martedì 28 settembre 2004

Cina:
la Società cinese di psicologia

Panorama 27 settembre 2004
Dopo Confucio e Mao tutti da Freud
di Angelo Sica

Nell'ultima indagine nazionale, la Società cinese di psicologia ha rilevato che, nelle aree metropolitane, il numero dei divorzi ha avuto un'impennata, sono aumentati gli episodi di violenza e il suicidio è diventata la principale causa di morte tra i giovani

Il bisogno di psicoanalisi rispecchia i cambiamenti epocali che stanno ridisegnando la società cinese. Nei sondaggi un terzo del campione si è dichiarato frustrato, pieno di rabbia, oppure apatico. Il senso di insicurezza si è diffuso durante l'epidemia della sars, ma debellata la malattia, è rimasta l'ansia.

Confucio, Mao e adesso Freud. Il bisogno di psicoanalisi rispecchia i cambiamenti epocali che stanno ridisegnando la società cinese. Come il paese si è lasciato alle spalle la pianificazione economica per avventurarsi nel libero mercato; così la popolazione urbana, protagonista della new economy cinese, ha scoperto lo shock della competizione e dello stress. Sradicati dai tradizionali valori dell'autocontrollo, dell'efficienza, della fiducia nella comunità, impauriti dalla sars, messi a confronto con il consumismo, i cinesi si ritrovano depressi sul lettino mentre chiedono allo psicologo un nuovo equilibrio.

AUMENTO DEI DIVORZI E DEI SUICIDI
Nell'ultima indagine nazionale la Società cinese di psicologia ha rilevato che, nelle aree metropolitane, il numero dei divorzi, da sempre modestissimo, ha avuto un'impennata; sono aumentati gli episodi di violenza; il suicidio è diventata la principale causa di morte tra i giovani. Inoltre, nelle interviste, un terzo del campione si è dichiarato frustrato, pieno di rabbia, oppure apatico. Il senso di insicurezza si è diffuso durante l'epidemia della sars, ma debellata la malattia, è rimasta l'ansia.
Secondo gli studiosi, nelle giovani generazioni l'instabilità è dovuta dalla particolare forma che ha assunto la famiglia cinese per effetto della politica demografica.

TROPPI FIGLI UNICI
La limitazione di un solo figlio, imposta alle coppie da Deng Xiaoping nel 1979 per combattere la sovrappopolazione, ha creato una schiera di figli unici protetti, viziati, ipercoccolati tra le mura domestiche. I "piccoli imperatori e imperatrici", come vengono definiti dai sociologi, mancano di educazione alla socialità ed entrano in depressione appena interagiscono con l'ambiente competitivo che trovano a scuola o nel luogo di lavoro. Telefonano agli ospedali in cerca di un aiuto specialistico. Navigano su internet per mettersi in contatto (e in cura online) con studi terapeutici negli Usa. Consumano Prozac come se fosse Aspirina (dal 2001 le vendite dell'antidepressivo sono quasi raddoppiate).

AUTODIDATTI IN CERCA DI FACILI GUADAGNI
Per far passare l'ansia di un esame scolastico i genitori dei "piccoli imperatori" sono disposti a pagare uno psicologo anche 240 dollari l'ora. Nata dal nulla, l'industria terapeutica è un mercato in espansione: prolifera la vendita di medicinali; spuntano schiere di psicologi autodidatti in cerca di facili guadagni. Per correre ai ripari il governo cinese ha finalmente sdoganato Sigmund Freud, figura oscurata per quarant'anni dall'ombra di Mao Zedong. Dal 1966, infatti, la rivoluzione culturale etichettò la psicologia come pseudoscienza inventata dal capitalismo espansionista. Fino alla fine degli anni Settanta i comunisti intransigenti vietarono la ricerca, distrussero intere bibliografie, obbligarono gli studiosi a lasciare le università per allevare i maiali nei campi. Dopo l'entrata nel libero mercato e l'epidemia di sars la situazione si è capovolta.

4 MILA LAUREATI L'ANNO
Un rapporto governativo identifica la psicologia come una delle sei discipline che nei prossimi due decenni godranno di priorità nello stanziamento di fondi strategici allo sviluppo. Dal 2000 le università del paese hanno raddoppiato i dipartimenti di psicologia e riescono ora a laureare circa 4 mila studenti l'anno. Nel 2003 il ministro del Lavoro e della sicurezza sociale ha fissato regole nazionali per praticare la professione, rilasciando in un anno oltre tremila licenze. L'agosto scorso Pechino ha ospitato una conferenza internazionale sulla psicologia, la prima dedicata a questa disciplina in Cina.

COME VIENE GIUDICATO L'AMORE PER IL RISCHIO
Nella conferenza di Pechino gli accademici si sono trovati d'accordo sul prossimo obiettivo: trovare la "via cinese" alla psicoanalisi, creare cioè un modello di cura conciliabile con la cultura, la mentalità, la sensibilità nazionale. «La personalità è alla base della psicoterapia» spiega Wang Dengfeng, professore universitario della capitale, «la teoria occidentale della personalità non può essere valida in Cina. I popoli di culture così differenti pensano e si comportano in modo diverso. Ad esempio, una persona che ama il rischio è considerato un estroverso secondo i canoni occidentali. Questo è un giudizio positivo, un riconoscimento della fiducia in se stessi. In Cina vale il contrario. Una persona che ama il rischio viene considerata troppo emotiva, incapace di autocontrollo. In definitiva, una personalità debole».