mercoledì 12 giugno 2013

OGGI SULL'UNITÀ:






















Corriere 12.6.13
D'Alema: se Renzi cresce, sarà leader
Affondo sulla legge elettorale. Zingaretti pronto a sfidare il sindaco
di Monica Guerzoni

su spogli
il Fatto 12.6.13
D’Alema vuole Renzi al governo
“Se mi ascolta sarà premier”
E Bersani fa un documento contro Matteo
di Wanda Marra

su spogli

Repubblica 12.6.13
Torna l’asse tra Pierluigi e gli ex Ppi “Abbiamo vinto noi, Matteo non esageri”
Documento dei bersaniani: il segretario va eletto dagli iscritti
di Goffredo De Marchis

su spogli
Repubblica 12.6.13
Accelerazione sulla ineleggibilità per Berlusconi un nuovo pericolo
di Liana Milella

su spogli








il Fatto 12.6.13
Guglielmo Epifani. La pensione degli ex sindacalisti
di Salvatore Messina

L’ammontare delle pensioni dei funzionari/dirigenti della Cgil mi lascia sbalordito. Si parla di pensioni Inps che vanno da circa 3.200-3.400 euro netti per Epifani, ai 2.200-2.600 euro per altri dirigenti sindacali. Quello che mi lascia perplesso è che con l’introito dei contribuiti delle nostre tessere sindacali alcuni funzionari/dirigenti riescono ad avere una simile pensione. Mi chiedo se sia giusto che i nostri massimi dirigenti sindacali prendano pensioni di quell’entità. Epifani specifica che sono il frutto di 42 anni di contributi lavorativi. La pensione di un operaio con 40 anni di contributi è all’incirca di 900/1200 euro. Quelli come me che provengono da ambienti ex statali/parastatali, percepiscono all’incirca tra 1400 -2100 euro mensili. Non si può dimenticare che per percepire tale pensione, alcune categorie di lavoratori sono sottomessi a una vita lavorativa con orari a dir poco variegati, con turni e festivi. Questi pseudo ex-sindacalisti, sono parlamentari e incassano quindi, anche un’indennità parlamentare di circa 13 mila euro. Sono in grado queste persone di capire come si sopravvive con pensioni che vanno dai 500 ai 1500 euro?

sui risultati elettorali, diverse visioni:
da "Segnalazioni" di ieri:
L’astensione in tutto il Paese è stata del 51,5% e a Roma quasi del 55%.
A Roma abbiamo votato per Ignazio Marino in 664.490 donne e uomini sui 2.359.119 che avrebbero avuto diritto a farlo.
Il risultato per Marino rappresenta solo il 28% dei consensi delle elettrici e degli elettori romani.
Marino ha preso meno voti di quanti ne ebbe Rutelli quando perse contro Alemanno quattro anni fa...
Berlusconi ha perso catastroficamente a Roma e ovunque in Italia.
Ma Letta ha dichiarato - davvero genialmente! - che il risultato delle elezioni conferma il governo delle “larghe intese”...
il Fatto 12.6.13
Il risultato delle amministrative
I Letta hanno tifato fino all’ultimo, per il pareggio. Ma non è stato possibile e nonostante il Pd il centro sinistra vince. Con triplo salto mortale il Letta Presidente, commenta che il voto rafforza la coalizione. Non si è accorto che ha vinto il centro sinistra -nonostante lui e il suo inciuciante Pd - e che la maggioranza del Paese è fatta da centro sinistra più Movimento Cinque Stelle: l’altro governo possibile. Purché anche questi ultimi si rendano conto di aver vinto. Se così fosse, sarebbe questa la novità: la consapevolezza di essere maggioranza e dunque di avere la responsabilità di governare. Forse potrebbe addirittura diminuire la preoccupante maggioranza degli astensionisti che troverebbero nuove motivazioni di esprimersi e contare nelle scelte che il Paese deve affrontare per decidere il nostro futuro e che l’attuale “volemose bene” frustra irrimediabilmente.
Melquiades
l’Unità 12.6.13
Non tornano i conti di Padellaro e Rangeri
di Emanuele Macaluso

