mercoledì 24 aprile 2013


il Fatto 24.4.13
Un patto immorale e dissennato
di Maurizio Viroli

No! Il voto delle Camere riunite che ha eletto Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica non ha offeso la democrazia, e non c’è stato alcun colpo di Stato. Democrazia vuol dire che le decisioni sovrane sono prese a maggioranza nel rispetto delle fondamentali libertà civili e politiche. Il Parlamento si è attenuto alle regole e a nessuno è stato impedito di votare o di manifestare la propria opinione.
Il voto del 20 aprile ha ferito gravemente valori molto più importanti delle regole democratiche, vale a dire lo spirito repubblicano, e quel poco di coscienza civile che cerca faticosamente di sopravvivere in questo disgraziato paese che fa di tutto per farsi odiare dalle persone oneste e amare dai delinquenti.
Lo spirito repubblicano – si rammenti che ‘repubblica’ deriva da res publica – è quella particolare saggezza e grandezza d’animo che sollecita i cittadini a porre il bene comune al di sopra degli interessi individuali e particolari. Orbene, cos’altro hanno fatto i parlamentari e i grandi elettori che hanno scelto di non eleggere un uomo probo e intelligente come Stefano Rodotà se non porre l’interesse privato e particolare al di sopra del bene comune della Repubblica?
Perché i servi di Berlusconi non abbiano votato per Rodotà è talmente ovvio da non richiedere commento: sarebbe stato come aspettarsi che un capo mafioso volesse uomini della tempra di Falcone e Borsellino ministri dell’Interno. Ma quale considerazione può aver spinto i deputati e i senatori del Pd alla loro scelta se non la caparbia e cieca determinazione di tutelare (male) il loro interesse di parte contro il movimento di sdegno per la politica degli intrighi e degli accordi con Berlusconi?
Quella dei parlamentari del Pd non è stata soltanto una decisione immorale, perché è immorale non sostenere un uomo che al Quirinale avrebbe fatto un gran bene all’Italia. È stata pure una scelta dissennata. Con un solo voto hanno: 1) distrutto il Pd senza possibilità di riscatto perché troppa è la vergogna di cui si sono coperti; 2) rafforzato ulteriormente Berlusconi rendendolo uno dei perni dell’equilibrio istituzionale e aprendogli la via per il ritorno al governo; 3) creato le condizioni affinché Grillo, se non commetterà sciocchezze, guadagni ai loro danni altri consensi; 4) indebolito l’istituzione della Presidenza della Repubblica che appare adesso non potere neutrale di garanzia, ma forza di parte opposta per di più a un uomo che rappresenta in modo esemplare la fedeltà alla Costituzione.
Per tragica ironia della sorte, tutto ciò è avvenuto alla vigilia della Festa Nazionale della Liberazione che aprì la strada alla nascita della Repubblica e alla Costituzione. Allora uomini e donne di diverse convinzioni politiche e ideologiche trovarono la saggezza per operare insieme per il bene comune dell’Italia. Oggi il Pdl e il Pd il bene comune lo hanno messo sotto i piedi, con il sorriso compiaciuto e beffardo del vecchio padrone che non ha mai fatto mistero di ammirare Mussolini.

l’Unità 24.4.13
Il valore di Rodotà ben oltre Grillo
di Chiara Ingrao e Paolo Franco

