che allora evidentemente circolava in libertà per le strade.
E che modello di uomo propongono, invece, i Dialoghi platonici? Un uomo che, nel Fedro, dichiara esplicitamente che «i beni più grandi ci vengono dalla pazzia», e riconosce come oggettivi addirittura quattro tipi di «divino furore»: profetico, rituale, erotico e poetico, rispettivamente ispirati da Apollo, Dioniso, Afrodite e le Muse. Un uomo che candidamente confessa di sentire la voce di un daimon personale, inibitivo e proibitivo, al quale anche oggi noi dovremmo continuare a credere e dare ascolto, secondo «psicologi» come Hillmann e «libri» come Il codice dell´anima.
Questa è dunque la Grecia che ci viene presentata in opere che, lungi dal costituire oggetti d´analisi nei reparti di psichiatria e neurologia, rimangono invece soggetti di studio nei dipartimenti di letteratura e filosofia. Con buone ragioni, naturalmente, perché educando all´irrazionalità si concima il terreno sul quale attecchiscono e prosperano, ad esempio, le redditizie imprese della religione e della magia. Non è un caso, dunque, che Giovanni Reale rilegga, in Corpo, anima e salute, Omero e Platone come tappe di un percorso che porta dritto al cristianesimo, e che Giuseppe Bertagna imponga, per la controriforma della scuola inferiore, la cancellazione dell´evoluzionismo dai programmi per «dare spazio al mito e ai racconti delle origini».
Ma, come la Luna, anche la cultura greca ha una faccia nascosta, pari in estensione e interesse a quella perennemente visibile dell´irrazionalismo umanistico. È la faccia del razionalismo scientifico, senza il quale non sarebbe possibile la tecnologia che domina la vita di tutti noi, irrazionalisti compresi, e che costituisce la vera radice della nostra civiltà: l´unica che avrebbe veramente senso citare nella futura Costituzione Europea, se questa non venisse scritta sulla base degli strilli dei partiti e dei lamenti delle chiese.
E come sulla faccia visibile della cultura greca svettano l´Iliade e l´Odissea di Omero e i Dialoghi di Platone, così su quella nascosta si ergono maestose le prime sistemazioni della matematica e della logica occidentali: gli Elementi di Euclide e l´Organon di Aristotele, che oppongono i fatti di una cultura alle interpretazioni dell´altra. E questi fatti non sono soggettivi racconti di guerra o di viaggio, né personali opinioni etiche o morali, ma oggettive e impersonali descrizioni di precise scoperte, destinate a rimanere immutabili, e rimaste immutate, nei secoli.
Per non rimanere nel vago, consideriamo ad esempio la visione che avevano del mondo i razionalisti greci di più di due millenni fa. Naturalmente sapevano che la Terra è rotonda, per motivi sia diretti che indiretti: dalla forma dell´ombra che essa proietta durante le eclissi di Luna, alla graduale sparizione delle navi all´orizzonte. Persino le dimensioni terrestri erano note con ottima precisione, grazie alla proporzione stabilita da Eratostene tra l´intera circonferenza e il suo arco compreso tra Alessandria e Siene (vicina all´odierna Assuan), da lui valutato in base ai cinquanta giorni necessari per andare in cammello tra le due città. La proporzione era stata calcolata misurando l´ombra di un bastone ad Alessandria nel giorno del solstizio d´estate, quando si sapeva che a Siene l´ombra sarebbe stata nulla perché i raggi di Sole entravano a perpendicolo in un pozzo: una meravigliosa combinazione di teoria e pratica, che portò a una stima corretta di circa 40.000 chilometri per la circonferenza terrestre.
Ancora più stupefacente, perché basata sulla pura deduzione, fu l´intuizione dell´esistenza dell´America da parte di Ipparco. Egli la dedusse dalla notevole diversità delle maree degli Oceani Atlantico e Indiano, osservate dagli esploratori che si erano spinti da un lato verso l´Europa settentrionale nella spedizione di Pitea, e dall´altro verso l´Asia al seguito di Alessandro Magno: diciassette secoli prima di Cristoforo Colombo, e a differenza di lui, Ipparco aveva già capito che maree così diverse impedivano all´oceano a ovest di Gibilterra di essere lo stesso che stava a est dell´India, e che le due masse d´acqua dovevano essere divise da un immenso continente che le separasse come compartimenti stagni.
Per buona misura, e usando solo gli scarsi dati astronomici disponibili, Ipparco riuscì anche a dimostrare la precessione degli equinozi: quello, cioè, che Il mulino di Amleto di Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend chiama «il più grandioso dei fenomeni celesti». Grandioso o no, il moto a trottola dell´asse terrestre rende comunque sbagliati di una casa tutti i segni zoodiacali oggi usati per i loro oroscopi dagli astrologi del mondo intero, ancora fermi alle case in voga nell´antichità: con quanta accuratezza per le loro «previsioni», si può facilmente immaginare.
Ma, almeno, gli astrologi si limitano a turlupinare gli allocchi, senza pretendere di imprigionare, torturare e bruciare sul rogo le persone intelligenti e i loro libri. La Santa Inquisizione, invece, imbastì quattro secoli fa idioti processi a Giordano Bruno e Galileo Galilei, accusati di sostenere che la Terra girava intorno al Sole, e non viceversa: cosa già nota ad Aristarco nel terzo secolo prima dell´Era Volgare, e usata da Archimede nell´Arenario. E poiché nessun regime o ideologia ha il monopolio della stupidità, anche Aristarco era stato accusato dagli stoici di aver minato le fondamenta della religione e dell´astrologia: d´altronde, già nel 432 prima dell´Era Volgare dubitare del soprannaturale e insegnare l´astronomia erano divenuti ad Atene reati perseguibili penalmente.
Oggi, naturalmente, anche i «selvaggi del Madagascar» sanno che la Terra è rotonda e gira attorno al Sole, o che esiste l´America, ma questo non basta alla maggioranza per dedurre che non sono i racconti, i miti e le superstizioni a descrivere correttamente il mondo, bensì la scienza, la matematica e la logica. D´altronde, poiché la statistica ci dice che metà della popolazione ha un´intelligenza inferiore alla media, dobbiamo attenderci che essa si impegni a rendere il più dura possibile la vita all´altra metà, che fa invece il possibile per rendere la vita meno dura per tutti. In fondo, come osservava Coleridge in una Conversazione a tavola, tutti gli uomini nascono aristotelici o platonici, cioè razionali o irrazionali: le opinioni e le interpretazioni difficilmente interesseranno i primi, e i fatti e le dimostrazioni non convinceranno mai i secondi.

