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l’Unità 26.2.09
Bio-testamento: ora si divide il Pdl
Veronesi: una resa le mediazioni Pd
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Repubblica 26.2.09
L'oncologo firma una lettera aperta al segretario con Rodotà, Camilleri e Flores d'Arcais su Micromega
E nel Pd è scontro Veronesi-Franceschini
"Una resa quegli emendamenti". "Nessuno ci può dettare la linea"
La radicale Poretti, vicina alle posizioni del medico, difende le proposte dei Democratici: grazie ad esse il Pdl si sta spaccando
di Francesco Bei
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La lettera firmata da Umberto Veronesi:
Testamento biologico
Lettera aperta all’onorevole Franceschini
Umberto Veronesi, Andrea Camilleri, Stefano Rodotà, Paolo Flores d'Arcais: Gli emendamenti del Pd sulla legge "fine-vita" non sono una mediazione, sono una resa.
Stimato onorevole Franceschini,
appena eletto segretario del Partito democratico, lei ha fatto riferimento alla laicità come valore irrinunciabile del suo partito, in quanto valore irrinunciabile della carta costituzionale. Il banco di prova della coerenza pratica rispetto a questa affermazione è costituito dall’atteggiamento che il suo partito assumerà nella discussione sulla legge cosiddetta “fine-vita”.
Laicità significa che nessuna convinzione religiosa o morale viene imposta per legge da un gruppo di persone, per quanto ampio, alla totalità dei cittadini. E questo vale più che mai per quanto riguarda ciò che è più proprio di ciascuno, che fa anzi tutt’uno con la propria esistenza, la sua stessa vita, e la parte finale di essa.
E infatti la Costituzione della Repubblica nel suo articolo 32, e la convenzione di Oviedo ratificata dall’Italia, la legge sul servizio sanitario nazionale, e numerose e univoche sentenze della Cassazione negli ultimi anni, stabiliscono in modo tassativo che nessun cittadino può essere sottomesso a “interventi nel campo della salute” senza il suo consenso (debitamente informato) e che tale consenso può essere ritirato in qualsiasi momento. La convenzione di Oviedo evita ogni distinzione tra “cure” e altri interventi (“di sostegno vitale”, ecc.) proprio perché non si possa giocare sulle parole e violare così il diritto del paziente di rifiutare qualsiasi trattamento medico e/o ospedaliero (tranne che per gli eccezionali motivi di sicurezza pubblica: epidemie, vaccini e simili).
Sulla propria vita, insomma, può decidere solo chi la vive, e nessun altro. Questo l’abc della laicità che l’Europa tutta ha adottato in campo medico, confermando l’essenzialità del consenso informato nell’articolo 3 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Il disegno di legge Calabrò distrugge tale diritto. All’art. 2, comma 2 dice infatti: “L'attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute, nonché all'alleviamento della sofferenza non può in nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del paziente, attraverso la non attivazione o disattivazione di trattamenti sanitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia della sua vita o della sua salute, da cui in scienza e coscienza si possa fondatamente attendere un beneficio per il paziente”.
Il che significa che Piergiorgio Welby non potrebbe far disattivare il respiratore artificiale, e che Luca Coscioni non avrebbe potuto rifiutare la tracheotomia, e che l’amputazione di un arto che va in gangrena diventerebbe coatto, e così la trasfusione di sangue anche a chi la rifiuta per motivi religiosi (tutti rifiuti garantiti oggi dalla legge e più volte applicati fino al “prodursi della morte del paziente”).
Non basta. L’articolo 5 comma 6 stabilisce che “Alimentazione ed idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze e non possono formare oggetto di Dichiarazione Anticipata di Trattamento”. In tal modo il cosiddetto testamento biologico diventa una beffa. Qualsiasi cosa abbia stabilito il cittadino, davanti a un notaio e reiterando le sue volontà ogni tre anni, il sondino gli sarà messo in gola a forza. I medici delle cure palliative hanno del resto spiegato drammaticamente che alimentazione e idratazione non alleviano ma moltiplicano e intensificano le sofferenze nei malati terminali. Queste sofferenze aggiuntive, che è difficile non definire torture in malati in quelle condizioni, diventano con questa legge obbligatorie.
E’ evidente il carattere anticostituzionale di tale legge, ma anche il suo carattere semplicemente disumano. Purtroppo gli emendamenti proposti dal suo partito (primo firmatario Anna Finocchiaro) lasciano intatta la violenza dell’articolo 2 comma 2, e aprono solo un modesto spiraglio rispetto a quella dell’articolo 5 comma 6. Non parliamo della cosiddetta “mediazione” di Rutelli, praticamente indistinguibile dal disegno di legge della maggioranza, e che non a caso è stata benevolmente accolta dall’on. Quagliariello.
