martedì 16 luglio 2013


Difendere la Costituzione
il Fatto 16.7.13
L’appello di 50 costituzionalisti: “Difendiamo il Parlamento”

Pubblichiamo l’appello di alcuni tra i massimi costituzionalisti italiani contro lo stop ai lavori del Parlamento votato da Pdl e Pd riguardo la fissazione della sentenza della Cassazione sul caso Mediaset per il 30 luglio
I sottoscritti professori di diritto costituzionale, di diritto pubblico e discipline affini si oppongono fermamente a tentativi anche di una sola parte del Parlamento di condizionare in forme irrituali il regolare svolgimento dei processi civili o penali, quali che siano i soggetti coinvolti, minando così, insieme con la divisione dei poteri, l’indipendenza della magistratura voluta e garantita dalla nostra Costituzione. È semplicemente mostruoso accostare l’abbandono dei lavori parlamentari da parte delle opposizioni aventiniane nel giugno del 1924, dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, alla sospensione dei lavori parlamentari ventilata nei giorni scorsi. Quand’anche la tempestiva fissazione della pubblica udienza di un processo penale di un leader politico per reati comuni, prossimo alla sua estinzione per decorsa prescrizione, non fosse stata giustificata, come invece lo è in quanto l’omessa tempestiva fissazione avrebbe coinvolto la responsabilità disciplinare dei singoli magistrati, il Parlamento, come e più del popolo sovrano, deve sempre esercitare le sue funzioni soltanto “nelle forme e nei limiti della Costituzione” come prescrive il primo articolo della nostra Legge fondamentale.
Alessandro Pace, Gustavo Zagrebelsky, Gianni Ferrara, Valerio Onida, Alessandro Pizzorusso, Lorenza Carlassare, Giuseppe Ugo Rescigno, Umberto Allegretti, Gaetano Azzariti, Antonio Ruggeri, Paolo Ridola e altri
Repubblica 16.7.13
Il documento
Le associazioni a difesa della Carta e lo stop voluto dal Pdl “Fermare il Parlamento un atto ai limiti dell’eversione”

ROMA — «Mai nella storia del nostro Paese si era accettato di sospendere i lavori delle assemblee rappresentative su richiesta di un gruppo politico per contrapporsi ad una legittima decisone dell’autorità giudiziaria». Umberto Allegretti e Luigi Ferrajoli (Comitati Dosset-ti), Gaetano Azzariti e Stefano Rodotà (Convenzione per la Democrazia Costituzionale» e Gustavo Zagrebelski e Sandra Bonsanti, (Libertà e Giustizia), hanno sottoscritto un documento contro il voto con cui si è deciso di sospendere i lavori del Parlamento. «I fatti avvenuti in Parlamento mercoledì non possono essere giustificati in alcun modo e si pongono ai limiti dell’eversione costituzionale», si legge nel testo. E la sola giornata di pausa invece dei tre giorni inizialmente pretesi dal Pdl, si spiega ancora, «non può essere considerata una vittoria per nessuno, bensì la sconfitta di tutti coloro che ritengono che la democrazia non possa mai essere sospesa. Neppure per un solo giorno».













Repubblica 16.7.13
Il Consiglio italiano per i rifugiati aveva inviato una lettera con tutti i rischi legati al rimpatrio della Shalabayeva
Il pressing delle Ong sulla Farnesina “Lanciammo l’allarme, non ci hanno risposto”
di Vincenzo Nigro

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l’Unità 16.7.13
Perché la Farnesina non ha convocato l’ambasciatore kazako?
di U. D. G.

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Repubblica 16.7.13
I numeri di Pannella
di Sebastiano Messina

Quando qualcuno raccoglie le firme per un referendum, è giusto che i cittadini lo sappiano. Fa benissimo dunque Marco Pannella a chiedere che la tv informi gli italiani sui dodici quesiti proposti dai radicali. Ma Pannella, anziché chiederlo perché è semplicemente giusto, lo chiede perché gli spetta: e squaderna i suoi dati, secondo i quali nei tredici mesi che finivano con le elezioni «la prima radicale è Rita Bernardini, settantesima, mentre Emma Bonino è centonovantaduesima». Per sua fortuna nessuno si ricordava che il rapporto precedente attribuiva ai radicali lo 0,9 per cento dello spazio televisivo, che sarà poco ma è sempre più del quadruplo della percentuale ottenuta da Pannella alle elezioni (0,19). In democrazia, meglio evitare di usare l’affettatrice del droghiere per reclamare i propri diritti: si rischia di ferirsi le mani.