NEL PIENO DEL DIBATTITO ALL’INTERNO DEL PD SULL’IPOTESI, APPASSIONATAMENTE RESPINTA FINO A POCHI GIORNI FA, di un governo sostenuto coi voti di Berlusconi, escono i dati sulle «Quirinarie» del M5S. Pullulano i commenti interessati, sia a destra che ahimè a sinistra. Perfino la versione on line dell’Unità (un giornale che ha coraggiosamente aperto le sue pagine a tutte le posizioni), titola così la notizia: «come diventare Capo dello Stato con 4000 voti». Si tratta di un’interpretazione politica del tutto distorta, che ci ha profondamente indignati. La candidatura di Stefano Rodotà al Colle non è un’invenzione di 4000 grillini: è il frutto di un dibattito nato molti mesi prima, all’interno di molte realtà associative, oltre che sui social network.
Noi stessi abbiamo firmato numerosi appelli in questo senso, molto prima che il M5S aprisse le sue consultazioni on line. E non a caso per Rodotà si sono mobilitati intellettuali, dirigenti e circoli del Pd, e l’intero gruppo dirigente di Sel, che fino a prova contraria era il principale alleato del Pd, finché il Pd ha portato avanti il progetto «Italia Bene Comune».
E non basta: Rodotà era, ed è, una figura di altissimo profilo, in prima fila nella difesa della Costituzione e dei lavoratori, e soprattutto nelle interpretazioni più innovative della sfida dei diritti nel mondo di oggi, in Italia e in Europa. Nessun dirigente del Pd ci ha spiegato per quale motivo ci si rifiutava di prendere in considerazione una candidatura di tale livello. Stefano Rodotà sarebbe stato un grande Presidente della Repubblica, e la sua elezione avrebbe consentito di riaprire i giochi rispetto alle alleanze di governo. Quanto ha ricordato Napolitano è infatti sotto gli occhi di tutti: nessun partito o coalizione ha i numeri in Parlamento per governare da solo. E tuttavia non è vero, che ciò significhi l’ineluttabilità di governare con una destra come quella italiana: corrotta, razzista, filofascista.
Dopo questo risultato elettorale, la coalizione di centrosinistra aveva di fronte a sé due opzioni, oltre al ritorno alle urne. Una è quella perseguita per più di 50 giorni da Bersani, e coerente con il progetto politico su cui la coalizione ha chiesto i voti: un progetto di alternativa alla destra di Berlusconi. Un’opzione difficile, che si è scontrata con i veti e i giochetti di Grillo, fino ad apparire impossibile: ma proprio l’elezione di Rodotà avrebbe insperatamente riaperto questa prospettiva, e consentito quel «governo del cambiamento» che Italia Bene Comune aveva promesso. Si è scelto di perseguire un’altra via, nonostante gli appelli disperati della stessa base del Pd, oltre che di molti suoi dirigenti e quadri intermedi. Ci si prepara a governare con Berlusconi, spaccando la coalizione e venendo meno al patto con gli elettori. Non è un golpe: è una scelta costituzionalmente legittima, anche se a nostro parere drammaticamente sbagliata.
Mascherare il senso di questa scelta, e dell’alto valore etico e politico che avrebbe avuto l’elezione di Rodotà, dietro ai numeri di Grillo, è un atto di disinformazione e di manipolazione altrettanto ottuso e suicida quanto lo è stato il rifiuto di votare Rodotà, riaprendo la strada alla speranza. In molti e molte di noi è fortissima la voglia di cedere alla disperazione, alla rabbia impotente: dobbiamo resistere, capire come ricostruire, non chiuderci ciascuno nelle nostre certezze ma dialogare fra realtà anche molto distanti, nella società, nella cultura, nei movimenti di lotta, nelle formazioni politiche della sinistra.
Chi governerà con Berlusconi e i suoi, dovrà trovarsi di fronte un’opposizione non demagogica e distruttiva, ma propositiva e radicata nella società. Sarà durissimo, ma non impossibile: meno impossibile che fare qualcosa di buono insieme a chi da 20 anni demolisce i diritti, la solidarietà, la legalità.

Il blog di Matteo Orfini 21.4.13
Parliamone

Perché non abbiamo votato Rodotà
di Matteo Orfini
qui

LEGGI - LÌ DI SEGUITO, NELLA DISCUSSIONE CHE FA SEGUITO AL POST -  IL COMMENTO DI PIETRO FELICI 
CHE È DISPONIBILE ANCHE QUI
PD. IDENTITÀ E FRANCHEZZA, COERENZA E FERMEZZA
LA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD È COMPOSTA DA 223 MEMBRI

