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IL GRUPPO STORIA DELL'ASSOCIAZIONE AMORE E PSICHE:
"LA SINISTRA DI BRUNO TRENTIN"
Corradino Mineo: «il renzismo-stalinismo è un ossimoro, una barzelletta fuori tempo. Un agitarsi scomposto per nascondere le difficoltà».
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LUNEDI 2 GIUGNO ELISABETTA AMALFITANO
AUTRICE DI "LE GAMBE DELLA SINISTRA" È STATA OSPITE IN STUDIO DEL TG3 LINEA NOTTE, SU RAI 3 LA REGISTRAZIONE DELLA TRASMISSIONE È DISPONIBILE QUI DI SEGUITO: LA REGISTRAZIONE RESTA ANCHE DISPONIBILE NELL'ARCHIVIO DEL TG3 LINEA NOTTE, QUI clicca sul titolo a sinistra «TG3 Linea notte del 03/06/2014» "LE GAMBE DELLA SINISTRA" È STATO PRESENTATO ALL'UNIVERSITÀ DI FIRENZE CON ELISABETTA AMALFITANO SONO INTERVENUTI GIANLUCA BONAIUTI, CLAUDIO DE BONI, ANDREA LIPPI E SHEILA MORONI HA MODERATO ILARIA BONACCORSI LA REGISTRAZIONE È DISPONIBILE QUI m LA REGISTRAZIONE DELLA PRESENTAZIONE DI "LE GAMBE DELLA SINISTRA" CHE HA AVUTO LUOGO SABATO 10 MAGGIO AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO È DISPONIBILE QUI m PRODUZIONI ASSOCIAZIONE CULTURALE AMORE E PSICHE REALIZZAZIONE DI MAWIVIDEO
MARTEDI 10 GIUGNO
FEDERICO MASINI
È STATO OSPITE IN DIRETTA
m MERCOLEDI 4 GIUGNO FEDERICO MASINI È STATO INTERVISTATO IN DIRETTA
NELL'ANNIVERSARIO DI TIENANMEN
SU RAINEWS 24 LA REGISTRAZIONE DELL'INTERVISTA È DISPONIBILE QUI: FEDERICO MASINI A RAINEWS24 4.6.14 di segnalazioni m SABATO 31 MAGGIO PER LA RUBRICA "LIBRI IN FREQUENZA" DI RAI GR PARLAMENTO È STATA TRASMESSA UNA INTERVISTA A FEDERICO MASINI: "PAGINE CINESI"
LA REGISTRAZIONE COMPLETA DELLA TRASMISSIONE È DISPONIBILE QUI DI SEGUITO:
La registrazione resta disponibile anche sul sito dell'emittente Rai qui
VENERDI 6 GIUGNO
"CHIESA E PEDOFILIA. IL CASO ITALIANO" DI FEDERICO TULLI
È STATO PRESENTATO ALLA LIBRERIA IBS DI FIRENZE
CON FEDERICO TULLI SONO INTERVENUTI ELISABETTA AMALFITANO, FRANCESCO DALL'OLIO E MARIA GABRIELLA GATTI HA MODERATO GABRIELE AMETRANO LA REGISTRAZIONE DELL'EVENTO È DISPONIBILE QUI
VENERDI 30 MAGGIO,
ALLA FELTRINELLI APPIA DI ROMA SI È TENUTA LA PRESENTAZIONE DI "CHIESA E PEDOFILIA. IL CASO ITALIANO" DI FEDERICO TULLI CON FEDERICO TULLI SONO INTERVENUTI DOMENICO FARGNOLI, FULVIO IANNACO E ANDREA MASINI HA MODERATO ADRIANA PANNITTERI LA REGISTRAZIONE DELL'EVENTO È DISPONIBILE QUI
REALIZZAZIONE DI MAWIVIDEO
si ringrazia William Santero
UNA REGISTRAZIONE IN SOLO AUDIO DELL'EVENTO È DISPONIBILE QUI:
MERCOLEDI 4 GIUGNO
SU ELLERADIO È ANDATA IN ONDA UNA INTERVISTA A UGO TONIETTI
LA REGISTRAZIONE È DISPONIBILE QUI: IL CORRIERE ECONOMIA DEL 2 GIUGNO DISPONIBILE QUI LE REGISTRAZIONI DELLE ALTRE PIÙ RECENTI PRESENTAZIONI DEI LIBRI PUBBLICATI DA L'ASINO D'ORO E ALTRI MATERIALI SONO DISPONIBILI QUI DI SEGUITO ALLA DATA DI GIOVEDI 22 MAGGIO m Giovanni Senatore Ufficio stampa Asino d'oro m |
Un Convegno:
Ripensare la cultura politica della Sinistra.
Una riflessione sulle idee-forza: La Ricostruzione dello Stato
Roma 26-27 giugno via Veneto 21
Casa “I Cappuccini” piano 2, Metro A (Barberini)
Ripensare la cultura politica della Sinistra.
Una riflessione sulle idee-forza: La Ricostruzione dello Stato
Roma 26-27 giugno via Veneto 21
Casa “I Cappuccini” piano 2, Metro A (Barberini)
Intervengono
Michele Ciliberto, Alfredo Reichlin, Salvatore Biasco, Carlo Galli,
Alessandro Pizzorno, Salvatore Veca, Walter Tocci, Michele Prospero,
Nadia Urbinati, Vincenzo Visco, Roberto Artoni, Paolo Leon, Laura
Pennacchi, Gianfranco Pasquino, Fabrizio Barca...
