venerdì 4 marzo 2016

L'Unità annaspa...
e sta per nascere Il Giornale della Nazione...




STEFANO FASSINA HA PIU VOLTE ESPRESSO IL PROPRIO GRANDE APPREZZAMENTO PER PAPA BERGOGLIO,
E HA SOSTENUTO, SPUDORATAMENTE, CHE “LA SUA CRITICA DELL’INDIVIDUALISMO LIBERISTA È DI GRAN LUNGA
LA PIU RADICALE IN CIRCOLAZIONE, ANCHE A SINISTRA”(SIC!!!)
NON HA MAI SMENTITO QUESTE SUE AFFERMAZIONI
(SE POI SI DECIDESSE A FARLO “SEGNALAZIONI” È SEMPRE A SUA DISPOSIZIONE (QUI)



Psychiatr Psychol Klin 2015, 15 (4), p. 162–168
Published: 31.12.2015
Psychopathological effects of psychostimulant substances and psychotic onset: the difficult process of differential diagnosisbetween substance-induced psychosis and acute primary psychosis
by Emanuela Atzori
disponibile qui
vedi anche qui
Nel testo dell’articolo c'è un refuso, al posto di ”anaffective caregivers" è stato scritto "unaffective caregivers".
QUESTO POMERIGGIO A ROMA:
ALCUNI CONTENUTI RECENTI:
IL PAGINONE DI "REPUBBLICA" DI VENERDI 19...
CON LE ALTRE TRE PAGINE PER LACAN SU "IL VENERDI"...
NUOVI CONTENUTI CITATI 
• "MASSIMO FAGIOLI  A SOTTOVOCE IL 10 OTTOBRE 2005"
• "MASSIMO FAGIOLI ALLA FESTA DI LEFT IL 26 OTTOBRE 2014"
• "VIRIDIANA" DI LUIS BUÑUEL, INTEGRALE IN ITALIANO
• "LE SANTE ANORESSICHE" DA RAI CULTURA
QUI DI SEGUITO E QUI
LA RASSEGNA STAMPA DI VENERDI 4 MARZO:




l’Espresso  4.3.16
Preti pedofili, basta silenzi: Pell si dimetta
Francesco dall'inizio del pontificato ha duramente attaccato i sacerdoti pedofili. Eppure, nonostante le accuse di decine di vittime e quelle dei giudici australiani, il cardinale George Pell, braccio destro di Bergoglio finito nel mirino della Commissione d'inchiesta di Camberra, resta saldo sulla sua poltrona. Ma sul tema delicato della pedofilia non possono esserci tentennamenti. Né salvacondotti personali
di Emiliano Fittipaldi
qui












La Stampa 4.3.16
Comunismo addio: la strada intitolata a Lenin diventa via Lennon
A Kalyny, in Ucraina, il cambiamento più simbolico nell’ambito del processo di decomunizzazione avviato nel Paese che ha già dato l’addio a Babbo Natale e allo “champagne russo”
di Elena Mansuelli
qui









La Stampa 4.3.16
Il Pd di Renzi si mangia anche Tronti
Boschi: non ti ho mai considerato sconfitto
Il filosofo dell’operaismo presenta il suo libro con la ministra
di Mattia Feltri
qui







La Stampa 4.3.16
Sara e Rachele, l’utero in affitto ai tempi dei patriarchi
Pubblichiamo stralci dell’articolo tratto da «Pagine Ebraiche»
di Riccardo Di Segni
Rabbino capo di Roma Vicepresidente del Comitato nazionale di Bioetica
qui
Il documento autentico più antico esistente risale al 1252: c’era già stata la crociata contro i Catari di Innocenzo III... e a Siena il Palio di Siena si correva di già!
La Stampa 4.3.16
Biella, torna in uso il rotolo della Torah medievale
di Alessandro Nasi
qui










