una segnalazione di Tonino Scrimenti e di Fiorenza Gigliola
Repubblica Cronaca di Roma 25.5.05
Un quartiere, uno scrittore: Fulvio Abbate a Roma Ovest...
(...)
Se davvero volessimo essere rigorosi, dovremmo dire che Portuense inizia a Trastevere. Da Porta Portese, appunto. Appena dopo l'accesso al mercato che mostra le rivendite di accessori per auto e il canile municipale, dove il professore del film di De Sica ritrova il cane Flike. Poco più avanti, appare una piazza amorfa segnata ormai indelebilmente dalla scultura dello psicanalista Fagioli, apoteosi del concetto di stillicidio.
(...)
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»
L'ASSOCIAZIONE CULTURALE
mercoledì 25 maggio 2005
Il papa tedesco comincia a prendere le distanze dagli ebrei
presto si riparlerà di deicidio?
una segnalazione di Roberto Martina
AGI 25 maggio 2005 - 11:25
PAPA: GESÙ FU UCCISO IN UN CONTESTO DI ODIO E FALSITÀ
"Cristo è il primo martire, ha dato la sua vita in un contesto di odio e falsità e ha trasformato questa sua passione in una festa di ringraziamento. L'Eucaristia è infatti ringraziamento". Ad un giorno dalla festa del Corpus Domini, Benedetto XVI ha voluto ricordare la centralitè della figura di Gesù e dell'eucaristia nell'udienza generale di oggi, aggiungendo questo pensiero a braccio e lasciando per qualche istante il testo della catechesi che ha commentato il salmo 115, definito da Papa Ratzinger un "salmo eucaristico" e quindi "di speranza". Al termine dell'udienza, il nuovo Papa ha dato appuntamento ai fedeli "alle ore 19 di domani, solennita' del Corpus Domini, sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano, dove - ha detto - presiedero' la Messa, cui seguira' la tradizionale processione fino a Santa Maria Maggiore". (AGI)
AGI 25 maggio 2005 - 11:25
PAPA: GESÙ FU UCCISO IN UN CONTESTO DI ODIO E FALSITÀ
"Cristo è il primo martire, ha dato la sua vita in un contesto di odio e falsità e ha trasformato questa sua passione in una festa di ringraziamento. L'Eucaristia è infatti ringraziamento". Ad un giorno dalla festa del Corpus Domini, Benedetto XVI ha voluto ricordare la centralitè della figura di Gesù e dell'eucaristia nell'udienza generale di oggi, aggiungendo questo pensiero a braccio e lasciando per qualche istante il testo della catechesi che ha commentato il salmo 115, definito da Papa Ratzinger un "salmo eucaristico" e quindi "di speranza". Al termine dell'udienza, il nuovo Papa ha dato appuntamento ai fedeli "alle ore 19 di domani, solennita' del Corpus Domini, sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano, dove - ha detto - presiedero' la Messa, cui seguira' la tradizionale processione fino a Santa Maria Maggiore". (AGI)
procreazione assistita
una segnalazione di Edoardo Semmola
Procreazione assistita sotto "la Lente". La testata giornalistica di approfondimento politico e culturale www.lalente.net dedica ai temi dei referendum un ampio numero di riflessione e informazione, con l'aiuto di specialisti e docenti universitari oltre a Piero Fassino, Marco Pannella, Margherita Hack e l'accademico dei Lincei Floriano Papi.
Procreazione assistita sotto "la Lente". La testata giornalistica di approfondimento politico e culturale www.lalente.net dedica ai temi dei referendum un ampio numero di riflessione e informazione, con l'aiuto di specialisti e docenti universitari oltre a Piero Fassino, Marco Pannella, Margherita Hack e l'accademico dei Lincei Floriano Papi.
Marco Bellocchio di nuovo a Venezia?
AGI Roma, 24 maggio 2005 - 18:02
CINEMA, IL NUOVO FILM DI BELLOCCHIO FORSE A VENEZIA
Potrebbe partecipare alla 62esima Mostra del Cinema di Venezia "Il regista di matrimoni", l'ultima fatica cinematografica di Marco Bellocchio. Il film, interpretato da Sergio Castellitto, Bruno Cariello, Donatella Finocchiaro e Maurizio Donadoni, è infatti già in post-produzione e non si esclude la possibilità di un debutto sulla prestigiosa passerella del Lido. La pellicola, coprodotta da Rai Cinema, Dania Cinematografica, Filmalbatros, Immagine Cinema e dalla Francia da Filmtel, racconterà la storia di un regista in crisi che riscopre la passione per il proprio lavoro in Sicilia, realizzando filmini per i matrimoni. (AGI)
CINEMA, IL NUOVO FILM DI BELLOCCHIO FORSE A VENEZIA
Potrebbe partecipare alla 62esima Mostra del Cinema di Venezia "Il regista di matrimoni", l'ultima fatica cinematografica di Marco Bellocchio. Il film, interpretato da Sergio Castellitto, Bruno Cariello, Donatella Finocchiaro e Maurizio Donadoni, è infatti già in post-produzione e non si esclude la possibilità di un debutto sulla prestigiosa passerella del Lido. La pellicola, coprodotta da Rai Cinema, Dania Cinematografica, Filmalbatros, Immagine Cinema e dalla Francia da Filmtel, racconterà la storia di un regista in crisi che riscopre la passione per il proprio lavoro in Sicilia, realizzando filmini per i matrimoni. (AGI)
Severino e un intervistatore forse non proprio educatissimo
Il Gazzettino Mercoledì, 25 Maggio 2005
È il filosofo dell'"essere". Emanuele Severino...
Gianluca Versace
È il filosofo dell'"essere". Emanuele Severino, erroneamente fatto passare per luciferino portabandiera del nichilismo, ha ingaggiato con la Chiesa una fiera polemica sulla "natura dell'embrione". È già vita o è solo un "agglomerato di cellule"?
Lo chiedo al filosofo...
«L'embrione?».
Sì, l'embrione, professore Severino: cos'è?
«È assurdo».
L'embrione è assurdo?
«Non capisca fischi per fiaschi la prego. È assurdo ritenere già vita intelligente l'embrione».
E quando diventa "uomo"?
«Non certo dal concepimento».
Se mi risponde solo con dei no, chi legge non fa passi avanti nella comprensione.
«Senta, non ho verità di comodo in tasca. Tiro solo le conseguenze».
Di che cosa?
«Di ciò che sostiene la Chiesa. Dalle sue premesse di partenza nel discorso sull'embrione umano».
E allora che dice?
«E allora le dico che, sul piano della pura coerenza logica, aveva ragione San Tommaso...».
San Tommaso?
«E già, proprio lui. Tommaso. Ha visto cosa gli è capitato?«.
Un incidente?
