giovedì 9 giugno 2005

su VILLE & CASALI
la casa di Enrico Pieranunzi
e le immagini di Massimo Fagioli

una segnalazione di Andrea Ventura

Nell'allegato al numero in edicola di "Ville & Casali" di Giugno, dal titolo "Le case del jazz - i musicisti si raccontano attraverso le abitazioni"
c'è un ampio servizio con grandi foto a colori sulla casa di

Enrico Pieranunzi


uno stralcio dall'inizio dell'articolo:

L'IRONIA DEL POETA

La critica internazionale lo celebra come uno dei grandi maestri del jazz contemporaneo per il lirismo espresso dal suo tocco leggero sulla tastiera. Il pianista romano vive nella Capitale, in un luogo carico di luce e di simbolismo anche grazie ad un contributo speciale

Con il pubblico ama scherzare sulla presunta malinconia della musica che compone, sul pathos che il suo tocco leggero, raffinato ed intenso riesce, ogni volta, a trasmettere alla platea entusiasta ed emozionata. Ma quando si entra nell'abtazione romana di Enrico Pieranunzi, un musicista che, grazie al suo talento di pianista e di compositore, occupa ua posizione di rilievo nel panorama jazzistico mondiale, ci si accorge che si tratta di un piccolo trucco della sua grande ironia. L'ampio soggiorno, pieno di luce e di colore, sembra pensato per la musica, anzi, per il pianoforte, la cui caratteristica silhuette appare riproposta anche nel soffitto.
Un equilibrio perfetto regna poi tra gli oggetti e i suggestivi affreschi alle pareti, il cui autore è Massimo Fagioli, psichiatra di importanza storica ma anche artista architetto, regista. Dopo aver realizzato insieme al musicista la colonna sonora del suo film Il cielo della luna, gli ha "regalato" le originalissime immagini che sono ora dipinte sui muri. Sembrano gli accenni di una storia, come il cerchio giallo dipinto accanto al pianoforte, che fa pensare al sole, al particolare calore che vive nella musica di Pieranunzi, quel melos mediterraneo che il maestro sa fondere magistralmente con l'improvvisazione jazzistica e con la tradizione "colta".
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Ecco altri siti che hanno rilanciato l'intervista a Massimo Fagioli sui referendum:

l'irresistibile fascino di Marcello Pera
tutti hanno diritto di cambiare idea...

Corriere della Sera 9.6.05
LA RIVELAZIONE DI DEL PENNINO

ROMA - A Radio Radicale Antonio Del Pennino rivela che il presidente del Senato Marcello Pera si era battuto, nella passata legislatura, in favore della fecondazione assistita, tenne cioè una posizione diametralmente opposta a quella che sostiene oggi. Il senatore Del Pennino - appartiene al gruppo Misto-Pri - aggiunge che «nel marzo 2000 Pera presentò una serie di emendamenti che io ho ripresentato senza mutare una virgola durante il dibattito dello scorso anno». Del Pennino, assieme al diessino Lanfranco Turci anch’egli del comitato per il Sì, pubblica oggi sul Riformista un intervento nel quale indica i ritocchi «ispirati» da Pera. E non sono certo modifiche di poco conto dato che riguardano parti essenziali della legge: l’abolizione del divieto di crioconservazione degli embrioni; l’eliminazione dal testo della legge del richiamo ai diritti del concepito e della limitazione del ricorso alla fecondazione assistita alle sole coppie sterili; rendere possibile la procreazione eterologa nel caso uno dei due coniugi o conviventi sia sterile.
In pratica, ricorda Del Pennino, Pera difese i suoi emendamenti con parole dure accusando quella legge di essere ipocrita e illiberale. «Per questo - conclude - fatico oggi a comprendere le ragioni del suo comportamento».

