La Stampa 19 Febbraio 2004
MARCO BELLOCCHIO E CESARE BATTISTI: I FRANCESI CI GIUDICANO
BUONGIORNO ITALIA
di Cesare Martinetti
MARCO Bellocchio e Cesare Battisti sono i due italiani di cui più si parla in questi giorni a Parigi. Bellocchio è il regista di "Buongiorno notte", il film che ricostruisce e rielabora i 55 giorni di reclusione di Aldo Moro nella «prigione del popolo» delle Brigate rosse osservati dal punto di vista dei quattro carcerieri. Ricostruzione libera, ma realista e spietata («Ha capito di noi cose che noi stessi non avevamo compreso», ha detto Adriana Faranda, una delle brigatiste del caso Moro, citata da Libération) nel mostrare - ha spiegato lo stesso Bellocchio a Le Monde - «la perversa normalità di persone capaci di uccidere a sangue freddo nel nome di un'idea, la loro disumanità totale».
Battisti è l'ex fondatore e leader dei «Pac» (proletari armati per il comunismo), una delle formazioni degli anni di piombo a Milano, responsabile di quattro omicidi e tre ferimenti, condannato a due ergastoli, da ventitré anni latitante di cui tredici a Parigi dove s'è ricostruito una vita e un'identità di scrittore. Giallista, molto apprezzato, pubblicato anche da Gallimard (e in Italia da Einaudi), rielaboratore di storie nere nelle quali fa da sfondo il passato di terrorista e il tumulto sanguinario di quegli anni lontani. Battisti è stato arrestato qualche giorno fa e nel carcere della Santé attende di sapere se ci sarà un nuovo processo (dopo quello che nel '91 respinse la domanda italiana di estradizione) e se dovrà tornare in patria a scontare le sue condanne.
L'Italia e il terrorismo sono due temi che appassionano molto i francesi, fanno colare fiumi di inchiostro, lacerano e dividono, ma soprattutto rivelano quanto siano contradditori, fantastici, addirittura mitologici immagine e giudizi sul nostro paese. Da una parte il bel film di Marco Bellocchio che fa scrivere a Marc Semo su Libération: «Questi terroristi che si arrogavano il diritto di vita e di morte ci sembrano orribili... sul piano politico la loro sconfitta fu totale». Dall'altra la vicenda Battisti, «vittima della vendetta delle camice nere», scrive la stessa Libération che nell'editoriale di ieri attacca il governo francese per l'arresto del terrorista-scrittore: «...è la berlusconizzazione dello spirito giudiziario... si confonde la sanzione con la vendetta». Ora chiunque sappia minimamente come vanno le cose in Italia, sa che parlare di «berlusconizzazione» della giustizia più che sbagliato è ridicolo.
Ora come si puo' allo stesso tempo esaltare il film di Bellocchio che racconta soprattutto - e finalmente - il delirio isolato e sanguinario di «giovani fanatici» (ancora Libération) e al tempo stesso scandalizzarsi se un paese (da sempre e non da quando Berlusconi è al governo) reclama l'estradizione di un condannato per eseguire una legittima sentenza? La spiegazione la leggiamo su l'Humanité che dedica tre pagine al caso: «Battisti è stato condannato nell'87 da un giudice speciale - un tribunale militare - riservato ai processi contro i militanti dell'estrema sinistra». Per far tornare i complicati conti italiani, ai francesi piace pensare che l'Italia degli anni 70-80 fosse come il Cile di Pinochet. Alla faccia di Bellocchio che non se n'era accorto
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»
L'ASSOCIAZIONE CULTURALE
giovedì 19 febbraio 2004
la religione americana:
le nuove liturgie
Virgilio Notizie (APCOM) 19.2.04
USA, NUOVE TENDENZE: SI PREGA AL BAR INVECE CHE IN CHIESA
18/02/2004 - 20:20
Preti musicisti e pubblico di credenti, nuovi modi di preghiera
New York, 18 feb. (Apcom) - Al Bluer di Minneapolis da quattro anni, una volta a settimana, il palcoscenico sul quale si esbiscono gruppi di musica rock e country si trasforma in un pulpito "sui generis". Grazie ad un prete innovatore, John Musick - un cognome del tutto casuale ma perfetto per la situazione - i giovani della città del Minnesota si avvicinano alla religione a ritmo di musica.
T-shirt e blue jeans, seduto alla batteria, il prete intrattiene il pubblico a suon di chitarra. Ma secondo la ricostruzione fornita dal New York Times, il fenomeno sta dilagando in tutto il paese. Le cosidette chiese "emergenti" o "post-moderne" potrebbero rappresentare un nuovo modo di vivere la religione negli Stati Uniti.
Le congregazioni di questo tipo, secondo l'indagine del quotidiano statunitense, seguono l'evangelismo della chiesa protestante e possono utilizzare anche altri metodi per avvicinare nuovi proseliti. Il giornale, citando gli esempi di due congregazioni sttaunitensi, una a Houston in Texas, Ecclesia e l'altra a Santa Cruz in California, scopre il successo dell'operazione. La prima raccoglie grazie alle arti decorative, oltre 400 persone ogni domenica. Chris Seay, 32 anni, e' il prelato che segue le attivita', le persone dipingono ispirate dalla religione.
A Denver si riuniscono allo "Scum of the Earth", letteralmente la feccia del mondo, mangiano pizza e ascoltano musica mixata da un deejay. In alcuni casi vengono rispolverati i rituali religiosi della Chiesa romana prima dell'Illuminismo. Il tutto per avvicinare in un modo singolare nuovi fedeli.