anoressia e bulimia
medicina cinese
serial killer

tre articoli ricevuti da Piergiuseppe Cancellieri

Il Mattino lunedì 10 maggio 2004
INCONTRI DI SALUTE MENTALE
Anoressici e bulimici
anche i ragazzi presi dal male oscuro


Soffrono sempre più spesso di anoressia, bulimia, depressione. Tentano il suicidio. E, sempre di meno, parlano con il loro genitori. Hanno meno di 18 anni e a Salerno come in provincia, sono proprio loro, gli adolescenti, i protagonisti di una realtà tutta in salita. Fatta di patologie psichiche gravi, come la depressione. E di isolamento dal loro nucleo familiare. Fatta di una richiesta di aiuto il cui linguaggio di espressione, spesso, è rappresentato dalla violenza.
La II edizione di «Incontri... Giornate di formazione in tema di salute mentale», organizzata dal Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl Sa 2 e dalla Casa di Cura «La Quiete», e conclusasi ieri (350 operatori provenienti da tutt’Italia) ha significato anche questo. Fare un quadro di cosa è oggi il disagio psichico. E di come si potrebbe davvero curarlo. Con «Schizzo», ad esempio. Personaggio di un cartone animato che riproduce in tutto e per tutto le fattezze di Einstein. Proprio lui, lo scienziato degli scienziati non riconosce più la sua formula, davanti ad un incrocio non ricorda più quale direzione seguire, e davanti ad uno specchio non si riconosce più. Il Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl Sa 1, una delle forme del disagio psichico, ha deciso di combatterlo così: con un cartone animato realizzato, con la computer grafica, da chi soffre di schizofrenia e psicosi gravi. Non solo.
La cura di patologie come la depressione, «Incontri» ha dimostrato che si può affidare anche alla preparazione di una pizza, nel cuore del centro storico. Lì persone che la loro vita l'avevano vista interrotta, hanno ripreso a vivere. Lo hanno fatto dopo aver seguito un corso di formazione professione per pizzaioli e con una serata, «La pizza... che pazzia», che ha richiamato centinaia di salernitani. Vincenzo De Leo, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl Salerno 2, parla chiaro. «La percentuale di persone tra i 16 ed i 25 anni che soffre di disturbi gravi dell'alimentazione, come anoressia o bulimia, si aggira sul 10%, quella che chiama in causa disagi legati al cibo, detatti da diete e quant'altro, supera il 50% - dice - un quadro che negli ultimi anni presenta due novità: l'aumento di uomini che soffrono di queste patologie ed un innalzamento dell'età che arriva anche ai 35-40 anni». Persone, dice De Leo, che non chiedono aiuto perché il loro obiettivo, in fondo, è quello di annullarsi.

