giovedì 31 luglio 2014

EDIZIONE STRAORDINARIA
ULTIMO AGGIORNAMENTO ORE 23.55
Adnkronos 31.7.14 15:51
EDITORIA: FAGO, CONTINUO LAVORO SU PROGETTO L'UNITÀ INDIPENDENTE DA PARTITI
"Per quello che mi riguarda resto convinto che nel nostro Paese ci sia una grande domanda politica e sociale per un quotidiano libero e indipendente dai partiti che si rivolga all'insieme della Sinistra italiana ed europea. Quel giornale è per me l'Unità ed è alla realizzazione di questo progetto che continuerò a lavorare". Ad affermarlo è Matteo Fago, azionista dell'Unità con EditorialeNovanta.

Adnkronos 31.7.14 15:51
EDITORIA: FAGO, CHIUSURA L'UNITÀ PER VETI POLITICI E AZIONARI INCROCIATI

"Purtroppo veti politici ed azionari incrociati hanno determinato la chiusura del giornale fondato da Antonio Gramsci. È giunto il momento, soprattutto per rispetto dei lavoratori che dal 1° agosto saranno messi in cassa integrazione, che ognuno si assuma con coerenza le proprie responsabilità". E' l'azionista dell"Unità' Matteo Fago (EditorialeNovanta) a chiarire i termini del suo piano per il salvataggio del giornale respingendo al mittente le critiche alla sua proposta.
Fago, in una nota, risponde innanzitutto alle dichiarazioni rese martedì scorso dal tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi. "La dichiarazione del tesoriere del Pd, onorevole Francesco Bonifazi, secondo cui la proposta di EditorialeNovanta 'non garantiva una prospettiva certa per il futuro editoriale e occupazionale dell'Unità' appare smentita dai fatti visto che 'la soluzione certa' che si è realizzata, non accettando la proposta, è la chiusura di un giornale con 90 anni di storia e la cassa integrazione per tutti i lavoratori".
La proposta della EditorialeNovanta, afferma Fago, "prevedeva un affitto dell'azienda per 6 mesi prorogabili fino a 12 con l'obiettivo di ristrutturare, riorganizzare e sanare l'impresa per portarla in equilibrio economico e finanziario prendendo in carico i costi del periodo e mantenendo la pubblicazione del giornale. Si prevedeva poi un successivo acquisto dell'azienda risanata una volta che fosse in grado di affrontare il mercato, essendo la società disponibile a pagare un prezzo fino a 12 milioni di euro per l'acquisto. A questa ipotesi i lavoratori avevano aderito con fiducia ed entusiasmo essendo anche disposti a pesanti sacrifici pur di mantenere l'occupazione di tutti, la dignità del lavoro e la continuità del giornale", sottolinea. (segue)
(Sec-Val/Zn/Adnkronos)
si ringrazia Daniele De Perto
Ansa 31.7.14 15:39
Unità: Fago, ho sempre puntato a salvataggio e rilancio
Azionista replica a Pd, continuerò a lavorare per il giornale
Roma “La mia intenzione è stata sempre, fin dal mio primo ingresso nel capitale della Nie come socio largamente di minoranza, circa 18 mesi fa, il salvataggio e il rilancio dell'Unità attraverso progetti editoriali e con esborso di risorse". A precisarlo è Matteo Fago, azionista di maggioranza della Nie in liquidazione, che in una lunga nota replica alle dichiarazioni del tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, definendole "offensive", sulla situazione dell'Unità che da domani non sarà più in edicola.
In particolare, sottolinea Fago, le parole di Bonifazi secondo cui la proposta di EditorialeNovanta "non garantiva una prospettiva certa per il futuro editoriale e occupazionale dell'Unità", "appare smentita dai fatti visto che 'la soluzione certa' che si è realizzata, non accettando la proposta, è la chiusura di un giornale con 90 anni di storia e la cassa integrazione per tutti i lavoratori". La proposta, spiega, "prevedeva un affitto dell'azienda per 6 mesi prorogabili fino a 12 con l'obiettivo di ristrutturare, riorganizzare e sanare l'impresa per portarla in equilibrio economico e finanziario prendendo in carico i costi del periodo e mantenendo la pubblicazione del giornale. Si prevedeva poi un successivo acquisto dell'azienda risanata una volta che fosse in grado di affrontare il mercato, essendo la società disponibile a pagare un prezzo fino a 12 milioni di euro per l'acquisto. A questa ipotesi i lavoratori avevano aderito con fiducia ed entusiasmo essendo anche disposti a pesanti sacrifici pur di mantenere l'occupazione di tutti, la dignità del lavoro e la continuità del giornale". Per Fago, dunque "è assurdo che si dica che un'offerta che permette la continuità di uscita del giornale in edicola non dia certezze di futuro all'azienda o addirittura ne possa determinare il successivo fallimento perché non prevede una certezza del prezzo di acquisto" o che "si dica che ci si "impegna al 100% per trovare la soluzione definitiva" quando ormai quello che è sicuro al 100% è che da domani l'Unità non sarà più in edicola". Ricordando di essersi reso "disponibile a finanziare la società, come richiesto dai liquidatori, per la mia quota parte, ossia per il 51%, nella misura in cui ogni altro socio avesse fatto la stessa cosa per la propria quota", Fago si dice convinto che in Italia "ci sia una grande domanda politica e sociale per un quotidiano libero e indipendente dai partiti che si rivolga all'insieme della Sinistra italiana ed europea. Quel giornale è per me l'Unità ed è alla realizzazione di questo progetto che continuerò a lavorare".
l’Unità on line 31.7.14
Fago replica a Bonifazi
«Mia proposta non era una farsa»

qui
Formiche.net 31.7.14
Fago non la molla e spiega chi ha ucciso l’Unità
di Carlo Patrignani
qui
l’Unità on line 31.7.14
Renzi su l'Unità: «La priorità è ripartire da brand e lavoratori»

Il presidente del Consiglio sulla situazione del giornale: «Non dobbiamo discutere sulle responsabilità del passato»

«Faccio mie le parole del presidente Orfini, sia sull'abbraccio ai senatori sia sull'Unità. Più che discutere sulle responsabilità del passato dobbiamo fare un discorso sul brand, sulle feste, così da avere una community dell'Unità». Lo ha detto Matteo Renzi in direzione Pd.
«Anzichè stare a discutere sulle responsabilità del passato, dobbiamo fare una grande scommessa sul brand». Ed ancora: «La priorità è partire dai lavoratori e dalle lavoratrici del giornale», ha dichiarato il presidente del Consiglio, associandosi alle parole del presidente del Pd Matteo Orfini, che ha affermato come l'obiettivo sia riportare l'Unità in edicola il prima possibile

qui
L’Huffington Post 31.7.14
“L’Unità" chiude. Anche il Pd boccia la proposta di Fago di salvare la storica testata: motivi economici o politici?
di Cecilia Alessandrini
qui
si ringrazia Carlo Patrignani
LEFT C’È.
E SARÀ NELLE EDICOLE SABATO 2 AGOSTO

