Repubblica Salute 10.2.05
Il maschio italico "perde colpi"
FRA LE lenzuola i maschi italiani "perdono colpi": un'indagine su 20 mila uomini (11-70 anni) della Società Italiana di Andrologia segnala che il 21,4% sotto i 40 anni soffre di eiaculazione precoce (il 26,4% lamenta impotenza sessuale). Il 52,7% ha 1-2 rapporti al mese. Il 23% si è dichiarato insoddisfatto delle dimensioni del pene. Un problema psicologico: la lunghezza media è risultata di 13,5 cm (20-49 anni ) e la circonferenza 9,3 cm tra i 20 e i 29 anni: misure normali.
Maschi, la "libido" mancante
In media 6 adulti su 100 soffrono di ipogonadismo, carenza di testosterone. Ma si può misurare
di Antonio Caperna
Infertilità, alterazioni nella distribuzione di grasso, del tono dell'umore e cognitivi, diminuzione della forza muscolare, disturbi nella mineralizzazione dell'osso fino ad arrivare all'osteoporosi, anemia. Numerose alterazione ma un vero campanello d'allarme: i disturbi sessuali. Nel 30% dei casi, infatti, chi si rivolge al medico per problemi di disfunzione sessuale risulta affetto da ipogonadismo (ridotta funzione del testicolo), cioè da carenza di testosterone.
Poiché alcuni sintomi sono lievi, a cominciare dalla stanchezza e dalla depressione, spesso è difficile la diagnosi di una patologia che in Italia colpisce in media il 6% degli uomini adulti.
I dati sono evidenti: la frequenza di ipogonadismo tra i pazienti con disturbi sessuali risulta 5 volte maggiore rispetto alla popolazione adulta. Ad affermarlo uno studio dell'Unità di Andrologia di Firenze, condotto su 1300 adulti, Un'ulteriore conferma arriva dai risultati relativi a circa 20 mila uomini visitati dal 2001 al 2003 durante la Settimana della prevenzione andrologica patrocinata dalla Sia (Società italiana di andrologia): "Mediamente", afferma Vincenzo Gentile, presidente Sia, "oltre il 20% dei pazienti osservati lamenta un calo della libido ed è probabile che in questi casi vi sia una diminuzione del testosterone".
Per questo, ha proposto l'esperto, un dosaggio dei livelli di testosterone circolante "dovrebbe essere un test di routine". L'ormone viene prodotto nelle isole di Leydig da cellule che contengono specifici enzimi; si ha ipogonadismo quando il testosterone, misurato almeno 2 volte nel sangue, è minore di 7 nanomoli litro oppure inferiore a 10-12 nanomoli ma ci sono anche i sintomi. "Il rischio della patologia aumenta di quasi 2 volte se si è over 60, di 3 volte se si è in sovrappeso (BMI oltre 25) e di 4 volte se c'è poco ormone LH nell'organismo", aggiunge Mario Maggi, ordinario di Endocrinologia dell'Università di Firenze, "Inoltre l'ipogonadismo lega l'erezione alla sessualità, perché l'assenza di testosterone può causare la mancata risposta ai farmaci per la disfunzione erettile".
Il testosterone inizia a diminuire fisiologicamente dopo i 40 anni dell'1-2% l'anno. Il calo dell'attività delle gonadi con conseguenze sulla fertilità, dopo i 50 anni prende il nome di PADAM, Partial Androgen Deficiency af Aging Male.
Disfunzione erettile, senso di "inferiorità"
Indagine Censis Interviste a 18 uomini: ci si confida all'amico
Dopo 4 anni, il Censis, su incarico della Pfizer, ha realizzato un nuovo studisulle difficoltà sessuali, in particolare sulle disfunzioni erettili (DE). Il sondaggio ha coinvolto 18 uomini, 11 cosiddetti "sani" (32-70 anni) e 7 "malati" (31-70 anni). Con l'età e l'istruzione aumenta la indicazione del problema. I "sani" esprimono una posizione, in apparenza, più aperta e "ragionevole". Gli altri, più informati, ne propongono la carica dirompente (senso di "inferiorità"). Resta il valore della prestazione sessuale. Ambivalente la rappresentazione della donna: materna e accogliente da una parte, e dall'altra capace di inibire il maschio, accentuandone ansie di prestazione e timori.
Tra gli incubi patologici dei maschi figurano tumore (anche prostata), infarto, Aids, ma mai i disturbi sessuali. Qui il campo delle patologie è rappresentato quasi esclusivamente da eiaculazione precoce ( ritenuta meno grave) e disturbi dell'erezione. Si rintraccia una maggiore "facilità" a riconoscere e ad accettare le manifestazioni della disfunzione erettile di natura organica, fisiopatologiche. Emerge una maggiore problematicità nell'accoglienza della "natura psicologica" del disturbo.
Ma a chi parlarne? Prima l'amico (alla partner non si può nascondere!), poi il medico (urologo in primis, ma anche psicologo).
Differenze sul fronte di diagnosi e prognosi: più nitide e definite quelle legate alla sfera fisica e farmacologica; più sfumate quelle psicologiche.
Le cure: la DE è percepita come un disturbo di cui manca una terapia/cura specifica. Rimane, allora, il farmaco, su cui anche i "sani" non hanno prevenzioni, a cominciare da quello più conosciuto, il Viagra (dal 1998 in Italia).
Come va a letto?
