venerdì 26 aprile 2013

CON "LA REPUBBLICA" E "TROVAROMA" DI IERI:
IL PALAZZETTO BIANCO
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ANTONIO GRAMSCI NEL 1930 CONOSCEVA E TRADUSSE
LA LETTERA AL PADRE DI KARL MARX DEL 1837
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QUESTA MATTINA A PAGINA 3 SU RADIO 3 RAI
IL CONDUTTORE HA SEGNALATO L'USCITA DI LEFT DOMANI NELLE EDICOLE
CITANDO L'ARTICOLO DI SIMONA MAGGIORELLI

LE TRE PAGINE DI BOLOGNA, MILANO, TORINO, IN PDF
SONO DISPONIBILI QUI

L'EVENTO È  STATO TRASMESSO IN DIRETTA STREAMING
LA REGISTRAZIONE È DISPONIBILE QUI
UNA PRODUZIONE ASSOCIAZIONE AMORE E PSICHE
REALIZZAZIONE TENCNICA DI MAWIVIDEO

IL COMUNICATO STAMPA È DISPONIBILE QUI
Giovanni Senatore, Ufficio stampa de L'Asino d'oro edizioni
SU REPUBBLICA ON LINE, DALL'8 AL 14 APRILE:
PER VEDERE LE TRE PAGINE IN DEFINIZIONE MIGLIORE (PDF) CLICCA QUI 
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ANCHE DOMENICA 14 APRILE:
L'ASINO D'ORO - IMPREVEDIBILMENTE -
DI NUOVO SU "LA REPUBBLICA":
 clicca sull'immagine per ingrandirla
Il pdf della pagina è disponibile qui
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DALLA CLASSIFICA DEI LIBRI PIÙ VENDUTI
ALLA LIBRERIA IBS DI FIRENZE:

LUNEDI 22 APRILE, SU "LA REPUBBLICA":
LIBRI: STORIA DI ANNA O., IN ITALIA PRIMA EDIZIONE INTEGRALE
ANSA - ROMA, 12 APR - Per la prima volta in Italia esce l'edizione integrale del piu' famoso caso di isteria, 'La Storia di Anna O.' (pp 322, euro 18) di Lucy Freeman, pubblicata da L'Asino d'oro edizioni, con la prefazione dello psichiatra Massimo Fagioli. Il libro narra le vicende di Bertha Pappenheim, da quando, ventenne aristocratica ebrea viennese, nel 1880, fu sottoposta ad ipnosi da parte del dottor Joseph Breuer, fino alla sua morte, settantenne a Francoforte. Fagioli che, giovane medico, dirigeva negli anni '60 nel sanatorio Bellevue di Binswanger a Kreuzlingen, in Svizzera, una comunita' terapeutica, fu ospitato proprio nel lussuoso appartamento in cui Anna O. era stata ricoverata ottant'anni prima per una grave malattia mentale, dopo la ''cura'' con l'ipnosi di Breuer. Quanto emerge dall'indagine di Lucy Freeman, tra luci e ombre, e' una differente verita'. CA 12-APR-13 17:56 NNN 

VENERDI 12 APRILE AL POLO DELLE SCIENZE SOCIALI
DELLA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE
SI È TENUTO L'INCONTRO SUL TEMA:
"TRA NATURA E CULTURA:
LA TEORIA ECONOMICA ALLA PROVA DELLA CRISI"
SONO INTERVENUTI:
STEFANO BARTOLINI, NICOLÒ BELLANCA, MASSIMO D’ANTONI, CLAUDIO GNESUTTA,
ERNESTO LONGOBARDI, ANNA PETTINI, ANDREA VENTURA
È STATO PRESENTE STEFANO FASSINA
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LA REGISTRAZIONE DELL'EVENTO È DISPONIBILE IN DUE PARTI
LA PRIMA PARTE QUI  LA SECONDA PARTE QUI
Riprese ed elaborazione di Serena Rizza













La follia a due degli attentatori di Boston
di Domenico Fargnoli

qui


TROVI TUTTI I MATERIALI CITATI IN PRECEDENZA
QUI DI SEGUITO ALLA DATA DI VENERDI 19 APRILE

 30 gennaio 1933: Paul von Hindenburg, il presidente della Repubblica,
nomina Adolf Hitler Cancelliere della Germania
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«Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale
si presentano, per così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa».
Karl Marx, in Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte (1869)
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Il nemico
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Al momento di marciare
molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.

