domenica 18 gennaio 2015































La Stampa 18.1.15
Cofferati
Verso una piattaforma dei delusi del Pd
di Jacopo Iacoboni

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Corriere 18.1.15
«Inaccettabili silenzi, non posso restare» L’addio di Cofferati scopre a sinistra il Pd
Liguria, l’ex Cgil contesta il verdetto sulle primarie
I civatiani scaricano Paita: avanti da soli
di Francesco Alberti

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Corriere 18.1.15
L’attesa per le mosse degli altri delusi: poi valuterò
di Erika Dellacasa

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Repubblica 18.1.15
Nichi Vendola
In Liguria hanno costruito accordi con Scajola e la destra. I dem si sono rotti
Quanto accaduto è un segnale per noi: si apre un’altra fase
“Adesso Sergio venga con noi insieme rifaremo un nuovo soggetto”
intervista di Giovanna Casadio

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La Stampa 18.1.15
Il dissidente Civati: il rischio scissione cresce ogni giorno ma non ci saranno conseguenze per riforme e Quirinale
«Ora il nuovo partito a sinistra è un’ipotesi molto concreta»
«Per quanto mi riguarda, questo non è solo un fatto regionale. Fa parte di una lunga serie di episodi in cui mi sono trovato distante dall’attuale segreteria del Pd»
intervista di Francesca Schianchi

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Corriere 18.1.15
Fassina: io resto ma molti voti andranno via
«Cofferati lo seguiranno in tanti, ma a Renzi non sembra interessare. Io resto, per cambiare rotta», dice Stefano Fassina
«Preferisco combattere dall’interno. E i militanti ora alzino la voce nei circoli»
intervista di Alessandro Capponi

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il Fatto 18.1.15
Caso Primarie Liguria, Cofferati lascia il Pd
“Renzi approva le primarie inquinate dai fascisti”
“Vergognoso silenzio del mio partito su un grande tema etico. È inaccettabile”
I civatiani preparano altra lista
di Ferruccio Sansa

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il Fatto 18.1.15
Garantisti da primarie: senza manette è tutto ok
Al Pd di Renzi non interessa se le consultazioni interne sono truccate
Vige la regola Orfini: “Hai visto? In Piemonte niente condanne”
di Antonello Caporale

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Repubblica 18.1.15
L’amaca

di Michele Serra
SE IL centrodestra, mediante primarie, dovesse scegliere tra Hitler e Cicchitto, spererei che vincesse Cicchitto, o perlomeno che non vincesse Hitler. Ma non mi sognerei mai di andare a votare, per una ragione così ovvia che quasi imbarazza doverla ripetere: è intrusivo e sleale andare a decidere cose d’altri in casa d’altri. Allo stesso modo non pretendo di eleggere il presidente del Rotary o di decidere la formazione della Lazio o di partecipare all’assemblea di condominio di via Meucci 46, in conseguenza del fatto che non sono iscritto al Rotary, non sono l’allenatore della Lazio, non abito in via Meucci 46.
Per ragioni poco comprensibili, e comunque mai spiegate, questa banale regola di rispetto è saltata per le primarie del Pd, che in Liguria hanno vissuto l’ennesima pagina opaca (eufemismo). Che Sergio Cofferati parli con l’acredine dello sconfitto non leva una sola virgola alla sensatezza delle cose che ha dichiarato annunciando il suo addio al Pd. La nuova classe dirigente democrat può legittimamente pensare che perdere uno stagionato dirigente della vecchia sinistra (tra l’altro europarlamentare e dunque non sull’orlo della disoccupazione) non sia poi così grave. Ma gravi, molto gravi, sono le accuse e i sospetti che gravano su quelle primarie, e su altre precedenti: non dunque su Cofferati, ma su chi rimane. È sconcertante la sbrigativa disinvoltura con la quale il nuovo Pd parla di se stesso. Non dei suoi avversari: di se stesso.