In attesa, speriamo, di riprendere la collaborazione con una rinnovata Unità,
ai cui giornalisti esprimiamo la nostra piena solidarietà, left esce da solo in edicola
Invitiamo i lettori a sostenerci, in tutti i modi possibili. Grazie davvero per il vostro sostegno.
I redattori di left



Sergio Staino, nell'intervista di mercoledi 30 a Repubblica, integralmente disponibile qui di seguito:
«Per quello che ho capito si voleva fare una bad company che finiva in un binario morto e si faceva una nuova società che senza sospendere le pubblicazioni veniva rifinanziata. Che io sappia l’unica offerta presente era però quella di Fago. Credo che però Fago sia una figura abbastanza lontana dalla maggioranza attuale del Pd. Quindi non credo che sarebbe stato visto con molto entusiasmo..»
E perché?
«Perché è molto vicino a Massimo Fagioli e alla rivista molto interessante Left che è su una barricata molto movimentista. Quello che non capisco è se la chiusura è determinata dalla volontà di liquidare definitivamente l’Unità o di arrivare ad una nuova società dove ci sia Fago o non ci sia, Ma l’ultima parola sarà quella di Renzi. Bisogna capire se nel suo progetto di Pd c’è un quotidiano che raccoglie la nostra area o invece dobbiamo andare allo sbando».


Il testo integrale dell'intervista di Silvio Buzzanca a Sergio Staino:
ROMA Il primo agosto l'Unità chiude...
«Mi offre un posto di lavoro a Repubblica ? ».
A dire il vero desideravo sapere cosa pensano Sergio Staino e soprattutto Bobo della brutta notizia...
«Io in questo momento sto abbastanza male perché considero l'avventura dell'Unità chiusa. Ma un po' di razionalità politica mi fa pensare che potrebbe esserci anche un altro progetto nella testa di Renzi».
E Bobo?
«Non sapendo cosa sarebbe successo avevo preparato una vignetta dove Bobo finiva sepolto sotto una valanga di mattoni di un muro che crollava e ferito rassicurava la bambina dicendo: "Non ti preoccupare. Non è successo niente. Se erano emendamenti era peggio". Arrivata la notizia ho lasciato il disegno e faccio dire a Bobo: "Speravo fossero emendamenti. Purtroppo era invece l'Unità"».
Ma chi ha la responsabilità di trovare una soluzione?
«Ora la responsabilità è tutta sulle spalle del segretario. È lui che deve decidere se salvare o non salvare un giornale che è un pezzo importante dell'identità di questa sinistra...».
Tutto nelle mani di Renzi?
«Credo proprio di sì. Per quello che ho capito si voleva fare una bad company che finiva in un binario morto e si faceva una nuova società che senza sospendere le pubblicazioni veniva rifinanziata. Che io sappia l'unica offerta presente era però quella di Fago. Credo che però Fago sia una figura abbastanza lontana dalla maggioranza attuale del Pd. Quindi non credo che sarebbe stato visto con molto entusiasmo..»
E perché?
«Perché è molto vicino a Massimo Fagioli e alla rivista molto interessante Left che è su una barricata molto movimentista. Quello che non capisco è se la chiusura è determinata dalla volontà di liquidare definitivamente l'Unità o di arrivare ad una nuova società dove ci sia Fago o non ci sia, Ma l'ultima parola sarà quella di Renzi. Bisogna capire se nel suo progetto di Pd c'è un quotidiano che raccoglie la nostra area o invece dobbiamo andare allo sbando».
Ma il Pd ha anche un altro giornale: Europa « Europa era nata nell'area centrista. Ma nel momento in cui Renzi si colloca nel Pse e ritira fuori l'anima popolare delle feste dell'Unità come fa a riconoscersi in Europa?» In tutti questi anni sono passati anche tanti direttori.
Staino come li giudica?
«Devo dire che molti dei direttori degli ultimi anni sono stati eccellenti. È vero che molti si sono posti in una situazione non di rottura, ma abbastanza scomoda nei confronti della segreteria del partito. Penso a Colombo, Padellaro, la De Gregorio. Forse omogeneo, con Bersani, era Sardo. Ma tutti avevano in testa un loro progetto di giornale. Non ne posso parlare male. Perché sono stato sempre ascoltato, messo a mio agio. E perché questi giornali, sia nella diversità delle loro impostazione un pubblico lo avevano trovato».
E adesso Bobo dove si accasa?
«Chi lo sa. Per il momento farò le vignette sul mio sito, su Twitter. E aspettiamo di vedere cosa matura».
NEL NUMERO DI DICEMBRE 1980 DI "LINUS" - QUANDO MATTEO RENZI NON AVEVA ANCORA COMPIUTO SEI ANNI - SERGIO STAINO PUBBLICÒ UNA STRISCIA DI "BOBO" - OGGI DISPONIBILE NELL'ARCHIVIO STAMPA DELLA ASS. CULT. "AMORE E PSICHE", QUI - ALLA QUALE APPARTENEVA ANCHE QUESTA VIGNETTA CHE RIPUBBLICHIAMO QUI DI SEGUITO:


















si ringraziano Giovanni Del Missier e Paola Cantini






















l'Unità 31.7.14
La “striscia rossa” sulla apertura della prima pagina:

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria,
non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Antonio Gramsci 11 febbraio 1917 
l'Unità 31.7.14
Comunicato dei poligrafici

Nella sede de l'Unità in questo ore di sconcerto, la rassegnazione rischia di prendere il sopravvento.
L'Unità oltre alla sua storia è "testarda", ed ancora una volta proviamo con una proposta di essere protagonisti attivi del nostro futuro.
Nelle ultime 24 ore la solidarietà verso l'Unità ci ha resi orgogliosi di farne parte, pensiamo di chiedere agli azionisti ed al Pd di dimostrare di voler dare un futuro a questo quotidiano.
Noi proponiamo di lavorare gratuitamente, nonostante negli ultimi tre mesi il nostro lavoro non è stato retribuito, per tutto il periodo necessario ad una soluzione positiva della vertenza e chiediamo agli azionisti e al Pd di garantire l'uscita della testata fino al raggiungimento della soluzione.
Gli attestati di stima ci piacerebbe tradurli in un percorso vero che significhi avere sempre in edicola il nostro giornale.

