il Riformista 7.3.03
L'intensa limpidezza di Maya Sansa
Ha vinto L'Efebo D'oro ad Agrigento, poco prima il Pasinetti a Venezia. Ma i premi non contano quasi mai, specie nel cinema. Per questo, più che il palmares, di Maya Sansa devi andare a cercare la limpidezza intensa di un sorriso misteriosamente «aperto», che sa però incresparsi. Dolcissima ne «La meglio gioventù», implacabile in «Buongiorno, notte», Maya Sansa è – con la Mezzogiorno – l'attrice più ispirata del nuovo cinema italiano. La sua biografia non ha nulla di speciale: ha studiato all'Accademia di Londra, ha conosciuto il padre iraniano a 15 anni, a scoprirla è stato Bellocchio ne «La balia». La sua intensità, sul grande schermo, nasce da occhi e lineamenti immacolati. Capaci, perfino, di essere credibili nell'atto di sognare Lenin. E commuoversi.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»
L'ASSOCIAZIONE CULTURALE
martedì 7 ottobre 2003
Buongiorno, notte a Bruxelles
ANSA
EUROPALIA: Un progetto internazionale per rilanciare il cinema italiano all’estero.
diFrancesca Calmieri
Roma 2 ottobre - Divulgare e valorizzare la cultura e il cinema italiano all’estero: questo l’obbiettivo di Europalia che sotto il titolo "Passato e presente del cinema italiano", dal 9 ottobre all’11 novembre, nella sala Grand Eldorado del cinema UGC De Brouckère, il più grande di Bruxelles, ripercorrerà sessant’anni di storia cinematografica italiana - dal dopoguerra ai nostri giorni - con oltre 60 film divisi in tre categorie.
La prima, Il cinema d’oggi, comprende una selezione delle pellicole più rappresentative della produzione del biennio 2002-2003, con un occhio attento ai nuovi talenti e al loro modo di esprimere i problemi della società attuale. Tra i titoli, “Buongiorno, notte” di Marco Bellocchio, “Da zero a dieci” di Luciano Ligabue, “El Alamein” di Enzo Monteleone, “Il cuore altrove” di Pupi Avati e “Ilaria Alpi” di Vicentini Orgnani. (...)
La manifestazione è stata organizzata dal Presidente di Sintesi Europa Mariella Braccialini con la collaborazione di Italia Cinema, del Centro Sperimentale e di Cinecittà Holding
EUROPALIA: Un progetto internazionale per rilanciare il cinema italiano all’estero.
diFrancesca Calmieri
Roma 2 ottobre - Divulgare e valorizzare la cultura e il cinema italiano all’estero: questo l’obbiettivo di Europalia che sotto il titolo "Passato e presente del cinema italiano", dal 9 ottobre all’11 novembre, nella sala Grand Eldorado del cinema UGC De Brouckère, il più grande di Bruxelles, ripercorrerà sessant’anni di storia cinematografica italiana - dal dopoguerra ai nostri giorni - con oltre 60 film divisi in tre categorie.
La prima, Il cinema d’oggi, comprende una selezione delle pellicole più rappresentative della produzione del biennio 2002-2003, con un occhio attento ai nuovi talenti e al loro modo di esprimere i problemi della società attuale. Tra i titoli, “Buongiorno, notte” di Marco Bellocchio, “Da zero a dieci” di Luciano Ligabue, “El Alamein” di Enzo Monteleone, “Il cuore altrove” di Pupi Avati e “Ilaria Alpi” di Vicentini Orgnani. (...)
La manifestazione è stata organizzata dal Presidente di Sintesi Europa Mariella Braccialini con la collaborazione di Italia Cinema, del Centro Sperimentale e di Cinecittà Holding
Luigi Cancrini:
«la formazione degli psichiatri e degli psicologi
avviene oggi fuori delle Università»
L'Unità lunedì 6 ottobre 2003
da "Strana democrazia quando in tv parla uno solo"
di Luigi Cancrini
(...)
