venerdì 14 settembre 2012

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DOMANI IN TUTTE LE EDICOLE DEL PAESE
TRASFORMAZIONE, DI MASSIMO FAGIOLI
SU LEFT CON L'UNITÀ

SABATO 8 SETTEMBRE È USCITO IN TUTTE LE EDICOLE
LEFT CON L'UNITÀ, CON
L'ARTICOLO È DISPONIBILE QUI
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TUTTI I MATERIALI CITATI IN PRECEDENZA
SONO DISPONIBILI QUI DI SEGUITO ALLA DATA DI SABATO 7 SETTEMBRE

GLI EBOOK DE L'ASINO D'ORO:A 1,99 EURO SU TUTTI GLI STORE
PORTRAIT DI J. LUSSU, IL RAGAZZO DAI SENI DI GOMMA DI S. IPARRAGUIRRE
E JOSÉ SARAMAGO. UN RITRATTO APPASSIONATO DI BAPTISTA-BASTOS
segnalazione di Valeria Iodice














MATERIA, ENERGIA, PENSIERO 
DA "TRASFORMAZIONE" - LEFT N. 25 - 24 GIUGNO 2011 - DISPONIBILE QUI
si ringrazia Paola Cantini

 
l’Unità 23.6.12
Einstein, la pace innanzitutto
La militanza del grande fisico ricostruita in un libro
Il nostro Pietro Greco racconta l’evoluzione del pensiero e dell’impegno dello scienziato che provava una profonda antipatia per odio e crudeltà
di Cristiana Pulcinelli
su spogli alla data del 23.6
«Einstein in realtà non si era mai lasciato convincere troppo dalla psicoanalisi: in una lettera a uno dei suoi figli scrisse, all’inizio degli anni trenta, che non era molto convinto del valore dell’opera di Freud e che riteneva i suoi metodi dubbi, se non fraudolenti.
Nel 1928, in occasione della proposta di Premio Nobel a Freud, Einstein, sebbene fosse in ottimi rapporti con Freud, non si unì al comitato che chiedeva il prestigioso premio per il fondatore della psicoanalisi, perché non si sentiva sufficientemente qualificato per capire se gli studi di Freud avessero o meno a che fare con la medicina.
Nel 1933, a richiesta della Società delle Nazioni, venne pubblicata una discussione fra Freud e Einstein sul tema: “Perché la guerra?”. Freud, al contrario di Einstein, affermò l’impossibilità della fine delle guerre, in quanto l’aggressività, fondamento di ogni guerra, è radicata indissolubilmente nell’uomo»
Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Perché la guerra?
Carteggio Albert Einstein - Sigmund Freud
qui e qui
si ringrazia Francesco Maiorano

Einstein, un ateo:
Einstein in una sua lettera manoscritta datata 3 gennaio 1954 (quindici mesi prima della morte) indirizzata al filosofo Eric Kudkind, che gli aveva inviato una copia di un suo libro sulla Bibbia:
«Io non credo in un Dio personale e non l’ho mai negato, anzi, ho sempre espresso le mie convinzioni chiaramente... Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri... Per me, la parola Dio non è niente di più che un’espressione e un prodotto dell’umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un’incarnazione delle superstizioni più infantili. E il popolo ebraico, del quale pur mi compiaccio di far parte e con la cui mentalità sento un’affinità profonda, per me non ha qualità differenti da quelle di qualsiasi altro popolo …. In essi non vedo niente di eletto".
da Corriere della Sera 14.5.08, La lettera di Einstein sulla fede: «Superstizione infantile» di Paola de Carolis.
segnalazione di Eros Cococcetta, pubblicata su "Segnalazioni" nel maggio 2008










Pietro Greco, Einstein aveva ragione, Scienza Express, pp. 301, euro 19,00


LEGGI
SEGNALAZIONI DAL MONDO QUI
a cura di Andrés Gallo

ORA IN PRIMO PIANO SU "SEGNALAZIONI DAL MONDO:

Bradshaw Foundation Journal
Geometric Signs & Symbols in Rock Art
A New Understanding by Genevieve von Petzinger
An Introduction by Genevieve von Petzinger

qui

 