«Non sia sciocco. Il suo pensiero non a caso è stato lasciare in un angolo, emarginato dalla Chiesa».
Lei l'ha toccata con mano questa emarginazione?
«Come Tommaso, appunto. Ciò non vuol dire che io la pensi come lui».
Ma la scienza non sta diventando una divinità di un neo paganesimo?
«Idiozie».
Che cosa sono idiozie?
«Pensare che ci possa essere qualcuno, filosofo o bioeticista, che possa dire alla scienza come debba procedere. Un chierico che le insegni il mestiere».
E allora a che serve la filosofia?
«Le spiego. Deve scavare sotto alla dimensione in cui si muove la scienza».
Per farla crollare?
«Ma nooo! Per comprendere i suoi fondamenti. Per capirla in profondità e non in superficie, dove ci si inganna sempre!».
La scienza non è in grado di riflettere su stessa, su dove stia andando a parare?
«No, non lo è. Ma perché la scienza non ha né voglia e né tempo per pensare la propria essenza. Sa che cosa sostengo io da anni, inascoltato?».
Sono preparato: lei è il filosofo della critica aspra alla scienza!
«Non ha capito niente. Come al solito, con voi giornalisti. Non capisco come possiate prendere delle cantonate così...».
Chiedo venia. Ha la bontà di chiarire?
«Io sostengo che la civiltà occidentale è destinata a essere dominata dalla tecnica guidata dalla scienza. Il mondo moderno non ha scampo».
Ma professor Severino, tutti dicono che lei ha impedito alla cultura della scienza di crescere in Italia!
«Tutti chi?».
Tutti. Che ne so, suoi colleghi, gli scienziati stessi...
Stupidaggini senza senso. Pettegolezzi da perdigiorno».
La verità?
«Senta. Non fossi diventato filosofo, lei starebbe parlando con un ingegnere. Ho una figlia che fa la matematica. Un nipote che diventerà ingegnere elettronico. E poi di quale filosofia mi parla lei?».
I suoi colleghi...
«Scriva pure che negli ultimi duecento anni i filosofi hanno detto alla scienza: fai quello che ti pare».
Come quello che ti pare?
«È così. Il pensiero filosofico si è arreso al destino. E ha detto alla scienza che non ha limiti né confini, che non c'è un ordinamento divino, eterno e immutabile. Niente. Campo libero».
E allora?
«Come allora? Ma non vede? Davanti a questa scienza già onnipotente c'è una landa senza ostacoli. E la filosofia ha detto alla scienza: ogni inciampo al tuo cammino sarà frutto della fallibile legge del diritto positivo, perché invece la legge naturale sta dalla tua parte!».
E allora ci vuole una guida etica? Il Papa?
«Ma che dice? Secondo lei il Pontefice può invertire un declino secolare? Può cambiare il corso del crepuscolo, dell'epifania della religione, della metafisica, dell'umanesimo, della democrazia e del capitalismo occidentali?».
Sono un illuso?
«Disinformato».
E questa riscossa del Cristianesimo?
«Non so di cosa parli. Forse lei intende questi bagliori del sole tipici del tramonto. Illudono che sia meglio di un'alba. Ma non è l'aurora, prelude al buio. Mai come un attimo prima che il sole sprofondi la luce è tanto forte».
Dobbiamo avere paura?
«Sì. Viviamo un tempo drammatico e lacerante. Il Dio che tramonta è la nostra fede umana in Lui. Finisce Dio vissuto come limite supremo e invalicabile di ogni azione dell'uomo sulla terra».
Che cosa dobbiamo fare?
«La strada che stiamo percorrendo è la coscienza dell'eternità di tutte le cose e di noi stessi. Provare disperazione è naturale...».
Naturale?
«Sì. Perché noi stiamo attraversando un campo fatto anche di gioia, non un campo di concentramento circondato da filo spinato. Dante Alighieri parla di un "Paese sincero"...».
E lei sinceramente cosa farà il 12 e 13 giugno?
«Andrò a votare. E voterò 4 sì».
Anche sulla eterologa?
«Se è una scelta consapevole e matura, che male c'è? L'esperienza sui figli adulterini o di una madre risposata ci rassicura».
I nostri dubbi allora sono infondati?
«Mi pare di sì. Io dico che non siamo di fronte a uno scontro tra bene e male, perché una legge è sempre frutto di compromessi pratici e politici».
È il filosofo dell'"essere". Emanuele Severino...
Gianluca Versace
È il filosofo dell'"essere". Emanuele Severino, erroneamente fatto passare per luciferino portabandiera del nichilismo, ha ingaggiato con la Chiesa una fiera polemica sulla "natura dell'embrione". È già vita o è solo un "agglomerato di cellule"?
Lo chiedo al filosofo...
«L'embrione?».
Sì, l'embrione, professore Severino: cos'è?
«È assurdo».
L'embrione è assurdo?
«Non capisca fischi per fiaschi la prego. È assurdo ritenere già vita intelligente l'embrione».
E quando diventa "uomo"?
«Non certo dal concepimento».
Se mi risponde solo con dei no, chi legge non fa passi avanti nella comprensione.
«Senta, non ho verità di comodo in tasca. Tiro solo le conseguenze».
Di che cosa?
«Di ciò che sostiene la Chiesa. Dalle sue premesse di partenza nel discorso sull'embrione umano».
E allora che dice?
«E allora le dico che, sul piano della pura coerenza logica, aveva ragione San Tommaso...».
San Tommaso?
«E già, proprio lui. Tommaso. Ha visto cosa gli è capitato?«.
Un incidente?
«Non sia sciocco. Il suo pensiero non a caso è stato lasciare in un angolo, emarginato dalla Chiesa».
Lei l'ha toccata con mano questa emarginazione?
«Come Tommaso, appunto. Ciò non vuol dire che io la pensi come lui».
Ma la scienza non sta diventando una divinità di un neo paganesimo?
«Idiozie».
Che cosa sono idiozie?
«Pensare che ci possa essere qualcuno, filosofo o bioeticista, che possa dire alla scienza come debba procedere. Un chierico che le insegni il mestiere».
E allora a che serve la filosofia?
«Le spiego. Deve scavare sotto alla dimensione in cui si muove la scienza».
Per farla crollare?
«Ma nooo! Per comprendere i suoi fondamenti. Per capirla in profondità e non in superficie, dove ci si inganna sempre!».
La scienza non è in grado di riflettere su stessa, su dove stia andando a parare?
«No, non lo è. Ma perché la scienza non ha né voglia e né tempo per pensare la propria essenza. Sa che cosa sostengo io da anni, inascoltato?».
Sono preparato: lei è il filosofo della critica aspra alla scienza!
«Non ha capito niente. Come al solito, con voi giornalisti. Non capisco come possiate prendere delle cantonate così...».