Carlo Alberto Redi

La Stampa 9 Giugno 2005
«HO ADERITO ALL’APPELLO DI DULBECCO E MONTALCINI: L’UOMO NON DEVE CHIUDERSI DI FRONTE AL FUTURO»
intervista
«L’Italia è fuori dalla ricerca»
Il biologo Redi: rimediare agli errori della legge 40

Piero Bianucci

BIOLOGO dello sviluppo all’Università di Pavia, ricercatore da anni impegnato sul fronte delle cellule staminali, accademico dei Lincei, Carlo Alberto Redi è tra i cento scienziati europei che hanno firmato l’appello affinché, votando sì al referendum di domenica, gli italiani riaprano nel nostro Paese la possibilità di fare ricerca a scopo terapeutico sulle cellule stamninali embrionali, possibilità oggi bloccata dalla legge 40 sulla riproduzione assistita.
Professor Redi, perché ha aderito a questo appello lanciato dai due premi Nobel italiani per la medicina, Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco?
«Certo anche per rimediare agli errori della legge 40. Ma soprattutto per un motivo di carattere molto più generale. L’appello intende richiamare l’attenzione della società civile su un problema fondamentale: la libertà di far avanzare la conoscenza. Va benissimo sviluppare le ricerche sulle cellule staminali adulte. Non pongono problemi etici e sono quelle con applicazioni terapeutiche più vicine. Ma tutte le indicazioni che vengono dalla comunità scientifica internazionale ci dicono che per avanzare nel sapere occorre studiare a fondo le cellule staminali degli embrioni. Occorre capire come si differenzino nei vari tessuti e nei vari organi. Inoltre grazie a queste cellule possiamo studiare in provetta molte patologie umane».
Sul fronte dell’astensione e dei difensori della legge 40 c’è chi accusa gli scienziati di voler praticare l’eugenetica selezionando gli embrioni «migliori». C’è persino chi vi paragona al nazista Mengele, chi dice che clonerete uomini fotocopia, che produrrete dei mostri.
«Sono bugie volgari. Se qualcuno pensa che vogliamo far nascere bambini biondi con gli occhi azzurri, si sbaglia: non ne siamo capaci! Semplicemente noi diciamo che l’uomo non deve chiudersi di fronte al futuro. In Corea sono già state ottenute 11 linee di cellule staminali embrionali ben stabilizzate. Queste linee cellulari permettono fin da oggi di studiare in provetta malattie che interessano milioni pazienti. Su nove linee cellulari si studia come guarire il diabete. Un’altra linea riguarda malattie del sistema immunitario e un’altra ancora la cura dei danni spinali».
I ricercatori italiani potrebbero acquistare quelle linee cellulari dalla Corea per i loro studi?
«No, la legge lo vieta perché sono state ottenute dopo l’entrata in vigore della legge stessa».
Dulbecco propone come limite per la ricerca sugli embrioni il quindicesimo giorno del loro sviluppo. Come giudica questo confine?
«Molti scienziati ritengono valida questa demarcazione: a 15 giorni nell’embrione incomincia a delinearsi il sistema nervoso. Possiamo pensare che da quel momento in poi si svilupperà una persona. Prima invece l’83 per cento degli embrioni o non si impianta nell’utero o perisce per cause naturali, e comunque si tratta di cellule indifferenziate. E’ la prospettiva «gradualista»: la nascita della persona vista come un processo. Se però si cerca un dato accettabile universalmente, questo non è né la fecondazione né la comparsa del sistema nervoso. E’ invece il momento nel quale si ha la prima copia genomica, ciò che succede due giorni dopo la fecondazione. Prima il genoma è silente».
La legge 40 porta l’Italia fuori dal contesto internazionale della ricerca?
«Le maggiori associazioni scientifiche internazionali, cominciando da quelle americane, sono per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Il parlamento Usa ha votato a maggioranza (219 voti) contro la posizione di Bush, il cui veto può resistere solo fino alla maggioranza di 290 voti. La nostra Accademia dei Lincei ha espresso 58 sì, 8 no e 14 astenuti. Le strade sono solo due: o si producono staminali con nuovi embrioni (cosa che causerebbe lacerazioni) o si usano le cellule dei 31 mila embrioni congelati che abbiamo già in Italia e che sono destinati a una lenta distruzione».
Quali studi fa nel suo laboratorio?
«Noi lavoriamo sulle cellule staminali dei topi. E’ un progetto europeo che si chiama “citoplasto artificiale”. Il citoplasto è una sostanza contenuta nel citoplasma dell’uovo in grado di far partire la programmazione delle cellule e quindi di indurne la trasformazione nei diversi tessuti del nuovo individuo».

neurofisiologi americani
una "ipotesi" molto poco sentimentale...