La Stampa 4.3.16
La “guerra segreta” dell’Occidente
Gli alleati si spartiscono le zone d’intervento
Italia a Tripoli, inglesi e francesi in Cirenaica
Cinquanta incursori passano alle dipendenze dell’intelligence
di Francesco Grignetti
qui
Il Fatto 4.3.16
Il Costituzionalista Alessandro Pace
“È una pazzia usare gli 007 per bypassare il Parlamento”
Sotto accusa la procedura ideata dal governo che esclude l’Aula
Sta maturando la spiacevole abitudine a fare guerre praticamente senza dichiararle
intervista di Tommaso Rodano
Professor Alessandro Pace, l’Italia di fatto è entrata in guerra in Libia. Prima ha fornito supporto logistico agli alleati, presto sarà anche sul campo. Il Corriere ci informa che è tutto deciso, dalla linea di comando alle regole d’ingaggio. Tutto determinato in un decreto secretato del presidente del Consiglio del 10 febbraio. Il Parlamento assiste in silenzio. È normale?
No, sarebbe gravissimo. La missione militare in Libia dovrebbe essere prima essere autorizzata dalle commissioni congiunte Difesa ed Esteri, mediante una risoluzione. Quanto agli aspetti finanziari, in genere è un decreto legge del governo a finanziare le missioni militare e a determinare lo status dei militari, col conseguente controllo parlamentare in sede di conversione del decreto. Questa è la cornice normativa. Ormai sta maturando la spiacevole abitudine a fare guerre praticamente senza dichiararle, ma quando si decide una missione militare il Parlamento non può essere eluso, come sembra stia avvenendo. Purtroppo non è una dinamica sorprendente.
Cosa intende?
È una tendenza consolidata, quella di indebolire il Parlamento. Si vede anche in questa orrenda riforma costituzionale: la deliberazione sullo stato di guerra, quindi sulla missione militare, spetta soltanto alla Camera dei deputati, mentre avrebbe dovuto essere bicamerale. Una scelta in linea con il percorso intrapreso negli ultimi anni: prima una legge elettorale che trasforma in maggioranza un partito che ha preso il 25 per cento dei voti alle elezioni, poi quella stessa maggioranza manomette il Senato e annichilisce il Parlamento, nel nome di un rapporto verticale con l’esecutivo, privo di equilibrio.
Nel caso del nostro intervento in Libia, peraltro, le operazioni delle unità speciali militari saranno dirette dai servizi segreti. La guida sarà affidata all’Aise, il servizio segreto per la sicurezza esterna. L’Aise risponde al premier, non alla Difesa.
Dice davvero? Mi dà una notizia che non conoscevo. Trasecolo.
Il decreto del presidente del Consiglio del 10 febbraio specifica che “nelle situazioni di crisi e di emergenza che richiedono l’attuazione di provvedimenti eccezionali e urgenti il premier può autorizzare, avvalendosi del Dis, l’Aise ad adottare misure di intelligence e di contrasto anche con la cooperazione tecnica operativa fornita dalle forze speciali della Difesa”. In poche parole, spiega il Corriere, “licenza di uccidere e impunità per eventuali reati commessi”.
Faccio fatica a credere a quello che dice. È una pazzia. È impossibile che siano i servizi segreti a guidare le operazioni. Le funzioni istituzionali dell’Aise concernono le “informazioni per la sicurezza anche al di fuori del territorio nazionale”, non la direzione delle operazioni di unità speciali. Insomma, non è il loro mestiere, quello di guidare una missione all’estero.
C’è chi definisce quella in Libia una “guerra informale” all’Isis.
La definizione già fa ridere, ma una guerra informale non è comunque una guerra segreta. Io non credo possano arrivare a una bestialità di questo genere, al di là del bene e del male: ci faremmo ridere dietro dal resto del mondo.
Corriere 4.3.16
L’italia e la crisi
Il dovere di agire in Libia
L’ipotesi di peace enforcing con migliaia di soldati a terra è un’ipotesi complessa e senza prevedibili vie d’uscita. Meglio dare un aiuto senza retorica e con poco rumore
di Franco Venturini
qui

Corriere 4.3.16
L’ambasciatore americano
«Voi potete inviare a Tripoli fino a 5 mila militari»
di Maurizio Caprara
qui

La Stampa 4.3.16
Per il Paese è l’ora della maturità
di Stefano Stefanini
qui

La Stampa 4.3.16
Chi specula sul dramma libico, e cosa può guadagnarci
di Ugo Magri
qui

«Il conflitto condannerebbe certamente il leader del Pd a perdere un altro pezzo di elettorato di sinistra, senza conquistare un altro pezzo di elettorato moderato»
Corriere 4.3.16
Le pressioni internazionali e la speranza di Renzi di evitare la guerra (e le possibili rappresaglie)
di Francesco Verderami
qui
Il Sole 4.3.16
Il fronte libico e a variabile nuova di un anno elettorale decisivo per Renzi
di Lina Palmerini
qui
Corriere 4.3.16
Cautela bipartisan sull’opzione militare
di Massimo Franco
qui

Repubblica 4.3.16
Libia, nuclei d'assalto e sostegno dal mare: Italia pronta all'intervento
La base di Sigonella
Il primo contingente potrebbe muoversi entro dieci giorni, ma resta i dubbi sul quadro legale e sugli obiettivi della missione
di Gianluca Di Feo
qui

Repubblica 4.3.16
Libia, Di Feo: "Dalla base di Centocelle si prepara intervento senza precedenti"
Il Consiglio supremo della difesa che coinvolge il Quirinale e gli esponenti del governo sta predisponendo il comando per un intervento su larga scala in Libia. A gestirlo sarà un "comando mobile che si sta preparando all'interno dell'aeroporto di Centocelle, a Roma,  il comando italiano che gestisce tutte le operazioni fuori area". Si tratta di un intervento "senza precedenti": 3000 soldati con l'appoggio di numerose navi, aerei ed elicotteri da combattimento. Ma tutto questo dovrebbe avvenire "solo se ci sarà  la richiesta di governo libirco unitario che al momento appare lontano dall'essere formato"
un video qui