Il Partito democratico aveva il suo progetto di legge da anni, e con tale programma andò alle elezioni che portarono al secondo governo Prodi: la legge firmata da Ignazio Marino. Ogni passo indietro rispetto a tale proposta sarebbe una rinuncia pura e semplice ai diritti elementari sanciti dalla Costituzione, dalla convenzione di Oviedo, dalle sentenze della Cassazione.
Abbiamo letto che il suo partito sarebbe comunque orientato a dare ai suoi parlamentari “libertà di coscienza” al momento del voto. Ci sembra che tale atteggiamento sia frutto di un fraintendimento molto grave.
Se venisse presentato un disegno di legge che stabilisce la religione cattolica come religione di Stato, proibisce il culto ai protestanti valdesi e obbliga gli ebrei a battezzare i propri figli, sarebbe pensabile - per un partito politico che prenda sul serio la Costituzione - lasciare i propri parlamentari liberi di “votare secondo coscienza”, a favore, contro, astenendosi? O non sarebbe un elementare dovere, vincolante, opporsi a una legge tanto liberticida?
La legge ora in discussione sulle volontà di fine vita è, se possibile, ancora più liberticida (e disumana) di quella sopra evocata. Non costringe al battesimo forzato, costringe al sondino forzato, al respiratore forzato, a qualsiasi accanimento che prolunghi artificialmente una vita che, per la persona che la vive, non è più vita ma solo tortura. Peggiore quindi della morte.
In ogni caso la libertà di coscienza del parlamentare non può essere invocata per violare e cancellare la libertà di coscienza delle persone.
Siamo certi perciò che nulla di tutto questo accadrà, e che in coerenza con il valore della laicità da lei riaffermato, il Partito democratico non tollererà scelte che violino, opprimano e vanifichino l’elementare diritto di ciascuno sulla propria vita.
Andrea Camilleri Paolo Flores d’Arcais Stefano Rodotà Umberto Veronesi (dal sito di MicroMega)
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il manifesto 18.2.09
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Povia, che vuole uscire dal «tunnel» dell'omosessualità
di Massimo Arcangeli
qui su "segnalazioni" da venerdì 20, qui di seguito
La lettera a Lotta continua (la "lettera a Luciano"), pubblicata il 24.4.1980, e in seguito ristampata da Il sogno della farfalla - Nuove Edizioni Romane - nel n.1/2005, con altri scritti apparsi sul medesimo quotidiano fra il '79 e l'81
qui
Nichi Vendola, 1985: «il diritto dei bambini [...] ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti» (!!!)
Repubblica 19.5.85
Il gay della Fgci
intervista a Nichi Vendola di Stefano Malatesta
qui
ripubblicato su “segnalazioni” il 28 maggio 2008, nell'approssimarsi del Congresso di Chianciano del Prc
Il Foglio 23.7.08 prima pagina
Falce e macello
"Vendola è cattolico, dunque non può fare il segretario. Ferrero è valdese, ma è un fatto privato"
intervista a MASSIMO FAGIOLI di Salvatore Merlo
qui
2006, 30 giugno Incontro con Marco Bellocchio e Donatella Finocchiaro
su mawivideo
2006, 29 settembre Les images nouvelles. Incontro con Marco Bellocchio e Massimo Fagioli all'istituto italiano di cultura di Parigi
disponibile in dvd presso la libreria Amore e Psiche di Roma, qui
2007, 1 giugno Auditorium Parco della Musica, Incontri dell'Analisi Collettiva. La cultura socialista. Incontro con Fausto Bertinotti
su mawivideo
17 febbraio 2006, tre anni fa, il primo numero di left
Il primo e il quarto libro di Massimo Fagioli, usciti nella nuova veste nel 2007, rispettivamente in aprile (XII ed.) e in marzo (VII ed.)
il secondo e il terzo libro di Massimo Fagioli, usciti nella nuova veste nel 2008, rispettivamente in marzo (IX ed.) e in maggio (IX ed.)
• nella "conversazione settimanale" di domenica 22.2, Marco Pannella ha detto: «Fausto Bertinotti non ha nulla a che vedere e non vuole avere nulla a che vedere con Rifondazione e con Vendola...», citando da un'intervista a Lella Bertinotti apparsa in quella data su Libero di Feltri e disponibile sulla rete solo a pagamento. Lo stralcio (1'10") è disponibile qui
Da lunedì la battaglia parlamentare sul testamento biologico sarà durissima
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