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Bertolt Brecht


I VESCOVI INNEGGIANO A NAPOLITANO
E ALLE "LARGHE INTESE":
Avvenire, il quotidiano dei vescovi 21.4.13
Esempio del Presidente, doveri dei partiti
La spinta per risalire

di Marco Tarquinio
Il soprassalto di saggezza politica e istituzionale nel qua­le anche noi avevamo sperato c’è stato. L’Italia ha di nuovo un «presidente di tutti», e lo ha di nuovo in Gior­gio Napolitano. Stavolta, con quel consenso amplissimo che sette anni fa lo storico leader della sinistra già comu­nista non riuscì a ottenere dal Parlamento e che nell’e­sercizio delle sue funzioni – pur non rimanendo immu­ne da polemiche e critiche, e affrontandole da par suo – ha saputo meritarsi.
Solo la consapevolezza della disperata e disperante im­potenza di tutte le forze e frazioni politiche – tutte, nes­suna esclusa, anche quelle che più hanno lavorato per paralizzare sino al collasso il 'sistema' – poteva indurre il capo dello Stato uscente a ripensare il suo ripetuto 'no' a qualunque ipotesi di rielezione. E c’è da essergli grati per avere, con la propria costruttiva disponibilità, strappato via dalla logica di guerra più dei due terzi del Parlamen­to repubblicano. C’è da essergli riconoscenti per il sup­plemento di altissimo servizio istituzionale al quale si ap­presta in un passaggio difficile e duro, davvero cruciale, della vita nazionale. La sua figura sobria, la cultura dia­logante, la naturale misura, il senso del dovere sono un riferimento saldo pure per chi, in tutto o in parte, non ha condiviso o apprezzato il lungo percorso politico-istitu­zionale di cui è stato protagonista. E di fronte alle pole­miche e alle manovre esasperate e devastanti di vecchi e nuovi personaggi della scena pubblica rappresentano un antidoto esemplare, non solo utile ma, come si è visto, al­la fin fine indispensabile. Un esempio? Beppe Grillo è pas­sato, ieri, da una nuova annunciata marcia su Roma di «milioni» (!) di propri sostenitori con finale e incendiario comizio di piazza contro un proclamato «golpe» a una più politica e civile conferenza stampa (non solo un mo­nologo, si spera, ma un normale incrociarsi di libere do­mande e di libere risposte...). Se lo ha fatto, è anche e so­prattutto perché una personalità del calibro e della po­polarità di Napolitano è di nuovo al vertice delle nostre malmesse istituzioni e al centro del tentativo di dare esi­to ragionevole e proficuo allo stallo politico e di governo che proprio Grillo, coadiuvato alacremente dalle miopie altrui, ha sinora fatto di tutto per perpetuare.
Non è inutile sottolineare, infatti, che questa prima con­ferma nel suo ruolo di un presidente della Repubblica (Napolitano era e resta l’undicesimo della serie) è una conferma, solenne e persino drammatica, della gravità della situazione in cui versa l’Italia: il Paese legale piaga­to dalle sterili supponenze dei partiti tanto quanto il Pae­se reale piegato da una crisi economica e sociale sempre più pesante. La conferma del capo dello Stato è, cioè, la conferma della necessità assoluta di agire il più concor­demente possibile, con visione davvero lungimirante, per ridare lavoro e speranza agli italiani e per avviare una buo­na volta a conclusione – quell’equilibrata conclusione che attendiamo invano da quasi vent’anni – la tormen­tata transizione dalla Repubblica pensata dai padri co­stituenti a una nuova Repubblica che, tenendo fermo e caro il prezioso e attualissimo impianto valoriale della nostra Carta, si giovi di un ordinamento saggiamente ri­visto e ammodernato.
Quest’epilogo al tempo stesso incalzante e rassicurante della 'corsa al Colle 2013', per qualcuno era, in fondo, già scritto. Eravamo tre giorni fa, e siamo oggi, a una sorta di extrema ratio. A essa si sono inchinati il presidente Na­politano e la stragrande maggioranza dell’Assemblea dei grandi elettori. Qualcosa di generosamente e lucidamente analogo, nello sforzo per dare al Paese il governo possi­bile e necessario, dovrà essere fatto almeno dai partiti che hanno votato il bis del «presidente di tutti»: Pd, Pdl, Scel­ta Civica e Lega. Ognuno di essi ha, in proprio, problemi non piccoli (in qualche caso persino vitali) da risolvere, ma quelli 'di sistema' ora contano di più. Perché il 'si­stema' non è la Luna, siamo noi: le nostre famiglie, le no­stre città, le nostre aziende. Perché in ballo c’è la qualità della nostra democrazia e il futuro stesso della nostra gen­te, dei cittadini di questo Paese.
Siamo, insomma, al dunque. Si dice, a ragione, che biso­gna toccare il fondo per poter cominciare a risalire. E gli italiani, anche quelli più sfiduciati e spazientiti, sanno be­ne quanto ci sia bisogno, e ci sia bisogno adesso, di una reazione positiva e convincente alla realtà mortificante che viviamo (e alla pessima retorica che si fa su di essa). Certo, il tasso di intossicazione della nostra politica è co­sì alto da far temere che il fondo non sia stato ancora toc­cato, non da tutti almeno. Ma la risalita deve comunque cominciare adesso. Siamo certi che questo è il punto car­dine dell’agenda di Giorgio Napolitano. Più che mai au­guri, presidente.