l'Unità 31.7.14
Il comunicato del Cdr

Questo non è l’addio, non è il segno della resa. Da domani il nostro e vostro giornale non sarà più nelle edicole. Ma noi ci saremo. E continueremo a batterci per far tornare al più presto l’Unità tra la nostra gente, tra chi si sente parte di una storia più grande, iniziata novant’anni fa e che non può finire così. È quello che ci chiedono anche in queste ore drammatiche migliaia di lettori attraverso telefonate ed email.
L’Unità è una voce che non può essere spenta perché la sua perdita rende più povera l’informazione e il dibattito politico-culturale del nostro Paese. Un riconoscimento che ci viene non solo dalle fila della sinistra, ma anche da avversari politici. Ma gli attestati più importanti per noi vengono dai volontari delle Feste dell’Unità. In tanti ci hanno detto che sarà molto doloroso per loro contribuire alla riuscita di questi appuntamenti, con il loro servizio gratuito, generoso, appassionato, senza l’Unità. Anche a loro diciamo che torneremo ad incontrarci presto.
Nel giorno in cui i liquidatori hanno decretato la sospensione delle pubblicazioni, il segretario del Pd Matteo Renzi ha affermato: «L’Unità non chiuderà. È il momento per tutti di avere molta responsabilità. Il Pd sta lavorando ad una soluzione per salvare il quotidiano». Queste parole sono state prese sul serio dai lavoratori del giornale e immaginiamo anche da tutti coloro che ogni giorno vanno in edicola a dimostrarci il loro attaccamento.
Per questo ieri il Comitato di redazione de l’Unità ha chiesto un incontro urgente ai vertici del Pd per verificare l’impegno a dare concretezza alle parole del segretario. Il confronto avuto con il presidente del Pd Matteo Orfini, il vicesegretario Lorenzo Guerini e il tesoriere Francesco Bonifazi è servito per avere una prima risposta, che ora dovrà essere verificata nei fatti.
Ci è stato detto che il Pd sta lavorando per trovare una soluzione in tempi rapidi non solo per riportare il giornale in edicola ma per garantire un rilancio del progetto editoriale. Ci è stato detto che sono già in corso incontri con imprenditori che hanno manifestato interesse a iniziare una nuova storia insieme a noi. Prendiamo atto di queste affermazioni, ma ai nostri interlocutori abbiamo ribadito che questo è il tempo dei fatti, perché le parole da sole non hanno impedito che da domani non saremo più in edicola. Occorre fare presto e bene, perché ogni giorno che passa senza l’Unità è un giorno in cui la democrazia è un po’ più povera. E la sinistra un po’ più debole.

l'Unità 31.7.14
Fate girare la voce: questo non è l’ultimo numero
Adesso inizierà una partita nuova e diversa che avrà un commissario come arbitro:
sarà lui, non più l’assemblea dei soci, a valutare le offerte per rilanciare il giornale
Una ricchezza per la sinistra,
un luogo di informazione seria, di discussione e di confronto,
uno strumento di esplorazione del nuovo
di Luca Landò

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l'Unità 31.7.14
C’è una sola domanda: come sarà l’Unità?
di Walter Veltroni

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l'Unità 31.7.14
Giornalismo etico e leale per il lavoro e il Paese
di Susanna Camusso

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l'Unità 31.7.14
Questa voce serve alla sinistra e al Paese
di Alfredo Reichlin

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l'Unità 31.7.14
Sempre attenti ai diritti degli ultimi
di Laura Boldrini

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l'Unità 31.7.14
Con l’Unità le idee e i valori della sinistra
di Massimo D’Alema

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l'Unità 31.7.14
Sia il quotidiano di riferimento per il Pd e per i riformisti
di Emanuele Macaluso

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l'Unità 31.7.14
Un baluardo contro lo scempio del territorio
di Vittorio Emiliani

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l'Unità 31.7.14
I cattivi argomenti di mercatisti e indifferenti
di Massimo Adinolfi

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l'Unità 31.7.14
L’antica sfida di un foglio di lotta e di pensiero
di Michele Prospero

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l'Unità 31.7.14
Una ferita terribile, ma il giornale ce la farà
di Claudio Sardo

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l'Unità 31.7.14
l’Unità chiude ma non muore
di Maurizio De Giovanni

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l'Unità 31.7.14
L’Italia non sarà più la stessa
di Paolo Di Paolo

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l'Unità 31.7.14
La tenacia del pericoloso giornale comunista
di Dacia Maraini

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l'Unità 31.7.14
Se i giovani prendessero in carico questa storia
di Andrea Di Consoli

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l'Unità 31.7.14
La libertà di scrivere senza censure
di Gianfranco Pasquino

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l'Unità 31.7.14
I giornalisti prendano le redini del gioco
di Massimo Mucchetti

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l'Unità 31.7.14
Tornare presto a raccontare il Paese

di Paolo Guerrieri
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l'Unità 31.7.14
Il killer del giornale e i soloni del web
di Sara Ventroni

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l'Unità 31.7.14
Viene meno un caposaldo nella lotta alle mafie
di Vito Lo Monaco

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l'Unità 31.7.14
Un giornale sempre dalla parte degli ultimi
di Michele Ciliberto

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l'Unità 31.7.14
Una sede importante del dibattito sulle riforme
di Massimo Luciani

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l'Unità 31.7.14
Il coraggio di trovare una nuova identità
di Francesco Clementi

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l'Unità 31.7.14
Mi mancate. Questo non è un Paese per laici
di Carlo Flamigni

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l'Unità 31.7.14
Scienza da sempre negletta. Ora di più
di Gilberto Corbellini

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l'Unità 31.7.14
Una gloriosa novantenne. Non possiamo farne a meno
di Riccardo Chiaberge

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l'Unità 31.7.14
Quotidiano leader di riflessione sulla bioetica
di Maurizio Mori

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l'Unità 31.7.14
C’è spazio per una nuova Unità libera e indipendente
di Pietro Folena

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l'Unità 31.7.14
Una testata «testarda» che dobbiamo difendere
di Carla Cantone

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l'Unità 31.7.14
Voce della sinistra Salviamola in extremis
di Francesca Chiavacci

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l'Unità 31.7.14
La portavo in tasca come una bandiera
di Moni Ovadia

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il manifesto 31.7.14
Le responsabilità del Pd e degli altri soci. Parla il direttore Luca Landò
Luca Landò: “L’Unita chiude, ma tornerà in edicola. Siamo una testata cocciuta”
intervista di Luca Fazio

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il manifesto 30.7.14
Chiude dopo 90 anni il giornale fondato da Gramsci. Il Cdr: “Hanno ucciso l’Unità”
di Luca Fazio

qui

Corriere 31.7.14
Da D’Alema a Veltroni, le firme dell’ultima «Unità»
Oggi in edicola il numero d’addio del quotidiano. L’ex leader pd: ora siamo tutti più poveri

su spogli

Corriere 31.7.14
Peppino Caldarola
«Serve una testata nuova. Senza cedere alla retorica»
intervista di Alessandra Arachi

su spogli

il Fatto 31.7.14
In rosso
Unità, ultima chiamata per il Pd: un compratore per evitare la Santanchè
di Sal. Can.

su spogli

Repubblica 31.7.14
Unità, incontro Cdr-Pd: “Impegno per salvare il giornale”

ROMA. Un incontro «positivo» per salvare l’Unità, che sospende le pubblicazioni. Così il cdr valuta la riunione con i vertici del Pd, al largo del Nazareno, presenti il vicesegretario Lorenzo Guerini, il presidente del partito Matteo Orfini e il tesoriere Francesco Bonifazi. I tre hanno assicurato ai giornalisti il massimo impegno per evitare la chiusura, e sarebbero già state prospettate alcune ipotesi.
Una soluzione auspicata anche dai senatori del Pd, mentre Veltroni oggi firmerà un articolo per l’ultimo numero.