Corriere della Sera, 1.6.05
I risultati di una ricerca Usa condotta con scanner cerebrali
Ecco perché si può impazzire per amore
Quando ci si innamora si «accendono» due zone cerebrali collegate all'energia e all'euforia. Che vanno in tilt se si è lasciati
Alessandra Muglia

NEW YORK - Dalla Didone di Virgilio che impazzisce per Enea all'Orlando che perde il senno per Angelica e diventa furioso da innamorato che era. Un salto nel tempo (e nello spazio, di celluloide) e si arriva a King Kong che si arrampica fino in cima all'Empire State Building per conquistare l'amata, o all'amante rifiutata di «Attrazione fatale» che non dà tregua al suo lui e alla fine tenta di ucciderlo. Letteratura e cinema non hanno lesinato esempi di come l'amore possa trasformarsi in qualcosa di simile alla follia. Una vicinanza, quella tra il sentimento e la malattia, evocata tra l'altro da espressioni d'uso comune: «sono pazzo di te», si dice. Forse non a caso. Ora, per la prima volta, gli studiosi hanno «fotografato» cosa succede nel cervello quando si scatena quella tempesta emotiva che un tempo portava a stare ore e ore sotto la finestra dell'amata, e oggi spinge in modo quasi compulsivo a fare telefonate e a mandare messaggini.
AMORE E FOLLIA - Lo studio, condotto da ricercatori d'Oltreoceano e pubblicato sul prestigioso Journal of Neurophysiology, ha scansito l'attività del cervello allo sbocciare di un nuovo amore, cercando di spiegare perché l'innamoramento produce emozioni così disparate e intense, dall'euforia alla rabbia all'ansia, simili a quelli di un folle. Emozioni che sembrano rafforzarsi quando l'amato si ritira.
SCANNER CEREBRALE - Helen Fisher, antropologa della Rutgers University del New Yersey, Lucy Brown, neurologa all'Albert Einstein Medical College di New York e Arthur Aron psicologo allo State University of New York hanno usato le immagini del cervello ottenute con la risonanza magnetica, le Mri (magnetic resonance imaging): «istantanee» che fotografano aumenti e diminuzioni nel flusso del sangue al cervello, variazioni che indicano cambiamenti nell'attività neuronale.
«TEMPESTA» IN DUE ZONE DEL CERVELLO - I ricercatori hanno sottoposto a risonanza magnetica 17 ragazzi, tutti agli albori di un nuovo amore, mentre mostravano loro le immagini della persona amata, alternandole a quelle di conoscenti o amici. Esaminando 2500 «fotografie» hanno scoperto che il sentimento suscitato dalla dolce metà è collegato all'attivazione del nucleo caudato destro, e dell'area ventrale tegmentale destra, accompagnata dalla produzione di alti livelli di dopamina, la sostanza chimica cerebrale che produce sensazioni di soddisfazione e piacere. Insomma quando arriva, l'amore «accende» non solo gli occhi e il cuore, ma anche due zone cerebrali collegate all'energia e all'euforia. Sono le zone legate al desiderio e alla passione, localizzate dalla parte opposta rispetto all'area del cervello connessa all'attrazione fisica.
L'EQUILIBRIO NEL TEMPO - Com'è noto, la «perturbazione» provocata da un nuovo amore si mitiga con il tempo, e lo scanner cerebrale offre evidenze anche di questo cambiamento. Lo si vede confrontando i risultati di questo studio con quello gemello, pubblicato nel 2000, in cui i ricercatori dell'university College di Londra avevano usato lo stesso metodo degli americani ma un campione differente: si trattava di giovani uomini e donne in coppia da due anni. Anche in questo caso davanti alle foto degli amati, si attivarono le stesse aree. Ma in misura minore. Come mai? Secondo gli studiosi, uno dei motivi per cui un nuovo amore è così sconvolgente è legato alla paura che non sia corrisposto o che il sogno possa svanire, timori che poi diminuiscono man mano che il rapporto si consolida.
SCARICATI INNAMORATI COME MATTI - Se invece la relazione si interrompe succede che chi viene lasciato recupera o a volte perfino supera i livelli registrati nell'innamoramento, manifestando comportamenti «da pazzi». Lo dimostra un successivo esperimento condottosempre dall'équipe americana su 17 giovani donne e uomini che erano stati recentemente scaricati dai loro partner. Anche qui, davanti alle immagini degli ex, veniva attivato la parte del cervello legata all'innamoramento. «Essere lasciati aumenta l'innamoramento: è quello che chiamo frustrazione-attrazione» spiega Fisher. Perdere l'amato all'improvviso quando si è ancora innamorati provoca un terremoto in quell'area del cervello conosciuta come «sistema di ricompensa». Ma no disperate: la «frenesia cerebrale» in quest'area con il tempo di solito rallenta, assicurano con una vena di ottimismo i ricercatori. E i circuiti del cervello coinvolti nell'innamoramento ritornano capaci di infiammarsi ancora.