Una crisi di rigetto per le mega cattedrali costruite negli anni ottanta e novanta, luoghi in cui le persone non riescono a trovare la giusta concentrazione e non riesce a pregare in maniera profonda. Secondo il Times e' arrivato il momento in cui i giovani rampanti, rimasti delusi dal mondo del lavoro e dalla crisi finanziaria, cercano di ritrovarsi in un gruppo ristretto di persone di fiducia.
copyright @ 2004 APCOM
USA, NUOVE TENDENZE: SI PREGA AL BAR INVECE CHE IN CHIESA
18/02/2004 - 20:20
Preti musicisti e pubblico di credenti, nuovi modi di preghiera
New York, 18 feb. (Apcom) - Al Bluer di Minneapolis da quattro anni, una volta a settimana, il palcoscenico sul quale si esbiscono gruppi di musica rock e country si trasforma in un pulpito "sui generis". Grazie ad un prete innovatore, John Musick - un cognome del tutto casuale ma perfetto per la situazione - i giovani della città del Minnesota si avvicinano alla religione a ritmo di musica.
T-shirt e blue jeans, seduto alla batteria, il prete intrattiene il pubblico a suon di chitarra. Ma secondo la ricostruzione fornita dal New York Times, il fenomeno sta dilagando in tutto il paese. Le cosidette chiese "emergenti" o "post-moderne" potrebbero rappresentare un nuovo modo di vivere la religione negli Stati Uniti.
Le congregazioni di questo tipo, secondo l'indagine del quotidiano statunitense, seguono l'evangelismo della chiesa protestante e possono utilizzare anche altri metodi per avvicinare nuovi proseliti. Il giornale, citando gli esempi di due congregazioni sttaunitensi, una a Houston in Texas, Ecclesia e l'altra a Santa Cruz in California, scopre il successo dell'operazione. La prima raccoglie grazie alle arti decorative, oltre 400 persone ogni domenica. Chris Seay, 32 anni, e' il prelato che segue le attivita', le persone dipingono ispirate dalla religione.
A Denver si riuniscono allo "Scum of the Earth", letteralmente la feccia del mondo, mangiano pizza e ascoltano musica mixata da un deejay. In alcuni casi vengono rispolverati i rituali religiosi della Chiesa romana prima dell'Illuminismo. Il tutto per avvicinare in un modo singolare nuovi fedeli.
Una crisi di rigetto per le mega cattedrali costruite negli anni ottanta e novanta, luoghi in cui le persone non riescono a trovare la giusta concentrazione e non riesce a pregare in maniera profonda. Secondo il Times e' arrivato il momento in cui i giovani rampanti, rimasti delusi dal mondo del lavoro e dalla crisi finanziaria, cercano di ritrovarsi in un gruppo ristretto di persone di fiducia.
copyright @ 2004 APCOM
il professor Oliveiro e signora
ci spiegano la mente e la sua evoluzione
Repubblica 19.2.04
Guidare piccoli e grandi nella strada della vita non è facile: ecco un manuale per un aiuto in più seguendo lo sviluppo cerebrale
Studiate la mente dei vostri figli
Dal neonato al bambino all'adolescente: ecco le tappe
"Il cervello è come un coltellino svizzero: ha strati che si sviluppano secondo l'età"
Sapere cosa vedono, come pensano, perché urlano, piangono o ridono è indispensabile
di AMBRA SOMASCHINI
ROMA - Essere genitori significa imparare a seguire lo sviluppo cerebrale dei figli. Vuol dire coltivare, selezionare le attitudini, aiutarli ad allenare e mettere in fila i pensieri. Perché il lungo viaggio del cervello, durante l´infanzia e l´adolescenza segna cambiamenti rapidi, fondamentali. Riconoscere i bisogni di bambini e ragazzi secondo le loro tappe progressive è il primo passo per diventare bravi educatori. «Le età della mente» di Alberto Oliverio & Anna Oliverio Ferraris (Rizzoli) aiuta a comprendere l´evoluzione umana, connette il passare del tempo ai mutamenti di piccoli, teen-ager e adulti. Offre a padri e madri la possibilità di osservare i cambiamenti progressivi dei figli, di capire come maturano, cosa sostenere o respingere alla luce delle nuove ricerche delle neuroscienze e della psicologia.
Il cervello, sostengono gli autori, è fatto come un coltellino svizzero. Nello stesso contenitore ci sono strati diversi, le attività che si sviluppano a tappe secondo l´età e l´ambiente esterno. Un´ipotesi che sta destando un forte interesse editoriale. Mel Levine, professore di pediatria all´Università del North Carolina, in «Lasciate che crescano a modo loro» (Mondadori) distingue i diversi stili di apprendimento del bambino, identifica quale sia il più adatto al suo carattere, dalla memoria, al linguaggio, al sistema motorio. Otto sistemi mentali costruiti sulla base della teoria dello psicologo Howard Gardner (Haward University di Boston) che assegna ad ognuno di noi un certo tipo di intelligenza (linguistico-verbale, logico-musicale, corporale-cinestetica, spaziale, intrapersonale?). Per educare figli sereni, sicuri di sé bisogna imparare a capire le loro preferenze e le loro debolezze.