Chiedo venia. Ha la bontà di chiarire?
«Io sostengo che la civiltà occidentale è destinata a essere dominata dalla tecnica guidata dalla scienza. Il mondo moderno non ha scampo».
Ma professor Severino, tutti dicono che lei ha impedito alla cultura della scienza di crescere in Italia!
«Tutti chi?».
Tutti. Che ne so, suoi colleghi, gli scienziati stessi...
Stupidaggini senza senso. Pettegolezzi da perdigiorno».
La verità?
«Senta. Non fossi diventato filosofo, lei starebbe parlando con un ingegnere. Ho una figlia che fa la matematica. Un nipote che diventerà ingegnere elettronico. E poi di quale filosofia mi parla lei?».
I suoi colleghi...
«Scriva pure che negli ultimi duecento anni i filosofi hanno detto alla scienza: fai quello che ti pare».
Come quello che ti pare?
«È così. Il pensiero filosofico si è arreso al destino. E ha detto alla scienza che non ha limiti né confini, che non c'è un ordinamento divino, eterno e immutabile. Niente. Campo libero».
E allora?
«Come allora? Ma non vede? Davanti a questa scienza già onnipotente c'è una landa senza ostacoli. E la filosofia ha detto alla scienza: ogni inciampo al tuo cammino sarà frutto della fallibile legge del diritto positivo, perché invece la legge naturale sta dalla tua parte!».
E allora ci vuole una guida etica? Il Papa?
«Ma che dice? Secondo lei il Pontefice può invertire un declino secolare? Può cambiare il corso del crepuscolo, dell'epifania della religione, della metafisica, dell'umanesimo, della democrazia e del capitalismo occidentali?».
Sono un illuso?
«Disinformato».
E questa riscossa del Cristianesimo?
«Non so di cosa parli. Forse lei intende questi bagliori del sole tipici del tramonto. Illudono che sia meglio di un'alba. Ma non è l'aurora, prelude al buio. Mai come un attimo prima che il sole sprofondi la luce è tanto forte».
Dobbiamo avere paura?
«Sì. Viviamo un tempo drammatico e lacerante. Il Dio che tramonta è la nostra fede umana in Lui. Finisce Dio vissuto come limite supremo e invalicabile di ogni azione dell'uomo sulla terra».
Che cosa dobbiamo fare?
«La strada che stiamo percorrendo è la coscienza dell'eternità di tutte le cose e di noi stessi. Provare disperazione è naturale...».
Naturale?
«Sì. Perché noi stiamo attraversando un campo fatto anche di gioia, non un campo di concentramento circondato da filo spinato. Dante Alighieri parla di un "Paese sincero"...».
E lei sinceramente cosa farà il 12 e 13 giugno?
«Andrò a votare. E voterò 4 sì».
Anche sulla eterologa?
«Se è una scelta consapevole e matura, che male c'è? L'esperienza sui figli adulterini o di una madre risposata ci rassicura».
I nostri dubbi allora sono infondati?
«Mi pare di sì. Io dico che non siamo di fronte a uno scontro tra bene e male, perché una legge è sempre frutto di compromessi pratici e politici».
il nervo ottico e la retina
LE SCIENZE 24.05.2005
Come si forma il nervo ottico
In assenza di segnali, i neuroni primitivi sono programmati per costruire solo la retina
Quando le cellule nervose primitive dell'embrione del topo cominciano a formare un occhio, sono inizialmente programmate per costruire solo una retina. Ma la capacità di vedere dipende dalla connessione della retina al cervello attraverso il nervo ottico. A meno che queste cellule embrionali non ricevano il segnale giusto al momento giusto, esse formeranno un gigantesco occhio consistente solamente di una retina e privo di nervo ottico.
La scoperta che la retina rappresenta il "setting di default" per lo sviluppo nell'occhio dell'embrione è stata fornita da una ricerca del neurobiologo Greg Lemke e colleghi al Salk Institute for Biological Studies di La Jolla, in California, pubblicata sulla rivista "Genes & Development". Gli scienziati hanno utilizzato topi in laboratorio come modello della biologia umana.
"I nostri risultati - spiega Lemke - suggeriscono che la retina rappresenti effettivamente il percorso di default per lo sviluppo degli occhi nei mammiferi". Gli autori hanno dimostrato che due segnali chimici (proteine segnalatrici) devono essere presenti al momento giusto e all'istante giusto per arrestare questo processo di default e consentire al nervo ottico di svilupparsi.
La scoperta ha importanti conseguenze, in quanto il controllo del destino delle cellule staminali trapiantate nel cervello è fondamentale se si intende usare queste cellule in maniera sicura ed efficace nelle terapie su esseri umani. "È probabile - commenta Lemke - che ci siano anche altre aree del cervello il cui sviluppo si basa sull'arresto di una tendenza delle staminali a trasformarsi nello stesso tipo di cellula di quelle vicine".
Come si forma il nervo ottico
In assenza di segnali, i neuroni primitivi sono programmati per costruire solo la retina
Quando le cellule nervose primitive dell'embrione del topo cominciano a formare un occhio, sono inizialmente programmate per costruire solo una retina. Ma la capacità di vedere dipende dalla connessione della retina al cervello attraverso il nervo ottico. A meno che queste cellule embrionali non ricevano il segnale giusto al momento giusto, esse formeranno un gigantesco occhio consistente solamente di una retina e privo di nervo ottico.
La scoperta che la retina rappresenta il "setting di default" per lo sviluppo nell'occhio dell'embrione è stata fornita da una ricerca del neurobiologo Greg Lemke e colleghi al Salk Institute for Biological Studies di La Jolla, in California, pubblicata sulla rivista "Genes & Development". Gli scienziati hanno utilizzato topi in laboratorio come modello della biologia umana.
"I nostri risultati - spiega Lemke - suggeriscono che la retina rappresenti effettivamente il percorso di default per lo sviluppo degli occhi nei mammiferi". Gli autori hanno dimostrato che due segnali chimici (proteine segnalatrici) devono essere presenti al momento giusto e all'istante giusto per arrestare questo processo di default e consentire al nervo ottico di svilupparsi.
La scoperta ha importanti conseguenze, in quanto il controllo del destino delle cellule staminali trapiantate nel cervello è fondamentale se si intende usare queste cellule in maniera sicura ed efficace nelle terapie su esseri umani. "È probabile - commenta Lemke - che ci siano anche altre aree del cervello il cui sviluppo si basa sull'arresto di una tendenza delle staminali a trasformarsi nello stesso tipo di cellula di quelle vicine".
© 1999 - 2005 Le Scienze S.p.A.
pedofilia e astuzia dei preti
Corsera 25.5.05
Inchiesta della Procura di Siracusa su segnalazione di Telefono Arcobaleno.