Corriere 15.7.13
Giustizia, contromossa del Pdl Firme per i quesiti radicali
Nitto Palma: su tre fronti siamo d’accordo con Pannella
Fabrizio Cicchitto: «i referendum radicali sono un’occasione da non perdere»
di T. Lab.

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il Fatto 16.7.13
Angelino non si tocca e il Pd s’adegua per forza
Reazioni caute tra i democrat e silenzio totale di Napolitano
di Fabrizio d’Esposito

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il Fatto 16.7.13
L’ex ministro Claudio Scajola
A sua insaputa? No, Alfano non poteva non sapere
di Carlo Tecce

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La Stampa 16.7.13
Quella poltrona che scotta
di Marcello Sorgi

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Repubblica 16.7.13
Le teste degli altri

Non potendo difendere il ministro Alfano né nel merito né nel metodo seguito nel caso Ablyazov, il Pdl ieri è sceso in campo massicciamente, dai generali agli opliti, per attaccare "Repubblica". Il risultato è desolante culturalmente, perché tutti ripetono come all'asilo le stesse frasi predisposte appositamente dalla "Struttura Delta" che interviene nei momenti di massimo pericolo. Ma è anche illuminante politicamente: perché nessun dato di fatto rivelato dall'inchiesta di "Repubblica" sullo scandalo kazako è stato smentito, o anche solo confutato. Tutto è vero, come sapevamo e come il Pdl ammette, e dunque tutto porta alla responsabilità politica e personale di un ministro dell'Interno, per di più vicepresidente del Consiglio, che ha trascinato il Paese in un'operazione vergognosa e umiliante, a favore di un satrapo ex sovietico che gode di complicità inconfessabili e spregiudicate anche nel nostro Paese. La sola linea di difesa del Pdl è l'accusa di "manovra politica" al nostro giornale. Quale manovra? Abbiamo citato fatti, una concatenazione di fatti. Che conducono direttamente al Viminale, dove il Capo di gabinetto di Alfano riceve l'ambasciatore kazako con le sue richieste e innesca l'operazione di polizia che consegnerà Alma Shalabayeva e la figlia a Nazarbaev. Ora, i casi sono due: se il ministro sapeva, deve dimettersi perché responsabile di tutto. Se non sapeva, deve dimettersi perché irresponsabile del tutto. Non c'è una terza via davanti all'indecenza di quel che è successo. Persino nel Paese dove saltano sempre le teste degli altri.

Repubblica 16.7.13
Perché il ministro non poteva non sapere
L’ultimo fortino del ministro pronto a insistere sul “non sapevo” e a sacrificare i vertici del Viminale
In bilico Procaccini e Marangoni. Oggi la relazione di Pansa
di Carlo Bonini

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il Fatto 16.7.13
Berlusconi e il dittatore
Smentito l’incontro tra B. e il presidente kazako

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il Fatto 16.7.13
Kazaki & cazzari
di Marco Travaglio

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il Fatto 16.7.13
Memoriale. Parla Alma Shalabayeva
Laura, l’agente pro Nazarbayev
“La poliziotta mi chiedeva: perché odia Nazarbayev?”
“Mi urlava, poi mi sorrideva. Si chiama Laura, mi ha mostrato la foto del figlio di 9 anni. Poi ha preso la mia bambina. Ho chiesto asilo politico, mi ha risposto: è tutto già deciso”

di Alma Shalabayeva
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il Fatto 16.7.13
Tutti i dubbi sul “no” all’asilo: Ai Pm il memoriale di Alma
Scandalo kazako, oggi la relazione con cui il capo della Polizia scagionerà il ministro dell’Interno
Ma il giorno del blitz la Questura sapeva che la donna era la moglie di Ablyazov
di Marco Lillo e Davide Vecchi

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il Fatto 16.7.13
Giuseppe Procaccini. Il prefetto che si gioca tutto
di Valeria Pacelli

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La Stampa 16.7.13
Procaccini, l’uomo ombra che voleva diventare Capo della Polizia
Funzionario da 400 mila euro annui, zelante e preciso Maroni, Cancellieri e Alfano l’hanno tenuto tutti
di Fra. Gri.