Europa 31.7.14
Ultimo giorno in edicola per l’Unità. Ma la battaglia continua
Ieri i giornalisti hanno incontrato i vertici del Pd
di Fabrizia Bagozzi

qui

Panorama 30.7.14
L'Unità: fondata da Gramsci, affondata da Renzi
Dal primo agosto stop alle pubblicazioni. Titolo shock sull'ex quotidiano del Pci-Pds-Ds: «Hanno ucciso l'Unità». Il direttore Landò attacca il Pd

qui

Il Sussidiario 31.7.14
Chiusura dell’Unità
Attacco alla democrazia e al pluralismo?
di Giovanni Cominelli

qui

Orticalab 31.7.14
L’Unità, un’indimenticabile pagina di vita
“L’Unità” ha voluto essere, riuscendovi, un grande strumento di educazione politica e di cultura; si è collocata, così, sul fronte della storia
di Luigi Anzalone

qui

L’Huffington Post 30.7.14
L'Unità, il giorno degli scatoloni e dei veleni. Matteo Renzi pensa a un'Unità 2.0 ma nessuna certezza per i giornalisti
di Alessandro De Angelis

qui

Giornalettismo 30.7.14
Fu Berlinguer a segnare il destino de “L’Unità”
di Massimo Zamarion

qui

L’Avanti 30.7.14
Con l’Unità chiude un pezzo della storia della sinistra

qui

L’Avanti 31.7.14
Caldarola propone che L’Unità cambi nome

qui

L’Avanti 30.7.14
Tutti in lutto per l’Unità, ma per l’Avanti?

qui

Informa 31.7.14
L'Unità, in tre in corsa per acquisire il quotidiano

qui

PolisBlog 30.7.14
L'Unità chiude: a pagare i debiti sarà lo Stato?
di Renato Marino

qui

La Notizia, Il Giornale.it 31.7.14
Dell’Unità restano solo brandelli
Il giornale ex comunista a un giorno dall’oblio
Del quotidiano di Gramsci si salverà solo il marchio, che Palazzo Chigi starebbe pensando di riciclare per lanciare una versione 2.0
Più smart e (magari) meno scomoda per il premier
di Alessandro De Angelis

qui

Il Giornale 31.7.14
L'Unità chiude, il Pd guarda Ed è scontro tra ex direttori
Polemica su crac e conti in rosso, inutili le ultime trattative
Veleni anche contro il premier: "Renzi non ha fatto nulla"
di Mariateresa Conti

qui

Quotidiano Net 31.7.14
Il partito si fa vivo, l’Unità spera nel miracolo

qui

Melty.it 30.7.14
L’Unità chiude: Perchè i giornali falliscono nonostante il finanziamento pubblico
L’Unità, giornale storico della sinistra italiana fondato nel 1924 da Antonio Gramsci, ha annunciato la chiusura e interromperà le pubblicazioni a partire dal prossimo 1 agosto. Quali altri giornali rischiano la chiusura?

qui

Milano Post 31.7.14
Renzi ha rottamato anche l’Unità?

E come sono stati gestiti i milioni di finanziamento pubblico?
qui

Il Secolo XIX 30.7.14
L’Unità chiude: in edicola ancora pochi giorni
di Fabio Luppino

qui

La Gazzetta dello Sport 30.7.14
Chiude pure un pezzo di storia italiana con l’Unità?
di Giorgio Dell'Arti

qui

Il Salvagente 31.7.14
Da domani l'Unità sospende le pubblicazioni
Bocciate tutte le ipotesi presentate ai liquidatori. Il Cdr: "Hanno voluto ucciderla".
di Angelo Angeli

qui

Italia chiama Italia 31.7.14
L’Unità muore, uccisa da lettori e giornalisti
di Ricky Filosa

qui

CronoPolitica 30.7.14
La promessa di Matteo Renzi: «Riapriremo l’Unità»

qui

Agorà Magazine 30.7.14
L'Unità chiude ma le feste? E chi se le ricorda?
di Roberto De Giorgi

qui

Globalist 30.7.14
L'Unità, il Pd e noi che non vogliamo morire democristiani
L'Unità è stata un sogno professionale e politico realizzato
Claudio Visani racconta la sua esperienza e i suoi anni passati nel giornale che venerdì non sarà più in edicola
di Claudio Visani

qui

Dazebao News 30.7.14
A rischio l'Unità. Non c'è tempo da perder, ci vuole un progetto industriale e culturale
di  Pietro Folena

qui
Dagospia 31.7.14
Curiosi di sapere chi ha ucciso l’Unità?
Scoperto il killer: Concita De Gregorio
E non lo spifferano i fuorusciti Travaglio e Padellaro e Furi Colombo bensì lo svela l’ex direttore dell’Espresso, oggi editorialista di repubblica, Giovanni Valentini su Twitter:
“Sulla foto della campgna pubblicitaria del 2008 di Oliviero Toscani ci sono le impronte digitali di chi ha messo in liquidazione L’Unità
E all’epoca il direttore dell’Unità che arrivava da repubblica ed è tornata a repubblica, nomina che porta la firma di Veltroni
Oggi il quotidiano fondato da Gramsci (ed affondato da Renzi) sarà in edicola per l’ultima volta
L’ineffabile Veltroni: “Credo che l’ambizione sia quella di guardare al futuro e non alla sopravvivenza. Senza l’Unità siamo tutti più poveri"
qui

ASSASSINI






















 



Repubblica 31.7.14
Suad Amiry: “Questa guerra è contro i bambini E il mondo tace”
di Antonello Guerrera

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Repubblica 31.7.14
Gaza, stragi al mercato e nella scuola dell’Onu L’ira di Ban Ki-moon “È stato Israele, vergogna”
Colpi di cannone contro le aule che ospitano i rifugiati e sulla folla in cerca di provviste: uccisi donne e bambini
L’odore di Gaza è quello dolciastro del sangue umano mescolato a quello animale, del fetore che sale dall’immondizia cotta dal sole abbandonata nelle strade, delle fognature esplose che formano pantani maleodoranti e fetidi. È l’odore della morte
di Fabio Scuto

su spogli

Repubblica 31.7.14
Il silenzio dell’Europa
di Andrea Bonanni

su spogli

Corriere e Haaretz 31.7.14
Quell’alibi del mio Paese che spara senza piangere
di Don Futterman

su spogli







il Fatto 31.7.14
Caso Shalabayeva, l’Italia è peggio del Kazakistan
La Cassazione accoglie il ricorso della mglie del dissidente contro il Viminale
“Ignorato il diritto d’asilo, anomalo il blitz notturno”
di Valeria Pacelli

su spogli

La Stampa 31.7.14
“Shalabayeva, il Viminale calpestò i suoi diritti”
La Cassazione: espulsione illegittima, deve essere risarcita
di Guido Ruotolo