Repubblica 4.3.16
Nella trappola di Daesh
di Bernardo Valli
qui
Il Sole 4.3.16
Una Libia senza rete e il copione scritto da altri
di Alberto Negri
qui

Il Sole 4.3.16
Ma questa non è una guerra
di Gerardo Pelosi
qui
La Stampa 4.3.16
Lo sfogo dell’ambasciatore Massolo
«L’Egitto non collabora sul caso Regeni»
di Grazia Longo
qui
Il Fatto 4.3.16
Corsi d’aggiornamento a Brescia e Nettuno. Dall’Egitto indagini-patacca su Regeni
I poliziotti del Cairo li addestriamo noi
di Silvia D’Onghia
qui
La Stampa 4.3.16
Valzer diplomatico per i migranti, ministri per il sistema endocrino
Doppio obiettivo per Bruxelles: convincere Ankara a riprendersi coloro che non hanno diritto all’asilo e spingerla ad arginare i trafficanti
di Marco Zatterin
qui
Repubblica 4.3.16
Gli evacuati da Calais rifiutano l’ospitalità in centri di accoglienza sperando di andare Oltremanica “Non cerchiamo un luogo sicuro, ma un lavoro”
Tra i profughi della “Giungla” che sognano ancora Londra “In Francia non c’è futuro”
Le ruspe continuano a distruggere le baracche. E la tensione resta alta. Lo schieramento di polizia è impressionante
di Anais Ginori
qui

Corriere 4.3.16
Migranti
Da Merkel a Tusk, la variabile bellica e la geopolitica dell’accoglienza
«Non venite in Europa» ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a chi progetta di mettersi in viaggio
di Andrea Nicastro
qui

Corriere 4.3.16
Migranti, così l’Europa rischia di andare in frantumi
Il ritorno degli egoismi nazionali può portare a una giungla peggiore di quella di Calais
di Bernard Henri Lévy
qui

Repubblica 4.3.16
Non lasciamo sola Angela Merkel
di Angelo Bolaffi
qui
il manifesto 4.3.16
Il socialismo europeo non fa argine alla xenofobia
Migrazioni. Dominati da un ceto politico che aderisce agli umori del momento, i vecchi partiti socialisti e socialdemocratici sull’immigrazione si ritirano dai valori della loro storia
di Piero Bevilacqua 
qui
La Stampa 4.3.16
Ora Verdini agita anche le primarie del Pd
Ipotesi sostegno a Giachetti, ma Ala nega
Altolà di Orfini: partecipazione off limits per chi non è di centrosinistra, convincano piuttosto la destra a organizzarle
qui
il manifesto 4.3.16
Il Pd, Denis e la sinistra, triangolo impossibile
Primarie Pd. Verdini cala sulla sfida di Roma. Giachetti: i problemi sono altri. Morassut: mai con Ala. Nella Capitale potrebbe finire come a Milano: una lista arancione per attirare i voti di Sel. Confronto light fra i candidati. I due Roberti divisi su come allargare il campo
di Daniela Preziosi
qui
La Stampa 4.3.16
Dal Family Day alle urne. E Adinolfi si sogna sindaco
Liste di cattolici in 300 Comuni: l’utopia del nuovo movimento politico
di Amedeo La Mattina
qui

Corriere 4.3.16
Amministrative nella Capitale
Roma, la corsa senza personalità per la poltrona di sindaco
La scelta dei candidati sia a destra sia a sinistra non è entusiasmante. I partiti hanno perso l’occasione per puntare in alto. Ora si può dire solo: vinca il meno peggio
di Antonio Macaluso
qui
Corriere 4.3.16
Caso Vendola
Come funziona l’agenzia americana per avere madri surrogate
Extraordinary Conceptions, l’agenzia di San Diego cui si sarebbero rivolti Nichi Vendola e il compagno, ha molti clienti internazionali. E nel 2015 ha fatto nascere 152 bambini
di Monica Ricci Sargentini
qui
Corriere 4.3.16
«Utero in affitto, il proibizionismo è perdente: subito una legge»
Per Emma Bonino «la maternità per terzi va regolamentata, altro che farla diventare un reato»
Sulle unioni civili «un dibattito volgare. La politica è ferma, il Paese va avanti».
intervista di Cesare Zapperi
qui