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l’Unità 16.7.13
Alfano, il Pdl minaccia. È tensione sull’indagine
di Ninni Andriolo

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l’Unità 16.7.13
Lo strano caso della società petrolifera kazaka
Un’inchiesta di Report e vari cablo di Wikileaks mettono in luce l’intreccio di rapporti fra la Repubblica ex sovietica e l’Italia
di Umberto De Giovannangeli

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l’Unità 16.7.13
Compiacenze e omissioni
di Laura Boldrini

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l’Unità 16.7.13
Chi ha sbagliato deve pagare
di Vittorio Emiliani

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l’Unità 16.7.13
Il caso di Alma non è un caso isolato
risponde Luigi Cancrini

psichiatra e psicoterapeuta
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...e il caso Calderoli (usato dal governo e dalla stampa per distrarre il più possibile dal caso kazako)
Repubblica 14.7.13
Lo straccio sporco dei barbari razzisti
di Curzio Maltese

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il Fatto 16.7.13
Contestata la Camusso: “La Cgil non ci difende”

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il cupio dissolvi del Pd
l’Unità 16.7.13
La posta in gioco nel Pd: partito personale e presidenzialismo
di Mario Tronti

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il Fatto 16.7.13
La sindrome oscura del Partito democratico
di Mario Frattarelli

Ogni giorno assistiamo a dichiarazioni o, peggio, ad azioni sempre più sconcertanti di esponenti del PD. Sembra come se avessero perso il controllo. Sui perché, si scatenano la ridda di commenti e le ipotesi interpretative più fantasiose, ma anche le analisi dei più illustri politologi, hanno qualcosa che non quadra e non convincono del tutto. Il dato certo, è che questo partito ha tradito di colpo, la sua storia recente e gli impegni per cui era stato votato alle ultime elezioni. Leader che senza vergogna, da un giorno all'altro hanno rinnegano se stessi. Se questo è evidente, molto più indecifrabili risultano le motivazioni. Venduti per soldi? Mancanza di scrupoli e relativismo etico? Non stupirebbe. Il fatto lampante è che il Pd, abdicando al suo ruolo, ha perso ogni credibilità e le conseguenze che subirà non saranno di breve durata. La fiducia in questa gente è svanita. Eppure, i vari capi corrente, che si scontrano per contendersi il controllo, o forse le spoglie del Pd, non sembrano preoccuparsi più di tanto. E questo è ancora più inspiegabile.




Repubblica 16.7.13
Dire qualcosa di sinistra
Progressisti, smettete di rimpiangere il passato
Un tempo i riformisti erano identificati con il desiderio di cambiare lo stato delle cose Poi questa strada si è smarrita
di Michele Serra

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La Stampa 16.7.13
Salesiano, è vicino alla famiglia Berlusconi
Molestie sessuali, condannato don Corsani

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il Fatto 16.7.13
Rabbia e scontri di piazza in memoria di Trayvon
L’America indignata per l’assoluzione del vigilante omicida
Zimmerman riavrà la pistola con la quale sparò al ragazzo
di Angela Vitaliano

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l’Unità 16.7.13
America, monta la rivolta
Obama invita alla calma
A migliaia in piazza dopo l’assoluzione del vigilante che uccise il ragazzo nero Trayvon Martin
Il Dipartimento di giustizia: «Indagheremo ancora»
Oltre 20 arresti tra Los Angeles e New York
Lo spettro dei motivi razziali, ma l’Fbi smentisce
di Francesco Sangermano

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il Fatto 16.7.13
Razzismi d’America
La brutta storia del giovane Martin
di Furio Colombo

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Repubblica 16.7.13
Aleppo, al fronte con il velo fino ai piedi ecco le donne che combattono contro Assad
Una brigata di 150 miliziane si è unita ai ribelli. E ora è in prima linea
di Laura J. Vero

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Repubblica 16.7.13
Cina, la madre coraggio salvata dal web
Vuole puniti gli stupratori della figlia, la internano. Ma la Rete si mobilita e la fa vincere
di Giampaolo Visetti

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Repubblica 16.7.13
Dal 2014 Macao farà studiare i propri allievi nel Guangdong: unico collegamento una galleria di 5 chilometri L’università sarà in territorio cinese, ma vi saranno garantite libertà di espressione e di navigazione sul web
Cina, un tunnel sotto il mare per l’isola-campus senza censure
di Giampaolo Visetti

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Corriere 16.7.13
Né inferno né paradiso l'«altrove» cinese visto senza pregiudizi
di Fabio Cavalera

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Corriere 16.7.13
Le frasi fatte e i luoghi comuni quelle affinità elettive tra parole
Nel Dizionario di Lo Cascio i legami tra seimila vocaboli
di Cesare Segre

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Corriere 16.7.13
Fouquet, il Re Sole sono io
Ascesa e caduta del ministro delle finanze, abile quindi odiato
di Carlo Baroni

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Corriere 16.7.13
I crociati del nord apprezzati dal Reich
di Armando Torno

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l’Huffington Post 16.7.13
Qualcosa di sinistra? Gramsci e Lombardi
di Carlo Patrignani

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Agenzia Radicale 16.5.13
Lo Strega dei padri
di Giovanna Bruco
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