La locandina del convegno con il programma integrale è disponibile qui
www.ripensarelasinistra.it
La locandina del convegno con il programma integrale è disponibile qui
www.ripensarelasinistra.it
IL SENSO DEL SUONO
NELLA MUSICA DI DIMITRI NICOLAU
1946 - 2008
m
Alessandro Annunziata, Alessandro Mazzetta,
Antonio Pilato, Pier Paolo Iacopini
Romina Krieger, Francesco Giannelli, Edina Bak
Quartetto Sincronie, Annachiara Mantovani
m IL SENSO DEL SUONO NELLA MUSICA DI DIMITRI NICOLAU di Pierpaolo Iacopini è disponibile qui LA MELODIA RITROVATA MUSICA COME RAPPORTO INTERUMANO NELL'OPERA E NELLA VITA DI DIMITRI NICOLAU di Alessandro Annunziata è disponibile qui m
UN SET DI IMMAGINI DELL'EVENTO È DISPONIBILE QUI
immagini di Stefano Giorgi
|
SABATO 31 MAGGIO ALLA CASA DELLA CULTURA DI ROMA
alla manifestazione conclusiva del progetto“PREVENZIONE DEI COMPORTAMENTI A RISCHIO NEI GIOVANI” Sono intervenuti, fra gli altri CECILIA DI AGOSTINO, MARZIA FABI, FRANCESCA FAGIOLI, GABRIELLA TERENZI EMILIO BONACCORSI, GABRIELE CAVAGGIONI, PAOLO FIORI NASTRO Istituto tecnico Di Vittorio - Lattanzio Associazione La scuola che verrà - Associazione Amore e Psiche Cooperativa Sociale di Psicoterapia medica - Associazione AGAVE LA REGISTRAZIONE DELL’EVENTO È DISPONIBILE QUI: Realizzazione e post-produzione di Maurizio Maturi |
SULLA STAMPA DI OGGI:
l’Unità 13.6.14
Il caso Unità
La Nie messa in liquidazione
Il comunicato
Domani left con l’Unità
Il «marziano» Marino contro i poteri forti
di Giovanni Maria Bellu
direttore di left
su spogli
La Stampa 13.4.14
Le fosse comuni degli orfani di Tuam
Nuovo scandalo per i cattolici irlandesi
Rinvenuti i resti di circa 800 bambini ammassati in un vecchio serbatoio per le acque di scarico. Erano i figli di ragazze madri ospitati in un istituto delle suore del “Bon Sécours”. Il libro di Martin Sixsmith avverte: “Non è un caso isolato”
di Francesco Semprini
qui
Stefano Rodotà
“Avevamo ragione: è svolta autoritaria”
intervista di Silvia Truzzi
Palazzo Madama. Numeri sempre più a rischio: si cercano sponde tra gli ex M5S, gli azzurri e i leghisti
Ora la maggioranza a quota 161
di M. Se.
su spogli
Orsoni torna sindaco
Nel Pd veneziano è il caos
su spogli
La corruzione uccide la politica
di Alfredo Reichlin
su spogli
Renzi e i franchi tiratori
Senato: domani non serve, oggi sì
Pochi sul blog di Grillo: Cinque stelle con Farage
Sì all’alleanza con lo xenofobo Ukip: a favore 23.000 su 29.000 votanti, esclusa l’opzione per i Verdi
Il britannico: «Saremo la voce del popolo»
su spogli
All’incontro di pace organizzato in Vaticano c’era una sedia vuota: quella delle donne
di Pino Corrias
su spogli
La Stampa 13.6.14
Fecondazione: “L’Italia non è pronta”
La preoccupazione degli esperti: «Le richieste sono già aumentate,
la pubblicazione della sentenza farà cadere anche l’ultimo ostacolo,
ma gli ovociti disponibili per l’eterologa sono pochi, il rischio è che
i viaggi all’estero continuino»
di Flavia Amabile
qui
l’Unità 13.6.14
India
Sedicenne stuprata e impiccata
Ritorno al futuro
Goodbye Lenin, viva Putin: i giovani russi e l’orgoglio nostalgico dell’impero rosso
di Giulia Merlo
su spogli
il Fatto 13.6.14
Tunisia
13enne bruciata dal padre per empietà
su spogli
Repubblica 13.6.14
Le Pen, i “fondi neri” del padre che fanno infuriare Marine
di Anais Ginori
su spogli
Repubblica 13.4.14
San Paolo spaccata tra angeli e demoni black bloc e feriti nel cuore della festa
di Concita De Gregorio
su spogli
Repubblica 13.6.14
Inferno
Perché l’uomo ha bisogno che il male venga punitoI corrotti e gli sfruttatori “non saranno felici dall’altra parte” e “dovranno rendere conto a Dio”. Così le parole del Papa riaprono la questione teologica e morale del giudiziodi Vito Mancuso
su spogli
Repubblica 13.6.14
Inferno
di John Milton
Repubblica 13.6.14
Il nemico della società, identikit del diavolo secondo Francesco
“Il demonio c’è anche nel secolo XXI”
Il pontefice riafferma la tradizione dei suoi predecessori
di Agostino Paravicini Bagliani
su spogli
Repubblica 13.6.14
Primo Levi lo scrittore morto due volte
di Martin Amis
su spogli
il Fatto 13.6.14
Così sta morendo il cinema italiano
di Roberto Faenza
su spogli
Corriere 13.6.14
Novant’anni e una vita da vivere La Capria, scrivere come metafora dell’esistenza
Fallimenti e successi servono solo per ricominciare
di Emanuele Trevi
su spogli
Corriere 13.6.14
Quell’utopia di Olivetti e Le Corbusier
Fabbrica a misura d’operaio, ambizione sfumata negli Anni 60
di Vittorio Gregotti
su spogli
l’Unità 13.6.14
Dal Cda nomine al Gr Nasce RaiCultura
Protestano i sindacati
Il Cda della Rai non ha deciso se ricorrere o no contro il decreto sul prelievo dei 150 milioni, e ieri ha fatto molte nomine, ma con la logica degli accorpamenti che però non convince i sindacati.