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mercoledì 30 luglio 2014

EDIZIONE STRAORDINARIA
IN CORSO DI AGGIORNAMENTO - ULTIMO AGGIORNAMENTO ALLE 23.30


COME OGNI ANNO DAL 2001, ANCHE QUEST'ANNO "SEGNALAZIONI" HA SOSPESO LE PUBBLICAZIONI ORDINARIE  PER LA CONSUETA PAUSA ANNUALE. LE RIPRENDERÀ MERCOLEDI 27 AGOSTO
SAREMO TUTTAVIA SEMPRE DISPONIBILI - MA CERTO CON MINORE TEMPESTIVITÀ DEL SOLITO - PER DIFFONDERE EVENTUALI NUOVE INFORMAZIONI IMPORTANTI.
INVITIAMO INFINE - COME TUTTI GLI ANNI - LETTRICI E LETTORI A SEGNALARCI, CON UNA E-MAIL AL NOSTRO INDIRIZZO SEGNALAZIONI.BOX@GMAIL.COM, QUANTO NEL FRATTEMPO TROVASSERO DI INTERESSANTE E SIGNIFICATIVO SULLA STAMPA - POSSIBILMENTE INVIANDONE ANCHE IL TESTO - E SUL WEB: ALLA RIPRESA PUBBLICHEREMO UNA SELEZIONE DEI MATERIALI SEGNALATICI.
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«Una ricerca affascinante per il superamento del comunismo»
Massimo Fagioli
sul n.45/2010 di LEFT
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«Una lotta, senza armi, soltanto rivoluzione del pensiero e parola»
Massimo Fagioli
sul n°49/2008 di LEFT


«Vorrei un partito rivoluzionario, che faccia ricerca sulla realtà umana»
Massimo Fagioli
nell'intervista al Corriere della sera del 22 giugno 2014
ULTIM'ORA:
ASSASSINI !

LEFT C’È.
E SARÀ NELLE EDICOLE SABATO 2 AGOSTO

In attesa, speriamo, di riprendere la collaborazione con una rinnovata Unità,

ai cui giornalisti esprimiamo la nostra piena solidarietà, left esce da solo in edicola
Invitiamo i lettori a sostenerci, in tutti i modi possibili. Grazie davvero per il vostro sostegno.
I redattori di left


Quello che segue è lo start scritto da Giovanni Maria Bellu che si leggerà nel prossimo numero di left:
Quando stiamo per consegnare alla tipografia il numero di left che avete tra le mani, arriva in redazione la notizia della sospensione delle pubblicazioni de l’Unità. Oggi è martedì 29 luglio (sono questi i tempi della stampa) e quando leggerete queste righe molti aspetti della vicenda de l’Unità, che mentre scriviamo non sono ancora noti, saranno stati chiariti. Ce n’è però uno, fondamentale, che ci è già chiaro da tempo. La politica ha una visione solo strumentale dell’informazione e non ha mai affrontato la crisi del settore come si affronta la crisi di un comparto che attraversa una rivoluzione industriale e tecnologica in una fase di recessione economica. La combinazione peggiore che possa capitare. La politica non ama la libertà di stampa e preferisce giornali in difficoltà ai giornali sani e dunque liberi. Contando sul fatto che anche tra i giornalisti c’è chi non disdegna questa situazione, benché penalizzi i migliori. Alla fine può accadere che si preferisca far morire un giornale piuttosto che correre il rischio di perderne il controllo. left continuerà ad andare in edicola da solo. In attesa di ritrovarsi, speriamo presto, col giornale di Antonio Gramsci.




Sergio Staino, nell'intervista di oggi a Repubblica, integralmente disponibile qui di seguito:
«Per quello che ho capito si voleva fare una bad company che finiva in un binario morto e si faceva una nuova società che senza sospendere le pubblicazioni veniva rifinanziata. Che io sappia l’unica offerta presente era però quella di Fago. Credo che però Fago sia una figura abbastanza lontana dalla maggioranza attuale del Pd. Quindi non credo che sarebbe stato visto con molto entusiasmo..»
E perché?
«Perché è molto vicino a Massimo Fagioli e alla rivista molto interessante Left che è su una barricata molto movimentista. Quello che non capisco è se la chiusura è determinata dalla volontà di liquidare definitivamente l’Unità o di arrivare ad una nuova società dove ci sia Fago o non ci sia, Ma l’ultima parola sarà quella di Renzi. Bisogna capire se nel suo progetto di Pd c’è un quotidiano che raccoglie la nostra area o invece dobbiamo andare allo sbando».


NEL NUMERO DI DICEMBRE 1980 DI "LINUS" - QUANDO MATTEO RENZI NON AVEVA ANCORA COMPIUTO SEI ANNI - SERGIO STAINO PUBBLICÒ UNA STRISCIA DI "BOBO" - OGGI DISPONIBILE NELL'ARCHIVIO STAMPA DELLA ASS. CULT. "AMORE E PSICHE", QUI - ALLA QUALE APPARTENEVA ANCHE QUESTA VIGNETTA CHE RIPUBBLICHIAMO QUI DI SEGUITO:


















si ringraziano Giovanni Del Missier e Paola Cantini




















l’Unità 30.7.14
Hanno ucciso l’Unità
È la terza volta che ci spengono, ma non ci fermiamo
editoriale di Luca Landò

su spogli

l’Unità 30.7.14
Ore 14, cade l’ultima speranza «Sospendere le pubblicazioni»
Cronaca di una giornata drammatica nella redazione di via Ostiense
Tra tensioni e accuse, l’assemblea dei soci boccia tutte le ipotesi dei liquidatori: si va al concordato preventivo
Oggi pagine bianche in segno di protesta Domani in edicola l’ultimo numero

su spogli
l’Unità 30.7.14
Comunicato del Cdr
Il Cdr

su spogli

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l’Unità 30.7.14
Sinistra sotto shock Renzi: non è finita
Dal Pd alla Cgil, dalla Fnsi ai lettori, sconcerto e rabbia per la chiusura
La solidarietà di D’Alema, Bersani, Camusso, Vendola e tanti altri
Bonifazi: «Impegnati al cento per cento»
Guerini: non è tempo di polemiche, ma di mettere in campo tutte le energie necessarie

su spogli
SEGUONO 18 PAGINE BIANCHE...
il Fatto on line 29.7.14
L’Unità, stop a pubblicazioni dal primo agosto: “Giorno di lutto per la democrazia”
Il quotidiano fondato da Gramsci a partire da venerdì non sarà più in edicola
La decisione nell'anno del 90esimo
Il vicedirettore: "Senza parole di fronte a scempio"
I lavoratori: "Hanno ucciso il giornale. Noi continueremo a lottare guardandoci anche dal fuoco amico"
In serata Renzi: "Purtroppo non è del Pd. Se lo fosse non chiuderebbe"
Il tesoriere dem: "La riapriremo"

qui

il Fatto 30.7.14
“Hanno ucciso l’Unità, è stato il fuoco amico”
Il 1° agosto stop alle pubblicazioni e cassa integrazione per i lavoratori
Renzi si scarica la coscienza: “Non è nostra, se lo fosse non chiuderebbe”
La responsabilità: anche la società che organizza le feste del Pd avrebbe detto “no” alle proposte per salvare la testata
di Salvatore Cannavò

su spogli

La Stampa 30.7.14
L’Unità chiude e accusa il Pd “Fa killeraggio”
I renziani provano a rassicurare: riapriremo
di Roberto Giovannini

su spogli

La Stampa 30.7.14
L’Unità, da “Corriere del proletariato” a brand glorioso e abbandonato
Un’era tra Gramsci e girotondi: facce (contraddittorie) di un mito
di Jacopo Iacoboni

