sabato 15 gennaio 2005

è morta Franca Ongaro Basaglia
Bertinotti...

Corriere della Sera 15.1.05
L’impegno a fianco del marito, la battaglia per la «liberazione dei matti».
Bertinotti: diede un contributo importante
Morta la senatrice Ongaro Basaglia, madre della riforma psichiatrica


ROMA - Una vita spesa nella battaglia per la «liberazione dei matti», per restituire loro quella dignità negata dall’ordinamento legislativo, costretta e umiliata entro le mura dei manicomi. Si è spenta ieri a 76 anni Franca Ongaro Basaglia, venticinque anni dopo la scomparsa del marito, Franco Basaglia, con cui condivise l’esperienza dell’apertura del manicomio di Gorizia nel 1961 e la costituzione di Psichiatria democratica. Nata a Venezia nel 1928, si è impegnata in quella che tutti ormai riconoscono come un’azione di rinnovamento radicale e sicuramente per l’epoca rivoluzionaria, dei manicomi: l'abbattimento dei muri e la costruzione di luoghi aperti di prevenzione e di cura, dove dei malati fosse conservato, su tutto, lo statuto di persona. Nelle parole di chi allora fu a fianco dei coniugi Basaglia, Franco Rotelli, ora a capo dell’Azienda sanitaria di Trieste, Franca è stata «una donna a tutto tondo, completa, che teneva alta l’eleganza dell’animo anche nel degrado», infaticabile nella sua missione, tanto che «fino a pochi mesi fa, pur cosciente della malattia, è stata presente in tutta Italia con lezioni magistrali».
Autrice di numerosi volumi insieme al marito (tra cui Morire di classe e Crimini di pace ) e di interventi sulla questione femminile, raccolti nell’Enciclopedia Einaudi, ha anche curato, per conto del Cnr, una storia del manicomio e della sua evoluzione destinata alle scuole, Manicomio perché? . Un esempio di coerenza lunga tutta una vita, perché la sua battaglia, ha ricordato il sindaco di Roma Veltroni, «non è stata ristretta all’ambito sanitario» ma è stata soprattutto di natura culturale e ha determinato «un approccio non solo terapeutico al disagio mentale e più in generale alle diversità». In Parlamento, Franca Ongaro Basaglia è stata senatrice per il gruppo della sinistra indipendente, tra l’83 e l’87. E la sua morte, ieri, ha suscitato il cordoglio di molti esponenti politici: il presidente dei senatori della Margherita Willer Bordon ha definito fondamentale la sua vicenda e il segretario del Prc Fausto Bertinotti ha espresso gratitudine «a lei e a quanti hanno portato avanti un’esperienza originale e importante».

sinistra
Fausto Bertinotti

Corriere della Sera 15.1.05
IL LEADER DI RIFONDAZIONE

Bertinotti: non amiamo Rutelli, ma uniti si vince


«Come si fa a costruire una forza politica per vincere se l’alleanza democratica è un fantasma? La si costruisce solo dandole una forza politica, è per questo che noi siamo impegnati nella costruzione dell’alleanza democratica, non perché amiamo Rutelli, ma perché vogliamo cacciare Berlusconi». Fausto Bertinotti parla a Cagliari, davanti a un migliaio di persone, all’assemblea di Prc per la presentazione del documento congressuale «L’alternativa di società». «Dobbiamo stare tutti assieme - aggiunge - le lotte che si sono costruite in questi anni non sono in grado, da sole, di spazzare via Berlusconi e di invertire la tendenza. Per vincere c'è il bisogno di tutte le sinistre, di movimenti, associazioni, organizzazioni, giornali»

sinistra
un solo quotidiano? un nuovo quotidiano?

Corriere della Sera 15.1.05
IL CASO
Proposta di «Liberazione»: potremmo dare una scossa.
Parlato: rischio di impoverirsi, meglio una quarta testata
«Uniamo i giornali dell’opposizione». Colombo ci sta, no del «manifesto»


ROMA - «Mi piacerebbe che un giorno Liberazione, il manifesto e l’Unità si mettessero insieme...». La proposta di matrimonio arriva dal direttore del primo dei suddetti quotidiani, Piero Sansonetti che, ai microfoni di Pierlugi Diaco su Radio 24 , lancia l’idea di creare un unico, grande giornale della sinistra: «Non mi sfuggono certo le difficoltà di tipo economico e organizzativo ma credo sarebbe l’occasione per dare una scossa». Non ne ha ancora parlato con i diretti interessati, «è solo un’idea di buon senso» spiega Sansonetti, ma intanto un primo segnale di disponibilità almeno teorica arriva dal direttore dell’ Unità . «Mi pare un auspicio intelligente, dettato dalla consapevolezza delle cose che abbiamo in comune, come l’impegno per costruire un’Italia migliore», dice Furio Colombo, sicuro che il progetto incontrerebbe il favore del pubblico: «I lettori di questi tre giornali sono molto vicini, la maggior parte di quelli che votano a sinistra non traccia tutte le linee di demarcazione che invece si tendono nelle stanze della politica». Insomma, il popolo della sinistra è più unito di quanto non lo sia la classe dirigente ma proprio questa asincronia scoraggia il direttore del manifesto : «Come si fa a fare un solo giornale di sinistra se non esiste una sola sinistra? È per questo che abbiamo organizzato l’assemblea con Asor Rosa». Secondo Gabriele Polo, il matrimonio fra le tre testate sarebbe comunque destinato a naufragare: « L’Unità è lontana mille miglia dalla nostra visione del mondo e vorrei ricordare che Liberazione è nata dopo il manifesto perché evidentemente c’erano altre esigenze». Eppure, Sandro Curzi un pensierino l’aveva fatto sull’idea di riunire almeno questi due quotidiani: «Quello di creare un grande giornale della sinistra è un vecchio sogno mio e di Pintor - racconta l’ex direttore di Liberazione -. Il perno del progetto rilanciato da Sansonetti potrebbe essere proprio il manifesto, perché al suo interno ospita anime diverse e perché è autonomo dai partiti». L’idea non entusiasma affatto Valentino Parlato: «Le unificazioni che cambiano le differenze finiscono solo con l’impoverire». Altro che voce unica, lui preferisce piuttosto un coro polifonico: «Vorrei che nascesse un quarto giornale di sinistra e che gli altri tre dialogassero di più».