Alla guida di RadioDue va Paola Marchesini (ora c’era Nicola Sinisi responsabile Radiofonia): al Giornale Radio, unito ora al Gr Parlamento, accettate le proposte del direttore Flavio Mucciante (diventano 6 vice in meno): confermati Vittorio Argento, Maria Teresa Torcia e Onofrio Dispenza; più Gianfranco D'Anna, Francesco De Vitis e Maria Lepri.
Il Cda ha accorpato in Rai Cultura, affidata a Silvia Calandrelli già a capo di Rai Educational, con Rai Scuola, Rai Storia e Rai5 (qui resta direttore D’Alessandro). Ma i sindacati dei lavoratori protestano: mentre si «indicano i lavoratori come fannulloni e privilegiati, è paradossale che i vertici aziendali nominino dei nuovi dirigenti e chiedano ulteriori sacrifici ai lavoratori».
DA IERI, GIOVEDI 12. IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE:
con la collaborazione di Susanne Portmann
l’Unità 13.6.14
Il caso Unità
La Nie messa in liquidazione
Il comunicato
Si
è svolta a Roma l’Assemblea straordinaria dei soci azionisti della
società Nie spa, editrice del quotidiano l’Unità, che a norma di Statuto
ha proceduto alla nomina di un collegio di liquidatori nelle persone
del Prof. Emanuele D’Innella, titolare dello Studio omonimo in Roma che
da oltre trent’anni opera nella consulenza in ambito societario e del
dott. Franco Carlo Papa.
Il mandato affidato ai liquidatori dai soci della Nie spa è quello di massimizzare il valore degli asset societari. A tal proposito, il socio di maggioranza dell’Unità, Matteo Fago, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Risale, ormai, ad un anno e mezzo fa il mio ingresso nel capitale della Nie spa, prima come semplice azionista-sostenitore per evitare l’imminente chiusura, poi, a seguito di continue emergenze finanziarie, come socio di maggioranza.
In tutto questo tempo, nonostante i diversi progetti ipotizzati e messi in campo, ho assistito al progressivo defilarsi degli altri “attori” e soci di questa impresa. Mi sono ritrovato, così, da solo, a sobbarcarmi di responsabilità finanziarie e anche politiche che, ad oggi, non sono più sostenibili.
Lo stato patrimoniale, finanziario e gestionale del giornale era ed è molto grave. Era quindi necessario prendere una decisione difficile di fronte ad una situazione ormai insostenibile: fallimento della Società e conseguente chiusura de l’Unità oppure cercare una soluzione finanziaria e organizzativa che permetta al giornale di continuare a esistere per non disperdere un patrimonio culturale, politico e sociale che da novant’anni presidia gli interessi e i valori dei lavoratori e delle classi meno agiate.
Matteo FagoIl mandato affidato ai liquidatori dai soci della Nie spa è quello di massimizzare il valore degli asset societari. A tal proposito, il socio di maggioranza dell’Unità, Matteo Fago, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Risale, ormai, ad un anno e mezzo fa il mio ingresso nel capitale della Nie spa, prima come semplice azionista-sostenitore per evitare l’imminente chiusura, poi, a seguito di continue emergenze finanziarie, come socio di maggioranza.
In tutto questo tempo, nonostante i diversi progetti ipotizzati e messi in campo, ho assistito al progressivo defilarsi degli altri “attori” e soci di questa impresa. Mi sono ritrovato, così, da solo, a sobbarcarmi di responsabilità finanziarie e anche politiche che, ad oggi, non sono più sostenibili.
Lo stato patrimoniale, finanziario e gestionale del giornale era ed è molto grave. Era quindi necessario prendere una decisione difficile di fronte ad una situazione ormai insostenibile: fallimento della Società e conseguente chiusura de l’Unità oppure cercare una soluzione finanziaria e organizzativa che permetta al giornale di continuare a esistere per non disperdere un patrimonio culturale, politico e sociale che da novant’anni presidia gli interessi e i valori dei lavoratori e delle classi meno agiate.
l’Unità 13.6.14l’Unità 13.6.14
Il Cdr ai lettori
su spogli
il Fatto 13.6.14
Liquidata l’Unità, a salvarla arrivano i “furbetti di San Marino”
di Salvatore Cannavò
su spogli
Repubblica 13.6.14
“L’Unità” messa in liquidazione I giornalisti: nessuna certezza sul futuro
su spogli
Il Messaggero 13.6.14
"L'Unità" in liquidazione, la redazione: «Comportamento da padroni delle ferriere»
qui, segnalazione di Francesco Maiorano
Formiche.net 13.6.14
Liquidazione per la Nie, Fago scommette sulla nuova Unità
di Carlo Patrignani
qui segnalazione di Nuccio Russo
Domani left con l’Unità
Il «marziano» Marino contro i poteri forti
di Giovanni Maria Bellu
direttore di left
su spogli
La Stampa 13.4.14
Le fosse comuni degli orfani di Tuam
Nuovo scandalo per i cattolici irlandesi
Rinvenuti i resti di circa 800 bambini ammassati in un vecchio serbatoio per le acque di scarico. Erano i figli di ragazze madri ospitati in un istituto delle suore del “Bon Sécours”. Il libro di Martin Sixsmith avverte: “Non è un caso isolato”
di Francesco Semprini
qui
La Stampa 13.6.14il Fatto 13.6.14
Il rabbino e il Papa, l’alleanza mancata contro il nazismo
Riemergono i diari di David Prato, che nel 1936 incontrò Pio XI per chiedergli di fare causa comune di fronte alla marea montante del “neopaganesimo”
di Maurizio Molinari
su spogli
Stefano Rodotà
“Avevamo ragione: è svolta autoritaria”
intervista di Silvia Truzzi
Bisogna
chiamarlo, Stefano Rodotà, per chiedergli un commento sull’epurazione
democratica dei senatori dissenzienti, sapendo che alla fine si diranno
cose molto simili alle ultime interviste? “Non bisogna essere
pessimisti. Vede, la scomunica a noi professoroni è stata utile. Dopo si
è innescato un circuito virtuoso di proposte e audizioni parlamentari.