Corriere 18.1.15
Lo strappo di Cofferati non cambierà la sinistra
di Dario Di Vico

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il Fatto 18.1.15
Corsi e ricorsi
Il voto in Campania fa 90: la paura
di Vincenzo Iurillo

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il Fatto 18.1.15
Il costituzionalista Federico Sorrentino
“Macché manina, la Procura indaghi sul falso salva-Silvio”
Renzi ha fatto un falso in atto pubblico, non basta una censura ci vuole un’inchiesta
di Silvia Truzzi

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il Fatto 18.1.15
La denuncia
Il professor Pace e le regole saltate a Palazzo Chigi

ERA STATO il professor Alessandro Pace, giurista di fama, a chiarire ieri al Fatto Quotidiano che la “manina” del governo sulla depenalizzazione dell’evasione e della frode fiscale sotto il 3% dell’imponibile non poteva essere classificata come una guasconata del giovane premier. È infatti configurabile come reato. Perché? “Perché il presidente Renzi, pur ricoprendo la massima carica politica del nostro ordinamento costituzionale, ha usato un sotterfugio per far sì che una sua volizione ‘individuale’ assumesse le sembianze di una disposizione legislativa approvata con tutti i crismi dal Consiglio dei ministri, contro la verità dei fatti”. Negli Stati Uniti, lo facesse Obama, rischierebbe l’impeachment.

il Fatto 18.1.15
Etruria, esuberi nella banca di papà Boschi

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il Fatto 18.1.15
Renzismi
Manca il Capo dello Stato. Qualcuno se ne è accorto?
di Furio Colombo

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Corriere 18.1.15
Il sondaggio
Passo indietro del Pd: perde 6 punti, scende a 34,8%
La Lega a un passo da Forza Italia
Il centrodestra se fosse unito, varrebbe 36,3% contro il 38,6 del centrosinistra
Nel Pd perde forza la connotazione «acchiappatutto»
M5S stabili al 20%
di Nando Pagnoncelli

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La Stampa 18.1.15
Salendo al Colle
Le vere trattative e quelle finte
di Marcello Sorgi

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Corriere 18.1.15
Il profilo del nuovo presidente
di Sabino Cassese

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il Fatto 18.1.15
Italicum, sinistra Pd: “I capilista bloccati li togliamo e basta”

RIPARTE la corsa dell’Italicum in Senato e riparte pure la “fronda democratica”. Stavolta la materia del contendere sulla legge elettorale riguarda i capilista bloccati: in sostanza le preferenze valgono solo per il secondo eletto in ogni circoscrizione, mentre il nome numero uno continuerà a essere scelto a Roma. “Quella dei capilista bloccati è una questione dirimente per la democrazia”, dice Miguel Gotor, bersaniano e esponente della sinistra Pd: “Per questo 30 senatori Pd hanno firmato emendamenti per ridurre la quota di nominati. Non arretreremo di un millimetro e voteremo le nostre proposte di modifica: nel momento in cui siamo impegnati a riformare il Senato, mantenendo una sola Camera politica che ha il rapporto fiduciario con il governo, è inaccettabile una legge elettorale che preveda che la Camera sia composta da un 60% di nominati”. 
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il Fatto 18.1.15
I “drogati” di Internet si curano nei lager
In Cina i campi di lavoro per la rieducazione dei forzati da web-dipendenza
Spesso sono i genitori a portare i figli nei centri-prigione. per cure lunghe mesi
di Carlo Antonio Biscotto

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La Stampa 18.1.15
L’Unesco ha dichiarato il 2015 l’anno della luce
L’informazione corre su una ragnatela scintillante
Un lungo viaggio attraverso la luminosità: dal microscopio alle stelle
di Piero Bianucci

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Il Sole Domenica 18.1.15
Fiat lux
Dio? È soprattutto luce
2015, anno della luce promosso dall'Unesco
Domani a Parigi, tra i relatori, ci sarà il cardinale Ravasi. Un brano in anteprima
di Gianfranco Ravasi
s.j.
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Corriere 18.1.15
Il falso Caravaggio è vero
Nessun risarcimento all’erede della tela «I bari»
Scambiata per una copia fu battuta all’asta per 55 mila euro da Sotheby’s: vale 13 milioni
di Fabio Cavalera

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Corriere 18.1.15
Nel mistero di Giuda (e di Gesù) la tragedia di un’amicizia sfregiata
di Claudio Magris