«Sapere come siamo fatti, in che modo ci comportiamo nelle diverse fasi della crescita serve perché aiuta non soltanto a conoscerci meglio ma soprattutto ad evitare una serie di errori nei confronti della prima infanzia e dell´adolescenza - spiegano Alberto Oliverio (docente di psicobiologia alla Sapienza) e Anna Oliverio Ferraris (professore di psicologia dello sviluppo nella stessa Università) - sono queste le fasi in cui bambini e teenager mostrano le loro specificità. Piccoli e ragazzi hanno delle molle interne, delle particolarità, menti che non possono essere confuse con le altre. Un lattante sarà in grado di vedere soltanto 12 punti luminosi in movimento che corrispondono a un essere umano. Mentre i cambiamenti dell´adolescente saranno legati al processo di maturazione del cervello da cui dipende l´incremento delle abilità cognitive».
Guidare piccoli e grandi nella strada della vita non è facile: ecco un manuale per un aiuto in più seguendo lo sviluppo cerebrale
Studiate la mente dei vostri figli
Dal neonato al bambino all'adolescente: ecco le tappe
"Il cervello è come un coltellino svizzero: ha strati che si sviluppano secondo l'età"
Sapere cosa vedono, come pensano, perché urlano, piangono o ridono è indispensabile
di AMBRA SOMASCHINI
ROMA - Essere genitori significa imparare a seguire lo sviluppo cerebrale dei figli. Vuol dire coltivare, selezionare le attitudini, aiutarli ad allenare e mettere in fila i pensieri. Perché il lungo viaggio del cervello, durante l´infanzia e l´adolescenza segna cambiamenti rapidi, fondamentali. Riconoscere i bisogni di bambini e ragazzi secondo le loro tappe progressive è il primo passo per diventare bravi educatori. «Le età della mente» di Alberto Oliverio & Anna Oliverio Ferraris (Rizzoli) aiuta a comprendere l´evoluzione umana, connette il passare del tempo ai mutamenti di piccoli, teen-ager e adulti. Offre a padri e madri la possibilità di osservare i cambiamenti progressivi dei figli, di capire come maturano, cosa sostenere o respingere alla luce delle nuove ricerche delle neuroscienze e della psicologia.
Il cervello, sostengono gli autori, è fatto come un coltellino svizzero. Nello stesso contenitore ci sono strati diversi, le attività che si sviluppano a tappe secondo l´età e l´ambiente esterno. Un´ipotesi che sta destando un forte interesse editoriale. Mel Levine, professore di pediatria all´Università del North Carolina, in «Lasciate che crescano a modo loro» (Mondadori) distingue i diversi stili di apprendimento del bambino, identifica quale sia il più adatto al suo carattere, dalla memoria, al linguaggio, al sistema motorio. Otto sistemi mentali costruiti sulla base della teoria dello psicologo Howard Gardner (Haward University di Boston) che assegna ad ognuno di noi un certo tipo di intelligenza (linguistico-verbale, logico-musicale, corporale-cinestetica, spaziale, intrapersonale?). Per educare figli sereni, sicuri di sé bisogna imparare a capire le loro preferenze e le loro debolezze.
«Sapere come siamo fatti, in che modo ci comportiamo nelle diverse fasi della crescita serve perché aiuta non soltanto a conoscerci meglio ma soprattutto ad evitare una serie di errori nei confronti della prima infanzia e dell´adolescenza - spiegano Alberto Oliverio (docente di psicobiologia alla Sapienza) e Anna Oliverio Ferraris (professore di psicologia dello sviluppo nella stessa Università) - sono queste le fasi in cui bambini e teenager mostrano le loro specificità. Piccoli e ragazzi hanno delle molle interne, delle particolarità, menti che non possono essere confuse con le altre. Un lattante sarà in grado di vedere soltanto 12 punti luminosi in movimento che corrispondono a un essere umano. Mentre i cambiamenti dell´adolescente saranno legati al processo di maturazione del cervello da cui dipende l´incremento delle abilità cognitive».
il MoMA di New York a Berlino
oltre duecento capolavori senza dover attraversare l'Atlantico
Corriere della Sera 19.2.04
Il MoMA a Berlino
di Paolo Valentino
info: www.das-moma-in-berlin.de
BERLINO - Da oggi e per i prossimi sette mesi, se volete visitare il leggendario MoMA, il Museum of Modern Art di New York, non prendete l’aereo per gli USA. Venite a Berlino.
Oltre duecento capolavori della più celebre collezione d’arte moderna del mondo, saranno infatti in mostra fino al 19 settembre nella semplice geometria bauhaus della Neue Nationalgalerie, unico edificio berlinese di Mies van der Rohe. Complici i lavori di ristrutturazione in corso al museo newyorkese, la mostra «Das MoMA in Berlin» è un avvenimento straordinario e irripetibile: non è mai successo infatti, e probabilmente non succederà per almeno un altro secolo, che un pezzo così importante della sua collezione sia stato prestato in blocco, per essere esposto altrove.
«Una fortuna per la nostra capitale», ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer, che insieme al collega americano, Colin Powell, ha patrocinato l’iniziativa.
L’allestimento è una straordinaria cavalcata attraverso il Ventesimo secolo, senza escludere le opere che ne annunciarono l’alba, dal Bagnante di Paul Cézanne, padre dei moderni, alla Notte Stellata , forse il quadro più celebre di Vincent Van Gogh, realizzato nel 1889. Il posto d’onore spetta a Pablo Picasso e Henri Matisse, presenti con decine di capolavori: per tutti, i Tre Musici , dipinti dal maestro spagnolo nel 1921 e la prima versione de La danza , realizzato da Matisse nel 1909. Ci sono i grandi cubisti, George Braque e soprattutto Ferdinand Léger, con le Tre donne ( Le grand déjeuner) del 1936; i futuristi italiani, da Giacomo Balla, a Carlo Carrà, a Umberto Boccioni; i metafisici come Kasimir Malevitch e Piet Mondrian e i surrealisti, da Joan Mirò al Salvador Dalì di Persistenza della memoria .
