mercoledì 23 dicembre 2009


Terra 23.12.09
Dalle maschere ai totem, ai cartelloni sgargianti fino alla sperimentazione più raffinata. Le più diverse identità dell’arte sub-sahariana in mostra al Vittoriano di Roma
Tutti i colori della riscossa africana
di Simona Maggiorelli
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Anche a Marcello Dell'Utri, condannato per mafia, piace D'Alema e il Pd...

il Riformista 23.12.09

«Riforme in Parlamento e D’Alema è il nostro principale referente»
Intervista a Marcello Dell’Utri: «Sono più le convergenze che le divisioni tra noi e il Pd»
«Giusto il dialogo con i democrat: la loro rottura con Di Pietro e la sinistra giustizialista sarà nelle cose». «Meglio lavorare nelle Camere. La Bicamerale ha già portato jella, la Costituente indebolirebbe il Governo».

di Alessandro De Angelis
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il Fatto Quotidiano 23.12.09
Pannella: D'Alema al Copasir?
Degno di Putin
intervista di Luca Telese
Intervistare Marco Pannella non è mai un compito facile. Questa volta, per esempio non mi ero ancora seduto, che lui già affondava la lama: Il Fatto è un giornale di regime, ma non dei peggiori. Ecco perché non mi dispiace questa occasione.
Se persino il Fatto è di regime, chi non lo è?
Noi. Lo dimostrano settant'anni di battaglie contro la partitocrazia.
Le datazioni con Pannella sono variabili: a volte risalgono alla sua data di nascita, a volte alla Rivoluzione francese, altre volte all'università: "La democrazia della rappresentanza l'abbiamo inventata noi, all'Ugi", mi dice. Il luogo, invece, è sempre lo stesso. L'Ufficio-non-ufficio a via di Torre Argentina. Un grande tavolo ovale, lui, come sempre, a capotavola: scrive, legge, corregge. Questa voltai capelli argentei sono lunghi, pare il generale Custer. Non resisto, gli chiedo perché. Mi rivela che per andare da Fazio se li è raccolti con un codino. Non li taglia per una forma di protesta contro il suo storico barbiere abruzzese, Zazzera: "Ha avuto la cattiva idea di andare in pensione", dice, nell'unica nota di colore. Poi inizia a parlare con furia alluvionale di quel che gli sta a cuore. "C'è un nuovo patto del regime, il Dalesconi”. Ma prima, ovviamente, mi mette un po' allo spiedo. Gli do del tu: con Pannella è impossibile il lei: "Vediamo cosa mi attribuisci, questa volta!", ammonisce
Quello che mi dirai, più o meno.
Nell’ultima intervista hai stravolto persino il mio lessico. Non rispetti la letteralità delle mie parole!.
Se avessi sbobinato l'integrale ci sarebbe voluto un libro.
Per dire: tu scriveresti dalemoni, e non dalesconi” .
Pansa ha inventato l'espressione.
Non mi importa. lo dico dalesconi, il peso onomastico deve essere equilibrato. C'è dale esconi.
Quale è il nuovo patto?
Prima delle domande, se permetti, partiamo dalla cosa più seria.
Quale sarebbe?
L'immagine di Silvio ferito a Milano. E vorrei che tu scrivessi Silvio.
Cos'ha quell'immagine?
E' il simbolo più eloquente di come !'Italia sta oggi. E di come Berlusconi sta oggi.
Intendi dire ferito?
Intendo quel che tutti hanno visto. Se dico sta così, ognuno capisce.
