sabato 13 dicembre 2003

intorno a un libro di Macaluso

Corriere della Sera 13.12.03
L’analisi nel libro di Macaluso. Napolitano: dovevamo tagliare i ponti prima
Il Pci e l’Urss, il processo degli ex


ROMA - Nella Sala del Cenacolo di Montecitorio aleggiava ieri un mistero, o meglio una domanda legata al rapporto tra il Partito comunista italiano e l’ex Unione Sovietica. Perché nel nostro Paese tanta gente di sentimenti democratici aderì ad un’ideologia che con quei sentimenti non aveva nulla a che vedere? E’ l’interrogativo che il segretario dell’Udc Marco Follini pone durante la presentazione dell’ultima fatica letteraria di Emanuele Macaluso, "50 anni nel Pci", un «libro di storia vissuta» in cui l’autore ha come interlocutore l’editorialista del Corriere Paolo Franchi. Un volume che traccia un bilancio dell’esperienza comunista in Italia, senza pentimenti ma con un’analisi severa di ritardi ed errori. Il legame con l’Urss, ad esempio, legame che fino agli anni ’80 fu un ingrediente importante della forza di attrazione del Pci, ammette Giorgio Napolitano. L’eurodeputato ds fa autocritica: «Avremmo dovuto tagliare i ponti già negli anni ’60, ci provammo durante la Primavera di Praga e poi nel 1981, ma ci fermammo sempre sull’orlo del distacco». Paolo Mieli reclama un’assunzione di responsabilità: «Non potevano non sapere cosa accadeva in Unione Sovietica. Il comunismo italiano fu parente stretto di una delle mostruosità del secolo». Alla tavola rotonda coordinata dal direttore de Il Riformista Antonio Polito partecipano anche Letizia Paolozzi e Valentino Parlato. Quest’ultimo prova a spiegare le ragioni del legame con Mosca («cacciarono lo zar e fu un bene, ci aiutarono a vincere la guerra e fu un bene») ma riconosce anche la necessità dello strappo. Anzi, ne rivendica la paternità: «Nel ’69 proposi di rompere con l’Urss ma fui cacciato dal partito». Alla domanda di Follini non si sottrae Macaluso: «Il punto di partenza dell’ideologia comunista era la lotta all’imperialismo e al capitalismo rappresentati dall’America. L’Urss, con tutte le sue storture, era un punto di riferimento alternativo. Ma - aggiunge - separare la lotta per il socialismo dalla lotta per la democrazia e la libertà fu un grave errore storico che pagammo caro».