Fu dall’incontro tra il mondo degli artisti europei in fuga dal nazismo e i loro giovani emuli americani, che prese le ali la cosiddetta Scuola di New York, premessa della transumanza del centro mondiale dell’arte da Parigi a Manhattan. Così, la seconda parte della mostra punta soprattutto sugli artisti d’Oltre Atlantico.
Edward Hopper, in primo luogo, che fissò la Grande Depressione in tele ormai iconografiche e la cui Casa sulla ferrovia fu il primo dipinto acquistato per la collezione del MoMa. E poi l’espressionismo astratto di Jackson Pollock, Mark Rothko e Willem de Koonig, veri capiscuola di uno stile squisitamente americano; la Pop Art di Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Andy Warhol; il minimalismo di Donald Judd e Dan Flavin.
In un certo senso, quello del MoMA a Berlino è quasi un ritorno a casa.
Fu proprio nella capitale tedesca, infatti, che Alfred H. Barr, primo direttore del Museum of Modern Art, scoprì negli Anni Venti l’arte moderna europea e trasse l’ispirazione per la sua impresa senza precedenti, quella di creare dal nulla a New York la più importante collezione artistica contemporanea. Anche per questo, presentando l’evento, Peter Klaus Schuster, sovrintendente dei musei berlinesi, ha potuto dire che «Das MoMA in Berlin» non è solo una mostra ma anche «un prodotto dell’amicizia tedesco-americana». A un anno dal Grande Freddo della guerra in Iraq, un altro segnale del cambiamento di clima.
Il MoMA a Berlino
di Paolo Valentino
info: www.das-moma-in-berlin.de
BERLINO - Da oggi e per i prossimi sette mesi, se volete visitare il leggendario MoMA, il Museum of Modern Art di New York, non prendete l’aereo per gli USA. Venite a Berlino.
Oltre duecento capolavori della più celebre collezione d’arte moderna del mondo, saranno infatti in mostra fino al 19 settembre nella semplice geometria bauhaus della Neue Nationalgalerie, unico edificio berlinese di Mies van der Rohe. Complici i lavori di ristrutturazione in corso al museo newyorkese, la mostra «Das MoMA in Berlin» è un avvenimento straordinario e irripetibile: non è mai successo infatti, e probabilmente non succederà per almeno un altro secolo, che un pezzo così importante della sua collezione sia stato prestato in blocco, per essere esposto altrove.
«Una fortuna per la nostra capitale», ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer, che insieme al collega americano, Colin Powell, ha patrocinato l’iniziativa.
L’allestimento è una straordinaria cavalcata attraverso il Ventesimo secolo, senza escludere le opere che ne annunciarono l’alba, dal Bagnante di Paul Cézanne, padre dei moderni, alla Notte Stellata , forse il quadro più celebre di Vincent Van Gogh, realizzato nel 1889. Il posto d’onore spetta a Pablo Picasso e Henri Matisse, presenti con decine di capolavori: per tutti, i Tre Musici , dipinti dal maestro spagnolo nel 1921 e la prima versione de La danza , realizzato da Matisse nel 1909. Ci sono i grandi cubisti, George Braque e soprattutto Ferdinand Léger, con le Tre donne ( Le grand déjeuner) del 1936; i futuristi italiani, da Giacomo Balla, a Carlo Carrà, a Umberto Boccioni; i metafisici come Kasimir Malevitch e Piet Mondrian e i surrealisti, da Joan Mirò al Salvador Dalì di Persistenza della memoria .
Fu dall’incontro tra il mondo degli artisti europei in fuga dal nazismo e i loro giovani emuli americani, che prese le ali la cosiddetta Scuola di New York, premessa della transumanza del centro mondiale dell’arte da Parigi a Manhattan. Così, la seconda parte della mostra punta soprattutto sugli artisti d’Oltre Atlantico.
Edward Hopper, in primo luogo, che fissò la Grande Depressione in tele ormai iconografiche e la cui Casa sulla ferrovia fu il primo dipinto acquistato per la collezione del MoMa. E poi l’espressionismo astratto di Jackson Pollock, Mark Rothko e Willem de Koonig, veri capiscuola di uno stile squisitamente americano; la Pop Art di Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Andy Warhol; il minimalismo di Donald Judd e Dan Flavin.
In un certo senso, quello del MoMA a Berlino è quasi un ritorno a casa.
Fu proprio nella capitale tedesca, infatti, che Alfred H. Barr, primo direttore del Museum of Modern Art, scoprì negli Anni Venti l’arte moderna europea e trasse l’ispirazione per la sua impresa senza precedenti, quella di creare dal nulla a New York la più importante collezione artistica contemporanea. Anche per questo, presentando l’evento, Peter Klaus Schuster, sovrintendente dei musei berlinesi, ha potuto dire che «Das MoMA in Berlin» non è solo una mostra ma anche «un prodotto dell’amicizia tedesco-americana». A un anno dal Grande Freddo della guerra in Iraq, un altro segnale del cambiamento di clima.