Yahoo! Salute lunedì 10 maggio 2004
Il Pensiero Scientifico Editore
Maggiore accesso alla medicina cinese
di Erica Villa


L’Italia e la Repubblica Popolare Cinese hanno concordato a Milano un Piano d'Azione Comune sulla ricerca biomedica sottoscrivendo due “Memorandum di Intesa” per promuovere in Italia ed Europa la possibilità di accedere a farmaci della medicina tradizionale cinese.
Addentrarsi nella storia della Cina porta alla scoperta di una cultura ricchissima in cui il medesimo concetto di salute, che risale all'origine stessa di questa civiltà, si è mantenuto inalterato nel tempo. Ne sono testimonianza le tracce nelle ossa o nei gusci di tartaruga di ideogrammi raffiguranti questi strani per noi utensili alla salute: gli aghi. Venivano quindi già utilizzati agli albori, nel periodo neolitico (8000 a.C.). I primi aghi ritrovati non sono certo quanto di più raffinato o smussato si possa immaginare: grossi utensili ricavati da ossa animali, da pietre o dal bambù, con le punte arrotondate, o appena affilate, che evidentemente assolvevano lo scopo per cui erano stati ideati, riequilibrare le energie del corpo riportandolo alla salute.
Secondo la tradizione cinese la salute è l'armonia e l'equilibrio tra le varie componenti dell'uomo stesso: organi, visceri, tessuti, della sua parte fisica e di quella mentale e tra l'uomo e l'ambiente che lo circonda. La malattia, al contrario, è la rottura di questo equilibrio. Il primo passo verso la malattia è lo squilibrio energetico: anatomicamente non si riscontra nulla, gli esami ematologici, radiografici e tutti gli altri sono a posto, ma l'individuo sta male.
Il ministro della Salute Girolamo Sirchia ha incontrato, presso la Prefettura milanese, il vice ministro cinese della Sanità Gao Quiang, il vice direttore generale dell'Amministrazione Statale per la Medicina tradizionale cinese, Fang Shuting e il vice commissario dell'Amministrazione Statale per i Farmaci e gli Alimenti, Shao Mingli. Con il vice ministro Gao Quiang, Sirchia ha siglato il Piano d'Azione Comune, relativo agli anni 2004-2006, su quattro aree di ricerca prioritarie: trattamento delle malattie del sangue; trattamento del cancro; trasfusioni di sangue, terapie con cellule staminali e trapianti cellulari; medicina d' urgenza.
La cooperazione si svilupperà attraverso scambi di conoscenze, l'organizzazione di seminari, corsi di formazione e di aggiornamento oltre che attraverso scambio di esperti. Il trattamento delle malattie del sangue vedrà impegnato, per l'Italia, l'Istituto Mediterraneo di Ematologia e per la Cina il Centro di Ematologia e di Oncologia dell'Ospedale pediatrico di Pechino. Del trattamento del cancro si occuperanno l'Associazione cinese della lotta contro il cancro e il network italiano Alleanza contro il cancro.
Il primo Memorandum di Intesa si propone, come precisa una nota del ministero, di promuovere un'ampia possibilità di accesso dei prodotti della medicina tradizionale cinese, fabbricati in Cina, nel mercato comunitario attraverso una registrazione italiana e di sviluppare programmi di cooperazione attiva su trattamenti medici, educazione e ricerca scientifica al fine di favorire una corretta utilizzazione dei prodotti della medicina tradizionale cinese. Quanto al secondo Memorandum di Intesa, si propone l'obiettivo - prosegue la nota - di attuare uno scambio di informazioni su leggi e regolamenti relativi alla gestione dei farmaci, agli standard, alla registrazione, ai requisiti tecnici per la valutazione e la buona pratica di fabbricazione, in modo di favorire la collaborazione nel settore della gestione dei farmaci.
La collaborazione riguarderà anche i prodotti erboristici medicinali tradizionali, l'individuazione di procedure semplificate per la registrazione dei prodotti medicinali tradizionali cinesi nell’Unione Europea, studi preclinici e sperimentazioni cliniche per la registrazione di prodotti antimalarici.

sanihelp.it 10.5.04
Nella testa del mostro: tutti i perchè di un serial killer
 
Chi sono gli assassini che dalle pagine di cronaca nera terrorizzano la società con efferati delitti seriali? Cosa scatta nella testa del serial killer prima di colpire? Sanihelp.it ha posto questi interrogativi a un esperto criminologo, per scoprire se il mostro può essere vicino a noi
di Silvia Nava