qui

Corriere on line 30.7.14
Il giornale fondato da Gramsci
«L’Unità» addio, dal 1° agosto il quotidiano non sarà più in edicola
L’annuncio dei liquidatori della società editoriale
Il Cdr: «Un fatto di gravità inaudita. Ma non finisce qui»
di Redazione Online

qui

Corriere 30.7.14
Le banche: «Adesso Renzi paghi il debito dei DS»
Il tribunale ha emesso i decreti ingiuntivi per 110 milioni a favore delle banche che prestarono i soldi a L’Unità e, come mostriamo in esclusiva, i Ds si adoperarono perché a pagare fosse Palazzo Chigi
di Manuele Bonaccorsi

qui

Corriere 30.7.14
«L’Unità» sospende le pubblicazioni Nell’ultimo numero le pagine in bianco
di Alessandra Arachi

su spogli

Repubblica on line 29.7.14
Editoria, "l'Unità" sospende le pubblicazioni dal 1 agosto
Lo rendono noto i liquidatori del quotidiano fondato da Gramsci
Il cdr: "Sono riusciti a ucciderci"
Il direttore Landò attacca il Pd
Il direttore contro i democratici: "Sorprendente che non siano riusciti a trovare una soluzione"
Renzi: "Il giornale non chiuderebbe se fosse nella nostra disponibilità"

qui

Repubblica 30.7.14
L’Unità, stop alle pubblicazioni
Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci non sarà in edicola dal primo agosto: nessun accordo tra gli azionisti per evitare la sospensione

I giornalisti: “Sono riusciti ad ucciderci”. Renzi: “Non chiuderà”
su spogli

Repubblica 30.7.14
Sergio Staino
“Tutto nelle mani di Matteo faccia una cosa di sinistra”
“Il destino del giornale dipende dal segretario: se si colloca nel Pse come fa a lasciarci allo sbando?”
intervista di Silvio Buzzanca
su spogli
il Sole 29.7.14
Chiude l'Unità: le pubblicazioni verranno sospese da venerdì 1° agosto
qui

il Sole 29.7.14
L’Unità si ferma. Pd in campo
qui
L’Huffington Post 29.7.14
L’Unità non uscirà dal primo agosto: un colpo all'immagine della testata targato Pd
di Carlo Patrignani
qui
Partito Democratico, Ufficio stampa 29.7.14
Unità, Bonifazi: "Responsabile è chi ha fatto i debiti. Noi la salveremo"
"Il PD non è il responsabile di questa drammatica situazione, la responsabilità è di chi l'ha gestita fino ad ora

Noi salveremo l’Unità". Così il tesoriere del Partito Democratico
qui

Articolo 21 30.7.14
La crisi de “l’Unità”. Un pezzo di storia che se ne va. Non lo dobbiamo permettere
di Alessandro Cardulli

qui

RaiNews24 30.7.14
Editoria, dal primo agosto l'Unità sospenderà le pubblicazioni

"Dopo tre mesi di lotta - si legge nel comunicato del cdr -, ci sono riusciti: hanno ucciso l'Unità

I lavoratori sono rimasti soli a difendere una testata storica
Gli azionisti non hanno trovato l'intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale
Un fatto di gravità inaudita"
qui

TgCom24 29.7.14
L'Unità sospende le pubblicazioni. Bersani: "Voce che deve vivere"
Il direttore Landò attacca il Pd, il Cdr: "Ci hanno ucciso"
Renzi: "Se fosse nella disponibilità del Partito democratico non chiuderebbe"
Bonifazi: “Lo riapriremo”

qui

Affaritaliani 30.7.14
Hanno ucciso L'Unità". L'addio con pagine bianche di protesta

qui

Lettera 43 30.7.14
Editoria, l'Unità: pubblicazioni sospese dal 1 agosto
Non sarà più in edicola da agosto. L'annuncio dei liquidatori

Spataro su Twitter: «Uno scempio»
qui

Internazionale 29.7.14
L’Unità sospende le pubblicazioni

qui

Clandestinoweb 30.7.14
L’ultima Unità manda “in bianco” i lettori
Il giornale di Gramsci chiude i battenti

qui

Nebrodi&dintorni 30.7.14
L'Unità
Renzi: “Il giornale di Gramsci non chiude per colpa del Pd, lo riapriremo”

qui

Il Tempo 30.7.14
Il quotidiano fondato da Gramsci muore con il Pd al record di consensi
di Giuseppe Sanzotta

qui

Il Tempo 30.7.14
L’Unità chiude. No ai 10 milioni di Daniela
Ecco i dettagli dell’offerta della Santanché che la società editrice ha snobbato. Oggi l’ultimo numero tutto in bianco.
di Carlantonio Solimene

qui

Il Giornale 29.7.14
L’Unità muore, e l'assassino ha un nome: è Repubblica
Con agosto cessa le pubblicazioni il quotidiano "fondato da Antonio Gramsci": una agonia durata più di vent'anni, iniziata quando Scalfari decise di portargli via lettori e giornalisti
di Luca Fazzo

qui

Quotidiano Net (Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione) 30.7.14

L’Unità chiude. E accusa: «Colpa del Pd»
di Francesco Ghidetti

qui

Avvenire 30.7.14
Niente investitori, l'Unità chiude

qui
Com.Unità 30.7.14
L’Unita’ non muore nonostante soci-giustizieri e gufi piddiini
di Carlo Patrignani
qui

















Internazionale 1061 25/31.7.14
La strage di Gaza
di Sharif Abdel Kouddous
, da The Nation, Stati Uniti
qui

Internazionale 1061 25/31.7.14
I frutti dell’ingiustizia
Non ci sono più parole per raccontare gli orrori e l’assurdità della vita dei palestinesi a Gaza
di Amira Hass
, da Ha’aretz, Israele

qui

con altri articoli sul tema
Repubblica 30.7.14
Elie Wiesel.
Parla lo scrittore e premio Nobel sopravvissuto ad Auschwitz
“Qualche volta è necessario criticare la politica della nazione ebraica: ma l’odio è inaccettabile”
“Ora bisogna mettersi al tavolo delle trattative. Chi è intelligente capisce che non ci sono alternative”
“Netanyahu faccia come Rabin. Si deve trattare per i due Stati”
intervista di Andrea Tarquini

su spogli

Repubblica 28.7.14
Siamo prigionieri in una “bolla” d’odio ma questo conflitto ci spinge a cambiare
di David Grossman

su spogli

Repubblica 30.7.14
“Io, ebrea in piazza per Gaza con la stella di David”
“Dobbiamo uscire dalla bolla: si può disapprovare Israele senza diventare antisemiti”
intervista di Anna Lombardi

su spogli




















Repubblica 30.7.14
Gli autografi restaurati
Gramsci, Lettere e Quaderni all’Archivio Centrale dello Stato

su spogli
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L’Osservatore Romano 28.7.14
Papa Bergoglio:
«Perdono per i cattolici che hanno firmato le leggi razziali durante il periodo del fascismo in Italia, e che poi hanno contribuito all’avvio delle denunce e quindi delle persecuzioni...»