TONY CARNEVALE
Live Rock Simphonic Concert
(non conosco, al momento il nome della testata che ha pubblicato questa recensione né la data in cui essa è stata pubblicata. Ndr)
ARTCD 2/03
Rock Simphonic Concert - album rigorosamente in stile rock sinfonico, sulla scia delle superband del prog inglese degli anni Settanta e Ottanta - è il titolo di questo cd registrato al Frontiera di Roma nel 1996 e poi finito in chissà quale angolo del baule dei ricordi. Tastierista di elevato spessore tecnico ed esperto conoscitore di musica classica, Tony Carnevale riunì per l'occasione un cast di prim'ordine: Francesco Di Giacomo, Rodolfo Maltese, Maurizio Boco, Rudy Costa e Piero Fortezza tra gli altri; una line-up in grado di eseguire partiture melodico-armoniche di grande intelligenza compositiva e complessità tecnica. Pubblicato solo nel 2003, questo cd meriterebbe un posto al sole nel mercato internazionale; eppure, un primato internazionale Tony Carnevale lo stabilisce a pieni meriti: nell'arrangiamento dell'introduttiva "Quadri" - un'elaborazione di Pictures at an Exibhition" da III Movimento - il musicista ottiene il riconoscimento della firma congiunta con Mussorgsky, privilegio che non venne accreditato neanche agli Emerson Lake & Palmer per la loro celeberrima e omonima rock opera del lontano 1971. Per merito del solidissimo background dei musicisti impegnti in fatto di virtuosismo e sensibilità nel rock d'avanguardia, le nove composizioni del cd ci regalano momenti di pura improvvisazione: all'imperiosa e robusta ossatura ritmica dell'ottimo Maurizio Boco alla batteria - affiancato dalle percussioni di Piero Fortezza - si sommano il solismo vorticoso e stridente di Rudy Costa alla chitarra elettrica e più rari ma incisivi momenti di pacata riflessione negli interventi acustici di Rodolfo Maltese. Un disco tutto da scoprire e da tenere sempre a portata di mano insieme a quelli delle superband che, per motivi storici ed orgoglio proprio, amiamo troppo facilmente definire mostri sacri
Davide Iannuzzi
ARTCD 2/03
Rock Simphonic Concert - album rigorosamente in stile rock sinfonico, sulla scia delle superband del prog inglese degli anni Settanta e Ottanta - è il titolo di questo cd registrato al Frontiera di Roma nel 1996 e poi finito in chissà quale angolo del baule dei ricordi. Tastierista di elevato spessore tecnico ed esperto conoscitore di musica classica, Tony Carnevale riunì per l'occasione un cast di prim'ordine: Francesco Di Giacomo, Rodolfo Maltese, Maurizio Boco, Rudy Costa e Piero Fortezza tra gli altri; una line-up in grado di eseguire partiture melodico-armoniche di grande intelligenza compositiva e complessità tecnica. Pubblicato solo nel 2003, questo cd meriterebbe un posto al sole nel mercato internazionale; eppure, un primato internazionale Tony Carnevale lo stabilisce a pieni meriti: nell'arrangiamento dell'introduttiva "Quadri" - un'elaborazione di Pictures at an Exibhition" da III Movimento - il musicista ottiene il riconoscimento della firma congiunta con Mussorgsky, privilegio che non venne accreditato neanche agli Emerson Lake & Palmer per la loro celeberrima e omonima rock opera del lontano 1971. Per merito del solidissimo background dei musicisti impegnti in fatto di virtuosismo e sensibilità nel rock d'avanguardia, le nove composizioni del cd ci regalano momenti di pura improvvisazione: all'imperiosa e robusta ossatura ritmica dell'ottimo Maurizio Boco alla batteria - affiancato dalle percussioni di Piero Fortezza - si sommano il solismo vorticoso e stridente di Rudy Costa alla chitarra elettrica e più rari ma incisivi momenti di pacata riflessione negli interventi acustici di Rodolfo Maltese. Un disco tutto da scoprire e da tenere sempre a portata di mano insieme a quelli delle superband che, per motivi storici ed orgoglio proprio, amiamo troppo facilmente definire mostri sacri
Davide Iannuzzi
Speciale
Concordato preventivo
documento ricevuto da Tonino Scrimenti e Pino Di Maula
Di cosa si tratta
E’ la rivoluzione del Fisco. Consente a imprese, commercianti, artigiani, professionisti e artisti, di accordarsi con lo Stato per fissare in anticipo le tasse da pagare, in modo da poter pianificare con tranquillità la propria attività e sfuggire all’incubo dell’accertamento fiscale inatteso.
Il concordato riguarda l’anno 2003 (cioè le tasse che paghiamo a giugno con la dichiarazione Unico 2004) e il 2004. Per qQuesti primi due anni il concordato viene applicato con una procedura che è eguale per tutti. Per gli anni successivi sarà invece ritagliato su misura per ciascun contribuente (cioè ciascuno potrà accordarsi con il fisco in relazione alla situazione specifica della propria attività).
Come funziona
Si tratta di un particolare patto con il Fisco:
è le imprese e i professionisti si impegnano a dichiarare per il 2003 e per il 2004 almeno un certo livello di introiti e di reddito: questo livello minimo da dichiarare è determinato aumentando di una percentuale i valori del 2001
In cambio si ottiene:
di essere tassati con un’aliquota minore;
di non essere obbligati a pagare i contributi previdenziali sul reddito al di sopra del minimo;
di essere sicuri che gli uffici fiscali non potranno accertare un maggior reddito, salvo che in casi molto particolari;
di non essere più obbligati ad emettere scontrini e ricevute fiscali.
A chi si rivolge
Al mondo dei professionisti e delle piccole imprese. In particolar modo a coloro che emettono scontrino o ricevuta fiscale. A loro si offre l’opportunità di operare con trasparenza e in piena legalità. Per questo, il concordato preventivo richiede l’impegno ad aumentare gli introiti dichiarati al Fisco di una certa percentuale rispetto al 2001.