Worldwide Geometric Signs Chart
La mappa mondiale dei segni preistorici

qui


La Corte Europea Diritti dell'Uomo su diritto fine vita
La Corte Europea Diritti dell'Uomo dà ragione a “Bella addormentata” di Marco Bellocchio, in anticipo poiché si tratta di una sentenza del 19 luglio scorso (n. 497/09).
La Corte Europea Diritti dell’Uomo, confermando una precedente pronuncia (caso Pretty), ha stabilito che non può escludersi che costituisca una lesione del diritto al rispetto della propria vita privata (diritto sancito dall’art. 8 della Convenzione Europea dei diritti umani) una legge che impedisca di scegliere di porre fine ad una vita che si protrae, anche grazie ai continui progressi della medicina, in condizioni ritenute indegne e penose dall’infermo.
Il caso in esame riguardava il dramma di una donna tedesca, affetta da grave tetraplegia, che aveva richiesto al locale tribunale l’autorizzazione ad acquistare una sostanza letale (pentobarbital di sodio) per porre fine alle sue sofferenze e alla sua vita. La richiesta è stata dichiarata irricevibile dai tribunali tedeschi interpellati e da qui il ricorso alla CEDU. La Corte Europea non è entrata nel merito del ricorso perché nel frattempo la donna è deceduta (il marito l’ha accompagnata in una clinica svizzera ove ha assunto la sostanza letale); tuttavia la Corte ha statuito che la magistratura tedesca ha violato la disposizione di cui all’art. 13 della Convenzione, la quale, per tutelare i diritti riconosciuti dalla Convenzione Europea dei diritti umani, riconosce a tutti la possibilità di proporre un “ricorso effettivo” dinanzi alle giurisdizioni nazionali, che sono tenute ad accettare l’istanza dell’interessato ed entrare nel merito della questione, giudicando in base alla legislazione nazionale e sovranazionale.
E’ il caso di rammentare che il diritto alla non ingerenza nella vita privata, di cui al già citato art. 8 della Convenzione, è stato chiamato in causa dalla stessa CEDU nella recentissima sentenza che ha dichiarato l’illegittimità, relativamente al tema del ricorso (diagnosi preimpianto), della legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita.
Per maggiori dettagli vedasi:
- l’articolo fonte, dal sito www.altalex.com , a cura di Riccardo Bianchini. 
- copia della sentenza (in inglese) tratta dal sito della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (European Court of Human
Rights): qui e qui
ricevuto da Eros Cococcetta. Una traduzione qui

Venerdì 7, a "Cominciamo bene" su RAI3 si è discusso di fecondazione assistita, presenti:  Coscioni, Binetti , Vassallo, una giornalista di Avvenire e un ginecologo. La giornalista di Avvenire, a sostegno della sua tesi,  ha nominato i due ricercatori italiani in Australia che hanno dato inizio alla discussione sul così detto "aborto post natale".
La registrazione della trasmissione può essere cercata sul sito dell'emittente
segnalazione di Licia Matticoli

 
 TUTTI I MATERIALI PUBLICATI IN PRECEDENZA SU MARCO BELLOCCHIO
E SU QUESTO SUO PIÙ RECENTE FILM
SONO DISPONIBILI ALLE DATE DI MARTEDI 11, LUNEDI 10,
DOMENICA 9 E VENERDI 7 SETTEMBRE
GIUNTO IN FONDO A QUESTA PAGINA CLICCA SU "POST PIÙ VECCHI"



DOMENICA 9 SETTEMBRE A LENOLA (LT)
Ieri sera a Lenola l'anfiteatro era gremito. Il film è stato molto applaudito  ed ha destato molta emozione tra il pubblico. 
Erano presenti i figli di Giulia e di Pietro oltre a molte autorità istituzionali.
Il regista tra i vari commenti sul film e su Pietro si è soffermato sulla  figura di Giulia elogiandola molto

clicca sull'immagine per renderla leggibile, ricevuto da Licia Pastore



CITATI:
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«Bella Addormentata» è stato sceneggiato dallo stesso regista insieme a Veronica Raimo e Stefano Rulli.
Stefano Rulli è lo stesso che firmò con Marco Bellocchio, Sandro Petraglia e Silvano Agosti «Matti da slegare» nel 1975.
Una clip di «Matti da slegare» è disponibile qui