Una pagina web estrema, con 35 mila contatti al giorno
Pedofilia online, preti e un sindaco sotto accusa In tutta Italia 186 indagati.
Il sito era protetto, per entrare si dovevano inserire immagini inedite di violenza
Felice Cavallaro
SIRACUSA - A scaricare migliaia di foto e filmati con bimbi di quattro anni offesi nella loro innocenza, bimbe seviziate e creature torturate erano anche tre sacerdoti di Palermo, Bolzano e Verbania, un infermiere veneto, un assistente sociale, un vigile urbano, un sindaco e una marea di insospettabili, tutti con occhi sgranati sulle frontiere più degradate di Internet.
E’ il dato allarmante dell’inchiesta denominata di «Video Privé», culminata ieri in una raffica di perquisizioni disposte in 16 regioni per 186 indagati coinvolti nella nuova pagina sugli orrori della pedofilia e della pedopornografia.
Epicentro delle indagini, ancora una volta, Siracusa, la città dove gli esperti di Telefono Arcobaleno sono riusciti a intercettare undici mesi fa sulla Rete un sito estremo, un sito italiano aperto per appena 9 giorni, ma con una media di 20.000 contatti al giorno e con picchi fino a 35.000. Identità e indirizzi sono quindi stati trasferiti al Nucleo investigativo telematico coordinato dal procuratore aggiunto di Siracusa, Giuseppe Toscano, e dai sostituti Antonio Nicastro e Manuela Cavallo.
Accedere al sito era veramente difficile. Bisognava conoscere l’indirizzo elettronico passando da altri labirinti orientali del web. Per aprire e scaricare i video erano necessarie password di 15 caratteri con alternanza fra numeri e lettere minuscole e maiuscole. Come dire che bisognava stare nel giro. Pagando per l’ingresso un prezzo altrettanto orrendo: l’inserimento di immagini inedite.
Come viene contestato anche ai tre preti che si difendono in modo diverso. Il parroco scoperto a Palermo ha chiesto il patteggiamento, con la speranza di evitare un vero processo e conservare l’anonimato con tanto di fedina pulita. Stesso obiettivo del sacerdote beccato in provincia di Bolzano, un intellettuale, in passato docente universitario. Invoca l’errore giudiziario invece il prelato di Verbania che, nominato un avvocato, si è affrettato ad accusare un altro prete spesso vicino al suo computer.
Mille storie si intrecciano. Anche quella di un triestino più insospettabile degli altri perché apparterrebbe a un movimento di estrema destra. E in Puglia il titolare di un’avviata palestra con i cassetti pieni di foto a bambini indifesi e videocassette registrate di nascosto mentre le sue clienti facevano la doccia. Clienti che potranno diventare parte civile, se si faranno veri processi. A differenza di bimbi che, forse, nessuno riuscirà nemmeno a identificare.
Corsera 25.5
Il sacerdote: patteggio, così nessuno sa La «non menzione» consente a molti di tenere nascosta la condanna
Felice Cavallaro
SIRACUSA - «E ora c’è il rischio di ritrovarli presto in canonica o nei campetti di calcio», borbotta turbato il giovane presidente di Telefono Arcobaleno, Giovanni Arena, «Nanni» per marescialli e magistrati che lo considerano ormai un segugio del web, lanciato fra le pieghe telematiche di siti popolati da «orchi» a volte in tonaca o in tuta.
Perché campeggia anche l’ombra equivoca di preti e allenatori fra i 186 «boylovers» individuati dai collaboratori di Arena, indagati dalla procura di Siracusa e pronti, come sempre più spesso capita, a patteggiare in fretta col Gip per ridurre al minimo la pena, pagare una multa, ottenere la non iscrizione sulla fedina penale e tornare al lavoro come se nulla fosse accaduto. Come se il loro «vizietto» non potesse sconvolgere la vita di tanti bambini a rischio all’oratorio o in palestra.
E’ stato per primo un sacerdote scovato a scaricare orrende foto di sevizie e abusi nella sua parrocchia di Palermo ad anticipare la linea difensiva, a invocare il patteggiamento ancor prima di un incontro con il Gip, il giudice delle indagini preliminari. Un primato nella città che aveva già superato un non invidiato record con il prelato spedito in esilio, a Messina, proprio con l’accusa di pedofilia.
La richiesta del patteggiamento sembra essere diventata regola fissa ogni volta che da Siracusa, dalla procura più attiva in questo campo, scatta un’inchiesta. L’allarme lo lancia Arena, un trentenne cresciuto qui con il popolare don Fortunato di Noto di «Meter onlus» e, da qualche anno, spalla fondamentale per chi indaga da questo pezzo di Magna Grecia: «C’è un vuoto legislativo. Nessuna legge vieta ai pedofili di tornare a svolgere normali attività professionali a contatto con i bambini. Compresi i preti che così, senza arrivare al processo, possono tenere celato il loro segreto...».
Di qui l’appello di Arena ai potenti del mondo politico, a cominciare da Stefania Prestigiacomo, il ministro delle Pari opportunità con radici e affetti proprio a Siracusa: «Possibile che con questo sistema si lascino pulite le fedine penali?». Lo chiede ricordando che un disegno di legge voluto anche dal ministro ha superato la soglia della commissione giustizia: «Ma occorre migliorarlo con adeguamenti immediati».
La prima correzione invocata da Telefono Arcobaleno riguarda la soppressione dell’obbligo imposto dal codice sulla privacy agli operatori delle telecomunicazioni, i providers, di cancellare i dati telematici.
Al contrario di quanto accade per i tabulati telefonici, del traffico Internet non resterebbe infatti traccia.
«Necessario rinunciare a pezzi di privacy», assicurano Arena e i suoi collaboratori invocando un inasprimento delle pene. Siamo al secondo nodo da sciogliere con urgenza in Parlamento per loro che si sono invano costituiti parte civile a Verona contro un pedofilo intercettato via Internet: «Aveva scaricato 84.600 file di siti pedofili, ma ha patteggiato una multa da 3 mila euro e ha ottenuto la "non menzione" sul certificato penale. E questo perché il codice penale indica una pena "fino a 3 anni o la multa". Bisogna cambiare quella "o" in una "e". Sono necessarie la pena "e" la multa. Per prendere coscienza della "pericolosità sociale" di questi soggetti».
Nessuna caccia alle streghe. Ma nessuna comprensione per i «pedofili online» che don Fortunato di Noto, tuttavia, invita a distinguere dagli ancor più insidiosi protagonisti di quella che chiama l’«infantofilia», la nuova frontiera di «quanti si macchiano di abusi sessuali su bimbi piccolissimi, perfino su neonati».