Chi può aderire
Imprese, società, artisti e professionisti che nel 2001 avevano dichiarato ricavi o compensi al di sotto dei limiti di applicazione degli studi di settore (10 miliardi di vecchie lire). L’adesione può provenire anche da chi nel 2001 non ha applicato gli studi di settore o i parametri. Non ha importanza, inoltre, la forma giuridica con cui viene esercitata la propria attività: può essere una ditta individuale, un’impresa familiare, una società di capitali, una società di persone o uno studio associato.
Chi è escluso
Non possono aderire al concordato preventivo:
coloro che hanno iniziato l’attività dopo il 31 dicembre 2000;
coloro che nel 2001 oppure nel 2003 sono stati tassati con particolari regimi forfetari (a esempio, i cosiddetti contribuenti “minimi”, oppure le associazioni sportive dilettantistiche tassate con il particolare regime introdotto dal 1991);
coloro che hanno cambiato settore di attività rispetto al 2001 (a meno che la nuova attività sia assimilabile a quella del 2001 in quanto classificabile all’interno di uno stesso studio di settore).
Le scadenze
Le imprese e i professionisti che decidono di aderire al concordato preventivo devono comunicarlo agli uffici finanziari entro il 16 marzo 2004. Dal momento dell’adesione non si è più obbligati ad emettere scontrini o ricevute.
A chi rivolgersi
Basta presentare, in via telematica, una comunicazione di adesione all'Agenzia delle Entrate secondo le modalità e su modello conforme a quello approvato con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate.
Quali impegni comporta
Bisogna raggiungere una soglia minima, sia per quanto riguarda i ricavi delle imprese (ovvero i compensi dei professionisti), sia per quanto riguarda il reddito derivante dallo svolgimento dell’attività. L’adeguamento alla soglia minima per il 2003 si può effettuare anche direttamente nella dichiarazione dei redditi (Unico 2004); per il 2004 l’adeguamento deve avvenire durante l’anno, ma un aggiustamento (fino al 10% dei ricavi registrati) si può effettuare in dichiarazione, pagando una piccola penale.
Una volta raggiunto il minimo, tuttavia, resta l’obbligo di portare in contabilità (e conseguentemente dichiarare) gli ulteriori ricavi o compensi.
Chi aderisce al concordato preventivo fiscale deve impegnarsi a rispettare le condizioni poste per entrambi gli anni coperti dal concordato, cioè sia per il 2003 sia per il 2004.
Tuttavia, se per eventi particolari il contribuente che ha aderito al concordato si trovasse nel 2004 nell’impossibilità di mantenere l’impegno, lo può comunicare agli uffici finanziari. Questi daranno all’interessato la possibilità di giustificare lo scostamento rispetto alle previsioni: se le giustificazioni saranno valide il contribuente potrà uscire dal concordato.
Un rapporto più civile con il Fisco
Ecco i vantaggi
Il concordato consente uno svolgimento dell’attività economica all’insegna della certezza dei rapporti con l’amministrazione finanziaria. Chi aderisce fruisce di una tassazione agevolata sulla cosiddetta quota di extrareddito. E’ al riparo, entro una certa soglia, da qualunque tipo di accertamento e, inoltre, è sicuro di non poter essere accertato con metodi presuntivi, anche al di sopra di questa soglia. Per i contribuenti che emettono scontrino o ricevuta fiscale vi è poi un vantaggio in più: l’esonero dall’obbligo di rilasciare lo scontrino o la ricevuta, salvo che non vi sia richiesta del cliente.
Extrareddito
E’ la parte del reddito del 2003 e del 2004 che viene assoggettata a tassazione agevolata. Comprende sia l’incremento richiesto per raggiungere il minimo, rispetto al reddito 2001, sia la porzione di reddito eventualmente dichiarato al di sopra del minimo.
Le aliquote agevolate
L’Extrareddito è tassato separatamente e in modo agevolato, applicando anticipatamente le cosiddette “aliquote obiettivo”, cioè le aliquote più basse previste per la fase a regime della riforma fiscale. Per le persone fisiche e i soci di società di persone, quindi, in luogo delle aliquote progressive si applica, sia al 2003 sia al 2004, la percentuale fissa del 23 o del 33 per cento, a seconda che nel corso del 2001 il reddito d'impresa o di lavoro autonomo sia stato rispettivamente al di sotto o al di sopra dei 100mila euro. L’aliquota del 23 per cento si applica anche agli incrementi di reddito che eccedono la soglia di € 100mila, sempreché il contribuente abbia all’epoca dichiarato per il 2001 un reddito inferiore a tale soglia. Per i soggetti Irpeg (dal 2004 soggetti all’Ires) si applica in entrambi gli anni l’aliquota del 33 per cento.
E sul piano contributivo? ?E’ previsto l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali. Questo, tuttavia, non riguarda l’intera quota di extrareddito, ma quella parte di reddito che eccede il minimo concordato. Chi vuole ha comunque facoltà di versare per intero i contributi dovuti.
Legalità fa rima con pari dignità
Cosa non è più consentito al Fisco
Per gli anni del concordato sono preclusi al Fisco gli accertamenti fondati su presunzioni, piuttosto che su prove certe e dirette. Sono quindi vietati gli accertamenti basati:
- sugli studi di settore o sui parametri
- sulla ricostruzione dei ricavi mediante percentuali di ricarico
- su prove indirette desunte dalle caratteristiche e dalle condizioni di esercizio dell’attività (ubicazione e dimensione dei locali, numero dei dipendenti, eccetera)
- sul metodo di calcolo induttivo quando vengono riscontrate gravi irregolarità formali che rendono inattendibile la contabilità.