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Panorama 10.7.2009
Massimo Fagioli, da medico dei pazzi a medico dei sani
di Pietrangelo Buttafuoco
 

qui (una versione dell'articolo in formato di testo è adesso disponibile su spogli qui)











I diabolici - Un film di Henri-Georges Clouzot. Con Simone Signoret, Paul Meurisse, Charles Vanel, Vera Clouzot, Michel Serrault Titolo originale Les diaboliques. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 114' min. - Francia 1954










La polemica scoppiata in Francia a seguito dell’uscita, nel 2010 del libro di Michel Onfray contro Freud «Crépuscule d’une idole»
Molti materiali sul tema sono disponibili qui









Corriere 9.9.12 
Sintomi che spaventano
Talvolta non sono il segnale di una patologia e neppure di una forma di disagio

Allucinazioni possibili anche nei «sani»
In questi casi vengono definite Esperienze soggettive insolite
di Danilo Di Diodoro

qui


SULLA STAMPA DI OGGI:
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l’Unità 14.9.12
Confronto Ingroia-Pellegrino stasera a Milano con «Unitalia»
L’incontro pubblico organizzato da l’Unità e Left
Appuntamento alla festa democratica di Sesto San Giovanni
Su unita.it, in streaming questa sera a partire dalle 21
di R.V.

su "spogli"














 l’Unità 14.9.12
Elezioni americane e razzismo su Left di domani

su "spogli"



 














l’Unità 14.9.12
Bersani al sindaco rottamatore «Il Pd è alternativo alla destra»
«Sondaggio Swg: col segretario il 55% degli elettori
D’Alema: «Mi riconosco nel sentimento di più»
di Simone Collini

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il Fatto 14.9.12
L’Altrapolitica può vincere
di Paolo Flores d’Arcais

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Corriere 14.9.12
Pressing su Bersani: disinneschi le primarie
Tra i big del partito prevale il sarcasmo Ma i veltroniani: «Così ci sono troppi rischi»
di Monica Guerzoni

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Repubblica 14.9.12
Ma tra i democratici ora sono in diversi a pensare di “correre” per “pesarsi”.
La tentazione della Bindi, le paure degli ex Ppi
Il segretario: quel discorso è un autogol

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Repubblica 14.9.12
Il pressing di Napolitano: legge elettorale da cambiare
E Bersani riapre la trattativa: “Ma non si modifica per peggiorarla”
di Giovanna Casadio

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Repubblica 14.9.12
Il bersaniano Fassina: “In bocca al lupo, ma non convince”
“Sotto gli slogan niente idee e la smetta di sparare sul Pd”

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Corriere 14.9.12
I 740 mila euro per i manifesti del Pd Le follie del Lazio
di Sergio Rizzo

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Corriere 14.9.12
Immigrati senza rappresentanza: quel deficit politico da superare
di Stefano Jesurum

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Repubblica 14.9.12
Stasera su RaiUno si parla di pedofilia in famiglia
Conduce Cecilia Dazzi: “Sono le storie di chi ha affrontato l’uomo nero”
“La vita contro”, piccole vittime si raccontano
di Alessandra Vitali

su "spogli"
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l’Unità 14.9.12
Troppi nomi per un regista. I misteri del video-trash
La prima volta di Morsi in Europa «Il Profeta è una linea rossa»
di Marina Mastroluca

su "spogli"
Repubblica 14.9.12
Hillary: “Ripugnante quel film su Maometto”
Il regista avrebbe ingannato la troupe e gli attori. Giallo sui suoi finanziatori
di Angelo Aquaro

su "spogli"









Sette del Corsera 14.9.12
Israele «Non siamo mai stati così pronti»
Bomba o non bomba soffiano venti di guerra
di Francesco Battistini

qui
 

Repubblica 14.9.12
Il tempo lungo delle primavere
di Bernado Valli

su "spogli"
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Repubblica 14.9.12
“Via chi ha difeso la strage di Breivik” Gallimard punisce l’editor xenofobo
Parigi, la casa editrice lo ha allontanato dal vertice
di Giampiero Martinotti

su "spogli"
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Corriere 14.9.12
Il mistero di Alessandro Magno: un santo o il re del male?
La sua leggenda, ponte tra Occidente e Oriente
di Pietro Citati