La vicenda dei senatori, quella di Mineo in particolare, è l’ennesima
forzatura”.
Professore, da dove nasce l’insofferenza verso il dissenso?
Se Renzi e i suoi, la ministra Boschi soprattutto, avessero degnato di un minimo d’attenzione la discussione che c’è stata nell’ultimo periodo, sarebbero oggi in condizione di fare una riforma costituzionale davvero innovativa, considerando i suggerimenti che sono arrivati per la legge elettorale, per la composizione e le funzioni del Senato. Invece c’è stata un’indifferenza assoluta verso una discussione che ha visto coinvolti anche molti studiosi vicini all’area politica in cui si muove il governo: la conferma di una scarsissima cultura costituzionale.
Hanno fretta, dicono.
È questo lo sbaglio: la fretta non è solo cattiva consigliera, ma produce ritardi. Basta vedere tutto il tempo perso con il cronoprogramma del governo Letta, quando si voleva smantellare l’articolo 138 della Costituzione. In più occasioni, come altri colleghi, mi permisi di suggerire che forse era meglio partire da riforme molto condivise, come la riduzione del numero dei parlamentari e il bicameralismo perfetto, invece di mettere mano al procedimento di revisione. Se allora si fosse incardinata la discussione in Parlamento, oggi avremmo fatto passi avanti: per avere una fretta scriteriata, hanno buttato via molti mesi.
Il ministro Boschi ha detto: “Il processo delle riforme va avanti, non si può fermare per dieci senatori”.
Questa non è una riforma come tutte le altre, è la riforma della Costituzione. E nella Carta stessa è previsto un procedimento “contro la fretta”: le letture distanziate di almeno tre mesi nelle due Camere, l’eventuale referendum. Perché si deve poter discutere! I senatori di cui parla Boschi hanno fatto obiezioni e proposte che non sono l’espressione di un capriccio, ma registrano opinioni diffuse nel Pd. E comunque una discussione sulle riforme costituzionali dovrebbe dar conto dell’opinione diversa anche di un solo senatore.
I 14 senatori sostengono che sia stata “un’epurazione delle idee non ortodosse” e una “palese violazione
della Carta, riferendosi all’articolo 67 che prevede l’assenza di vincolo di mandato per i parlamentari.
Certo, il vincolo di mandato è rilevante. Quell’articolo dice anche che i parlamentari “rappresentano la Nazione”: chi rappresenta punti di vista diversi non deve certo essere allontanato. Aggiungo che sia il regolamento della Camera sia quello del Senato prevedono la sostituzione di un membro delle Commissioni facendo riferimento a singole sedute o a singoli disegni di legge. Ma la ratio di queste norme sono non è eliminare chi la pensa diversamente, bensì quello di aiutare il lavoro. Ossia di poter procedere in caso di assenza o in caso in cui ci siano competenze specifiche di un altro parlamentare.
Dalla Cina il premier ha ribadito:
“Contano più i voti degli italiani che il veto di qualche senatore”.
Quante volte abbiamo contestato la lettura del voto-lavacro a Berlusconi? Questi comportamenti gettano un’ombra molto inquietante sul futuro: Renzi non vuol negoziare con i membri del suo partito, ma continua a farlo con Berlusconi. Il Parlamento non è il luogo di ratifica delle scelte governative. Si confermano le mie enormi perplessità sull’Italicum, una legge elettorale studiata per questo. Temo che Renzi abbia già introiettato l’idea di una democrazia d’investitura. Credo si corra il rischio di rinnovati interventi della Consulta, anche sulla nuova legge elettorale. Attenzione però: sarebbe una delegittimazione dell’intero sistema, di un Parlamento non più in grado di legiferare in accordo con i principi costituzionali.
Avevate ragione a temere “la svolta autoritaria”?
La svolta autoritaria non è quella che nel Novecento ha portato l’Italia verso una dittatura. Una svolta autoritaria si può avere anche quando si dice “prendere o lasciare” o quando si eliminano istituzionalmente le voci fuori dal coro.
Professore, da dove nasce l’insofferenza verso il dissenso?
Se Renzi e i suoi, la ministra Boschi soprattutto, avessero degnato di un minimo d’attenzione la discussione che c’è stata nell’ultimo periodo, sarebbero oggi in condizione di fare una riforma costituzionale davvero innovativa, considerando i suggerimenti che sono arrivati per la legge elettorale, per la composizione e le funzioni del Senato. Invece c’è stata un’indifferenza assoluta verso una discussione che ha visto coinvolti anche molti studiosi vicini all’area politica in cui si muove il governo: la conferma di una scarsissima cultura costituzionale.
Hanno fretta, dicono.
È questo lo sbaglio: la fretta non è solo cattiva consigliera, ma produce ritardi. Basta vedere tutto il tempo perso con il cronoprogramma del governo Letta, quando si voleva smantellare l’articolo 138 della Costituzione. In più occasioni, come altri colleghi, mi permisi di suggerire che forse era meglio partire da riforme molto condivise, come la riduzione del numero dei parlamentari e il bicameralismo perfetto, invece di mettere mano al procedimento di revisione. Se allora si fosse incardinata la discussione in Parlamento, oggi avremmo fatto passi avanti: per avere una fretta scriteriata, hanno buttato via molti mesi.
Il ministro Boschi ha detto: “Il processo delle riforme va avanti, non si può fermare per dieci senatori”.
Questa non è una riforma come tutte le altre, è la riforma della Costituzione. E nella Carta stessa è previsto un procedimento “contro la fretta”: le letture distanziate di almeno tre mesi nelle due Camere, l’eventuale referendum. Perché si deve poter discutere! I senatori di cui parla Boschi hanno fatto obiezioni e proposte che non sono l’espressione di un capriccio, ma registrano opinioni diffuse nel Pd. E comunque una discussione sulle riforme costituzionali dovrebbe dar conto dell’opinione diversa anche di un solo senatore.