E viene fuori un recente studio: «Su duemila soggetti indagati in due anni solo il 7 per cento, 140, hanno abusato dei piccoli». Non superata dagli altri la soglia dell’orrore più grande, dice don Fortunato, pregando per i suoi fratelli con la coscienza sporca: «Guardano foto, divulgano materiale e qualche volta chiamano il nostro centro d’ascolto. Voci disperate: "Come sono finito nel tunnel?". E dobbiamo dare una mano. Punire, ascoltare, aiutare».
Condivide Arena, certo però che le misure introdotte nel codice penale nel ’98 non bastino più: «Norme pensate quando Internet era niente. Sette anni per il web sono un’era». E lo dice chiedendo aiuto per stanare meglio i pedofili, da punire e aiutare.
Inchiesta della Procura di Siracusa su segnalazione di Telefono Arcobaleno.
Una pagina web estrema, con 35 mila contatti al giorno
Pedofilia online, preti e un sindaco sotto accusa In tutta Italia 186 indagati.
Il sito era protetto, per entrare si dovevano inserire immagini inedite di violenza
Felice Cavallaro
SIRACUSA - A scaricare migliaia di foto e filmati con bimbi di quattro anni offesi nella loro innocenza, bimbe seviziate e creature torturate erano anche tre sacerdoti di Palermo, Bolzano e Verbania, un infermiere veneto, un assistente sociale, un vigile urbano, un sindaco e una marea di insospettabili, tutti con occhi sgranati sulle frontiere più degradate di Internet.
E’ il dato allarmante dell’inchiesta denominata di «Video Privé», culminata ieri in una raffica di perquisizioni disposte in 16 regioni per 186 indagati coinvolti nella nuova pagina sugli orrori della pedofilia e della pedopornografia.
Epicentro delle indagini, ancora una volta, Siracusa, la città dove gli esperti di Telefono Arcobaleno sono riusciti a intercettare undici mesi fa sulla Rete un sito estremo, un sito italiano aperto per appena 9 giorni, ma con una media di 20.000 contatti al giorno e con picchi fino a 35.000. Identità e indirizzi sono quindi stati trasferiti al Nucleo investigativo telematico coordinato dal procuratore aggiunto di Siracusa, Giuseppe Toscano, e dai sostituti Antonio Nicastro e Manuela Cavallo.
Accedere al sito era veramente difficile. Bisognava conoscere l’indirizzo elettronico passando da altri labirinti orientali del web. Per aprire e scaricare i video erano necessarie password di 15 caratteri con alternanza fra numeri e lettere minuscole e maiuscole. Come dire che bisognava stare nel giro. Pagando per l’ingresso un prezzo altrettanto orrendo: l’inserimento di immagini inedite.
Come viene contestato anche ai tre preti che si difendono in modo diverso. Il parroco scoperto a Palermo ha chiesto il patteggiamento, con la speranza di evitare un vero processo e conservare l’anonimato con tanto di fedina pulita. Stesso obiettivo del sacerdote beccato in provincia di Bolzano, un intellettuale, in passato docente universitario. Invoca l’errore giudiziario invece il prelato di Verbania che, nominato un avvocato, si è affrettato ad accusare un altro prete spesso vicino al suo computer.
Mille storie si intrecciano. Anche quella di un triestino più insospettabile degli altri perché apparterrebbe a un movimento di estrema destra. E in Puglia il titolare di un’avviata palestra con i cassetti pieni di foto a bambini indifesi e videocassette registrate di nascosto mentre le sue clienti facevano la doccia. Clienti che potranno diventare parte civile, se si faranno veri processi. A differenza di bimbi che, forse, nessuno riuscirà nemmeno a identificare.
Corsera 25.5
Il sacerdote: patteggio, così nessuno sa La «non menzione» consente a molti di tenere nascosta la condanna
Felice Cavallaro
SIRACUSA - «E ora c’è il rischio di ritrovarli presto in canonica o nei campetti di calcio», borbotta turbato il giovane presidente di Telefono Arcobaleno, Giovanni Arena, «Nanni» per marescialli e magistrati che lo considerano ormai un segugio del web, lanciato fra le pieghe telematiche di siti popolati da «orchi» a volte in tonaca o in tuta.
Perché campeggia anche l’ombra equivoca di preti e allenatori fra i 186 «boylovers» individuati dai collaboratori di Arena, indagati dalla procura di Siracusa e pronti, come sempre più spesso capita, a patteggiare in fretta col Gip per ridurre al minimo la pena, pagare una multa, ottenere la non iscrizione sulla fedina penale e tornare al lavoro come se nulla fosse accaduto. Come se il loro «vizietto» non potesse sconvolgere la vita di tanti bambini a rischio all’oratorio o in palestra.
E’ stato per primo un sacerdote scovato a scaricare orrende foto di sevizie e abusi nella sua parrocchia di Palermo ad anticipare la linea difensiva, a invocare il patteggiamento ancor prima di un incontro con il Gip, il giudice delle indagini preliminari. Un primato nella città che aveva già superato un non invidiato record con il prelato spedito in esilio, a Messina, proprio con l’accusa di pedofilia.
La richiesta del patteggiamento sembra essere diventata regola fissa ogni volta che da Siracusa, dalla procura più attiva in questo campo, scatta un’inchiesta. L’allarme lo lancia Arena, un trentenne cresciuto qui con il popolare don Fortunato di Noto di «Meter onlus» e, da qualche anno, spalla fondamentale per chi indaga da questo pezzo di Magna Grecia: «C’è un vuoto legislativo. Nessuna legge vieta ai pedofili di tornare a svolgere normali attività professionali a contatto con i bambini. Compresi i preti che così, senza arrivare al processo, possono tenere celato il loro segreto...».
Di qui l’appello di Arena ai potenti del mondo politico, a cominciare da Stefania Prestigiacomo, il ministro delle Pari opportunità con radici e affetti proprio a Siracusa: «Possibile che con questo sistema si lascino pulite le fedine penali?». Lo chiede ricordando che un disegno di legge voluto anche dal ministro ha superato la soglia della commissione giustizia: «Ma occorre migliorarlo con adeguamenti immediati».
La prima correzione invocata da Telefono Arcobaleno riguarda la soppressione dell’obbligo imposto dal codice sulla privacy agli operatori delle telecomunicazioni, i providers, di cancellare i dati telematici.
Al contrario di quanto accade per i tabulati telefonici, del traffico Internet non resterebbe infatti traccia.
«Necessario rinunciare a pezzi di privacy», assicurano Arena e i suoi collaboratori invocando un inasprimento delle pene. Siamo al secondo nodo da sciogliere con urgenza in Parlamento per loro che si sono invano costituiti parte civile a Verona contro un pedofilo intercettato via Internet: «Aveva scaricato 84.600 file di siti pedofili, ma ha patteggiato una multa da 3 mila euro e ha ottenuto la "non menzione" sul certificato penale. E questo perché il codice penale indica una pena "fino a 3 anni o la multa". Bisogna cambiare quella "o" in una "e". Sono necessarie la pena "e" la multa. Per prendere coscienza della "pericolosità sociale" di questi soggetti».