SE LEGGETE QUEL CHE SCRIVEVA IL FATTO PRIMA DEI RISULTATI ELETTORALI e l’editoriale di Antonio Padellaro, vergato dopo avere letto l’esito del voto, capirete cos’è questo giornale. Ecco l’incipit dell’articolo di ieri: «Le larghe intese non c’entrano nulla, la catastrofe Pdl è la fotografia di un partito padronale che quando il padrone non scende in campo è costretto a schierare vecchi catorci o giovani nullità e i risultati si vedono». Non c’è dubbio almeno per me che le competizioni nelle elezioni amministrative hanno al centro il candidato sindaco e la vicenda comunale. Questo scenario ora descritto da Padellaro era però visibile anche quando a Roma vinceva Alemanno, e con lui i suoi colleghi di Viterbo, di Treviso, di Catania, di Messina, di Brescia, di Imperia, ecc.
Se in queste elezioni il quadro è rovesciato, è ragionevole pensare che abbia influito anche la vicenda politica che ha fatto nascere il governo Letta con l’apporto del Pd, Pdl e Scelta civica. Infatti, dopo la nascita del governo Letta, («inciucio» per i suoi detrattori) il Fatto, il Manifesto, alcuni editorialisti di Repubblica ecc., avevano previsto un disastro per il Pd abbandonato dai suoi elettori. Un Pd che si sarebbe piegato alla volontà di Berlusconi, descritto come il regista e detentore della golden-share del governo. Ieri il Manifesto ha pubblicato un editoriale della direttora Norma Rangeri con questo titolo: «Larghe intese sconfitte». Sconfitte perché nei Comuni vince il centrosinistra.
Vince il Pd che guida la battaglia del centrosinistra nei Comuni; ma guida anche il governo di emergenza e necessità costituito insieme ai suoi avversari, il Pdl. Si possono fare tante critiche al Pd, ma in questa occasione la sua strategia è stata chiara: governo d’emergenza per evitare il caos istituzionale e un pericoloso vuoto di potere, ma anche per costruire un sistema politico più funzionale alle alternative tra destra e sinistra; alternativa al Pdl in tutte le competizioni. Signori, questo «arcano» gli elettori l’hanno capito bene e non hanno mollato né il Pd né il centrosinistra. Chi non aveva capito, o faceva finta di non capire, era il bollettino anti-Quirinale di Padellaro e Travaglio. I quali, oggi, insieme a Norma Rangeri e altri, si arrampicano sugli specchi.
Il Travaglio, tra le altre amenità, continua a sfornare editoriali (ieri c’era un esemplare) in cui cerca di spiegare ai suoi lettori che Napolitano (sempre lui!) si contraddice continuamente dicendo una volta che quello di Letta è un governo a «termine» e altre volte che non ha scadenze.
La verità è l’abissale ignoranza politica di Travaglio, (il quale specula anche su un errore fatto dall’Ansa poi corretto, ma non dall’editorialista principe de il Fatto), il quale confonde la durata del governo (che non ha limiti) con quella delle convergenze Pd-Pdl che invece ha un limite: le prossime elezioni i due partiti saranno alternativi. Quel che dico è confermato dallo stesso Travaglio, il quale come prova della incoerenza di Napolitano riprende l’intervista del presidente a Scalfari: «Esecutivo nato in situazione eccezionale, l’alleanza è a termine». La distinzione è chiara per chi è in buona fede e sa leggere. Ma vale la pena polemizzare col Travaglio?

il Fatto 12.6.13
Furio Colombo
Trionfo delle larghissime intese?