I 14 senatori sostengono che sia stata “un’epurazione delle idee non ortodosse” e una “palese violazione
della Carta, riferendosi all’articolo 67 che prevede l’assenza di vincolo di mandato per i parlamentari.
Certo, il vincolo di mandato è rilevante. Quell’articolo dice anche che i parlamentari “rappresentano la Nazione”: chi rappresenta punti di vista diversi non deve certo essere allontanato. Aggiungo che sia il regolamento della Camera sia quello del Senato prevedono la sostituzione di un membro delle Commissioni facendo riferimento a singole sedute o a singoli disegni di legge. Ma la ratio di queste norme sono non è eliminare chi la pensa diversamente, bensì quello di aiutare il lavoro. Ossia di poter procedere in caso di assenza o in caso in cui ci siano competenze specifiche di un altro parlamentare.
Dalla Cina il premier ha ribadito:
“Contano più i voti degli italiani che il veto di qualche senatore”.
Quante volte abbiamo contestato la lettura del voto-lavacro a Berlusconi? Questi comportamenti gettano un’ombra molto inquietante sul futuro: Renzi non vuol negoziare con i membri del suo partito, ma continua a farlo con Berlusconi. Il Parlamento non è il luogo di ratifica delle scelte governative. Si confermano le mie enormi perplessità sull’Italicum, una legge elettorale studiata per questo. Temo che Renzi abbia già introiettato l’idea di una democrazia d’investitura. Credo si corra il rischio di rinnovati interventi della Consulta, anche sulla nuova legge elettorale. Attenzione però: sarebbe una delegittimazione dell’intero sistema, di un Parlamento non più in grado di legiferare in accordo con i principi costituzionali.
Avevate ragione a temere “la svolta autoritaria”?
La svolta autoritaria non è quella che nel Novecento ha portato l’Italia verso una dittatura. Una svolta autoritaria si può avere anche quando si dice “prendere o lasciare” o quando si eliminano istituzionalmente le voci fuori dal coro.
Dal blog di Corradino MineoIl Sole 13.6.14
Renzi si tenga il Paese e lasci al Senato la riforma
qui
La Stampa 13.6.14
Scontro totale nel Pd
Pd nel caos, 14 senatori autosospesi: “Solidali con i due colleghi epurati”
Renzi: “Non lascio il Paese a Mineo”
qui
La Stampa 13.6.14
Pippo Civati
“Lo ha cacciato perché l’accordo con Berlusconi evidentemente non c’è, solo così ha i voti in Commissione”
intervista di Antonio Pitoni
Il sillogismo di Pippo Civati, leader dell’indisciplinata minoranza Pd, ruota tutto intorno a Berlusconi. «Perché se c’è l’intesa con Berlusconi non serve creare il caso Mineo ma se l’intesa con Berlusconi non c’è più, non c’è più neanche la strategia di Renzi. Né sull’Italicum né sulle riforme».
Mineo estromesso dalla commissione Affari costituzionali: che analisi ne fa?
«Se Berlusconi ci fosse sempre stato, la nostra sarebbe solo una posizione di minoranza come altre. Se invece Berlusconi non c’è il fatto è politico».
Ce lo chiarisce?
«Perché la Boschi ha bisogno della Lega se ha Berlusconi? Perché continua a parlare di tutto con tutti tranne con noi di uno schema non troppo distante da quello che ha in mente? Questo è il punto politico vero, tutto il resto è noia»
Siete stati avvertiti: non saranno dieci senatori a fermare le riforme…
«Da parte nostra non c’è mai stata questa intenzione. Dovrebbero, piuttosto, spiegare perché siamo passati da un Senato dei sindaci e dei presidenti di Regione a un Senato elettivo di secondo livello. Poi ad un Senato alla francese che, però, non è francese senza farci mancare neppure un’apertura al modello dei lander tedeschi. E adesso spunta addirittura l’intesa con Calderoli, che notoriamente è uno che fa bene le riforme».
Ricapitolando: Mineo salta perché l’intesa con Berlusconi non c’è?
«Vado per induzione. Il problema su Mineo e Chiti non ci sarebbe se il patto con Berlusconi fosse inossidabile. Se, invece, l’intesa non c’è, ecco che Renzi deve sostituire Mineo per avere un seggio di vantaggio in commissione. Magari è un modo per far sapere a Berlusconi che, se non c’è l’intesa, va avanti da solo».
La sostituzione di Mineo ha violato l’articolo 67 della Costituzione?
«Per lo meno è finito tra parentesi».
Mineo l’ha definita una prova di vanità della Boschi.
«Con tutto il rispetto per la Boschi, la copertura politica per queste scelte la dà Renzi. D’altra parte, la sua propensione a dettare la linea non trova più nessun tipo di mediazione. Perché dice “ho preso il 40%”. Vero. Ma non è detto che basti per fare le cose bene».
Ora con tredici senatori Pd autosospesi l’incognita è l’Aula.
«Ovviamente, così si va allo scontro. Tra l’altro essere richiamati all’ordine dalla componente renziana fa ridere dopo che Renzi ha trascorso tre anni a sparare contro i vertici del Pd. Proprio ieri (mercoledì) Giachetti, che mi sembra faccia parte della maggioranza, ha votato in dissenso rispetto al gruppo sulla responsabilità civile dei magistrati. Facendo fare una figuraccia a Renzi, che è stato costretto a dire che la legge sarà corretta in quel Senato che vuole abolire. Dovremmo usare con lui lo stesso metro usato con Mineo?».
Non sarà che dietro ci sia l’intento di tornare alle urne?
«Potrebbe anche essere. Del resto Renzi assicura che si va avanti fino al 2018 e di solito quando dice una cosa la mantiene no?».