Nessuna caccia alle streghe. Ma nessuna comprensione per i «pedofili online» che don Fortunato di Noto, tuttavia, invita a distinguere dagli ancor più insidiosi protagonisti di quella che chiama l’«infantofilia», la nuova frontiera di «quanti si macchiano di abusi sessuali su bimbi piccolissimi, perfino su neonati».
E viene fuori un recente studio: «Su duemila soggetti indagati in due anni solo il 7 per cento, 140, hanno abusato dei piccoli». Non superata dagli altri la soglia dell’orrore più grande, dice don Fortunato, pregando per i suoi fratelli con la coscienza sporca: «Guardano foto, divulgano materiale e qualche volta chiamano il nostro centro d’ascolto. Voci disperate: "Come sono finito nel tunnel?". E dobbiamo dare una mano. Punire, ascoltare, aiutare».
Condivide Arena, certo però che le misure introdotte nel codice penale nel ’98 non bastino più: «Norme pensate quando Internet era niente. Sette anni per il web sono un’era». E lo dice chiedendo aiuto per stanare meglio i pedofili, da punire e aiutare.
Bertinotti e Cofferati
Corsera 25.5.05
BOTTA E RISPOSTA
Bertinotti al sindaco: non sei un re
«Il sindaco non è un monarca», quindi, sostiene Fausto Bertinotti, «Cofferati ha il dovere di rispettare le regole democratiche». Così il leader di Rifondazione conferma il no del suo partito all’ordine del giorno del sindaco di Bologna contro le occupazioni e alla minaccia di Cofferati di lasciare in giunta solo chi voterà sì risponde: «Quando c’è un dissenso si vota contro, ciò non pregiudica però la presenza in giunta». Cofferati gli ribatte: «La monarchia non c’entra. Se davvero anche Bertinotti pensa che sia decisivo il rispetto delle regole democratiche, deve convincersi serenamente che i programmi si costruiscono insieme e una volta condivisi si attuano lealmente».
BOTTA E RISPOSTA
Bertinotti al sindaco: non sei un re
«Il sindaco non è un monarca», quindi, sostiene Fausto Bertinotti, «Cofferati ha il dovere di rispettare le regole democratiche». Così il leader di Rifondazione conferma il no del suo partito all’ordine del giorno del sindaco di Bologna contro le occupazioni e alla minaccia di Cofferati di lasciare in giunta solo chi voterà sì risponde: «Quando c’è un dissenso si vota contro, ciò non pregiudica però la presenza in giunta». Cofferati gli ribatte: «La monarchia non c’entra. Se davvero anche Bertinotti pensa che sia decisivo il rispetto delle regole democratiche, deve convincersi serenamente che i programmi si costruiscono insieme e una volta condivisi si attuano lealmente».
la destra all'attacco anche della 194
Gazzetta del Sud 25.5.05
Gasparri rilancia mettendo nel mirino la legge sull'aborto
Antonella Coppari
ROMA – «Nessuna legge è intoccabile, neppure la 194. Se i referendum sulla procreazione non passeranno, chi ha delle perplessità sulla legge sull'aborto avrà argomenti in più di dibattito». Le parole di Maurizio Gasparri piombano come un macigno nel Palazzo e aprono un caso politico che rischia di rendere ancora più feroce la discussione sulla procreazione. Insorge il comitato per il sì che grida al complotto: questa consultazione è un grimaldello che serve per scardinare altre porte. «Chi ama la vita – riassume la diessina Barbara Pollastrini – difende questa valida normativa, che non solo va sostenuta fino in fondo ma va valorizzata di più». Ma il cerchio non è chiuso: le polemiche non sono sopite anche se pochi nel Palazzo ritengono che il tentativo di rimettere le mani sulla legge sull'interruzione volontaria della gravidanza potrebbe avere un reale successo. Intanto è polemica sulla mancata informazione per il referendum, e proprio per questo, cresce il numero di professori che fanno lo sciopero della fame: ai dieci ricercatori che hanno iniziato lunedì, se ne sono aggiunti ieri un'altra dozzina, fra cui il ginecologo Carlo Flamigni, uno dei pioneri della fecondazione artificiale. A mettere altra benzina sul fuoco, provvede il ministro Buttiglione che attacca gli accademici che si sono schierati per il sì alla consultazione: «Si può essere buoni scienziati e contemporaneamente criminali», avverte. Parole che fanno cadere sulla sua testa una valanga di critiche: «Si può essere buoni politici e approvare leggi crudeli come quella sulla procreazione assistita», dichiara Giovanna Melandri (Ds). Ma le parole più dure le usa il compagno di battaglia Ferrara.
Gasparri rilancia mettendo nel mirino la legge sull'aborto
Antonella Coppari
ROMA – «Nessuna legge è intoccabile, neppure la 194. Se i referendum sulla procreazione non passeranno, chi ha delle perplessità sulla legge sull'aborto avrà argomenti in più di dibattito». Le parole di Maurizio Gasparri piombano come un macigno nel Palazzo e aprono un caso politico che rischia di rendere ancora più feroce la discussione sulla procreazione. Insorge il comitato per il sì che grida al complotto: questa consultazione è un grimaldello che serve per scardinare altre porte. «Chi ama la vita – riassume la diessina Barbara Pollastrini – difende questa valida normativa, che non solo va sostenuta fino in fondo ma va valorizzata di più». Ma il cerchio non è chiuso: le polemiche non sono sopite anche se pochi nel Palazzo ritengono che il tentativo di rimettere le mani sulla legge sull'interruzione volontaria della gravidanza potrebbe avere un reale successo. Intanto è polemica sulla mancata informazione per il referendum, e proprio per questo, cresce il numero di professori che fanno lo sciopero della fame: ai dieci ricercatori che hanno iniziato lunedì, se ne sono aggiunti ieri un'altra dozzina, fra cui il ginecologo Carlo Flamigni, uno dei pioneri della fecondazione artificiale. A mettere altra benzina sul fuoco, provvede il ministro Buttiglione che attacca gli accademici che si sono schierati per il sì alla consultazione: «Si può essere buoni scienziati e contemporaneamente criminali», avverte. Parole che fanno cadere sulla sua testa una valanga di critiche: «Si può essere buoni politici e approvare leggi crudeli come quella sulla procreazione assistita», dichiara Giovanna Melandri (Ds). Ma le parole più dure le usa il compagno di battaglia Ferrara.
Cogne come Castelnuovo di Lecco?