Caro Furio Colombo, mi sembra che voi abbiate torto, e Macaluso abbia ragione: qui tutti hanno votato a sinistra nonostante il governo con la destra. Dunque? Anita
BISOGNA AVERE la pazienza di ripercorrere i passaggi che ci hanno portato a questo momento politico in cui, senza dubbio, la realtà oltrepassa di molto l’immaginazione. Prima viene un Parlamento immobilizzato (non si sa perché e non si sa da chi) mentre sta votando per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Nella sequenza che tutti ricordiamo, è andata a vuoto la prima votazione (Franco Marini) e poi si è verificata la grande sorpresa del blocco - deliberato e organizzato - alla elezione di Romano Prodi. É un evento strano e inspiegato. Tuttavia siamo solo al secondo tentativo di elezione. Ma qualcuno corre al Quirinale ad avvertire che la crisi è gravissima, che ogni votazione sarà impossibile (in un Paese dove ci sono state anche venti votazioni per trovare il nome giusto per la presidenza della Repubblica), che il Parlamento è impotente. Di fronte a un simile messaggio il presidente uscente è costretto a ricandidarsi. Meno chiaro è il nesso fra questo evento e la formazione del governo. Infatti il premier designato (sia pure con un mandato molto limitato) era ancora Bersani, il quale credeva di poter ancora giocare le sue carte. Ma evidentemente era male informato. Senza annunci o commiato, gli è stato sovrapposto un altro candidato Premier, Enrico Letta, non solo stesso partito ma anche vice segretario del Pd e dunque vice del Bersani liquidato senza ringraziamenti o saluti. A differenza del suo capo, Letta ha avuto non solo mandato ampio, ma istruzioni precise di stipulare un trattato che ha rovesciato l’esito delle elezioni, ovvero inserire d’autorità nel governo lo schieramento di Berlusconi, contro il quale avevano appena votato due terzi degli italiani. Così interpretato il sentimento popolare, Letta si associa con l’uomo più caro a Berlusconi, Angelino Alfano, tratta sia la politica di ogni giorno che le visioni a lungo termine con il capogruppo Pdl alla Camera Brunetta, (su cui evitiamo commenti per non ingombrare la pagina delle lettere). E con questi amici al fianco proclama la pacificazione. Alcuni di noi, spinti da un immenso mormorio levatosi dal Paese, hanno osservato che eravamo fuori dal seminato e che gli elettori Pd volevano indietro il loro voto. C’è chi sa di sicuro che non lo rivogliono. Tanto è vero - ci dicono - che nelle recenti elezioni comunali i cittadini hanno votato in massa per il Pd. É vero, ma ognuna di quelle votazioni vittoriose era contro Alfano, contro Brunetta, contro Scajola, contro la Lega, contro la banda Berlusconi. Voto per voto, una sorta di pugno sul tavolo della parte antiberlusconiana del Paese contro la coppia felicemente al governo. Si faccia avanti chi dice che queste elezioni, in cui il Pdl è crollato dovunque , sono state un plebiscito per la protezione di Berlusconi, dunque un omaggio al grande progetto di pacificazione, completo di assoluzioni e laticlavio a vita per il padrone.
Repubblica 12.6.13
La messa è finita
di Ilvo Diamanti

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Repubblica 12.6.13
La paura del popolo
di Barbara Spinelli

su spogli
questo articolo di Barbara Spinelli fa riferimento all’articolo di Marco d’Eramo “Apologia del populismo”, che appare sul numero in commercio di MicroMega












il Fatto 12.6.13
“Lobby gay in Vaticano”, la denuncia di Francesco
di Carlo Tecce

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il Fatto 12.6.13
L’operazione pulizia contro i nemici interni
Quel muro che ostacola il cambiamento in Curia
di Marco Politi

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Corriere 12.6.13
M5S, 30-40 parlamentari contro Grillo
Sul gruppo l'ombra della scissione
L'iter per l'espulsione rischia di far esplodere il dissenso.
Il leader programma un nuovo blitz a Roma per riunire i suoi
di Emanuele Buzzi

qui
Corriere 12.6.13
I proclami, le espulsioni. Così finisce un incantesimo
di Marco Imarisio

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Repubblica 12.6.13
La felicità del naufrago
Lo spreco dell’ex comico una strepitosa guerra-lampo e in tre mesi ha perso tutto
di Francesco Merlo

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l’Unità 12.6.13

Dall’exploit alla disfatta: la parabola a Cinque Stelle
La parabola dei duri e puri
di Pietro Spataro

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l’Unità 12.6.13
In pochi mesi i grillini quasi scompaiono dall’Isola
A Catania, Siracusa e Messina non entrano nemmeno nei consigli comunali
Anche dove il Capo si è speso di più i numeri sono stati negativi
di S. F.

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il Fatto 12.6.13
Sicilia: era uno Tsunami ora è un venticello
di Giuseppe Pipitone

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il Fatto 12.6.13
Scarica Grillo in tv, lui la caccia
La senatrice Gambaro: “Il problema del Movimento è  Beppe”. La replica con un post: “vada via”
di Emiliano Liuzzi

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il Fatto 12.6.13
È la veterana del gruppo emiliano
di E. Liu.