CON "LA REPUBBLICA" E "TROVAROMA" DI GIOVEDI 25 APRILE:
IL PALAZZETTO BIANCO
 VEDI E SCARICA IL PDF (64 PAGG) DA QUI
Si ringrazia Matteo Fago e Antonella Tramacere


SULLA STAMPA DI OGGI:













































Repubblica 26.4.13
Stefano Rodotà. L’intervista
“È pericoloso fare a pezzi la nostra storia fuori dalla Costituzione l’Italia è perduta”
Rodotà: questa data è un simbolo da cui far partire la ricostruzione
di Alessandra Longo

su spogli












l’Unità 26.4.13
Il Pd schierato con qualche mal di pancia
Tutti i big convinti della necessità di far nascere il governo
L’abbraccio di Renzi
I dubbi dei giovani turchi: «Ma in Parlamento ci atterremo alle scelte della Direzione»
Bagnasco: serve esecutivo stabile e immediato
Dopo-Bersani: in campo l’ipotesi Epifani
di Maria Zegarelli

su spogli

IL CORRIERE DI OGGI: UN'AFFIDABILE PREVISIONE O UN INCUBO?

 


















il Fatto 26.4.13
Il Pd caccia chi non vota il governo D’Alema-Alfano
I nuovi vertici del partito minacciano: fuori dal gruppo chi dice no
di Wanda Marra

su spogli
clicca sull'immagine per renderla leggibile
La lettiana De Micheli avverte i dubbiosi: “Non possiamo avere una parte del gruppo parlamentare all’opposizione”
Repubblica 26.4.13
Clima sempre teso all’interno del Partito democratico
Pd, lite sull’ipotesi espulsione ma i ribelli usciranno dall’aula. E Renzi: non si può più disertare
I Giovani turchi chiedono lo stop agli “impresentabili” del Pdl
di Giovanna Casadio

su spogli

La Stampa 26.4.13
Nel Pd cresce l’ala del dissenso
Puppato e Civati si sono già esposti: “Non voteremo la fiducia”
La deputata Zampa, ex portavoce di Prodi: «Preoccupata da ultimatum minacciosi»
di Francesca Schianchi

su spogli

La Stampa 26.4.13
I giovani torinesi citano Letta “Un governo? Non a tutti i costi”
Continua la protesta dei ragazzi del partito: “Ci vogliono paletti robusti”
di Giovanni Cerruti

su spogli

il Fatto 26.4.13
Il sindaco di Bari Michele Emiliano
“Non ci manderanno via. Se ne vadano loro”
di Caterina Perniconi

su spogli

il Fatto 26.4.13
Lamezia Terme. Occupata la sede del partito

È Occupy Pd anche in Calabria. Da ieri, nella sede regionale del partito, a Lamezia Terme, un gruppo di dirigenti, amministratori, iscritti e simpatizzanti del Pd si è riunito in assemblea per elaborare un documento in cui spiegare le motivazioni dell’iniziativa e le varie proposte emerse. Ansa




Leggere i giornali in questi giorni è desolante. Impera quasi ovunque il clima di Union Sacrée, e la santificazione di Napolitano - alla quale il Vaticano ha dato e continua a dare una gran mano - insieme alla demonizzazione di ogni e qualsivoglia dissenso. Che comunque viene oscurato il più possibile...
Come in Bulgaria un tempo? come in Sudamerica solo un po' di anni fa?
Potrà rivelarsi utile agli scopi dell'omologazione collettiva la ricerca di cui parla Ferraris nella sua recensione su Repubblica qui di seguito?
il Fatto 26.4.13
Altro che cani da guardia i giornali non mordono più
di Caterina Soffici

su spogli

il Fatto 26.4.13
Se Parlamento e piazza non coincidono
risponde Furio Colombo

su spogli




















Affidabilità. Così diceva, prima...
il Fatto 26.4.13
Ha distrutto l’Italia, mai al governo con Berlusconi
di Enrico Letta

su spogli
il Fatto 26.4.13
Una Dinasty chiamata Letta
Non solo Gianni nell’albero genealogico del premier incaricato