qui
 

San Giovanni (detto Gianni) Cuperlo, San Giuseppe (detto Pippo) Civati, e San Giovacchino (detto Nichi) Vendola,
qui sopra in una loro ingannevole e caduca apparenza fenomenica,
qui di seguito invece nella loro autentica essenza ontologica:
Pippo Civati martedì 29  a Milano parteciperà alla festa del partitino di "gesucristo" Vendola
in un dibattito dal titolo “Per un nuova rappresentazione sociale del lavoro”
Affaritaliani.it 25.7.14
Sel, a Milano "Adelante" festa nazionale. 31/7 appuntamento con Affari
Nichi Vendola parlerà il 2/8, sabato 26/7 Susanna Camusso,
Pippo Civati il 29 e domenica 27 con Giuliano Pisapia.
I temi: lavoro, pace e giustizia.
Al Carroponte di Sesto S. Giovanni fino al 4 agosto la Festa nazionale di Sel.
qui
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LE REGISTRAZIONI DEGLI INCONTRI DI LIVORNO
TRASMESSI IN DIRETTA STREAMING
SONO DISPONIBILI QUI
UNA PRODUZIONE ASSOCIAZIONE CULTURALE AMORE E PSICHE
REALIZZAZIONE DI MAWIVIDEO

LE PIAZZE EUROPEE PER GAZA
da "LA STAMPA":

UN DOCUMENTO DELL'ANPI 
L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI PARTIGIANI ITALIANI:

Corriere 26.7.14
Solo quando capiremo la tragedia degli altri faremo passi avanti
di Daniel Barenboim

Direttore musicale del Teatro alla Scala
Scrivo queste parole come titolare di due passaporti, israeliano e palestinese. Le scrivo con il cuore affranto, mentre i tragici eventi di Gaza nelle ultime settimane hanno riconfermato il mio profondo convincimento che non può esserci una soluzione militare al conflitto israelo-palestinese. Non è questo un conflitto politico, bensì umano, tra due popoli che nutrono la medesima, e in apparenza irriconciliabile, convinzione di avere diritto esclusivo allo stesso minuscolo lembo di terra. Ed è proprio perché si è trascurato questo particolare in tutti i negoziati che ogni tentativo per trovare una soluzione al conflitto fino ad oggi è fallito. Anziché riconoscere la vera natura del conflitto, e risolverla, le due controparti hanno cercato soluzioni facili e veloci. Sfortunatamente, non esistono scorciatoie se si vuole arrivare a una soluzione. La scorciatoia funziona solo quando conosciamo bene il territorio che attraversiamo — ma in questo caso nessuno possiede quella conoscenza, proprio perché il nocciolo e l’essenza del conflitto rimangono entità sconosciute e inesplorate. Provo profonda partecipazione per il terrore in cui vivono oggi i miei concittadini israeliani: il rombo continuo del lancio dei razzi, il timore di venire colpiti o di veder dilaniati i propri cari. Ma provo altrettanta e profonda compassione per la sorte dei miei concittadini palestinesi di Gaza, che vivono nell’angoscia e piangono le loro perdite spaventose giorno dopo giorno. Dopo decenni di devastazione e morte da una parte e dall’altra, l’odierno conflitto ha toccato un livello di efferatezza e di disperazione fino ad ora inimmaginabile. Mi azzardo quindi ad avanzare una proposta: che non sia proprio questo il momento migliore per cercare una vera soluzione al problema? Certo, il cessate il fuoco è indispensabile, ma non basta. L’unico modo per uscire da questa tragedia, l’unico modo per evitare nuove tragedie e nuovi orrori è proprio quello di sfruttare la disperazione del momento e costringere tutti a parlarsi. Non ha senso che Israele si rifiuti di negoziare con Hamas o di riconoscere il governo di unità nazionale. No, Israele deve ascoltare quei palestinesi che vogliono parlare con un’unica voce.
La prima risoluzione da raggiungere è un accordo comune sul fatto che non esiste più l’opzione militare. Solo allora si potrà cominciare a discutere di una soluzione equa per i palestinesi, che aspettano da decenni, e della sicurezza di Israele, anch’essa sacrosanta. Noi palestinesi ci aspettiamo una soluzione giusta, altro non chiediamo che giustizia e gli stessi diritti garantiti a ogni popolo sulla terra: indipendenza, autodeterminazione, libertà e tutto ciò che ne scaturisce. Noi israeliani vogliamo vederci riconoscere il diritto a vivere sullo stesso territorio. La spartizione della terra potrà farsi solo dopo che i due contendenti avranno non solo accettato, ma profondamente compreso, che possono vivere uno accanto all’altro, non volgendosi le spalle. Alla base stessa di un riavvicinamento da tanto tempo auspicato si avverte il desiderio di condividere gli stessi sentimenti di empatia e di compassione. A mio parere, la compassione non è solo il sentimento che nasce dalla comprensione delle esigenze dell’altro, a livello psicologico, bensì incarna un vero obbligo morale. Solo attraverso lo sforzo di capire la tragedia dell’altro potremo muovere i primi passi gli uni verso gli altri. Nelle parole di Schopenhauer: «Nulla ci ricondurrà così celermente sul sentiero della giustizia come l’immagine mentale del dolore, del lutto e delle lacrime del perdente». In questo conflitto, siamo tutti perdenti, e potremo superare questa drammatica situazione solo iniziando ad accettare e a riconoscere la sofferenza e i diritti dell’altro. E sulla base di questa comprensione reciproca potremo sperare di costruire un futuro insieme.
(Traduzione di Rita Baldassarre)

SADICI CRIMINALI ASSASSINI !
È salito a 605 il numero di palestinesi assassinati dall’esercito dello Stato ebraico, i feriti sono migliaia e i profughi decine di migliaia. Per l'Unicef, fino a ieri i bambini palestinesi vittime del conflitto di età tra i 5 mesi e i 17 anni. Due bambini su tre hanno meno di 12 anni. L'Unicef stima inoltre che più di 900 bambini risulterebbero feriti.

l’Unità 21.7.14
Nabil Abu Rudeina
Il portavoce del presidente dell’Anp AbuMazen:
«Bombardare a tappeto quartieri densamente abitati non è un esercitare il diritto di difesa»
«Il mondo è passivo di fronte a questo genocidio»
intervista di U.D.G.
 