Perché allora bisogna partire da questa immagine?
Il disegno di Berlusconi è in crisi.
Sembrerebbe il contrario.
Non mi importa quel che sembra, ma quello che vedo.
Dici che stanno costruendo un nuovo patto.
Oh, sì! Ma questo non toglie che non riusciranno a fare né la riforma, né la conservazione. Nemmeno Berlusconi si salva con il processo breve.
Tecnicamente sì, direi.
Ma politicamente no, ed è questo quello che conta.
Quindi pensi che Berlusconi sia sconfitto? .
Non ho detto questo. Ma che il disegno che Berlusconi aveva in mente fino a ieri non c'è più. E che ora il regime ha bisogno di un nuovo assetto. Di cui Berlusconi è l'anello debole. Come lo fu Gelli.
Gelli? Anello "debole"?
Come il regime in crisi nel 1978 fu costretto alla grande alleanza del compromesso, a vagheggiare il governo degli onesti - era contro solo Malagodi! - così adesso il regime ha bisogno del dalesconi.
Ti sei pentito dello slogan Pci-Pscalfari-P2-p38?
Lo rivendico! Era così vero che quando il patto è saltato hanno scoperto, guarda caso, gli elenchi della P2. Così vero che quando cercavano Moro non lo hanno trovato. Ma quando le Br hanno preso Dozier le hanno beccate subito. Ma torniano ad oggi.
Non sei andato da Silvio.
Non vado né ai matrimoni né ai funerali. E' un modo per andare in tv.
Cosa pensi del discorso di D'Alema sull'lnciucio?
Non usiamo quella parola, è una cosa troppo piccola.
Cos’è abbastanza grande?
Quel che torna è l'essenza del compromesso storico che portò all'assassinio di Moro.
Addirittura?
Cosa fa D'A!ema? Esalta il togliattismo degli anni '50 e l'articolo 7, a favore del concordato: il primo atto del regime clerico-fascista che abbiamo combattuto coi diritti civili.
Nientemeno.
Tant'è vero che nello stesso tempo rispolvera l'odio contro gli azionisti e i liberali.
E Berlusconi che c'entra?
D'A!ema fa il komunista e scrivilo con la K! - e Berlusconi lo candida alla carica più importante a livello europeo. Tous se tien.
Mica tanto. La candidatura non è andata in porto.
(Sgrana gli occhi). Già! E allora ecco che sconi propone dale alla guida dei servizi segreti. Il cerchio si chiude di nuovo.
Il Copasir non è i servizi!
Peggio. E' la politica di controllo e di indirizzo.
E' come la Vigilanza Rai...
Col cavolo. La Vigilanza è pubblica. Il Copasir segreto.
Se c’è Rutelli è sicuro, se c’è D'Alema è un golpe?
Francesco infatti l'ha tenuta con grande correttezza.
Vuoi dire che D'Aiema non farà altrettanto?
Dico che la storia combinata di Berlusconi, che non senso dello Stato, e quella di D’Aiema, che lo subordina alla ragion di partito, produce un’unità di intenti putiniano-gheddafiana.
Putiniano evoca il liberticidio, l'omicidio politico della Politkovskaja
Anche questa unità può produrli. Non commissionarli, ma produrli.
E' un modo per distendere i toni.
Cerchi il retroscena e non vedi la scena. Ho detto, non a caso, anche gheddafiana...
Insinuai che c’è di mezzo la geopolitica del gas?
Dico che il patto su cui si regge il daIesconi è così fragile che non ci sarà nessun 25 luglio. La partitocrazia è debole.
E quindi?
L'unica possibile alternativa di regime è il sentimento di massa del popolo. E noi radicali.