(SE PER CASO VUOI DIR LORO QUALCOSA LI TROVI TUTTI - NOME PER NOME - QUI)
DOPO AVER PER BEN DUE VOLTE IN PRECEDENZA VOTATO UNANIMEMENTE CONTRO QUALSIASI IPOTESI DI GOVERNO CON IL PDL,
IERI SERA HANNO VOTATO CONTRO QUELLA STESSA E MEDESIMA IPOTESI SOLO IN 7 (E SI SONO ASTENUTI IN 14)...
VERI LEONI, QUANDO SONO PROTETTI DAL VOTO SEGRETO PERÒ - NATURALMENTE - I RAPPORTI DI FORZA CAMBIANO,

COME SI È BEN VISTO NELLE RECENTI VOTAZIONI PER IL QUIRINALE...
l’Unità 24.4.13
Dal Pd via libera al Colle ma la tensione resta alta
La scelta della Direzione approvata con 7 no e 14 astenuti
Marini: al governo i migliori dei nostri
I dubbi di Bindi Orfini e Serracchiani
di Maria Zegarelli

su spogli
Agenzia La Presse 4.4.13
PARISI FA I CONTI    IL VOTO PALESE FA I FRANCHI TIRATORI  
Parisi non crede alla pace: “7 voti contrari, 14 astenuti su 223 membri: più del 90%. Ancora una volta, come è sempre accaduto dalla sua nascita la Direzione del Pd si conclude in modo pressoché unanime quando il voto è palese. Ecco da dove vengono i franchi tiratori quando il voto è segreto”


















il Fatto 24.4.13
Dentro la sezione
Seduta di coscienza “Perché comunque vada è una porcata”
A Bologna i ragazzi di “Occupy Pd” si ritrovano dopo la Direzione:
“Ma non bruciamo le tessere”
di Martina Castigliani ed Emiliano Liuzzi

su spogli

l’Unità 24.4.13
Il tour di Barca tra gli iscritti. «Il Pd è di sinistra»
di Roberto Rossi
 
su spogli

cupio dissolvi

l’Unità 24.4.13
Nel Pd romano segreteria dimissionaria. Scontro sulle liste
di Jolanda Bufalini
 
su spogli




il cattocomunista che tiene sempre il rosario in tasca - lo dichiarò lui -  tenta di cogliere al volo l'occasione
(è l'ipotesi B di una troppo bulimica Curia vaticana?)
l’Unità 24.4.13
Vendola: con governissimo, noi all’opposizione
 
su spogli

l’Unità 24.4.13
Sicilia, Movimento in rotta con la giunta Crocetta
 
su spogli

Agenzia LaPresse 24.4.13
CONFINDUSTRIA SQUINZI: “FELICE DELLA RIELEZIONE”

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, giudica “con molto favore” la rielezione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A Radio Anch’io Squinzi ricorda negli ultimi colloqui con il presidente di averlo “invitato a riconsiderare la sua decisione”.

Agenzia Ansa 24.4.13

MICHAELA BIANCOFIORE (PDL) “RENZI PREMIER, B. AL COLLE: ITALIA ROCK”
“Con Renzi presidente del Consiglio e Berlusconi al Quirinale sarà un’Italia ganzissima oltre che rock”. Parola e auspicio di Michaela Biancofiore, coordinatore Pdl in Trentino Alto Adige. “Matteo - aggiunge - farà di certo un governo smart di giovani che hanno fame di cambiare l’Italia”.

Corriere 24.4.13
Lo sfogo di Bersani: nel Pd rischio anarchia il centrosinistra
«Non abbiamo retto»
di M.Gu.

su spogli
Corriere 24.4.13
Caccia ai 101 «traditori» e qualcuno tira in ballo i big
«Chi lo fa è un caso clinico»
«Ha un disturbo ossessivo-compulsivo»
di Alessandro Trocino

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Repubblica 24.4.13
Tra sfoghi e colpi bassi va in onda sulla web tv lo psico-streaming del Pd
Da Bersani alla Bindi, l’autocoscienza del partito
di Filippo Ceccarelli

su spogli

Repubblica 24.4.13
L’hashtag della direzione scala le vette di Twitter
di Tommaso Ciriaco