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Corriere 14.9.12
Michele Ciliberto è il direttore scientifico
Il pensiero d’Italia in 80 medaglioni
di Arturo Colombo

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Corriere 14.9.12
Pound, il dissenso vale anche quando si ha torto
di Giulio Giorello

su "spogli"

 









Sette del Corsera 14.9.12
Come Picasso fece di se stesso un monumento
di Francesco Pini

qui
il Fatto 14.9.12
Aspettando la mostra milanese
Fo: Ve lo do io Picasso
Un recital scritto dal premio Nobel per raccontare il genio simbolo del ’900
di Antonio Armano

su "spogli"








Repubblica 14.9.12 
Facciamo economia
Come costruire una nuova società dell’abbondanza
di Serge Latouche

su "spogli"
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Repubblica 14.9.12
Eugenio Scalfari "Giornali, libri e amori: la mia vita di Narciso consapevole"
Intervista al fondatore di "Repubblica" in occasione dell'uscita del "Meridiano" in cui sono raccolti una serie di articoli e le sue opere più importanti
di Antonio Gnoli

qui
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Repubblica 14.9.12
Dalle pratiche d’ufficio a quelle orientali
di Umberto Galimberti

su "spogli"


 TUTTI I MATERIALI PUBBLICATI IN PRECEDENZA SU MARCO BELLOCCHIO
E SU QUESTO SUO PIÙ RECENTE FILM
SONO DISPONIBILI QUI DI SEGUITO E ALLE DATE DI MARTEDI 11, LUNEDI 10,
DOMENICA 9 E VENERDI 7 SETTEMBRE
GIUNTO IN FONDO A QUESTA PAGINA CLICCA SU "POST PIÙ VECCHI"

La puntata di Cinematografo del 10 settembre con l'intervento di Valerio Caprara e altri su Marco Bellocchio è disponibile qui
segnalazione di Nuccio Russo

Riproponiamo qui di seguito un post che pubblicammo nel novembre 2011:
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QUI DI SEGUITO:
SILVANO AGOSTI, UNO STRALCIO DA UNA INTERVISTA
A PROPOSITO DELLA REALIZZAZIONE DEI "PUGNI IN TASCA"
LA REGISTRAZIONE È DISPONIBILE QUI DI SEGUITO

MARCO BELLOCCHIO, SULL'UNITÀ DI DOMENICA 9 OTTOBRE 2011
Dario Zonta ha recensito il doppio cofanetto di film del regista vincitore del Leone d'oro alla carriera «otto film selezionati per rappresentare le tappe fondamentali della carriera cinematografica di Marco Bellocchio», contenuti in due eleganti cofanetti, con I pugni in tasca, Sorelle Mai, Vacanze in Val Trebbia, Addio del passato, L’ora di religione, Buongiorno, notte, Il regista di matrimoni, Vincere. E basta...! Leggilo qui
Leggi l'articolo di Enrico Magrelli qui di seguito

1986
l'immagine qui sopra è di Stefano Giorgi
«Il sorriso di Maruska Detmers in Il diavolo in corpo. Il battesimo laico e, nello stesso momento, il suicidio di Gianni Schicchi nel Trebbia in Sorelle mai. Lo sguardo fiero e insano di Giovanna Mezzogiorno e lo sguardo, altrettanto altero ed eccitato di Filippo Timi in Vincere. La passeggiata per le vie di Roma di un incredulo Roberto Herlitzka in Buongiorno Notte. La furia contenuta di Sergio Castellitto in L’ora di religione e il suo falso movimento siciliano in Il regista di matrimoni. La rabbia giovane di Lou Castel e quella dei collegiali in rivolta di Nel nome del padre. Sono alcune delle centinaia di immagini, momenti, increspature dei film di Marco Bellocchio che vivono nella nostra memoria di spettatori e ci accompagnano. Sempre.
I cineasti che ci insegnano a guardare il mondo e ad abitarlo, ma che non pretendono di spiegarlo, di razionalizzarlo, di decifrarlo e di non condensarlo in un teorema ideologico, politico o filosofico ci regalano l’inquietudine pacata e attorcigliata, serena e impaziente, trasparente e problematica di una verità instabile. Instabile quanto ogni forma di sapere nella quale vogliamo radicare la nostra ragion d’essere nella Storia che ci è toccata in sorte. Soprattutto quando la Storia si è trasformata in sentimento, labirinto dell’animo prima che nodi, da marinaio o da patibolo, dell’anima, nonostante i fatti, le cronache, le ricostruzioni, i documenti e, in tempi più vicini, i materiali sonori e visivi d’archivio.
Dialogare con i decenni trascorsi e con il presente è un’opportunità vitale per continuare a interrogarsi sul processo interminabile di una cura, più complessa, sofisticata e, probabilmente, misteriosa di quella identificata con la psicoanalisi. Un passaggio della filmografia di Bellocchio ancora tutta da studiare senza pregiudizi e che non si può e non si deve circoscrivere a tre o quattro titoli.

