venerdì 3 ottobre 2003

una intervista a Federico Masini
preside della facoltà di Studi Orientali di Roma

La Stampa Vivereroma 03 Ottobre 2003
Accordo tra La Sapienza e l’Università di Pechino
Viaggi e corsi in Cina
per i laureandi di Studi orientali
di Licia Pastore


La Cina, quella accademica, è sempre più vicina all'Esquilino. Sono tempi di immatricolazioni in ambiente universitario e cominciano a circolare le prime proiezioni sull'orientamento e le scelte degli studenti. Le cifre ancora non sono definitive, ma sembra proprio che i giovani preferiscano sempre più lo studio delle lingue orientali, considerando che tutte le immatricolazioni ai corsi di chi sceglie facoltà di lingue europee, superano soltanto di un terzo quello delle lingue orientali, dove vanno fortissimo il giapponese e il cinese, seguiti dall'arabo e dall’hindi. Nella facoltà di Studi Orientali, il preside Federico Masini è appena rientrato da un viaggio in Cina dove ha firmato il primo accordo con l'Università di Lingue Straniere di Pechino che consentirà agli studenti della Sapienza di frequentare corsi di lingua cinese, nelle sedi cinesi, con il riconoscimento dei crediti didattici. Si tratta di un’intesa che costituisce il primo tentativo di attuare uno scambio extraeuropeo tra gli studenti, simile a quello che avviene da alcuni anni fra le università europee grazie al programma Socrates e che ha consentito al sistema universitario italiano ed europeo di aprire programmi di internazionalizzazione. "Durante il secondo semestre di quest'anno - spiega il preside Masini - un gruppo di studenti del corso di laurea in Lingue e civiltà orientali della Facoltà dell'Università La Sapienza, potrà frequentare un corso presso l'Università di Pechino vedendosi riconosciuti i crediti didattici nel proprio corso di laurea in Italia".
Ma le novità non finiscono qui. "Per ogni sette studenti - aggiunge Federico Masini - due di essi godranno della gratuità delle tasse universitarie". La Cina, i Paesi orientali e le loro tradizioni sono quindi sempre meno misteriosi e sconosciuti ed i racconti del giovane studente in Cina, ora preside della facoltà, sembrano storie molto lontane. "La strada stretta, angusta e non completamente asfaltata che vent'anni fa percorrevo da studente fra le principali Università di Pechino - racconta Federico Masini - ora è larga quattro corsie per ciascun senso di marcia. A fronte di dati e cifre non si può anche sottacere il fatto che l'attenzione alla cultura ed alla ricerca delle autorità cinesi è sicuramente superiore a quella che stanno dimostrando le nostre autorità".
Le trasformazioni della Cina, il fatto che sia la quinta potenza economica mondiale avendo sostituito proprio l'Italia, sono informazioni a cui gli studenti, a giudicare dalle richieste, si dimostrano molto attenti. "Dopo l'11 settembre - prosegue il preside Masini - gli studenti, a fronte dei fatti, avrebbero potuto dimostrare una chiusura verso il mondo arabo. Questo non è accaduto, ed i numeri delle immatricolazioni lo confermano, perché c'è stata in due anni una brusca impennata di studenti di lingua araba, così come sta avvenendo anche quelli di cinese".