su spogli
Alfonso Gianni proviene dal Movimento Studentesco sessantottino di Mario Capanna, poi transitando dal Pdup, deputato di Rifondazione Comunista e editorialista di Liberazione, è poi confluito in Sel con Nichi Vendola. È stato collaboratore di Pietro Sansonetti a L’Altro
L’Huffington Post 23.4.13
Il Parlamento tra Cupio Dissolvi e Cupio Servendi
di Alfonso Gianni
qui segnalazione di Roberto Martina, Francesco Maiorano e Fabio Della Pergola
La Stampa 24.4.13
Il pentimento dei grillini di destra “M5S estremista, non lo rivoteremo”
L’imprenditore comasco Brenna: “Le ultime uscite di Grillo sono state penose”
di Michele Brambilla

su spogli
Repubblica 24.4.13
Grillo e il mito del volo di Ulisse
di Barbara Spinelli

su spogli
La Stampa 24.4.13
Per la legge 40 c’è un terzo rinvio alla Consulta
Anche Firenze contro il divieto di fecondazione
di Lodovico Poletto

su spogli
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Corriere 24.4.13
Quel sogno (svanito) dei partigiani
Non è l'Italia sognata dai partigiani. Le nostre radici, antidoto alla crisi
di Corrado Stajano

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Corriere 24.4.13
Nozze e adozioni gay Via libera definitivo alla legge in Francia
A giugno celebrate le prime unioni
di Stefano Montefiori

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La Stampa 24.4.13
Cina, il grido di Xia: “Non sono libera”
La moglie di Liu Xiaobo, autorizzata a uscire di casa dopo due anni, urla la sua denuncia
di Ilaria Maria Sala

su spogli
La Stampa 24.4.13
Il grido di Xia ci riporta a Tiananmen
di Antonio Scurati

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Corriere 24.4.13
Cina, nuova «Rivoluzione» culturale la Dieta populista dei Generali
di Guido Santevecchi

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Repubblica 24.4.13
Navalnyj il blogger che sfida lo zar
Le sue inchieste hanno svelato la corruzione del potere: così Navalnyj è diventato il grande oppositore di Putin. Oggi inizia il processo contro di lui
di Bill Keller

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Repubblica 24.4.13
L’intervista
Plenel, direttore di “Mediapart”: “Dall’online una sfida per noi giornalisti”
“Così la rivoluzione digitale cambia la lotta contro il potere”
di Anais Ginori

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La Stampa TuttoScienze 24.4.13
È a cinque mesi che diventiamo davvero umani?
A Parigi i test sul riconoscimento dei volti
di Gabriele Beccaria

su spogli segnalazione di Livia Profeti

Corriere 24.4.13
Paradosso Italia: un Paese più laico ma l'immigrazione moltiplica i culti
Crescono islamici, sikh, buddisti, e anche cristiani non cattolici
di Francesco Margiotta Broglio

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Corriere 24.4.13
Sequestro Moro, il mistero del triplo negoziato fallito
di Carlo Vulpio

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Corriere 24.4.13
Dopo l’elezione di Laura Boldrini
Per una cultura del riscatto femminile
di Valeria Termini

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Repubblica 24.4.13
Dai videopoker agli psicofarmaci senza ricetta ecco le nuove droghe degli adolescenti
Indagine Cnr: in aumento anche la coca e, dopo dieci anni, l’eroina
di Fabio Tonacci

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Repubblica 24.4.13
Sindrome Machiavelli
Si apre a Roma una mostra per il cinquecentesimo anniversario dell’opera più famosa del Segretario fiorentino
Benito Mussolini, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi hanno scritto prefazioni al
Principe
Il duce esalta il proprio ruolo storico, il segretario del Psi polemizza con il Pci, il leader del Pdl sottolinea l’importanza di curare la propria immagine
Un libro a cui tre politici italiani hanno voluto scrivere la prefazione
Rivelando senza volerlo la loro concezione del potere
di Filippo Ceccarelli

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Repubblica 24.4.13
La solitudine del filosofo
Torna “Gesù Cristo e il cristianesimo”, l’opera del grande pensatore anticrociano che venne sequestrata dalle autorità fasciste
Il Vangelo senza la Chiesa secondo l’eretico Martinetti
di Massimo Cacciari

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Emergenza.net News 12.4.13
Conosciamo meglio Tony Carnevale
Abbiamo intervistato per voi il noto autore, arrangiatore e produttore

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