lunedì 3 marzo 2003

Corriere della Sera 3.3.03
Dalla normalità al delirio: i 4 stadi della gelosia
Ne soffrono in modo uguale uomini e donne: «E’ un’alterazione della personalità»

ROMA - Perseguitano il partner con telefonate, pedinamenti, regali, interrogatori, fino a «punirlo» con piccole ritorsioni. Esempio: gomme dell’automobile tagliate. Gelosi ossessivi, secondo gli psichiatri. Passione dai risvolti drammatici e morbosi esplorata da Vittorio Volterra, università di Bologna, al convegno della Società italiana di psicopatologia: «La gelosia fa parte dell’essere umano, nel bene e nel male. Non è mai espressione d’amore e affetto, né segno di stima, fiducia, tolleranza e tantomeno riconoscimento della personalità altrui. È un sentimento negativo per vittima e carnefice». Possono essere identificate 4 forme. C’è la gelosia normale che tradisce quel minimo desiderio «di mantenere per sé le persone della propria sociosfera». Assume i contorni di un disturbo più serio la gelosia espressa dalla necessità di continue verifiche sulla vita del compagno. «Dipende da alterazioni della personalità, tratti di narcisismo, il pretendere che l’attenzione sia concentrata su se stessi. È spesso la proiezione della nostra infedeltà e della nostra insicurezza che si trasferiscono sul malcapitato». Gli ultimi due stadi sconfinano nel patologico. Il geloso ossessivo è preda «della follia del dubbio», molesta il partner a forza di pedinamenti, lo aspetta davanti al portone, lo sommerge di lettere e fax. In termini tecnici si parla di stalking . Infine la forma delirante che compare spesso negli anziani e scaturisce dall’immaginazione. La gelosia non ha sesso, ma dal punto di vista delle ritorsioni è più dura quella maschile.
M. D. B.