ma come mai nessuno ci aveva ancora pensato?!
depressione: l'arguta "soluzione" cinese...

Reuters.it 7.6.05
Hong Kong, una gara di risate contro la depressione
Tue June 7, 2005 10:03 AM GMT

HONG KONG (Reuters) - Hong Kong, una città meglio nota come luogo di rigorosa ricerca del profitto, ospiterà una gara di risate in luglio, mentre esperti di salute denunciano l'aumento dei casi di depressione e invitano la gente a rilassarsi.
Organizzata dalla Fondazione per una Gioiosa Salute Mentale (Jmhf), la gara sarà il momento principale di un evento volto a educare il pubblico sulla depressione e su come il riso sia la migliore medicina, in programma per il 15-17 luglio.
"Molte persone a Hong Kong soffrono di depressione e poche cercano aiuto. È solo negli ultimi anni che le la gente ha iniziato a conoscere questo tipo di malattia", ha detto Perry Poon, uno degli organizzatori dell'evento.
Si stima che circa 70.000 dei sette milioni di abitanti di Hong Kong soffrano di depressione.
I concorrenti saranno giudicati sulla base della durata e della qualità delle loro risate. Sono ammesse squadre fino a sei persone.
"I giudici valuteranno anche la qualità delle risate, se saranno contagiose e genuine", ha detto Poon.

il Tribunale Russel sulla psichiatria

antipsichiatria.it
Verdetto del Tribunale Russell sulla Psichiatria
Berlino estate 2001


Una sessione del tribunale Russell si è tenuto a Berlino a fine giugno/inizio luglio 2001 per investigare sulla "VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
I documenti originali sono in http://www.freedom-of-thought.de/
IL TRIBUNALE RUSSELL apre una sessione a Berlino sulla VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN PSICHIATRIA e Documento d'Accusa alla Psichiatria del TRIBUNALE RUSSELL


All'ultimo momento la Free University di Berlino che avevo dato disponibilità dei locali, non li ha più concessi. Nemmeno rappresentanti ufficiali della psichiatria tedesca o mondiale si sono presentati, nonostante ripetuti inviti, a costituirsi difesa. Tuttavia questa prima sessione (seguiranno altre sessione gli anni prossimi in Israele e a New York) si è tenuta ugualmente. Il verdetto finale emesso quasi all'unanimità della giuria, è sottoriportato, (il verdetto della restante minoranza, riportato anch'esso, firmato dal famoso romanziere Paulo Coelho, è sostanzialmente uguale, non si capisce quale più cattivo rispetto la psichiatria!):