LA PROVINCIA 25.5.05
la testimonianza
Nell'intervista andata in onda ieri sera Anna Maria Franzoni parla delle analogie con il caso di Casatenovo
La madre di Samuele: «Spero non si ripeta quello che hanno fatto a noi»
PADOVA Il caso della Brianza come il caso Cogne: sono stati in molti a trovare troppi similitudini tra i due casi. E ora a dire qualcosa in merito è la stessa Anna Maria Franzoni, la mamma che è stata condannata a 30 anni (l'appello è previsto per il prossimo novembre) per avere ucciso il figlio di tre anni, Samuele. «Spero che a Casatenovo non venga fatto ciò che hanno fatto a noi, perché io sono stata segnata. Durante il primo anno non riuscivo a uscire di casa, siamo stati assediati io e la mia famiglia per più di un anno intero». Un solo accenno, ma significativo, quello della Franzoni, che ha parlato soprattutto di come si senta "perseguitata". «Questi sono tre anni che distruggono me e mio marito, non solo perchè è pesante l'accusa ma perchè c'è la morte di un bambino che è Samuele». Così Anna Maria Franzoni ha esordito nell'intervista che ha rilasciato ai microfoni dell'emittente padovana «Canale Italia» nella sua casa bolognese e che è stata trasmessa ieri sera nel corso del programma «Live», condotto da Gianluca Versace. In studio era presente anche l'avvocato Carlo Taormina, difensore della Franzoni. «Cerchiamo di staccare da questa situazione -ha continuato la donna - perchè comunque ci sono due bambini che hanno bisogno della nostra serenità. Davide sta crescendo e sta capendo ed ha bisogno di trovare una serenità. Cerchiamo di trovare una serenità, anche se forzata, il nostro pensiero è sempre quello. Avevano un rapporto meraviglioso tra fratelli, litigavano, c'erano le solite cose, però c'era anche una grande difesa tra di loro, si cercavano continuamente». Accanto ad Annamaria Franzoni, il marito Stefano. «Affronto il processo d'appello - dice la donna nell'intervista - con serenità, vado in giro a testa alta. Sono sicura di non aver fatto niente, mi dispiace solamente che non sia venuta fuori prima la verità». Sulle dinamiche dei soccorsi Annamaria Franzoni, riferendosi ai sanitari del Suem 118 di Aosta che hanno ricevuto la telefonata, rilancia le sue accuse: «Ci sono stati degli errori del 118 nel non venire subito, hanno considerato la mia telefonata come un'esagerazione, la telefonata di una madre che vuole esagerare in questi casi, hanno preso un pò sotto gamba questa mia telefonata. Hanno ritardato loro i soccorsi, queste non sono cose che dico io ma le dimostrano gli atti». Nell'intervista Anna Maria Franzoni sostiene inoltre di non aver «mai avuto nulla, nè depressione nè altro, sono sempre stata bene». «Quello che si vuole sostenere, che io fossi una depressa, non è vero assolutamente. A me piaceva stare a Cogne, a me piaceva la mia vita».
la testimonianza
Nell'intervista andata in onda ieri sera Anna Maria Franzoni parla delle analogie con il caso di Casatenovo
La madre di Samuele: «Spero non si ripeta quello che hanno fatto a noi»
PADOVA Il caso della Brianza come il caso Cogne: sono stati in molti a trovare troppi similitudini tra i due casi. E ora a dire qualcosa in merito è la stessa Anna Maria Franzoni, la mamma che è stata condannata a 30 anni (l'appello è previsto per il prossimo novembre) per avere ucciso il figlio di tre anni, Samuele. «Spero che a Casatenovo non venga fatto ciò che hanno fatto a noi, perché io sono stata segnata. Durante il primo anno non riuscivo a uscire di casa, siamo stati assediati io e la mia famiglia per più di un anno intero». Un solo accenno, ma significativo, quello della Franzoni, che ha parlato soprattutto di come si senta "perseguitata". «Questi sono tre anni che distruggono me e mio marito, non solo perchè è pesante l'accusa ma perchè c'è la morte di un bambino che è Samuele». Così Anna Maria Franzoni ha esordito nell'intervista che ha rilasciato ai microfoni dell'emittente padovana «Canale Italia» nella sua casa bolognese e che è stata trasmessa ieri sera nel corso del programma «Live», condotto da Gianluca Versace. In studio era presente anche l'avvocato Carlo Taormina, difensore della Franzoni. «Cerchiamo di staccare da questa situazione -ha continuato la donna - perchè comunque ci sono due bambini che hanno bisogno della nostra serenità. Davide sta crescendo e sta capendo ed ha bisogno di trovare una serenità. Cerchiamo di trovare una serenità, anche se forzata, il nostro pensiero è sempre quello. Avevano un rapporto meraviglioso tra fratelli, litigavano, c'erano le solite cose, però c'era anche una grande difesa tra di loro, si cercavano continuamente». Accanto ad Annamaria Franzoni, il marito Stefano. «Affronto il processo d'appello - dice la donna nell'intervista - con serenità, vado in giro a testa alta. Sono sicura di non aver fatto niente, mi dispiace solamente che non sia venuta fuori prima la verità». Sulle dinamiche dei soccorsi Annamaria Franzoni, riferendosi ai sanitari del Suem 118 di Aosta che hanno ricevuto la telefonata, rilancia le sue accuse: «Ci sono stati degli errori del 118 nel non venire subito, hanno considerato la mia telefonata come un'esagerazione, la telefonata di una madre che vuole esagerare in questi casi, hanno preso un pò sotto gamba questa mia telefonata. Hanno ritardato loro i soccorsi, queste non sono cose che dico io ma le dimostrano gli atti». Nell'intervista Anna Maria Franzoni sostiene inoltre di non aver «mai avuto nulla, nè depressione nè altro, sono sempre stata bene». «Quello che si vuole sostenere, che io fossi una depressa, non è vero assolutamente. A me piaceva stare a Cogne, a me piaceva la mia vita».
la Camera americana approva una legge sulla ricerca sulle staminali
Corsera 25.5.05
Usa, sì alla legge sugli embrioni
Dalla Camera una sfida a Bush
Meno limiti alla ricerca sulle cellule staminali
Il Presidente pronto a mettere il veto: è un errore
Ennio Caretto
WASHINGTON - Nonostante la minaccia di George W. Bush di opporvi il primo veto della sua presidenza, la Camera ha ieri approvato con 238 voti a 194 la legge che estende i pubblici finanziamenti alle ricerche a fini terapeutici sulle cellule staminali di nuovi embrioni. In base a un decreto di Bush del 2001, i finanziamenti erano limitati alle ricerche sulle cellule staminali di circa 78 embrioni custoditi quell’anno nelle cliniche della fertilità. La legge verrà ora messa ai voti anche al Senato, che dovrebbe approvarla sia pure di più stretta misura. Ma se Bush, che ha subito una sconfitta politica - molti repubblicani gli si sono schierati contro - vi opporrà il veto, non entrerà mai in vigore: per superare il veto, il Congresso avrebbe bisogno della maggioranza di due terzi, meta difficilmente raggiungibile. A parere di numerosi scienziati americani, la riforma è necessaria perché gli embrioni del 2001 sono in gran parte inservibili.