Il Fisco potrà emettere accertamenti solo se viene in possesso di prove sicure del mancato adempimento, come quando il contribuente evita di registrare delle fatture regolarmente emesse. Ma anche in questo caso, se l’ammontare del reddito occultato è inferiore al 50 per cento rispetto al reddito d’impresa dichiarato, il Fisco non potrà emettere l’accertamento.
Senza obbligo di scontrino
Dalla data di adesione al concordato scatta l'esonero dall'obbligo di emettere lo scontrino o la ricevuta fiscale. Scontrino o ricevuta dovranno essere emessi soltanto se il cliente lo richiede esplicitamente. L’esonero permane fino alla fine del periodo d’imposta in corso al 1° gennaio 2004, ma sarà presumibilmente rinnovato per coloro che, negli anni successivi, aderiranno al nuovo concordato preventivo individuale.
E se non si aderisce?
La legge conferma tutti gli obblighi relativi a scontrino e ricevuta fiscale e introduce sanzioni più gravi, in caso di violazione. Dopo tre infrazioni scatta la chiusura dell’esercizio per un periodo che può andare da 15 giorni a due mesi. A tal fine fa fede la semplice constatazione della violazione, senza che sia necessaria la definitività dell’addebito.
Si contano tutte le infrazioni avvenute nel giro di cinque anni a partire dal 3 ottobre 2003. La sanzione non scatta se gli ammontari sottratti al Fisco sono complessivamente al di sotto di 50 euro. E’ lo stesso meccanismo della patente a punti che ha avuto riscontri molto favorevoli tra gli automobilisti.
(il documento si conclude poi con un esempio, disposto su una tabella in formato word che non posso inserire in questo blog che accetta, al momento, solo testo. Ndr)
Di cosa si tratta
E’ la rivoluzione del Fisco. Consente a imprese, commercianti, artigiani, professionisti e artisti, di accordarsi con lo Stato per fissare in anticipo le tasse da pagare, in modo da poter pianificare con tranquillità la propria attività e sfuggire all’incubo dell’accertamento fiscale inatteso.
Il concordato riguarda l’anno 2003 (cioè le tasse che paghiamo a giugno con la dichiarazione Unico 2004) e il 2004. Per qQuesti primi due anni il concordato viene applicato con una procedura che è eguale per tutti. Per gli anni successivi sarà invece ritagliato su misura per ciascun contribuente (cioè ciascuno potrà accordarsi con il fisco in relazione alla situazione specifica della propria attività).
Come funziona
Si tratta di un particolare patto con il Fisco:
è le imprese e i professionisti si impegnano a dichiarare per il 2003 e per il 2004 almeno un certo livello di introiti e di reddito: questo livello minimo da dichiarare è determinato aumentando di una percentuale i valori del 2001
In cambio si ottiene:
di essere tassati con un’aliquota minore;
di non essere obbligati a pagare i contributi previdenziali sul reddito al di sopra del minimo;
di essere sicuri che gli uffici fiscali non potranno accertare un maggior reddito, salvo che in casi molto particolari;
di non essere più obbligati ad emettere scontrini e ricevute fiscali.
A chi si rivolge
Al mondo dei professionisti e delle piccole imprese. In particolar modo a coloro che emettono scontrino o ricevuta fiscale. A loro si offre l’opportunità di operare con trasparenza e in piena legalità. Per questo, il concordato preventivo richiede l’impegno ad aumentare gli introiti dichiarati al Fisco di una certa percentuale rispetto al 2001.
Chi può aderire
Imprese, società, artisti e professionisti che nel 2001 avevano dichiarato ricavi o compensi al di sotto dei limiti di applicazione degli studi di settore (10 miliardi di vecchie lire). L’adesione può provenire anche da chi nel 2001 non ha applicato gli studi di settore o i parametri. Non ha importanza, inoltre, la forma giuridica con cui viene esercitata la propria attività: può essere una ditta individuale, un’impresa familiare, una società di capitali, una società di persone o uno studio associato.
Chi è escluso
Non possono aderire al concordato preventivo:
coloro che hanno iniziato l’attività dopo il 31 dicembre 2000;
coloro che nel 2001 oppure nel 2003 sono stati tassati con particolari regimi forfetari (a esempio, i cosiddetti contribuenti “minimi”, oppure le associazioni sportive dilettantistiche tassate con il particolare regime introdotto dal 1991);
coloro che hanno cambiato settore di attività rispetto al 2001 (a meno che la nuova attività sia assimilabile a quella del 2001 in quanto classificabile all’interno di uno stesso studio di settore).
Le scadenze
Le imprese e i professionisti che decidono di aderire al concordato preventivo devono comunicarlo agli uffici finanziari entro il 16 marzo 2004. Dal momento dell’adesione non si è più obbligati ad emettere scontrini o ricevute.
A chi rivolgersi
Basta presentare, in via telematica, una comunicazione di adesione all'Agenzia delle Entrate secondo le modalità e su modello conforme a quello approvato con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate.
Quali impegni comporta
Bisogna raggiungere una soglia minima, sia per quanto riguarda i ricavi delle imprese (ovvero i compensi dei professionisti), sia per quanto riguarda il reddito derivante dallo svolgimento dell’attività. L’adeguamento alla soglia minima per il 2003 si può effettuare anche direttamente nella dichiarazione dei redditi (Unico 2004); per il 2004 l’adeguamento deve avvenire durante l’anno, ma un aggiustamento (fino al 10% dei ricavi registrati) si può effettuare in dichiarazione, pagando una piccola penale.