Il corso sinuoso dei decenni, attraversati dal cinema di Marco Bellocchio è anche un viaggio nella geografia interiore di un universo condiviso. Tra l’idea, incandescente, che siano i morti a comandare e il tragitto di andata e ritorno da e verso quel bergmaniano posto delle fragole che si chiama Bobbio, nella provincia piacentina, matrice inesauribile di visioni e fantasmi. Pentagramma emotivo di una romanza dove tutto comincia e può ricominciare. Tra la declinazione di una stringa infinita di ribellioni, oggettivate in un’idea mai canonizzata del cinema, e coazioni a ripetere delitti familiari.
I pugni possono sprofondare e rimanere prigionieri nelle tasche o possono levarsi contro il cielo. Insofferenza che vuole esplodere e utopia effimera. Seduzione sabbatica e volo leggero di farfalle sognanti. Stonata marcia trionfale e bestemmia disperata. Memorie trasfigurate della giovinezza e femmine folli. Madri e padri da non onorare. Quadri impalbabili e suoni visionari. Spose bianche e streghe. Balie e brigatiste. Registi e dittatori. Un’umanità da slegare. Il diavolo nel corpo del cinema».
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Enrico Magrelli, in «Marco Bellocchio, nel corpo del cinema», La Biennale Channel 9.9.11. Il testo integrale è disponibile anche su “Segnalazioni” qui di seguito alla data di sabato 24, qui, e sulla pagina originale, qui
Marco Bellocchio il 20 ottobre 2011 a "Hollywood Party" su Radio 3
In occasione dell'uscita di un doppio cofanetto di DVD con otto dei suoi film più belli, Marco Bellocchio è stato ospite di Hollywood Party la trasmissione condotta da Alberto Crespi e da  Enrico Magrelli, ed ha parlato anche dei film che nel cofanetto non sono stati compresi.
Marco Bellocchio sui due cofanetti: «Siccome sono stato accusato, un po’ subdolamente, del fatto che mancassero in questi due cofanetti tre film fagioliani... io non ho nessuna responsabilità in questo. Le persone che hanno fatto questo tipo di osservazione non capiscono nulla di diritti. Evidentemente la 01 aveva questi film e ha deciso di fare questa scelta, ecco. Non credo che sia una esclusione, anche perché non credo che la 01 abbia i diritti né del Diavolo in corpo né della Condanna né del Sogno della farfalla.
E sui film esclusi dal cofanetto: «La mia esperienza con l’Analisi collettiva, con Massimo Fagioli è stata lunghissima, però quella cinematografica è legata a questi tre film. È chiaro che un certo tipo di cultura continua a saltarli, o per lo meno - non è che li annulla - non riesce a connetterli con gli altri... Il Diavolo in corpo, sì, è estremamente diverso, però c’è qualcosa che è legato a Salto nel vuoto, oppure La condanna, o Il sogno della farfalla... C’è qualcosa di nuovo, in cui altri hanno partecipato con me - in particolare Massimo Fagioli e soprattutto al Diavolo in corpo, ma anche alla Condanna, anche nel sogno della farfalla... è opera sua... - poi io mi sono preso... evidentemente proprio perché sentivo la necessità di una mia libertà, di una mia totale autonomia...»
La scheda qui


