sabato 24 marzo 2007

SUI GIORNALI DI OGGI:





il Riformista 24.3.07

GENETICA. IL NON TRASCURABILE RUOLO DEL PENSIERO NELLE RELAZIONI INTERUMANE
Il rapporto sessuale umano non è quello tra leone e leonessa
DI ANDREA MASINI

Ho letto con interesse l'originale dibattito che si è sviluppato nei giorni scorsi sul Riformista sul tema genetica-sessualità. In particolare ho trovato fondamentale quanto proposto il 17 da Paolo Fiori Nastro circa l'assoluta differenza tra sessualità umana e animale, un argomento che raramente ho visto trattare sulle pagine degli altri media. La proposizione più comune, infatti, ribadita anche da qualche intervento nel presente dibattito, è quella di cercare di comprendere la realtà umana partendo dal pensiero che l'animale sarebbe uguale all'uomo.

Anche la chiesa cattolica, che da sempre condanna con violenza incomprensibile la sessualità umana, sostiene che essa sia indissolubilmente legata alla procreazione, accettando la prima solo quando ha il suo fine nella seconda; in tal modo il pensiero religioso ha sempre teorizzato una sostanziale animalità del comportamento umano, dalla quale l'uomo si solleverebbe con la rinuncia e l'astinenza. Malgrado questo “veto”, la scienza ha reso possibile la separazione tra procreazione e atto sessuale con quegli atti medici che sono conosciuti sotto il nome di procreazione assistita. E anche se in Italia il pensiero cattolico l'ha resa difficile con la nota legge 40, di fatto nella società odierna sessualità e procreazione non sono più indissolubilmente legati.

La sessualità umana, come ha sostenuto anche Livia Profeti nel suo intervento, è «una modalità di rapporto interumano che (…) implicando non solo il corpo ma anche il pensiero cosciente e non cosciente, non obbedisce alle leggi della biologia evoluzionista», cioè non si lega agli istinti animali di sopravvivenza e moltiplicazione bensì a quella realtà caratteristica della nostra specie che è il rapporto interumano. Ciò che ci distingue dagli animali non è il comportamento, che pure è tanto diverso, ma quel pensiero che c'è dietro il comportamento e che fa sì che l'uomo costruisca la cappella Sistina e gli animali abitino le tane.

Quello che vorrei aggiungere al dibattito in corso è ciò che per me è più evidente: che tra il leone e la leonessa non c'è quel rapporto fatto di pensieri, immagini, sogni, sensazioni e tanto altro, che sempre precede il rapporto sessuale umano, lo accompagna e poi eventualmente lo segue. Non si capisce perché nell'affrontare questi argomenti non si prenda mai in considerazione quella realtà mentale che negli esseri umani si realizza già negli anni che precedono la sessualità, la quale deve invece attendere che lo sviluppo biologico del corpo sia compiuto, alla pubertà. Stupisce che non si pensi mai che le realtà mentali dell'uomo e della donna iniziano molto tempo prima dello sviluppo della sessualità e nel precederla la determinano.
I rapporti interumani non possono essere compresi se non si prende in considerazione che il pensiero, in gran parte non cosciente, determina ogni comportamento umano e quello sessuale più di ogni altro. In questo senso, forse perché faccio lo psichiatra tutti i giorni, sono costretto a ricordare che questo pensiero non sempre è sano, e pensare-augurarmi che un ragazzo e una ragazza, prima di dormire insieme, si pongano quel problema che i gatti non hanno, ovvero se sia giunto realmente il momento di fare un figlio e di assumersi così l'onore e l'onere di ciò che questo comporta.

E con ciò pronuncio un altro grazie alla scienza, che con la contraccezione ha contribuito non poco alla nostra “liberazione” rendendo la sessualità una possibilità di rapporto interumano senza “incidenti” procreativi. Così i ragazzi di oggi possono cominciare la loro vita amorosa, e con questa sviluppare la loro identità umana rinviando ad altro momento quella realtà della procreazione che presuppone invece un'identità già realizzata.

