venerdì 26 dicembre 2008

I quotidiani oggi in Italia non escono

«Una sinistra davvero e radicalmente nuova deve compiere quel "salto culturale": pretendere rifiutare «ciò che nell'essere umano è disumano» (Massimo Fagioli). Per proporre il sogno possibile di una società davvero libera, perchè costruita sulla nostra ritrovata umanità».
Liberazione 19.12.08 pag 19
Una sinistra nuova deve compiere un salto culturale
di Floremy


Finalmente le parole sono state dette: "capitalismo" e "umanità" sono infatti collegate fra loro, in un articolo di Rina Gagliardi, apparso su Liberazione del 4 novembre scorso. Tra le righe, si legge in realtà "capitalismo e disumanità". Come se la crisi a sinistra srotolasse, mano mano i tabù aggrovigliati dei suoi pensieri. Quelli che gli studiosi delle ragioni della sconfitta fanno ancora fatica ad interpretare: la realtà della "regressione umana" prodotta dal sistema e della cultura "capitalista". La mancanza di rapporti umani, il vuoto, l'assenza. E nella società italiana, la quasi totale deriva, prima dalla bella e vitale rivolta degli studenti, perché si era smarrito le chiavi del rapporto con l'altro, col diverso.
La scomparsa quasi totale della sinistra e la regressione culturale in corso non sono state mai interpretate adeguatamente, mediante una ricerca sull'umano. Così, sia i numeri di Alternative per il Socialismo, che altre riviste, articoli e dibattiti, pur portando avanti notevoli sforzi d'analisi, sfiorando sì l'idea di "regressione umana" che produce il capitalismo, non osavano sporgersi a indagarne le ragioni profonde.
Perché la sinistra è stata tuttora totalmente "terrorizzata" e tende a rifiutare l'idea di psiche, di umano, e di "pensiero irrazionale"?
La sinistra radicale è in buona parte ancora succube del pensiero e del sistema cultura dominante. E quindi, di conseguenza, inevitabilmente, del "capitale". Essa riproduce il "totem unico" del lavoro quasi fosse l'unico suo punto di riferimento teorico. E finisce spesso per "rincorrere" gli stessi "valori" del sistema che intende criticare. Nel suo linguaggio, nelle sue gerarchie, nei suoi simboli e persino nella sua modalità di organizzazione, ripropone la stessa identificazione e ricerca del potere. Non si è ancora liberata dalla società borghese, razionalista e senza fantasia.
A parte qualche rara eccezione, la sinistra si è limitata a "pensare la vita" con categorie razionali: lavoro, sindacato, lotta alla precarietà. Non vede e non vuol vedere l'essere umano come punto centrale della sua ricerca - prassi. Oggi, ancora, (sia nelle 15 tesi di Bertinotti che nel programma di Ferrero, pure con diverse accentuazioni) si ripropone di «reinsediare il conflitto sociale» come sostanziale e prevalente unica via di trasformazione sociale. Pur essendo esso indubitabilmente punto cruciale, non sembra in grado - da solo - di rappresentare le chiavi di una trasformazione della società in profondità ne di costruire una realtà collettiva davvero umana e libera.
È giunto il tempo di osare il superamento del predominio del pensiero razionalista e economicista. È come se le teorie presenti tutt'oggi, sui "tavoli di lavoro" della sinistra insistessero nel rifiutare ciò che, da al meno quarant'anni, sembrano "evidenze", sotto gli occhi di tutti (vere e proprie "banalità di base" come direbbe R.Vaneigem): l'unica trasformazione vera e concreta della società passa necessariamente attraverso la "dimensione psichica" degli esseri che la compongono. È possibile, pertanto, creare rapporti umani diversi e una società non violenta fondata sulle reciproche realizzazioni degli individui.
Una sinistra davvero e radicalmente nuova deve compiere quel "salto culturale": pretendere rifiutare «ciò che nell'essere umano è disumano» (Massimo Fagioli). Per proporre il sogno possibile di una società davvero libera, perchè costruita sulla nostra ritrovata umanità.
segnalazione di Fabio Della Pergola
L'articolo di Rina Gagliardi apparso su Liberazione del 4 novembre 2008 e citato in questa lettera, è disponibile qui

una scheda di Wikipedia su Raoul Vaneigem, citato, è qui

CITATI:















Marrakech

Il Foglio 23.7.08 prima pagina
Falce e macello. Secondo il filosofo bertinottiano Fagioli, "Vendola e Ferrero non valgono neppure mezzo Fausto"
"Vendola è cattolico, dunque non può fare il segretario. Ferrero è valdese, ma è un fatto privato"
intervista di Salvatore Merlo
qui

Il segno (titolo originale De tva saliga), un film per la televisione del 1986 diretto dal regista svedese Ingmar Bergman. Una scheda qui

Family Life un film inglese del 1971 diretto da Ken Loach. Una scheda qui

Gli articoli apparsi sul Messaggero del 9.11.1977 qui

i libri di Adolf Grünbaum (La mia odissea dalla filosofia alla psicoanalisi, 2001, Di Renzo Editore € 8,26; Psicoanalisi e teismo, 1991, Edizioni Scientifiche Italiane € 7,23; Psicoanalisi. Obiezioni e risposte, 1988, Armando Editore € 19)

Henri F. Ellenberger, La scoperta dell'inconscio. Storia della psichiatria dinamica, 1976, Bollati Boringhieri € 36

CITATO ANCHE: l'articolo di Ida Dominijanni apparso sul manifesto di ieri e disponibile qui di seguito alla data di ieri
segnalazione di Dina Battioni














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