il manifesto 22.12.09
Il togliattismo deteriore
di Gianpasquale Santomassimo
qui

Liberazione 22.12.09
D’Alema lo stratega
di Dino Greco
su spogli

Radicali Italiani

«Berlusconi oggi è l'anello debole del regime, Tremonti e Bossi puntano alla successione»
Pannella: «D'Alema è complice»
qui







Repubblica 23.12.09

Ebrei tedeschi in rivolta "Il Papa riscrive la Storia"
Tensione anche a Roma, a rischio la visita in sinagoga
di Andrea Tarquini e Orazio La Rocca
su spogli
Repubblica 23.12.09
Gli archivi britannici confermano i silenzi di Pio XII sulla Shoah
L’ambasciatore inglese in Vaticano: "Non me ne parlò mai"
Il principale timore di Pacelli era la mancanza di viveri in caso di ritirata dei tedeschi
di Filippo Ceccarelli
su spogli
Repubblica 23.12.09
La rivoluzione francese
Parigi mette in rete le biblioteche
Sarkozy investe 750 milioni di euro per digitalizzare il patrimonio librario nazionale
su spogli

Repubblica 23.12.09
"Così Pinochet ingannò Wojtyla in visita a Santiago"
Città del Vatcano - «Un inganno», «un brutto tiro che Giovanni Paolo II fu costretto a subire contro la sua volontà». L'Osservatore Romano spiega così per la prima volta una delle pagine più controverse del pontificato wojtyliano: l'incontro nel 1987 col dittatore cileno Augusto Pinochet, e la comune apparizione dal balcone presidenziale per salutare la folla sottostante. In realtà, spiega il cardinale Tucci, ex organizzatore dei viaggi papali, «il dittatore ci prese tutti in giro». Wojtyla, sottolinea il porporato, era molto critico nei confronti del dittatore cileno e non voleva apparire accanto a lui. «Io tenevo sempre d'occhio l'unica porta che collegava il salottino, dove eravamo noi del seguito, alla stanza nella quale erano il Papa e Pinochet. Ma li fecero uscire da un'altra porta. Passarono davanti a una grande tenda nera chiusa, ci raccontò poi il papa furioso, e Pinochet lo fece fermare lì. La tenda fu aperta di colpo e il pontefice si ritrovò davanti il balcone aperto sulla piazza gremita di gente. Quando si congedò da Pinochet lo gelò con lo sguardo». (o. l. r.)
segnalazione di Nuccio Russo

Repubblica 23.12.09
Il vicepresidente del Cnr De Mattei risponde alle polemiche sul creazionismo
"Credo alla Bibbia e non a Darwin"
intervista di Leopoldo Fabiani
su spogli
Corriere della Sera
Due riviste intervengono sull’antidarwinismo italiano. Malessere tra i ricercatori
Cnr creazionista, Usa stupiti
di Antonio Carioti
nelle edicole
il Fatto Quotidiano 23.12.09
Ivan Cicconi: "Vi spiego il disastro dei treni italiani"
"Moretti è il maggior responsabile della situazione"

di Sandra Amurri
nelle edicole

CORSI E RICORSI...
«Fu alla fine di quel mese, di quel mese che è segnato profondamente nella mia vita, che io dissi: «Voglio che ci sia la pace per il popolo italiano»; e volevo stabilire la normalità della vita politica. 
Ma come si è risposto a questo mio principio? Prima di tutto, con la secessione dell'Aventino, secessione anticostituzionale, nettamente rivoluzionaria. Poi con una campagna giornalistica durata nei mesi di giugno, luglio, agosto, campagna immonda e miserabile che ci ha disonorato per tre mesi. Le più fantastiche, le più raccapriccianti, le più macabre menzogne sono state affermate diffusamente su tutti i giornali! C'era veramente un accesso di necrofilia! Si facevano inquisizioni anche di quel che succede sotto terra: si inventava, si sapeva di mentire, ma si mentiva. 
E io sono stato tranquillo, calmo, in mezzo a questa bufera, che sarà ricordata da coloro che verranno dopo di noi con un senso di intima vergogna. 
E intanto c'è un risultato di questa campagna! Il giorno 11 settembre qualcuno vuol vendicare l'ucciso e spara su uno dei migliori, che morì povero. Aveva sessanta lire in tasca. 
Tuttavia io continuo nel mio sforzo di normalizzazione e di normalità (...)
Noi, questa tranquillità, questa calma laboriosa gliela daremo con l'amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario»
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Benito Mussolini, Presidente del Consiglio dei Ministri - Discorso alla Camera dei Deputati 3 Gennaio 1925, dopo essere stato accusato dall'opinione pubblica di essere stato il mandante dell'assassinio dell'onorevole Giacomo Matteotti, deputato socialista, accoltellato a Roma dai fascisti della sua guardia del corpo per aver usato alla Camera il suo diritto-dovere alla libertà di parola qui
segnalazione di Francesco

City 22.12.09
Intervista a Marco Pannella: Vita e politica, 80 anni di “impresa”
di Davide Casati
su spogli

da Radio “Radicale
«Le nostre storie sono i nostri orti (ma anche i nostri ghetti)» Marco Pannella con Stefano Rolando (Editore Bompiani) - Intervista all'autore


Martedì 15 dicembre a Hollywood Party, la trasmissione quotidiana su radio Tre Rai è stata ospite Francesca Pirani per presentare il suo libro "Tarkovskij la nostalgia dell'armonia" edizione Le Mani. La registrazione della trasmissione è disponibile qui

OGGI A ROMA:
ARMI LEGGERE - BAMBINI SOLDATO

SALA SOLFERINO Municipio XV
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