Considerata sempre ricerca del piacere, se non confusa con un qualche bisogno fisiologico di “scarica”, la sessualità non è stata mai vista nella sua realtà di ricerca di una identità maschile e femminile che, realizzandosi nel rapporto con l'altro, potrebbe essere il massimo della realizzazione umana. Realizzazione che in questo caso non starebbe tanto in una brillante carriera professionale di medici, avvocati, operai o politici, ma in una identità umana che propone un'uguaglianza per la quale qualunque differenza sociale, di età o di nazionalità, rappresenta soltanto una variazione priva di significato.


l'Unità 24.3.07

CONTROSTORIE La trasmissione su Rai2 dedicata allo scenario ipotetico di una disfatta della Dc e di un’affermazione del Fronte popolare: simulazione plausibile e stimolante
Minoli e la storia con i se. Incredibile ma funziona
di Bruno Gravagnuolo
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Repubblica 24.3.07
LA FAMIGLIA DOPO UN LUTTO
Psicoanalisi/ Il trauma della morte di un congiunto
di Luciana Sica
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Repubblica 24.3.07
Hegel. Il suo pensiero è una spietata macchina da guerra
"La fenomenologia dello spirito"
di Antonio Gnoli
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La storia di Ludwig Fischer (Gnoli ne parla in questo articolo chiamandolo - non sappiamo perché - Louis...), il figlio naturale "segreto" di Hegel, era stata ricostruita pubblicamente - con una qualche maggiore precisione - fin dal 1997 in un libro uscito per le Nuove Edizioni Romane: Hegel in viaggio da Atene a Berlino. La crisi di ipocondria e la sua soluzione,
di Fulvio Antonio Iannaco, che nell'articolo uscito oggi su La Repubblica però non viene citato (qui)







Il Mattino 24.3.07

IL PROGETTO SULLA MOGLIE SEGRETA DEL DUCE
Bellocchio racconta Ida Dalser
di os. co.
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Repubblica Napoli 24.3.07
Il regista ha presentato al Grenoble il suo ultimo film "Sorelle"
Bellocchio sfida i cinefili e tifa per Mario Merola
"In Lacrime napulitane mi commuove"
di Antonio Tricomi
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Repubblica Roma 24.3.07
Atenei, 100 eventi nella notte bianca
La filosofia. A Roma Tre Arrigo Levi e Giacomo Marramao parlano di Unione
di Geraldine Schwarz
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The New York Times 24.3.07
Fairness for Mental Health
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Fausto Bertinotti:
Fausto Bertinotti dice di essere oggi meno convinto, rispetto al 1978, della validità della linea della fermezza tenuta dalla Dc e dal Pci durante il sequestro di Aldo Moro. Il presidente della Camera risponde su Liberazione, alla lettera aperta con cui l’ex presidente Cossiga gli chiede «dov’eri?». Cossiga attacca Bertinotti per aver condiviso la linea della trattativa per la liberazione di Mastrogiacomo. «Sono giunto - scrive Bertinotti - alla determinazione che con chiunque si debba trattare per salvare una vita umana, specie in un teatro di guerra. Non era questo il caso della lotta democratica impegnata in Italia contro le Br, vicenda completamente diversa da quella afghana. Tuttavia, debbo dire per onestà intellettuale che oggi sarei assai meno convinto della validità della linea della fermezza, cioè del rifiuto della trattativa anche nella vicenda del rapimento di Moro. Anzi, credo che bisognerebbe riflettere storicamente con spirito aperto». (Il Mattino 24.3.07)

«A distanza di 63 anni è ancora viva l'emozione per la tragica pagina delle Fosse Ardeatine. Si rinnova ogni anno questo dolore, insieme con la condanna del nazifascismo e di ogni barbarie. Una testimonianza drammatica, quella delle Fosse Ardeatine, che deve richiamare l'attenzione di ognuno di noi sul valore della vita, della nostra Costituzione e delle Istituzioni repubblicane. Resta in noi vivo più che mai il ricordo di chi con coraggio e dedizione si è battuto per l'affermazione della democrazia e della libertà». Lo afferma il Presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, in occasione dell'anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. (Apcom 24.3.07)