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Repubblica 12.6.13
Gambaro: “I suoi post violenti ci fanno male. Débâcle elettorale”
La ribelle: “L’ho cercato non mi ha mai risposto”

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l’Unità 12.6.13
Ma, se le cose vanno male, il comico ha un piano B
di Michele Di Salvo

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l’Unità 12.6.13
Dopo la festa, Marino rilancia: «Staff ridotto e Fori senza auto»
l 50 per cento di donne nella giunta. Un punto fermo, si parla di Rita Paris come assessore
Oggi o domani proclamazione. Il sindaco rivela: «Ho votato tre volte per Rodotà al Colle, poi Prodi»
di Jolanda Bufalini

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La Stampa 12.6.13
Ignazio “l’americano” e la sfida al potere eterno
Chirurgo, pragmatico, pignolo: dovrà gestire la capitale della tradizione
di Fabio Martini

qui

il Fatto 12.6.13
Roma, addio destra amorale
La sconfitta di Alemanno è quella degli ex missini al guinzaglio di Berlusconi
di Flavia Perina

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il Fatto 12.6.13
Uno su venti
Vergogna Italia 260 mila minori sfruttati
Il rapporto di Cgil e Save the children:
Pagati 10 euro
di Tommaso Rodano

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Repubblica 12.6.13
“L’aborto va garantito” stop all’obiezione di coscienza selvaggia
Lorenzin: “Le Regioni vigilino”. E sulle mozioni battaglia alla Camera
di Maria Novella De Luca

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il Fatto 11.6.13
Pillola del giorno dopo, in Usa via libera per tutte le donne senza ricetta medica
Svolta per l'amministrazione Barack Obama sul tema della contraccezione
La Casa Bianca ha fatto sapere di voler abbandonare ogni sforzo per limitare l’uso della cosiddetta 'morning-after pill'
Anche una minorenne può comprarsi il farmaco per evitare una gravidanza dopo un rapporto a rischio
qui segnalazione di Monica Angelini













l’Unità 12.6.13
Erdogan soffoca la piazza «La tolleranza è finita»
La polizia interviene in forze a Istanbul, centinaia i feriti
Il premier: «Taglieremo gli alberi». I manifestanti tornano a Gezi Park, scontri nella notte
di Umberto De Giovannangeli

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l’Unità 12.6.13
Franco Rizzi, fondatore di Unimed: «La protesta rivela l’incapacità di risolvere, per ora, il problema del rapporto tra Islam e democrazia»
«Negli scontri si consuma la crisi del modello turco»
di U. D. G.

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il Fatto 12.6.13
Icona estetica
La signora in rosso bandiera della protesta di Taksim
di Ruth Sherlock

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Repubblica 12.6.13
L’editorialista Cengiz Candar: “È da troppo tempo al potere”
“Il premier è isolato e vuole l’escalation si gioca la sopravvivenza”
di M. Ans.

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Repubblica 12.6.13
Il destino dell’islamismo
di Bernard Guetta

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l’Unità 12.6.13
La bioetica calpestata
Anticipiamo l’intervento di Englaro ospite della Milanesiana
Il tema di quest’anno del festival diretto da Elisabetta Sgarbi è «il segreto»
Il padre di Eluana lo racconta in base a un’esperienza dolorosa che da privata è diventata pubblica ed ha aperto un dibattito serratissimo
di Beppino Englaro

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il Fatto 12.6.13
Ascolta e non guardarmi. La Classica va in bellezza
Scomparsi i soprano “oversize”, virtuose e affascinanti soliste avanzano non senza fatiche nel mondo maschilista della sinfonica e della lirica
di Hannah Furness

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Corriere 12.6.13
Un ventenne e il nazismo, travagli del giovane Kennedy
risponde Sergio Romano

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Repubblica 12.6.13
Elogio della follia
Nella schizofrenia il segreto della letteratura
Perché racconto i segreti della follia
Lo scrittore racconta come è nata la vocazione a mettere il disagio mentale al centro della sua opera
di Patrick McGrath

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Repubblica 12.6.13
Le conseguenze dell’amore
Da Bovary a Bridget Jones, così il cuore fa soffrire
Esce un saggio della sociologa Eva Illouz su come cambiano le delusioni sentimentali e su quanto incide la liberazione sessuale
di Valeria Parrella

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Repubblica 12.6.13
Giochi e paradossi per spiegare l’etica
“Calcoli morali”, un libro del matematico e psicologo László Méro
intervista di Federico Capitoni

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Repubblica 12.6.13
John Berger si arma di poesia contro i tiranni
di Franco Marcoaldi

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MicroMega 11.6.13
Caro Eco, grazie a Nietzsche ho scoperto il principio della modernità
di Sossio Giametta

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Shenzhou-10, i cinesi tornano in orbita
Tre astronauti cinesi sono partiti oggi con la navetta spaziale Shenzhou-10 per la stazione orbitante Tiangong-1. Fra loro (nella foto) Wang Yaping, trentatreenne, la seconda  taikonauta della storia della Cina.