Ma a nome dei «neocon» e degli evangelici, il capogruppo repubblicano Tom De Lay, un ferreo alleato di Bush, ha ammonito che la legge Castle-Degette, cosiddetta dai deputati repubblicano e democratico che la hanno proposta, «distruggerebbe esseri viventi, come accade nell’aborto». Bush, prima del voto, era apparso alla Casa Bianca tra 21 bambini nati da embrioni «adottati» da aspiranti genitori nelle cliniche della fertilità, cioè da embrioni destinati a coppie che avevano avuto già figli da essi e non volevano più servirsene. «In America ci sono 81 di questi bambini - ha dichiarato -. Sono la testimonianza che la vita è un dono senza prezzo e che ha un valore ineguagliabile». Bush ha aggiunto che «non esistono embrioni di cui si possa disporre a proprio piacimento» e che «il denaro pubblico non può essere usato contro esseri umani». Il presidente ha auspicato «la rapida scoperta di cure per le più tremende malattie». Prendendo in braccio un neonato per la tv, ha concluso che il passaggio della legge Castle-Degette «incentiverebbe l’ulteriore eliminazione della vita e violerebbe confini invalicabili».
Resta da vedere se il presidente opporrà veramente il veto. Stando alla Casa Bianca, che ha deprecato il voto della Camera, lo farà. In tale caso, l’esito più probabile sarebbe l’ingresso in vigore di una legge alternativa preparata da un altro deputato repubblicano, Christopher Smith. La legge è stata approvata ieri sera dalla Camera con 430 voti a uno: crea una rete di banche del sangue per le ricerche sulle cellule staminali soltanto dei cordoni ombelicali, generosamente finanziate dello Stato. Secondo Tom De Lay, esse equivalgono alle cellule staminali degli embrioni: «Curano oltre 60 malattie» ha dichiarato. Ma la maggioranza degli scienziati lo mette in dubbio: a loro giudizio, le cellule staminali degli embrioni possono produrre tutti i 200 tipi di cellule del corpo dal fegato al pancreas, mentre quelle dei cordoni ombelicali sembrano produrre solo cellule sanguigne.
Da un sondaggio del quotidiano Usa Today e della tv Cnn , la maggioranza degli americani, il 53 contro il 43 per cento, chiede meno restrizioni alla amministrazione. Tra di essi, vi sono l'ex first lady Nancy Reagan, la vedova del presidente Ronald Reagan, che morì di Alzheimer, e l'attore Michael Fox, affetto dal morbo di Parkinson, che hanno testimoniato alla Camera.
Usa, sì alla legge sugli embrioni
Dalla Camera una sfida a Bush
Meno limiti alla ricerca sulle cellule staminali
Il Presidente pronto a mettere il veto: è un errore
Ennio Caretto
WASHINGTON - Nonostante la minaccia di George W. Bush di opporvi il primo veto della sua presidenza, la Camera ha ieri approvato con 238 voti a 194 la legge che estende i pubblici finanziamenti alle ricerche a fini terapeutici sulle cellule staminali di nuovi embrioni. In base a un decreto di Bush del 2001, i finanziamenti erano limitati alle ricerche sulle cellule staminali di circa 78 embrioni custoditi quell’anno nelle cliniche della fertilità. La legge verrà ora messa ai voti anche al Senato, che dovrebbe approvarla sia pure di più stretta misura. Ma se Bush, che ha subito una sconfitta politica - molti repubblicani gli si sono schierati contro - vi opporrà il veto, non entrerà mai in vigore: per superare il veto, il Congresso avrebbe bisogno della maggioranza di due terzi, meta difficilmente raggiungibile. A parere di numerosi scienziati americani, la riforma è necessaria perché gli embrioni del 2001 sono in gran parte inservibili.
Ma a nome dei «neocon» e degli evangelici, il capogruppo repubblicano Tom De Lay, un ferreo alleato di Bush, ha ammonito che la legge Castle-Degette, cosiddetta dai deputati repubblicano e democratico che la hanno proposta, «distruggerebbe esseri viventi, come accade nell’aborto». Bush, prima del voto, era apparso alla Casa Bianca tra 21 bambini nati da embrioni «adottati» da aspiranti genitori nelle cliniche della fertilità, cioè da embrioni destinati a coppie che avevano avuto già figli da essi e non volevano più servirsene. «In America ci sono 81 di questi bambini - ha dichiarato -. Sono la testimonianza che la vita è un dono senza prezzo e che ha un valore ineguagliabile». Bush ha aggiunto che «non esistono embrioni di cui si possa disporre a proprio piacimento» e che «il denaro pubblico non può essere usato contro esseri umani». Il presidente ha auspicato «la rapida scoperta di cure per le più tremende malattie». Prendendo in braccio un neonato per la tv, ha concluso che il passaggio della legge Castle-Degette «incentiverebbe l’ulteriore eliminazione della vita e violerebbe confini invalicabili».
Resta da vedere se il presidente opporrà veramente il veto. Stando alla Casa Bianca, che ha deprecato il voto della Camera, lo farà. In tale caso, l’esito più probabile sarebbe l’ingresso in vigore di una legge alternativa preparata da un altro deputato repubblicano, Christopher Smith. La legge è stata approvata ieri sera dalla Camera con 430 voti a uno: crea una rete di banche del sangue per le ricerche sulle cellule staminali soltanto dei cordoni ombelicali, generosamente finanziate dello Stato. Secondo Tom De Lay, esse equivalgono alle cellule staminali degli embrioni: «Curano oltre 60 malattie» ha dichiarato. Ma la maggioranza degli scienziati lo mette in dubbio: a loro giudizio, le cellule staminali degli embrioni possono produrre tutti i 200 tipi di cellule del corpo dal fegato al pancreas, mentre quelle dei cordoni ombelicali sembrano produrre solo cellule sanguigne.
Da un sondaggio del quotidiano Usa Today e della tv Cnn , la maggioranza degli americani, il 53 contro il 43 per cento, chiede meno restrizioni alla amministrazione. Tra di essi, vi sono l'ex first lady Nancy Reagan, la vedova del presidente Ronald Reagan, che morì di Alzheimer, e l'attore Michael Fox, affetto dal morbo di Parkinson, che hanno testimoniato alla Camera.
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