La Stampa 13.6.14
Quei due partiti in uno
Il commento di Andrea Malaguti
qui
La Stampa 13.6.14
Lo strano caso del "martire" Mineo
di Jacopo Iacoboni
qui
La Stampa 13.6.14
“Le epurazioni? Sono logiche da clan. Cancellano secoli di cultura politica”
Storici e politologi: “Per le nuove leve l’incompetenza è un valore”
di Mattia Feltri
su spogli
La Stampa 13.6.14
Mille ostacoli nel tenere la linea dura nel partito
di Marcello Sorgi
su spogli
l’Unità 13.6.14
Civati parla di metodi «bulgari» e di violazione dell’articolo 67 della Costituzione..
Caso Mineo, 14 senatori si autosospendono Boschi: i numeri ci sono
Bufera nel Pd dopo la sostituzione dell’esponente civatiano in commissione Affari costituzionali
Il giornalista contro la ministra: «Privilegia la sua vanità»
Ma nella minoranza lo seguono in pochi
su spogli
Corriere 13.6.14
Insofferenti e dissidenti
di Pierluigi Battista
su spogli
l’Unità 13.6.14
Felice Casson:
«Dal partito atto militarista che viola la Costituzione
«Si tratta di una grave violazione dell’articolo 67 della Costituzione, che non prevede “vincolo di mandato” per i parlamentari e di ben tre norme del regolamento interno al nostro gruppo. In particolare, il regolamento riconosce il dissenso in tema di riforma della Costituzione e non prevede una sostituzione d’imperio di un membro di una commissione»
su spogli
l’Unità 13.6.14
Caso Mineo, Renzi deve fermarsi
di Pietro Folena
su spogli
Repubblica 13.6.14
Il pasticciaccio brutto di Palazzo Madama
di Sebastiano Messina
su spogli
il Fatto 13.6.14
“E se succede di nuovo? Epurazione continua?”
Gli autosospesi del Pd - 14 senatori su 108 – si appellano al regolamento interno: “su Costituzione e bioetica c’è libertà di voto”
di M. Pa.
su spogli
il Fatto 13.4.14
Autostrada Renzi: caduta massi
risponde Furio Colombo
su spogli
l’Unità 13.6.14
Riforma del Senato, un brutto spettacolo
di Claudio Sardo
su spogli
Repubblica 13.6.14
Massimo Mucchetti
“C’è troppa arroganza l’epurazione nasconde la controriforma”
intervista di Giovanna Casadio
su spogli
Repubblica 13.6.14
Le trincee di Corradino, da Telekabul al Senato
Da direttore di Rainews24, Mineo combatté contro l’ostracismo del Pdl oggi continua a far parlare di sé coltivando il ruolo di bastian contrario
di Filippo Ceccarelli
su spogli
Repubblica 13.6.14
“Rientreranno, non hanno sbocchi”
Il partito chiude la porta alla trattativa
di Goffredo De Marchis
su spogli
Corriere 13.6.14
Appello di Tonini ai dissidenti: «Spero si fermino sull’orlo del burrone. Io credo nella mediazione, ma la pazienza ha un limite»
«Dobbiamo stare uniti O i cittadini ci portano tutti in manicomio»
intervista di Monica Guerzoni
su spogli
Corriere 13.6.14
Una resa dei conti che rischia di acuire le tensioni nel Pd
di Massimo Franco
su spogli
Il Sole 13.6.14
Il punto
Dissenso e debolezza
Il caso Mineo e il dissenso nascono dalle debolezze del progetto riformatore
di Stefano Folli
su spogli
Palazzo Madama. Numeri sempre più a rischio: si cercano sponde tra gli ex M5S, gli azzurri e i leghisti
Ora la maggioranza a quota 161
di M. Se.
su spogli
Il Sole 13.6.14l’Unità 13.6.14
Il Quirinale. Colloquio Napolitano-Boschi
«Stupore» del Colle sulle nuove divisioni
di Lina Palmerini
su spogli
Corriere 13.6.14
Il buco dei Democratici
Un team di avvocati per tagliare gli sprechi
di Maria Teresa Meli
su spogli
non è stato dunque. appunto, "voto di scambio"?
Il Sole 13.6.14
Squinzi. «Perciò da noi niente critiche»
«Il bonus 80 euro? Il risultato elettorale era importante»
di Nicoletta Picchio
su spogli
Orsoni torna sindaco
Nel Pd veneziano è il caos
su spogli
Repubblica 13.6.14l’Unità 13.6.14
Orsoni: “Non mi dimetto, deluso da Renzi
Si è comportato come un fariseo
intervista di Fabio Tonacci
su spogli
La Stampa 13.6.14
Orsoni: “Pd superficiale e farisaico Sono stato calpestato e scaricato”
Lo sfogo dopo la scarcerazione: “Nulla da rimproverami, non mi dimetto”
intervista di Fabio Poletti
su spogli
Corriere 13.6.14
Orsoni:
«Mi hanno usato, ero la Madonna pellegrina Il Pd disse di chiedere i soldi a Mazzacurati»
di Giusi Fasano e Andrea Pasqualetto
su spogli
La corruzione uccide la politica
di Alfredo Reichlin
su spogli
Corriere 13.6.14il Fatto 13.6.14
Rosa di dieci nomi per l’Anticorruzione
Cantone non avrà poteri da magistrato
di Dino Martirano
su spogli
il Fatto 13.6.14
Poteri a a Cantone, ma il falso in bilancio fa litigare il governo
Con 78 giorni di ritardo, il CDM affida dei Compiti precisi all’autorità. La protesta del ministro Guidi fa slittare il decreto contro la corruzione: il M5S incontra Orlando
di Gianni Barbacetto
su spogli
La Stampa 13.6.14
Il nodo giustizia frena Berlusconi sulle riforme
L’ex premier teme le norme su prescrizione e falso in bilancio
di Ugo Magri
La Stampa 13.6.14
L’allarme delle banche estere sull’Italia
“Troppa corruzione nelle grandi opere
Meglio abbandonare gli investimenti”
In un anno il peso dei soggetti stranieri nel finanziamento dei lavori pubblici
è crollato dal 55% al 10%
di Giuseppe Bottero
qui
Renzi e i franchi tiratori
Senato: domani non serve, oggi sì
Il
Senato non serve, un intralcio. I senatori neanche, soprattutto se
dissentono. Ma se Il Senato non serve, un intralcio. I senatori neanche,
soprattutto se dissentono. Ma se 70 franchi tiratori Pd fanno passare
un emenda- mento leghista che sa di vendetta contro i magistrati,
proprio in questi giorni di inchieste e arresti eccellenti, Matteo Renzi
- l’uomo che asfalta gli avversari - rassicura: “L’errore sarà
rimediato al Senato”. Ma non lo vuole abolire, il Senato? Non vuole
andare in buca con la prima occasione senza il rimpallo - che significa
anche equilibrio democratico - fra palazzo di Montecitorio e il non
distante palazzo Madama? Anche al Senato, in proporzione, ci sarà un bel
nugolo di franchi tiratori (stimati a oltre 101 in totale, ricordate
Romano Prodi?). Più che eliminare il Senato, Renzi - per sconfiggere i
franchi tiratori - dovrebbe istituire una terza Camera. Ovvia- mente,
non quella che resiste in tv.