Verdetto del Tribunale Russell sulla Psichiatria
Quale risultato evidenziato da quanto ascoltato nella sua prima sessione di Berlino nel fine settimana 30 giugno/1 luglio 2001, il Tribunale è convinto che c'è molto esteso ma largamente non riconosciuto, un serio abuso sui diritti umani in nome della psichiatria.
In accordo con la Dichiarazione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, la maggioranza della giuria deplora profondamente l'incarcerazione di persone contro la loro volontà in nome della psichiatria. La perpetrazione di tali pratiche è una minaccia per la libertà individuale e collettiva ovunque.
Noi consideriamo il concetto di "malattia mentale" e il "modello medico" della psichiatria per spiegare il comportamento umano come fallaci e dannosi perché il loro determinismo (particolarmente il caso della bio-psichiatria) toglie alle persone il diritto di scelta e la responsabilità. Si giustifica mediante essi persino concetti come la categoria legale di "paziente mentale" che permette la totale deprivazione di diritti civili ed umani ma è attualmente anche usata per assolvere azioni criminali e anti sociali.
Deploriamo l'atto della Free University di Berlino, che sotto la pressione del suo Dipartimento di Psichiatria, si è rimangiata la promessa di ospitare questo Tribunale. Ciononostante siamo determinati a continuare le nostre investigazioni ed audizioni, ad usare i media e tutti i mezzi di comunicazione possibili per esplorare questi abusi e per allertare l'opinione pubblica sui pericoli per la umana libertà rappresentati dall'accettazione acritica delle affermazioni e delle pratiche della psichiatria. Noi riteniamo che si debba condurre una ulteriore investigazione per esplorare specifici abusi psichiatrici: i farmaci per forza, l'elettrochoc, la restrizione tra quattro mura, la ospedalizzazione involontaria.
Uno stretto controllo legale e di supervisione politica sugli ospedali mentali e sulle pratiche della psichiatria, è il prerequesito per una effettiva protezione dei diritti umani. Meccanismi legali debbono includere un rappresentante legale, accesso ai documenti importanti, responsabilità civile e penale, proibizione della discriminazione riguardo i "pazienti mentali". Ulteriori passi pubblici e politici debbono essere compiuti, comprendenti un esame critico pubblico del ruolo della psichiatria, delle sue basi scientifiche, la giustificabilità o meno delle sue attuali pratiche.
La psichiatria non solo rifiuta di rinunciare alla forza che ha ottenuto per motivi storici dallo stato, essa persino gioca il ruolo di ben retribuito e rispettato agente di controllo sociale e di forza di polizia internazionale di repressione contro i comportamenti politici e sociali dissidenti.
Noi troviamo che la psichiatria è colpevole di una combinazione di irresponsabilità e violenza, classica definizione dei sistemi totalitari. Chiediamo l'abolizione delle leggi di "salute mentale" come primo passo per rendere la psichiatria responsabile verso la società. A questo fine, si debbono fare compensazioni ai danni da essa arrecati. Fondi pubblici debbono essere resi disponibili per alternative significative ed umane alla psichiatria coercitiva.

Firmato (i membri della giuria):

Kate Millett
Ken Fleet
Esther Hertzog
Ron Leifer
Jacob Emanuel Mabe
Wolf-Dieter Narr
Richard E. Vatz

Due membri della giuria sono stati in disaccordo ed hanno presentato il sottostante giudizio di minoranza

Giudizio di minoranza
Quale risultato evidenziato da quanto ascoltato nella prima sessione di Berlino nel fine settimana 30 giugno/1 luglio 2001, noi membri di minoranza della giuria (due membri), siamo convinti che c'è molto esteso ma largamente non riconosciuto, un serio abuso sui diritti umani in nome della psichiatria.
Noi della minoranza deploriamo ugualmente nettamente la incarcerazione ingiustificata di persone contro la loro volontà, quale una grossa violazione dei diritti umani. Riteniamo che ulteriori investigazioni ed udizioni debbano essere tenute per esplorare gli abusi ed allertare l'opinione pubblica sui pericoli per la umana libertà costituiti da una accettazione acritica delle affermazioni e delle pratiche della psichiatria.
Uno stretto controllo legale e di supervisione politica sugli ospedali mentali e sulle pratiche della psichiatria, è il prerequesito per una effettiva protezione dei diritti umani. Meccanismi legali debbono includere un rappresentante legale, accesso ai documenti importanti, responsabilità civile e penale, proibizione della ingiusta discriminazione riguardo i "pazienti mentali".
Ulteriori passi pubblici e politici debbono essere compiuti, comprendenti un esame critico pubblico del ruolo della psichiatria, delle sue basi scientifiche, la giustificabilità o meno delle sue attuali pratiche.

Firmato : Paulo Coelho, Alon Harel

Fonte: http://www.nopazzia.it/sentenzarussell.html