Perché una differenza profonda c'è, in fondo, tra il torto fatto a me e quello fatto a Massimo Fini nella misura in cui la conventio ad excludendum di un gruppo di professori universitari impedisce sì l'accesso alle cattedre e il diritto all'insegnamento ad un gruppo di persone che hanno il grave torto di essere un po' più impegnate e preparate di loro, ma ricade alla fine proprio su quei professori che contano qualcosa, in fondo, solo se insegnano bene e fanno ricerche interessanti ma che finiscono per non contare nulla, alla fine, se propongono prodotti scadenti: come accade a tutti quelli che pretendono di intervenire sui probemi umani senza interessarsi ai contesti in cui questi problemi si determinano. La formazione degli psichiatri e degli psicologi che vogliono lavorare, nei servizi o in pratica privata, su standard accettabili per la cultura media delle persone che leggono un libro, avviene oggi fuori delle Università nelle scuole private di psicoterapia e negli aggiornamenti basati sulla supervisione dei casi e chiede, spesso, uno sforzo di pura e semplice cancellazione delle quattro stupidaggini apprese al tempo dell'università da quel gruppo di uomini presuntuosi ed arroganti (...)
da "Strana democrazia quando in tv parla uno solo"
di Luigi Cancrini
(...)
Perché una differenza profonda c'è, in fondo, tra il torto fatto a me e quello fatto a Massimo Fini nella misura in cui la conventio ad excludendum di un gruppo di professori universitari impedisce sì l'accesso alle cattedre e il diritto all'insegnamento ad un gruppo di persone che hanno il grave torto di essere un po' più impegnate e preparate di loro, ma ricade alla fine proprio su quei professori che contano qualcosa, in fondo, solo se insegnano bene e fanno ricerche interessanti ma che finiscono per non contare nulla, alla fine, se propongono prodotti scadenti: come accade a tutti quelli che pretendono di intervenire sui probemi umani senza interessarsi ai contesti in cui questi problemi si determinano. La formazione degli psichiatri e degli psicologi che vogliono lavorare, nei servizi o in pratica privata, su standard accettabili per la cultura media delle persone che leggono un libro, avviene oggi fuori delle Università nelle scuole private di psicoterapia e negli aggiornamenti basati sulla supervisione dei casi e chiede, spesso, uno sforzo di pura e semplice cancellazione delle quattro stupidaggini apprese al tempo dell'università da quel gruppo di uomini presuntuosi ed arroganti (...)
standing ovation per Marco Bellocchio e Maya Sansa ad Annecy
(ricevuto da Francesco Giannelli)
Il Giornale, domenica 5 ottobre 2003
FESTIVAL
Ad Annecy vince «II dono» ma spopola Bellocchio
di Luca Telese, nostro inviato a Annecy
Si, qualcosa sta cambiando per il cinema italiano all'estero: standing ovation per Buongiorno, notte e cinque minuti di applausi ininter- rotti, prima e durante i titoli di coda per Marco Bellocchio e Maya Sansa (presenti in sala). Applausi e lacrime di commozione per Marco Giordana e la sua Meglio gio ventù. Sala piena per Gli indesiderabiii di Salvatore Scimeca, che ha ottenuto il premio Sergio Leone, con i suoi gangsters invecchiati «girati all'americana e raccontati all'europea». Ovazioni per Mimmo Colapresti che qui in Francia ormai è di casa, due repliche per il suo La felicità non costa niente.