"PUGNI IN TASCA":
MARCO BELLOCCHIO E SILVANO AGOSTI
«"I pugni in tasca" venne realizzato in grande economia e circolò con una distribuzione indipendente. La famiglia Bellocchio contribuì alla realizzazione del film: il fratello di Marco Bellocchio, Tonino, finanziò l'opera con cinquanta milioni; l'interno della casa è quello della madre del regista.
Le riprese in esterno furono girate tra Bobbio e Piacenza. Il montaggio fu curato da Silvano Agosti che usò lo pseudonimo di Aurelio Mangiarotti (un suo amico muratore che viveva in Francia). Per completare il lavoro, Silvano Agosti impiegò 26 giorni in totale autonomia». 
Una lettera di Silvano Agosti a Marco Bellocchio, dove si cita Massimo Fagioli qui e qui

SILVANO AGOSTI, UNO STRALCIO DA UNA INTERVISTA A PROPOSITO DELLA REALIZZAZIONE DEI "PUGNI IN TASCA"
LA REGISTRAZIONE È DISPONIBILE QUI:
https://archive.org/details/IntervistaASilvanoAgosti-UnoStralcio
IL TESTO E LA REGISTRAZIONE INTEGRALE SONO DISPONIBILI SU "FORMACINEMA", QUI
segnalazione di Francesco Maiorano










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Affaritaliani.it 23.3.11
"Bellocchio raffigura la psiche della società"
Così il docente di storia del cinema, Flavio De Bernardinis motiva la scelta del film 'Diavolo in Corpo' realizzato dal regista Marco Bellocchio nel 1986 oggetto oggi dell'incontro al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma con gli studenti della Scuola Nazionale di Cinema
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Agi 23.3.11
Cinema: De Bernardinis, “Diavolo in corpo” cerniera film italiani
qui
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CHI È FLAVIO DE BERNARDINIS
qui






Venerdì 30 giugno 2006 Roma, LIbreria Amore e Psiche
"I miei libri preferiti" - Incontro con Marco Bellocchio e Donatella Finocchiaro
NUOVO: IL VIDEO È DISPONIBILE QUI
Si ringrazia William Santero




Venerdì 29 settembre 2006, “Les images nouvelles”, incontro con Marco Bellocchio e Massimo Fagioli all'istituto italiano di cultura di Parigi. Video in commercio presso la Libreria Amore e Psiche









Paolo Franchi; - La storia che segue (1994), Frammenti di sapienza (1996), La spettatrice (2006), Nessuna qualità agli eroi (2007) -: «Gli unici film di Marco Bellocchio veramente buoni sono quelli che ha fatto con Massimo Fagioli»








12 Maggio 1995 Napoli - Istituto Università Orientale, Facoltà di Lettere e Filosofia, Cattedra di Storia del Cinema - “Le forme del linguaggio” - Incontro in occasione della proiezione del film “Il sogno della farfalla” con Valerio Caprara, Massimo Fagioli e Marco Bellocchio.
Oggi su Il sogno della farfalla 4/1995 e in video.







QUI DI SEGUITO UNO STRALCIO DALL’INTERVISTA CHE MARCO BELLOCCHIO RILASCIÒ A MALCOM PAGANI DI MICROMEGA NELL'ESTATE DELL'ANNO SCORSO E CHE USCÌ SUL N. 6 DEL 31.8.2010 DI QUELLA RIVISTA.
L'INTERVISTA È INTEGRALMENTE DISPONIBILE QUI
Una anticipazione - in estratto - di questa intervista a MicroMega uscì anche su “Il Fatto Quotidiano” del 31.8.10, con il titolo “Bellocchio: racconto la mia follia. Psicanalisi, maoismo e pugni in tasca”. Il numero di MicroMega venne poi presentato in occasione della 67ª Festa del Cinema di Venezia dello scorso anno. “Segnalazioni” ne dette notizia qui, il testo di quell’articolo è disponibile qui.


clicca sull'immagine per ingrandirla



SULLO SCORSO NUMERO DI LEFT:
















ALTRE INTERVISTE RECENTI A MARCO BELLOCCHIO, OLTRE A QUELLA CHE È APPARSA SU LEFT 35 - E CHE È DISPONIBILE QUI - SONO REPERIBILI IN CONCLUSIONE DELLA RASSEGNA STAMPA "SPOGLI D'ESTATE 2012" CHE PUOI TROVARE QUI