Il primo è stato Jack Lo Squartatore nel 1888. Il primo pluriomicida seriale della storia. Allora si diceva così, perchè il termine serial killer è stato coniato dopo, negli anni ’50.
Da quel momento in poi, comunque, la figura del serial killer è sempre stata circondata da un alone di orrore ma anche di curiosità.
-Ma chi è davvero il serial killer?
Lo abbiamo chiesto al professor Ernesto Ugo Savona, ordinario di criminologia e sociologia del diritto alla facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica del S.Cuore di Milano, e membro dell'European Sociey of Criminology.
«Pur nella complessità e nelle differenze da caso a caso, molto semplicemente il serial killer non è una persona normale, anche se poi bisognerebbe indagare quale sia il concetto di normalità, se esiste. Si può individuare un fattore di riconoscimento comune: tutti i serial killer hanno avuto seri problemi nell’infanzia e nell’adolescenza, nel rapporto con gli altri ma soprattutto con la madre».
La non risoluzione di questo conflitto, spiega Savona, «è dimostrata dal fatto che i serial killer uccidono quasi sempre donne, spesso prostitute o sconosciute a caso». Vittime ignare, che hanno la sfortuna di risvegliare il mostro nascosto in questi individui.
Il manifestarsi della follia omicida dei serial killer, infatti, non è un percorso costante.
Da quando qualcosa nella loro anima si è spezzato, possono passare anni prima che la loro patologia si manifesti.
«Si tratta di fasi altalenanti, chiamate stop and go, caratterizzate da momenti di furia subito seguiti da periodi di calma, durante i quali il serial killer conduce la vita di sempre».
-Allora è possibile che un serial killer si nasconda dietro la porta accanto, o peggio in modo latente in ognuno di noi?
«Il serial killer non può essere la persona qualunque vicino a noi, anche se comunque non lo riconosceremmo. Il serial killer ha subìto traumi così forti da arrivare a possedere la capacità di uccidere, dieci o anche cento volte. Nessuno se non in quelle condizioni ci riuscirebbe».
-Ma quali sono i traumi in grado di scatenare una disperazione e una rabbia così profonde?
«Si tratta di traumi infantili, violenze fisiche, psicologiche o sessuali subite quasi sempre in ambito familiare o vissute come spettatore inerte. In particolare pesano i rapporti conflittuali vissuti con la madre o altre donne, e i rapporti negativi con il padre. Si tratta sempre di rotture a livello psicologico».
-Non ci sono corrispondenze fisiologiche o mediche che individuino un serial killer?
«No, al massimo la presenza di problemi di impotenza sessuale (che però a sua volta ha quasi sempre cause psicologiche). Invece, a livello di rapporti interpersonali, i disagi sono enormi».
Conflitti irrisolti con la madre, omicidi prevalentemente femminili …
-Perché il serial killer è quasi sempre un uomo?
La risposta è semplice, ma nasconde un universo complesso:
«La struttura della donna è totalmente diversa, e così la sua psiche. Una donna non vive la conflittualità con la figura materna, e non prova quel bisogno di sopraffare e di dominare che invece l’uomo sfoga ai danni dell’altro sesso. I casi di serial killer donne sono rarissimi, e motivati da altre cause».
Leggendo i numerosi casi clinici dei mostri della nostra storia, si percorrono storie efferate, di incredibile violenza e ferocia. La condanna a questi delitti è unanime.
Eppure, dai racconti di ex-serial killer ormai arrestati emerge sempre l’aspetto tragico dei soprusi subiti, della disperazione senza fondo che hanno provocato.
-Il serial killer è anche una vittima?
«Il serial killer è vittima, mostruosa quanto si vuole ma vittima, di una società violenta a sua volta. Bisognerebbe spezzare questo filo rosso».
Purtroppo però il serial killer viene riconosciuto solo quando lo è già diventato, quando ha già compiuto le sue vendette contro la società, e il suo destino è un carcere a vita che non si preoccuperà certo di recuperarlo.
-Non esiste un modo per salvare la persona prima che il mostro venga allo scoperto?
«Il modo, forse, ci sarebbe. Si tratterebbe di fare un investimento, in termini di formazione e informazione, su genitori e insegnanti. Cioè sulle persone che vivono da vicino la crescita di un bambino, e potrebbero individuare eventuali campanelli d’allarme, come comportamenti violenti verso gli altri bambini o gli animali».
Un grosso impegno, che per ora hanno raccolto in pochi.