Forse è proprio vero che per vedere meglio le cose vicine bisogna allontanarsi; forse per capire Io stato di salute del nostro cinema è davvero utile attraversare le Alpi. Ad Annecy; dal 1982, si celebra il festival del cinema italiano in Francia, e l'edizione di quest'anno (che si chiude stasera), ha segnato un piccolo successo di pubblico e di critica; titoli e titoli sui giornali per «Bellocchiò» che amva tra due mesi sugli schemi d'oltralpe ma è già celebratissimo. Ieri mattina, all'incontro del regista e della sua attrice-musa (Maya Sansa è già «di casa», anche per via del suo ragazzo, un attore francese), con il pubblico dei festival, l'ora di dibattito prevista dagli organizzatori è letteralmente volata. E quando una signora ha detto a Beffocchio «Mi pare che lei abbia demonizzato i brigatisti» al regista non è parso vero «Meno male che me lo dice, signora - ha sorriso, rispondendo in francese - perché in Italia mi accusano del contrario: io invece ho voluto che fosse chiaro un giudizio di condanna, ma ho dipinto dei personaggi, che di fronte a una scelta drammatica reagiscono con la. complessità, nella diversità dei caratteri, e sono in un rapporto dialettico tra loro».
Insomma, se non è una «renaissance», non c'é dubbio che sia un momento magico: il festival diretto da Pierre Franceschini e Jean Gili ha portato in Francia ottanta pellicole e occupato sette sale della cittadina dell'alta Savoia: e al Centre Bonlieu (cuore dei festival) sono arrivati non solo film, ma anche libri italiani, e persino una bellissima mostra con i costumi orignali dei film di Pierpaolo Pasolini. (...) il nuovo che avanza, ad Annecy non è un fuoco di paglia.
Il Giornale, domenica 5 ottobre 2003
FESTIVAL
Ad Annecy vince «II dono» ma spopola Bellocchio
di Luca Telese, nostro inviato a Annecy
Si, qualcosa sta cambiando per il cinema italiano all'estero: standing ovation per Buongiorno, notte e cinque minuti di applausi ininter- rotti, prima e durante i titoli di coda per Marco Bellocchio e Maya Sansa (presenti in sala). Applausi e lacrime di commozione per Marco Giordana e la sua Meglio gio ventù. Sala piena per Gli indesiderabiii di Salvatore Scimeca, che ha ottenuto il premio Sergio Leone, con i suoi gangsters invecchiati «girati all'americana e raccontati all'europea». Ovazioni per Mimmo Colapresti che qui in Francia ormai è di casa, due repliche per il suo La felicità non costa niente.
Forse è proprio vero che per vedere meglio le cose vicine bisogna allontanarsi; forse per capire Io stato di salute del nostro cinema è davvero utile attraversare le Alpi. Ad Annecy; dal 1982, si celebra il festival del cinema italiano in Francia, e l'edizione di quest'anno (che si chiude stasera), ha segnato un piccolo successo di pubblico e di critica; titoli e titoli sui giornali per «Bellocchiò» che amva tra due mesi sugli schemi d'oltralpe ma è già celebratissimo. Ieri mattina, all'incontro del regista e della sua attrice-musa (Maya Sansa è già «di casa», anche per via del suo ragazzo, un attore francese), con il pubblico dei festival, l'ora di dibattito prevista dagli organizzatori è letteralmente volata. E quando una signora ha detto a Beffocchio «Mi pare che lei abbia demonizzato i brigatisti» al regista non è parso vero «Meno male che me lo dice, signora - ha sorriso, rispondendo in francese - perché in Italia mi accusano del contrario: io invece ho voluto che fosse chiaro un giudizio di condanna, ma ho dipinto dei personaggi, che di fronte a una scelta drammatica reagiscono con la. complessità, nella diversità dei caratteri, e sono in un rapporto dialettico tra loro».
Insomma, se non è una «renaissance», non c'é dubbio che sia un momento magico: il festival diretto da Pierre Franceschini e Jean Gili ha portato in Francia ottanta pellicole e occupato sette sale della cittadina dell'alta Savoia: e al Centre Bonlieu (cuore dei festival) sono arrivati non solo film, ma anche libri italiani, e persino una bellissima mostra con i costumi orignali dei film di Pierpaolo Pasolini. (...) il nuovo che avanza, ad Annecy non è un fuoco di paglia.
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