«Bombardare a tappeto quartieri densamente abitati non è un esercitare il diritto di difesa né può essere giustificato in nome della lotta al terrorismo. Massacri come quello perpetrato oggi (ieri, ndr) a Sajaya hanno solo una definizioni: crimini di guerra». A parlare è una delle figure più rappresentative della leadership palestinese: Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).
A Gaza è stata una domenica di sangue. Segnata dal massacro di Sajaya. Il presidente Abbas è in Qatar per cercare di rilanciare il cessate-il-fuoco.
«La situazione è drammatica. Siamo nel pieno di una tragedia immane. I morti si contano a centinaia, i feriti a migliaia. Gli sfollati sono ormai quasi 100mila. Il mondo non può assistere passivamente a quello che il presidente Abbas ha giustamente definito come un genocidio in atto a Gaza».
Israele imputa a Hamas la responsabilità di aver rigettato la tregua negoziata dall’Egitto e accettata dal presidente Abbas.
«Quella proposta va ripresa e dettagliata ulteriormente. Ma ciò sarà possibile se tutti i soggetti in campo faranno la loro parte. È importante in questo senso l’iniziativa della Lega Araba e dei singoi Paesi membri che possono esercitare la loro influenza anche in campo palestinese. L’iniziativa egiziana è ancora in campo, intanto però a Gaza si continua a morire, e a morire sono in gran parte donne, bambini, civili... Le armi devono tacere per permettere alla diplomazia di agire, le armi devono tacere per permettere alle organizzazioni umanitarie di prestare soccorso alla popolazione di Gaza. Come si può parlare di dialogo, di pace, quando negli ospedali della Striscia mancano il plasma, gli aghi per suturare le ferite? Il cessate-il-fuoco va imposto immediatamente. Ne va della vita di altre centinaia di persone».
Insisto su un punto: Israele accusa il presidente Abbas di aver legittimato Hamas con la formazione di un governo di riconciliazione nazionale di cui il movimento islamista fa parte. Per Netanyahu, avete aperto ai terroristi.
«I governanti israeliani sono molto abili nel manipolare la realtà e far cadere sugli altri le responsabilità dei fallimenti del negoziato. Ma la verità è un’altra. Opposta. Il presidente Abbas si è detto disponibile, e non da oggi, a quei compromessi necessari per giungere ad un accordo di pace globale fondato sul principio, delineato anche nella Road Map del Quartetto per il Medio Oriente (Usa, Ue, Onu, Russia, ndr), di “due popoli, due Stati”. Se il negoziato non è andato avanti è perché con le sue forzature unilaterali, Israele ha praticato una politica dei fatti compiuti che ha depotenziato quel principio, rendendolo sempre meno praticabile. Tuttavia, restiamo convinti che non ci sia un’alternativa al dialogo. La guerra non è il destino inevitabile dei popoli che vivono in Palestina. C’è il piano di pace già approvato dalla Lega Araba, si parta da quello, che se accettato, determinerebbe una svolta storica nell’intero Medio Oriente, perché aprirebbe la strada ad una pace non fra Israeliani e Palestinesi, ma una pace fra Israele e i suoi vicini arabi».
Tornando alla guerra di Gaza. L’Anp parla di tregua, ma da più parti, e non solo in Israele, si mette in dubbio che il presidente Abbas possa imporla ad Hamas.
«Delegittimare la controparte è un esercizio che fa il gioco solo di chi vuol far saltare il tavolo negoziale. Il presidente Abbas è il garante degli accordi sottoscritti dall’Anp e dall’Olp. Il presidente Abbas è l’unico legittimato a negoziare. Ma negoziare non significa rinunciare a far valere le proprie ragioni. Quando chiediamo lo stop agli insediamenti nei Territori occupati, quando sosteniamo che un negoziato di pace deve avere come basi le risoluzioni Onu 242 e 338, quando sottolineamo la necessità di fare chiarezza sui confini dei due Stati, quando diciamo che una pace giusta e duratura deve comprendere anche Gerusalemme, quando sosteniamo tutto ciò non lo facciamo per accondiscendere ad Hamas ma perché siamo profondamente convinti che la pace è un incontro a metà strada o non è. Per questo affermiamo che la tregua deve essere il primo passo seguito subito dopo dalla riapertura del negoziato. Alternative non ne esistono. Per noi ma anche per Israele. Perché neanche il più militarista tra i falchi di Tel Aviv può pensare di poter cancellare un intero popolo e annientare con la forza i suoi diritti all’autodeterminazione».















il Venerdi di Repubblica 18.7.14
Dai tempi d’oro a questa crisi: che malinconia la mia Unità
intervista di Concetto Vecchio

qui

l’Unità 19.7.14
L’unica, la sola, la sempiterna vittima
di Moni Ovadia
 
I CITTADINI DELLO STATO D’ISRAELE IN QUESTI GIORNI SONO VITTIME DI UNA PIOGGIA DI MISSILI CHE PROVENGONO DALLA STRISCIA DI GAZA e vivono l’angoscia degli allarmi che li costringono a correre nei rifugi per evitare di essere colpiti. Fortunatamente, l’efficacia dei missili lanciati dall’ala militare di Hamas o di altri gruppi jihadisti o islamisti è molto limitata. Cionondimeno vivere sotto la minaccia di quelle armi ancorché poco efficienti non cancella la condizione di vittima e men che meno il sentimento di essere tale. I sostenitori delle ragioni di Israele sempre e comunque, senza se e senza ma, oggi come ieri, proclamano tuttavia che Israele sia vittima in ogni circostanza e qualsiasi cosa faccia, qualunque sia la politica praticata dal suo governo.
Non vedono altro, non vogliono che la loro fede sia neppure sottoposta al vaglio di disamine critiche. Per esempio, Gaza dopo l’evacuazione dei coloni ad opera di Ariel Sharon è stata ridotta a una gabbia sigillata, il suo territorio, le sue acque territoriali, i suoi confini, il suo spazio aereo sono sotto il controllo dell’esercito israeliano, le risorse idriche, l’energia elettrica è sotto il controllo delle autorità israeliane, i movimenti dei cittadini, persino la loro identità sono sottoposte al controllo di Israele, il flusso delle merci e di quali merci lo decidono sempre gli organi di controllo dello stato di Israele, la popolazione palestinese gazawi vive in una condizione infernale, sottoposta allo stillicidio di un assedio permanente, il numero delle sue vittime civili e innocenti dei ripetuti conflitti con l’assediante è pauroso... Chi è la vittima? Israele. Il popolo palestinese vive da quasi 50 anni sotto occupazione, le sue terre legittime secondo il diritto internazionale vengono espropriate, colonizzate, le sue topografie esistenziali vengono stravolte a favore dell’occupante, le sue case demolite o alienate, i diritti di proprietà negati per mezzo di leggi speciali, le colonie si espandono in continuazione, i suoi confini sono unilateralmente ridisegnati dall’occupante che non avendo una legge costituzionale non ha né dichiarato né definito i suoi confini. La popolazione palestinese subisce continue vessazioni come centinaia di migliaia di detenzioni amministrative senza processo ad opera dell’occupante che è potentissimo, la 4a potenza militare al mondo... Chi è la vittima? Gli israeliani.
Ora, sarebbe un errore considerare ironicamente questo sentire vittimistico di un vastissimo numero ebrei in Israele e nella diaspora. Esso è alimentato dal formidabile propellente della immane tragedia della shoah. Lo sterminio degli ebrei è mille volte rivissuto, rimetabolizzato senza fine, usato strumentalmente da politici cinici e accolto dalla vile comunità internazionale occidentale come lavacro di un ignobile complesso di colpa espiato con impudicizia colonialista sulle spalle dei palestinesi a cui viene negata dignità e identità. Per questa ragione i governanti dell’Occidente non chiamano quelli israeliani al rispetto della legalità internazionale. Ma, sia chiaro, se il drammatico e micidiale circuito della vittimizzazione psicopatologica e insieme strumentale non viene superato con un grande progetto politico culturale promosso dalle istituzioni internazionali, non ci sarà mai pace.