Repubblica 4.3.16
Il fronte degli ex Pci contro Vendola per l’utero in affitto
Da Bersani a Fassina e Finocchiaro, tutti i dubbi sulle madri surrogate. E la Marzano lascia il Pd
“La maternità surrogata mercifica il corpo di una donna e la vita di un bambino - dice Stefano Fassina -.
Un figlio non è un diritto”
di Annalisa Cuzzocrea
qui
«mi lascia perplessa il tono netto delle risposte di Stefano Fassina, anche se ne apprezzo l’aspetto non prudente, non calcolato, che non tiene conto delle convenienze. Per questo gli chiedo perché si presta al gioco di definire cosa è di sinistra e cosa non lo è»
il manifesto 4.3.16
Perché a sinistra non ha senso contrapporre i diritti
di Bia Sarasini
qui
Il Fatto 4.3.16
Proposta dei Radicali: utero in affitto, con qualche limite
UN ACCORDO in forma di scrittura privata fra la donna che sarà madre surrogata e la coppia desiderosa di un figlio. E alcuni paletti, tra cui l’obbligo che la gestazione avvenga sul territorio italiano. Sono alcuni dei punti della proposta di legge sulla maternità surrogata (di fatto, sull’utero in affitto), presentata ieri alla Camera dall’associazione Luca Coscioni. Secondo il radicale Marco Cappato tesoriere dell’associazione, “sono misure per dare una risposta a persone che hanno un’esigenza, che in questo caso è un diritto”. Il ddl prevede chi può accedere alle tecniche per la maternità surrogata: dai single alle coppie di sesso diverso e dello stesso sesso in età potenzialmente fertile. A portare avanti la gravidanza dovrà essere una donna maggiorenne e già madre, la cui effettiva volontà dovrà essere accertata da una scrittura privata firmata davanti a un avvocato. Filomena Gallo segretario dell’associazione: “Questo testo di legge legalizza anche le gestazioni per altri fatte all’estero, perché di fatto riconosce già come figlio della coppia quel bambino al rientro in Italia: non c'è bisogno per le coppie dello stesso sesso dell’adozione dell’altro, perché sarebbero entrambi genitori”.

Il Fatto 4.3.16
Via al confronto sulla dolce morte, i congiunti di Lizzani, Magri e Monicelli chiedono di ripristinare le statistiche sui decessi volontari di malati gravi
di Luciana Castellina e altri
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La Stampa 4.3.16
Siria, l’armata di uiguri cinesi che combatte Assad
Sono alleati di Al-Nusra e si sono insediati nei villaggi nelle montagne attorno a Idlib
di Giordano Stabile
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il manifesto 4.3.16
«Pronti per un governo con Podemos e socialisti»
La candidata indipendente di Izquierda Unida Sol Sanchez
intervista i Luca Tancredi Barone
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Corriere 4.3.16
«Togliete quella medaglia a Kusterer, il boia di Marzabotto»
Walter Cardi, presidente dell’associazione vittime della strage nazista, scrive alla Cancelliera Angela Merkel e all’ambasciatore tedesco a Roma dopo aver scoperto che l’ex SS ha ottenuto un’onorificenza dal sindaco della città di Engelsbrand
di Fabrizio Caccia
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Repubblica 4.3.16
Perché Hillary non è il femminismo
di Camille Paglia
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La Stampa 4.3.16
Il dibattito nell’Islam: meglio la poligamia dell’utero in affitto
Ma nonostante il divieto degli uomini di fede, la pratica (e il business) della maternità surrogata arriva anche in Egitto
di Karima Moual
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La Stampa 4.3.16
Rodchenko
Sperimentare. Dovere d’artista
Mostra a Lugano sul padre del costruttivismo russo. Dal furore rivoluzionario alle purghe staliniane
di Andrea Colombo
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Corriere 4.3.16
Cervantes, una vita nell’ombra
Il creatore di Don Chisciotte nella biografia (verosimile) scritta da Bruno Frank,
«Cervantes», uscita per la prima volta nel 1936 e ora ripubblicata da Castelvecchi
di Pietro Citati
qui

Corriere 4.3.16
Narcisismo di massa
Condividiamo ogni esperienza, anche banale e misuriamo la soddisfazione in «like» Ecco perché il digitale ci rende autoreferenziali
di Paolo Di Stefano
qui



La Stampa 4.3.16
È morto Marcello De Cecco
Economista critico dell’austerity
Ha insegnato alla Normale di Pisa e alla Luiss
di Stefano Lepri
qui
Repubblica 4.3.16
De Cecco, l’economista che amava la Storia
di Marco Panara
qui
il manifesto 4.3.16
Un eretico della globalizzazione
Addio a Marcello De Cecco: è morto a 77 anni lo studioso degli squilibri dei vari capitalismi. Il suo «Money and Empire» analizzò i rapporti tra moneta e potere, senza astrattismi
di Emiliano Brancaccio
qui

Repubblica 4.3.16
Israele, tacchi a spillo e jeans: le prime selezioni di Miss Trans
qui