il Fatto 13.6.14l’Unità 13.6.14
Rodolfo Sabelli, Presidente Anm
“Così l’imputato di omicidio potrà denunciare il giudice”
intervista di Beatrice Borromeo
su spogli
Pochi sul blog di Grillo: Cinque stelle con Farage
Sì all’alleanza con lo xenofobo Ukip: a favore 23.000 su 29.000 votanti, esclusa l’opzione per i Verdi
Il britannico: «Saremo la voce del popolo»
su spogli
Repubblica 13.6.14il Fatto 13.6.14
Se i grillini sposano la destra xenofoba
di Gad Lerner
su spogli
Repubblica 13.6.14
Grillo ha scelto, sì a Farage ma la base è in rivolta e al Senato il gruppo degli ex prova l’intesa con Sel e Civati
di Tommaso Ciriaco
su spogli
La Stampa 13.6.14
Ma alla scommessa di Nigel mancano ancora (almeno) deputati di due paesi
Ora sfida alla Le Pen per trovare gli alleati mancanti
di Marco Zatterin
su spogli
All’incontro di pace organizzato in Vaticano c’era una sedia vuota: quella delle donne
di Pino Corrias
su spogli
La Stampa 13.6.14
Fecondazione: “L’Italia non è pronta”
La preoccupazione degli esperti: «Le richieste sono già aumentate,
la pubblicazione della sentenza farà cadere anche l’ultimo ostacolo,
ma gli ovociti disponibili per l’eterologa sono pochi, il rischio è che
i viaggi all’estero continuino»
di Flavia Amabile
qui
l’Unità 13.6.14
India
Sedicenne stuprata e impiccata
Una
16enne è stata trovata impiccata a un albero in Uttar Pradesh, dopo
essere stata stuprata. È accaduto in un villaggio ad appena due ore di
distanza da Badaun, dove pochi giorni fa due cugine adolescenti erano
state vittime di uno stupro di gruppo, uccise e impiccate a una pianta
di mango. Mercoledì scorso una 45enne era stata trovata morta, anch’essa
appesa a un albero, nello stesso Stato.
il Fatto 13.6.14il Fatto 13.6.14
India, il macabro rito delle stuprate impiccate
Quattro episodi in un mese in Tuttar Pradesh. Il paese si indigna ma la violenza contro le donne ha radici lontane nella struttura sociale
di Marta Franceschini
su spogli
Ritorno al futuro
Goodbye Lenin, viva Putin: i giovani russi e l’orgoglio nostalgico dell’impero rosso
di Giulia Merlo
su spogli
il Fatto 13.6.14
Tunisia
13enne bruciata dal padre per empietà
su spogli
Repubblica 13.6.14
Le Pen, i “fondi neri” del padre che fanno infuriare Marine
di Anais Ginori
su spogli
Repubblica 13.4.14
San Paolo spaccata tra angeli e demoni black bloc e feriti nel cuore della festa
di Concita De Gregorio
su spogli
Repubblica 13.6.14
Inferno
Perché l’uomo ha bisogno che il male venga punitoI corrotti e gli sfruttatori “non saranno felici dall’altra parte” e “dovranno rendere conto a Dio”. Così le parole del Papa riaprono la questione teologica e morale del giudiziodi Vito Mancuso
su spogli
Repubblica 13.6.14
Inferno
di John Milton
ED
IN un punto, quanto lungi il guardo D’un Angelo si stende, ei l’occhio
manda Su quell’atroce, aspro, diserto sito; Carcere orrendo, simile a
fiammante Fornace immensa; ma non già da quelle Tetre fiamme esce luce;
un torbo e nero Baglior tramandan solo, onde si scorge La tenebrosa
avviluppata massa E feri aspetti e luride ombre e campi D’ambascia e
duol, dove non pace mai, Non mai posa si trova, e la speranza Che per
tutto penétra, unqua non scende. Quivi è tormento senza fin, che ognora
Incalza più, quivi si spande eterno Un diluvio di foco, ognor nudrito Da
sempre acceso e inconsumabil solfo.