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Corriere 18.1.15
Rosenberg, l’antisemita. Affascinato da Spinoza
risponde Sergio Romano

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Il Sole Domenica 18.1.15
Claude Lanzmann
I panni dell'ultimo degli ingiusti
di Sergio Luzzatto

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Corriere La Lettura 18.1.15
L’invenzione memoria
Dopo la scomparsa degli ultimi protagonisti la letteratura aiuta la ricostruzione della storia
di Emanuele Trevi

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Corriere La Lettura 18.1.15
Ogni notte riplasmiamo i ricordi da trattenere
di Edoardo Boncivelli

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Corriere La Lettura 18.1.15
C’era una volta un altro Medio Oriente
Il viaggio di Gertrude Bell prima della fine
di Lorenzo Cremonesi

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Corriere La Lettura 18.1.15
La regina del deserto diretta da Werner Herzog

Tra i film più attesi dell’anno, Queen of the Desert racconta la vicenda biografica della viaggiatrice, esploratrice e archeologa britannica Gertrude Bell (1868-1926). Sorta di Lawrence d’Arabia al femminile, Bell parlava sei lingue compresi arabo e persiano: svolse anche un ruolo politico-diplomatico e di agente segreto durante la Prima guerra mondiale, tenendo contatti con i Paesi arabi. La pellicola, di cui non c’è ancora una data di uscita , segna il ritorno alla narrazione cinematografica, dopo sei anni, di uno dei grandi maestri europei, Werner Herzog (72 anni; tra i suoi film Fitzcarraldo e Nosferatu, il principe della notte). Il film scritto e diretto da Herzog, che dal 2009 aveva firmato solo documentari, è stato girato in Marocco. Il ruolo dell’avventuriera è affidato a Nicole Kidman, nel cast anche James Franco e Robert Pattinson.












Corriere La Lettura 18.1.15
A Waterloo calò il sipario
L’ultimo azzardo di un Napoleone senza speranza
di Vittorio Criscuolo

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Repubblica 18.1.15
L’età dell’interruzione
Immersi nei social network connessi con ogni device travolti dalle informazioni viviamo mettendo il pausa di continuo ciò che stiamo facendo, riducendo la nostra attenzione a pura percezione Ecco come le nostre vite sono diventate un eterno intervallo tra gli intervalli
di Maurizio Ferraris

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Repubblica 18.1.15
Il grande flusso che confonde il pensiero critico
di Paolo Legrenzi

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Repubblica 18.1.15
Viaggio dall’io al noi per diventare umani
Massimo Ammaniti indaga i meccanismi della convivenza che comprendono anche empatia, convenienza, istinto di imitazione
di Roberto Esposito

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Repubblica 18.1.15
La carica degli inediti da Arthur Schnitzler a Elias Canetti
di Simonetta Fiori

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Repubblica 18.1.15
Wenders fotografo in viaggio nel West
di Chiara Gatti

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Repubblica 18.1.15
Julia Dobrovolskaja
“Stalin ci impose la felicità forzosa, da bambina ero costretta a ridere”
La guerra civile spagnola, i pettegolezzi su Hemingway
il ritorno da eroina nell’Urss, poi l’arresto e la condanna, fino all’arrivo in Italia
la vita della linguista russa, quasi un secolo di storia
colloquio con Antonio Gnoli

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Il Sole Domenica 18.1.15
Joseph Conrad
L'ombra della giovinezza
di Luigi Sampietro

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Il Sole 18.1.15
Festival delle scienze
La competenza morale
Ci sono sei condizioni affinché un essere umano sia ritenuto responsabile delle sue azioni. Sono esclusi bambini e dementi
di Daniel C. Dennett

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Il Sole Domenica 18.1.15
Il mistero del tempo
Il segreto è nel cervello
Il senso del tempo, secondo le neuroscienze che lo studiano da circa tre decenni, è prodotto da meccanismi nervosi emersi per selezione naturale
di Arnaldo Benini

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Il Sole Domenica 18.1.15
Scienza & fede
Disaccordo, ma con razionalità
di Nicla Vassallo

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Repubblica 18.1.15
Il pugno di Francesco e la lezione di Voltaire
di Eugenio Scalfari

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