Un sistema semplice ma che può dare risultati interessanti. Abbiamo rivisitato due questionari affinché lei, lui e la coppia possano fare una importante autodiagnosi Indice e quoziente di soddisfazione per valutare la propria sessualità
di Aldo De Rose * e Roberta Giommi **
Ci sono vari modi per avvicinarsi ad una valutazione della propria sessualità: tenere un diario della vita sessuale, fare una consultazione da un esperto, usare questionari strutturati che ci permettano di realizzare, una prima, parziale, oggettivazione del fenomeno. A livello informativo è importante offrire la conoscenza degli strumenti sempre con una consapevolezza di fondo che occorre relativizzare i risultati di un test "fai da te" perché crea una prima scala di valutazione, lasciando da costruire cosa si può fare di utile. Potremmo dire che il test somiglia ad una autodiagnosi rassicurante ma può essere anche un oggetto di preoccupazione. In entrambi i casi può trasformarsi in un utile strumento di riflessione, di dialogo e di cambiamento.
Di recente è stato presentato un questionario di valutazione del Quoziente sessuale, rivolto ai maschi. Noi - in occasione di San Valentino - l'abbiamo rivisitato con un test di valutazione più "antico", in uso all'Istituto Internazionale di Sessuologia. In questo modo alle domande (differenziate) possono rispondere anche le donne e le coppie. Ma vediamo come sono nati i due diversi metodi.
L'indice di soddisfazione
Walter Hudson ha elaborato un test (
The Index of Sexual Satisfaction), rivisitato in Italia da Cryteria, che è rivolto alle coppie. Si risponde in modo rapido a 25 affermazioni collocando la propria valutazione in una scala di sette possibilità rappresentate da: 1) mai, 2) di rado, 3) poche volte, 4) qualche volta, 5) abbastanza spesso, 6) frequentemente, 7) sempre. Elaborando al computer i dati ottenuti si giunge ad una valutazione che permette di ipotizzare l'assenza di problemi, la presenza di un disagio al limite della norma, la presenza diproblemi sessuali di rilievo clinico, l'esistenza di gravi problemi nella sfera sessuale. Attraverso questo strumento, usato con la collaborazione di un consulente sessuale come avviene all'Istituto, si riesce a restituire alle persone che consultano una dimensione realistica del problema.
Lo scopo è di anticipare una consapevolezza, di integrare la raccolta dell'anamnesi sessuale e di far misurare ai pazienti la dimensione del problema portato in consultazione per poi affrontarlo insieme.
Il Quoziente di soddisfazione
Al settimo Congresso di sessuologia clinica, a Londra, una sessuologa brasiliana, Carmita Abdo, ha invece presentato un questionario per la valutazione del Quoziente Sessuale (Q.S.). Entriamo così, anche per la sessualità, nella tradizione del metodo valutativo, il capostipite è il Quoziente Intellettivo (Q.I.) oggetto di aspre battaglie per la preoccupazione che oggettivasse un unico modello di intelligenza. A questo si è aggiunto il Q.E., Quoziente Emotivo, che indica la misurazione e la quantità di competenze introspettive, intuitive e relazionali. Oggi possiamo ricorrere al Quoziente Sessuale (Q.S.) per avere idee più chiare sulla propria performance.
Il questionario - che noi abbiamo integrato - originariamente si rivolge al maschio e cerca di indagare la sintonia di coppia nella sessualità. Il test è composto da 10 domande. Dalle risposte si ottiene un punteggio matematico per valutare la qualità del sesso e verificare cosa il maschio pensa della partner e della sessualità di coppia. Al centro le domande riferite alla capacità di ottenere e mantenere una erezione, ma gli altri quesiti tendono a rendere comprensibili le cause di una cattiva o buona sessualità con domande riferite per esempio al sex appeal della partner, alla validità dei preliminari, alla performance sessuale femminile. Sotto la lente della dottoressa Abdo sono state osservate sia le cause organiche che psicologiche e relazionali del fallimento e della mancanza di piacere nel rapporto. Un congresso medico che oggi si occupa di sessuologia clinica, non può trascurare gli aspetti psicologici del deficit sessuale maschile.
Il primo quesito della dottoressa brasiliana è riferito alla dimensione del desiderio e del piacere di una ricerca sessuale. Il maschio viene poi guidato a porsi degli interrogativi che inducono 4 tipi di riflessione:
1) la conoscenza della modalità attraverso la quale il sesso accade;
2) la presenza di libido e la competenza a stimolare il desiderio della partner;
3) la consapevolezza o ignoranza del significato dei preliminari scambiati all'inizio dell'atto sessuale;
4) l'esistenza di circostanze facilitanti come essere stimolati fisicamente e essere gratificati dal piacere della partner.
Compare questa attenzione significativa al piacere della partner: l'orgasmo durante la penetrazione e l'anorgasmia femminile stanno diventando in modo sempre più significativo indice dell'eccitazione e del piacere maschile. Il maschio è il protagonista di questa indagine che noi abbiamo bilanciato con domande con trasformate al femminile. Il risultato che possiamo ipotizzare è che il maschio diventi consapevole dello stato di salute della sua sessualità, che la donna trovi risposte costruttive e che la coppia attraverso il dialogo migliori la propria sessualità.
* Urologo e Andrologo,
osp. San Martino, Genova,
** Istituto Intern. Sessulogia
E adesso arriva anche il gel con l'ormone
Il calo dell'attività delle gonadi dopo i 50 anni (la Padam) non è la "menopausa maschile": il calo degli ormoni è graduale ed è variabile tra gli uomini, ma ci sono ugualmente profondi cambiamenti fisici e psicologici. Dopo le terapie con iniezioni intramuscolo, orali e con cerotto, ora è disponibile in gel che "risulta più adatto; l'ormone viene assorbito dalla cute e rilasciato lentamente", specifica l'urologo Vincenzo Mirone, (Federico II di Napoli).