mercoledì 27 settembre 2006

il manifesto lettere 27.9.06
Il peccato originale, l'alleato
Caro Parlato, ho partecipato con grande interesse all'incontro del 15 settembre, presso Liberafesta «Informazione a Sinistra. Prospettive», e quando tu hai accennato quasi per inciso, al peccato originale, ovviamente alludendo a una cultura basata sul peccato originale, mi sono detta: «Ci siamo...». Poi invece è seguita una confusione davvero imbarazzante. Perché perdere il filo? Va bene l'interesse per l'acqua, benissimo quello per la casa. Ma perché mettere sempre dopo l'essere umano, il pensiero dell'essere umano? Ecco, le prospettive per una nuova identità della sinistra si basano, devono basarsi su una nuova concezione dell'uomo. Un essere umano che, liberatosi dai lacci della ragione e della religione, cerchi e trovi in sé, nella sua «nascita sana», la gioia di dare senso alla sua vita e a quella degli altri. Se l'oppressione capitalistica continuerà ad alimentarsi dell'alleanza con i sensi di colpa, allora l'ideologia della destra e il pensiero postcomunista della sinistra verranno drammaticamente a coincidere.
Roberta Pugno

Cara Roberta, sulla questione del peccato originale (forse ne straparlerà anche il papa) c'è una differenza tra di noi. Tu e con molte ragioni - rifiuti una cultura, non solo cattolica, che ha a fondamento il peccato originale, la colpa. Diversamente da te il mio riferimento al «peccato originale» è assai discutibile e decisamente paradossale. Certo c'è da polemizzare contro «una cultura basata sul peccato originale», tanto più che non sono un credente. Ma il mio riferimento a quel peccato voleva essere polemico contro il buonismo e dire che viviamo in una società che ci incattivisce, quasi a dire che il peccato originale è il prodotto della nostra società. Neppure la nascita è sana. Ma forse sbaglio. Ciao e scusami.
v.p.
(una segnalazione di Antonella Pozzi)
il Tempo 27.9.06
Quando la poesia nasce dalle storie più estreme. Bellocchio

S’INTITOLA «Sorelle» ed «è un documentario nostalgico e scherzoso su alcuni componenti della mia famiglia o grandi amici d’infanzia, o sulla città di Bobbio con il suo bel Trebbia, insomma un album di ricordi....». Così, il regista Marco Bellocchio riassume commosso la storia del suo film, che presenterà alla Festa di Roma nella sezione «Extra». Il film è interpretato, tra gli altri, da Donatella Finocchiaro e Pier Giorgio Bellocchio. «Sorelle» sono tre episodi di una stessa storia «girati in tre anni diversi, 1999, 2004 e 2005 e raccontano di una bambina, Elena, della sua crescita — continua il regista —. Il film narra di chi va e di chi resta, di continui ritorni e ripartenze dal paese natio e dalla vecchia casa di famiglia. Un giorno, la mamma di Elena decide di portare a vivere con sè a Milano la figlia e da lì si evidenzia tutto il difficile rapporto familiare. Per comodità ho girato a Bobbio, nella stessa casa de "I pugni in tasca": è perfetta, il tavolo su cui mangiano Elena e Sara è lo stesso su cui ho mangiato anch’io da bambino». (...) (segnalazione di Barbara De Luca)

ioma.it 27.9.06
Alessandria, 28/30 Settembre
Al via domani la V edizione del festival della critica cinematografica ad Alessandria. Tra gli ospiti Bellocchio...

Grandi firme anche quest’anno al festival a partire dai critici che si confesseranno al pubblico nello Shadow Boxing (...) sul tema “Autori e critici: chi stronca chi?” si scontreranno Paolo Mereghetti e Alberto Pezzotta contro Marco Bellocchio e Davide Ferrario (...) si può seguire anche grazie a Radio 3 che dedica uno spazio, curato da Enrico Magrelli e Emanuela Martini, al festival alle 19.00 per tutti i tre giorni.

La risposta di Fausto Bertinotti all'articolo di Scalfari di domenica scorsa su Repubblica:
«L’opinione di Eugenio Scalfari è rispettabile perché fondata su una scuola di diritto costituzionale: io ho un altro parere. Ma rispetto comunque la sua posizione. Ritengo sia più convincente l’opinione di altri autorevoli studiosi di diritto costituzionale, come Gianni Ferrara, che non vedono la figura del presidente della Camera soltanto come uno speaker» Lunedì 25 settembre 06 (da Liberazione)

Corriere della Sera 27.9.06
Imre Naky 1956
L'eroe ungherese scrisse a Togliatti: chiediamo aiuto ai fratelli del Pci
Una lettera inedita
qui
domenica 24 settembre
a LiberaFesta di Roma

si è tenuto un incontro sul tema
«Quattro chiacchiere con Liberazione»
con Piero Sansonetti
è intervenuto Massimo Fagioli

la registrazione è disponibile su MAWIVIDEO

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Il Giornale Radio Tre delle 16.45 di domenica 24 settembre
ha citato il parere di
Massimo Fagioli sul tema dell'eutanasia
(una segnalazione di Dicta Cavanna ed Eva Bellavia)
la registrazione è disponibile su mawivideo e su ondeblu.it

aduc.it 24.9.06
Massimo Fagioli:
«"Lo Stato non deve entrare in queste faccende esclusive e proprie del rapporto medico-paziente: ed il medico non si occupa soltanto della salute e della vita ma anche della realizzazione dell'identità del paziente", afferma lo psichiatra Massimo Fagioli, secondo il quale, "è il medico che sa quando e come intervenire se la persona sta male: quando e se sbaglia ne risponde davanti al magistrato".
Insomma, lo Stato non dovrebbe intervenire nell'attività propria del medico, fino a dirgli cosa deve fare e cosa no. "Lo Stato si deve togliere di mezzo - aggiunge Fagioli - da faccende che non lo riguardano e se ci prova, come ci ha già provato, a legargli le mani, il medico ha il dovere di ribellarsi: qui si sta alterando il rapporto con la realtà, si sta tentando - conclude lo psichiatra - di distruggere l'identità medica"».

(
da un articolo apparso in rete in una pagina dell'ADUC, Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, disponibile integralmente qui.info ricevuta attraverso Google Alert e segnalata da Alessio Ancillai)
Il parere di Massimo Fagioli viene ripreso anche - più sinteticamente - in un articolo de Il Tempo di Roma del 25.9.06 qui)

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