Repubblica 13.6.14
Il nemico della società, identikit del diavolo secondo Francesco
“Il demonio c’è anche nel secolo XXI”
Il pontefice riafferma la tradizione dei suoi predecessori
di Agostino Paravicini Bagliani
su spogli
Repubblica 13.6.14
Primo Levi lo scrittore morto due volte
di Martin Amis
su spogli
il Fatto 13.6.14
Così sta morendo il cinema italiano
di Roberto Faenza
su spogli
Corriere 13.6.14
Novant’anni e una vita da vivere La Capria, scrivere come metafora dell’esistenza
Fallimenti e successi servono solo per ricominciare
di Emanuele Trevi
su spogli
Corriere 13.6.14
Quell’utopia di Olivetti e Le Corbusier
Fabbrica a misura d’operaio, ambizione sfumata negli Anni 60
di Vittorio Gregotti
su spogli
l’Unità 13.6.14
Dal Cda nomine al Gr Nasce RaiCultura
Protestano i sindacati
Il Cda della Rai non ha deciso se ricorrere o no contro il decreto sul prelievo dei 150 milioni, e ieri ha fatto molte nomine, ma con la logica degli accorpamenti che però non convince i sindacati.
Alla guida di RadioDue va Paola Marchesini (ora c’era Nicola Sinisi responsabile Radiofonia): al Giornale Radio, unito ora al Gr Parlamento, accettate le proposte del direttore Flavio Mucciante (diventano 6 vice in meno): confermati Vittorio Argento, Maria Teresa Torcia e Onofrio Dispenza; più Gianfranco D'Anna, Francesco De Vitis e Maria Lepri.
Il Cda ha accorpato in Rai Cultura, affidata a Silvia Calandrelli già a capo di Rai Educational, con Rai Scuola, Rai Storia e Rai5 (qui resta direttore D’Alessandro). Ma i sindacati dei lavoratori protestano: mentre si «indicano i lavoratori come fannulloni e privilegiati, è paradossale che i vertici aziendali nominino dei nuovi dirigenti e chiedano ulteriori sacrifici ai lavoratori».
DA IERI, GIOVEDI 12. IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE:
IL FASCIOSTALINISMO DEI RENZIANI:
Corsera on line
Riforme, nel Pd scoppia il caso Mineo
Sostituito con il senatore Luigi Zanda
L’ex direttore di Rai News 24 è nella Commissione Affari costituzionali
Nella serata di mercoledì la notizia della sostituzione
Lui si difende e attacca: «Da Renzi un autogol»di Redazione Online
La maggioranza blinda così i suoi 15 voti in commissione, nell’attesa del ritorno dalla Cina del presidente del Consiglio Matteo Renzi e del suo incontro con Silvio Berlusconi decisivo per capire se un’intesa più larga sulle riforme sarà possibile. E sabato è in programma l’assemblea del Pd.
Netto il giudizio di Giuseppe Civati: "È la cosa più grave che potesse capitare".
il Fatto on line
Riforme, Pd sostituisce Mineo e Chiti in Commissione: volevano il Senato elettivo
Dopo il caso Mauro, fuori anche i senatori dem critici sul ddl del governo. Ora la maggioranza ha i voti per far passare il testo-base preparato dal ministro Boschi. "Hanno militarizzato la Commissione"
qui
dal blog di Giuseppe Civati, in precedenza:
Niente di buono
La notizia che circola sulla sostituzione di Corradino Mineo nella commissione Affari costituzionali, per opera del capogruppo Zanda, è di una gravità inaudita: anche perché era già circolata in campagna elettorale ma poi ci si fermò (proprio perché eravamo in campagna elettorale e le cose brutte in campagna elettorale non si fanno).
La critica non è ammessa, e va eliminato chi non è d’accordo, anche se si tratta della modifica della Carta costituzionale.
È del tutto evidente che se la decisione del capogruppo del Pd al Senato fosse confermata (così sembrerebbe visto che è stata già fatta circolare), saremmo di fronte a un passaggio delicatissimo per la vita del nostro partito. Democratico.
dal blog di Giuseppe Civati, questa mattina:
Un girotondo intorno all’equatore
Pietro Salvatori: “Dopo Mauro, Mineo. Se tutto ciò l’avesse fatto un governo Berlusconi ci sarebbe un girotondo intorno all’equatore”.
L’avevo scritto qui. Quello che non immaginavo è che si coinvolgesse anche Vannino Chiti. E invece.
L’episodio più grave di una legislatura che già non ce ne ha risparmiati. È un errore politico: il vero problema è che Berlusconi non vota la riforma di Renzi, che non ha i numeri al Senato e se la prende con chi pone solo una questione di merito. Dopo avere detto per mesi che le riforme si fanno con le minoranze, si perdono le minoranze dentro e fuori. Un capolavoro.
Complimenti a tutti, a chi ha mandato il messaggio (da lontano) e a chi ha eseguito l’eliminazione del dissenso, con argomenti che fanno sembrare Casaleggio John Stuart Mill (Mineo parlava con i giornalisti, pensa te).
dal blog di Giuseppe Civati, anche:
Una inutile prepotenza
Chi non si adegua viene cacciato: questa è la linea dei gruppi parlamentari di maggioranza al Senato...
Leggi il seguito qui
e infine sempre da Civati:
La sindrome cinese
Il premier dalla Cina, rinverdendo la tradizione bulgara, rivendica la decisione di ieri, che inizialmente era stata attribuita a Zanda e al gruppo del Senato.
Dice che non accetta veti: benissimo. Il problema è distinguere i veti (che si confondono, come in questo caso, con i propri ricatti: o così o niente) dalla libera espressione di un’opinione in campo costituzionale. Dove tutti i parlamentari sono sovrani, di più: sovranissimi. Il premier non è stato eletto in Parlamento, ma dovrebbe ricordare che la Costituzione è cosa più importante. Anche di quello che legittimamente pensa lui. Con tutto il dovuto rispetto.
P.S.: per altro, come hanno risposto gli stessi senatori sotto attacco, non si vogliono veti, si vogliono voti. Quelli degli italiani, perché possano eleggere loro i senatori. Che mi pare una richiesta su cui riflettere, non una sfida a chissà chi.
con la collaborazione di Susanne Portmann