su spogli
il Fatto 26.4.13
Rosso sbiadito
Pd, la storia sinistra di un partito che si rottama da solo
Uno scontro feroce scandisce la vita di un gruppo dirigente che si è sempre odiato
di Salvatore Cannavò

su spogli

“In venti anni ho fatto fuori sei leader della sinistra”: è la frase pronunciata ieri da Silvio Berlusconi in una intervista alla Fox a Dallas dove era per un’iniziativa in onore dell’ex presidente Usa George W. Bush
Corriere 26.4.13
Il Cavaliere regista di una nuova fase può acuire i sospetti a sinistra
di Massimo Franco

su spogli

Repubblica 26.4.13
Se nessuno ascolta la voce della base
di Curzio Maltese

su spogli

Repubblica 26.4.13
L’antiberlusconismo non è più sufficiente
di Chiara Saraceno

su spogli

Corriere 26.4.12
E il M5S fa autogol con lo streaming
di Aldo Grasso

su spogli
il Fatto 26.4.13
“Scongelatevi”, il ko dei 5 Stelle
di Paola Zanca

su spogli
Repubblica 25.4.13
L’Amaca
di Michele Serra

Se Letta ce la fa, saremo di fronte al sogno di Grillo: un governo Pd-Pdl. Con l’alto patrocinio della presidenza della Repubblica, il consenso entusiasta di Berlusconi, la complicità convinta di pezzi del Pd, la rassegnazione impotente degli altri pezzi di un Pd in pezzi. Lo so, è una sintesi rozza e approssimativa. Non dà atto delle ragioni, anche rispettabili, di chi sottolinea l’emergenza, l’urgenza, la contingenza e tutti gli altri enza. Ma descrive la bruta sostanza di un esito politico durissimo da digerire per molti milioni di italiani. E tanto più duro quanto non obbligatorio, come in molti vogliono farci credere. Non lo rendeva obbligatorio il risultato elettorale (anzi!), che indicava una volontà magari scomposta, ma inequivocabile, di svolta radicale. Non lo rendeva obbligatorio il tripolarismo traballante del nuovo Parlamento, che metteva sullo stesso piano di improbabilità un’intesa Pd-M5S e un’intesa Pd-Pdl, ma un poco più improbabile la seconda almeno a giudicare dai programmi, dagli umori dei due elettorati, dalla storia degli ultimi vent’anni. È stata dunque scelta una strada evitandone un’altra. Gli attori di questa scelta (compreso lo stesso Grillo, che ha trattato la sinistra con spregio astioso) abbiano l’onestà, di qui in poi, di rivendicarla come tale: una scelta.
 l’Unità 26.4.13
La legge francese sulle nozze gay
risponde Luigi Cancrini

psichiatra e psicoterapeuta
su spogli

Corriere 26.4.13
L'appello di Muti «Chiudere il Maggio sarebbe umiliante»

Si moltiplicano gli appelli per salvare il Maggio Fiorentino. Dagli Stati Uniti anche quello del maestro Riccardo Muti, direttore della Chicago Symphony Orchestra: «La sua chiusura sarebbe scandalosa non solo per la cultura italiana ma per tutta la cultura europea. Un ulteriore durissimo colpo per l'immagine del nostro Paese già deteriorata all'estero». L'appello di Muti è rivolto a tutti gli uomini politici, in particolare al nuovo governo che dovrebbe nascere. Il «rosso» previsto del Maggio Musicale Fiorentino è pari a 6 milioni di euro. Di questi, 2,1 milioni sono stati recuperati grazie alla rimodulazione della stagione, operata dal commissario straordinario Francesco Bianchi. Mancano dunque all'appello circa 4 milioni di euro, che dovranno essere recuperati attraverso un «doloroso» intervento strutturale.












 Corriere 26.4.13
Mo Yan e la Cina: «La vita è una rana»
Il dramma degli aborti forzati, le scelte «obbligate» «Racconto una generazione, ma dietro ci sono io»
di Marco Del Corona e Paolo Salom

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l’Unità 26.4.13
No al segreto di Stato sulle stragi
Pubblichiamo ampi stralci del discorso che il presidente della Camera ha pronunciato ieri a Milano durante la manifestazione per il 25 aprile
di Laura Boldrini

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Repubblica 26.4.13
La storia non si calpesta
di Adriano Prosperi

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Repubblica 26.4.13
La chirurgia etica che cancella i nostri ricordi
di Maurizio Ferraris

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Repubblica 26.4.13
Neopartito e antipartito
L’deologia nascosta dietro la repubblica
Lo storico Salvatore Lupo ricostruisce in un saggio le pulsioni prepolitiche dal fascismo alla P2 a oggi
di Simonetta Fiori

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