mercoledì 22 ottobre 2003

per la serie "panzane sesquipedali", ovvero:
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La Stampa TuttoScienze 22.10.03
Omosex o eterosex? Lo decide l’embrione
LA TENDENZA SESSUALE E’ IMPRESSA NEL CERVELLO NELL’AREA CHE REGOLA I RIFLESSI INVOLONTARI
di Paola Mariano


La scelta sessuale di ciascuno nella vita adulta è presa già prima di nascere, durante lo sviluppo embrionale, ed è impressa nel cervello in una tra le regioni più anticamente evolutasi, il sistema limbico, sede di funzioni subcoscienti come i riflessi involontari. Lo sostiene Qazi Rahman dell'Università East London con scienziati dell'Istituto di Psichiatria e Neuroscienze del Comportamento a conclusione di uno studio basato su un test neurologico che ha messo in luce la forte similitudine di risposte tra donne omosessuali e uomini etero e quella, anche se meno marcata, tra donne etero e gay. La ricerca, apparsa sulla rivista Behavioral Neuroscience, evidenzia che le preferenze sessuali sono innate e che l'ambiente ha un peso minimo sull’instaurarsi di tali scelte rispetto a fattori biologici che entrano in atto già nell'utero materno. Noi pensiamo, dichiara Rahman in un intervento, che nel corso dello sviluppo embrionale ci siano condizionamenti biologici dettati ad esempio da disuguali concentrazioni di certi ormoni cui è esposto il feto in crescita, primo tra tutti l'ormone maschile testosterone. Le donne omosessuali avrebbero "abitato" 9 mesi in uteri con testosterone più abbondante. Il test somministrato a donne e uomini, etero e non, si chiama tecnica dell'inibizione da prepulsazione (PPI) e consiste nell'esporre il campione a rumori sordi e improvvisi misurando la reazione involontaria dell'occhio, riflesso che tutti noi sperimentiamo sin da piccoli quando, in risposta a suoni bruschi, chiudiamo istintivamente gli occhi per un istante. Nel test si misura il tempo di reazione del soggetto valutando la rapidità del battito oculare al rumore e poi confrontandola con una seconda misura in cui il colpo sordo è fatto precedere da un suono più dolce - la prepulsazione. Questa, spiega lo scienziato prepara la mente al rumore sordo che arriverà di lì a poco, rallentando o inibendo il riflesso, da qui il nome del test. Il livello di inibizione del soggetto è misurato in una scala di valori che noi interpretiamo così, racconta Rahman: più è alto il numero più è forte l'inibizione dovuta al rumore di avvertimento. Ebbene, prosegue, noi abbiamo trovato che le donne omosessuali hanno un livello PPI praticamente uguale a quello degli uomini etero, 33% e 40% rispettivamente. Invece le donne etero hanno livello di inibizione molto più basso, solo 13%. I gay danno valori intermedi ma minori dei maschi e più vicini a quelli delle donne etero. Sappiamo che i riflessi involontari sono innati, dice l'autore, non appresi nel corso della vita e che risiedono nel sistema limbico, posto nella parte inferiore degli emisferi cerebrali e formato da un gruppo di strutture collegate tra loro, ipotalamo, amigdala e ippocampo. Poiché le proprietà del riflesso di ciascuno sono ben aderenti ai gusti sessuali, riteniamo che essi siano fissati proprio in questa regione del cervello. "Del resto già conosciamo differenze sessuali in essa, per esempio nell'ipotalamo, o anche nell'amigdala - dice Rahman - inoltre ci sono interconnessioni anche con altre zone più "alte" (con grado di complessità ed evoluzione maggiori) come i lobi frontali che controllano in parte gli aspetti emotivi dei desideri sessuali di una persona, ma il fulcro della direzione del gusto sessuale origina forse dal sistema limbico". Inoltre, continua, ci sono altre situazioni in cui donne omosessuali appaiono più vicine ai maschi che non alle donne etero, per esempio lo schema della lunghezza delle dita, cioè l'indice più corto dell'anulare, cosa che è misura dell'esposizione al testosterone prenatale e che pensiamo possa produrre le differenze sessuali del sistema limbico. Anni di studi hanno sempre più relegato il ruolo dell'ambiente sul gusto sessuale a posizioni marginali, per esempio sappiamo che figli di coppie omosessuali non lo diventano a loro volta con probabilità maggiore rispetto a figli di coppie etero. "Queste scoperte sono utili anche in psichiatria perché le donne omosessuali spesso hanno disturbi mentali più maschili e viceversa i gay malattie più femminili come disturbi alimentari e depressione - conclude - quindi capendo le differenze cerebrali alla base potremo pensare a terapie su misura a seconda del gusto sessuale del paziente".