Una volta raggiunto il minimo, tuttavia, resta l’obbligo di portare in contabilità (e conseguentemente dichiarare) gli ulteriori ricavi o compensi.
Chi aderisce al concordato preventivo fiscale deve impegnarsi a rispettare le condizioni poste per entrambi gli anni coperti dal concordato, cioè sia per il 2003 sia per il 2004.
Tuttavia, se per eventi particolari il contribuente che ha aderito al concordato si trovasse nel 2004 nell’impossibilità di mantenere l’impegno, lo può comunicare agli uffici finanziari. Questi daranno all’interessato la possibilità di giustificare lo scostamento rispetto alle previsioni: se le giustificazioni saranno valide il contribuente potrà uscire dal concordato.
Un rapporto più civile con il Fisco
Ecco i vantaggi
Il concordato consente uno svolgimento dell’attività economica all’insegna della certezza dei rapporti con l’amministrazione finanziaria. Chi aderisce fruisce di una tassazione agevolata sulla cosiddetta quota di extrareddito. E’ al riparo, entro una certa soglia, da qualunque tipo di accertamento e, inoltre, è sicuro di non poter essere accertato con metodi presuntivi, anche al di sopra di questa soglia. Per i contribuenti che emettono scontrino o ricevuta fiscale vi è poi un vantaggio in più: l’esonero dall’obbligo di rilasciare lo scontrino o la ricevuta, salvo che non vi sia richiesta del cliente.
Extrareddito
E’ la parte del reddito del 2003 e del 2004 che viene assoggettata a tassazione agevolata. Comprende sia l’incremento richiesto per raggiungere il minimo, rispetto al reddito 2001, sia la porzione di reddito eventualmente dichiarato al di sopra del minimo.
Le aliquote agevolate
L’Extrareddito è tassato separatamente e in modo agevolato, applicando anticipatamente le cosiddette “aliquote obiettivo”, cioè le aliquote più basse previste per la fase a regime della riforma fiscale. Per le persone fisiche e i soci di società di persone, quindi, in luogo delle aliquote progressive si applica, sia al 2003 sia al 2004, la percentuale fissa del 23 o del 33 per cento, a seconda che nel corso del 2001 il reddito d'impresa o di lavoro autonomo sia stato rispettivamente al di sotto o al di sopra dei 100mila euro. L’aliquota del 23 per cento si applica anche agli incrementi di reddito che eccedono la soglia di € 100mila, sempreché il contribuente abbia all’epoca dichiarato per il 2001 un reddito inferiore a tale soglia. Per i soggetti Irpeg (dal 2004 soggetti all’Ires) si applica in entrambi gli anni l’aliquota del 33 per cento.
E sul piano contributivo? ?E’ previsto l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali. Questo, tuttavia, non riguarda l’intera quota di extrareddito, ma quella parte di reddito che eccede il minimo concordato. Chi vuole ha comunque facoltà di versare per intero i contributi dovuti.
Legalità fa rima con pari dignità
Cosa non è più consentito al Fisco
Per gli anni del concordato sono preclusi al Fisco gli accertamenti fondati su presunzioni, piuttosto che su prove certe e dirette. Sono quindi vietati gli accertamenti basati:
- sugli studi di settore o sui parametri
- sulla ricostruzione dei ricavi mediante percentuali di ricarico
- su prove indirette desunte dalle caratteristiche e dalle condizioni di esercizio dell’attività (ubicazione e dimensione dei locali, numero dei dipendenti, eccetera)
- sul metodo di calcolo induttivo quando vengono riscontrate gravi irregolarità formali che rendono inattendibile la contabilità.
Il Fisco potrà emettere accertamenti solo se viene in possesso di prove sicure del mancato adempimento, come quando il contribuente evita di registrare delle fatture regolarmente emesse. Ma anche in questo caso, se l’ammontare del reddito occultato è inferiore al 50 per cento rispetto al reddito d’impresa dichiarato, il Fisco non potrà emettere l’accertamento.
Senza obbligo di scontrino
Dalla data di adesione al concordato scatta l'esonero dall'obbligo di emettere lo scontrino o la ricevuta fiscale. Scontrino o ricevuta dovranno essere emessi soltanto se il cliente lo richiede esplicitamente. L’esonero permane fino alla fine del periodo d’imposta in corso al 1° gennaio 2004, ma sarà presumibilmente rinnovato per coloro che, negli anni successivi, aderiranno al nuovo concordato preventivo individuale.
E se non si aderisce?
La legge conferma tutti gli obblighi relativi a scontrino e ricevuta fiscale e introduce sanzioni più gravi, in caso di violazione. Dopo tre infrazioni scatta la chiusura dell’esercizio per un periodo che può andare da 15 giorni a due mesi. A tal fine fa fede la semplice constatazione della violazione, senza che sia necessaria la definitività dell’addebito.
Si contano tutte le infrazioni avvenute nel giro di cinque anni a partire dal 3 ottobre 2003. La sanzione non scatta se gli ammontari sottratti al Fisco sono complessivamente al di sotto di 50 euro. E’ lo stesso meccanismo della patente a punti che ha avuto riscontri molto favorevoli tra gli automobilisti.
(il documento si conclude poi con un esempio, disposto su una tabella in formato word che non posso inserire in questo blog che accetta, al momento, solo testo. Ndr)
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