giovedì 28 luglio 2005

MASSIMO FAGIOLI:
L'INTERVISTA DEL 28 LUGLIO 2005
SUL CORRIERE DELLA SERA!

ricevuto da Pasquale Di Fonzo

Corriere della Sera 28.7.05
Fagioli: con Fausto perché è un passionale libero dalle ideologie
Alessandro Trocino

con fotocolor!

MILANO - Lui se la rideva, a vederlo nella sua piccola libreria romana «Amore e psiche», «un po’ terrorizzato dalle nostre domande», a discettare sul giovane Marx e Feuerbach, a spiegare se venga prima la prassi o le idee, a intimorirsi sulle domande di giovani fanciulle sulla «sofferenza della mente». Però a Massimo Fagioli, l’anziano psichiatra eretico, è piaciuto molto «questo Bertinotti che si cimenta nelle idee, che considera la politica non come calcolo amministrativo delle risorse, ma come passionalità, emozione, ricerca di liberazione».
Dicono che Bertinotti senta molto la sua influenza. Del resto, la chiamano guru.
«Bertinotti l’ho conosciuto l’anno scorso, ma evidentemente i miei scritti li conosceva già: lui stesso lega la scelta della non violenza alle mie teorie. Ma guru non mi piace. A meno che non si scherzi».
La non violenza, una scelta contestata da alcuni.
«C’è una frase terribile che non sono riuscito a dire: non ci sarà mai nessun comunismo se non si affronta la realtà umana. Persino Marx ha fallito e si è dato all’economia politica. Io sono convinto di avere scoperto questa realtà».
Riesce dove Marx ha fallito.
«Una bella superbia, eh? Ma l’ha detto lei, io mi astengo».
Che cos’è questa realtà umana?
«Che dobbiamo scoprire un’altra violenza, quella invisibile che sta nella mente, nelle pulsioni. Lei sa che per Freud l’inconscio è perverso. E invece è sano. Se si ammala, si cura».
Lei non ha mai amato Freud.
«Era un povero cretino, un demente. Nevrotico e psicotico».
Ma non era non violento?
«Distruggo il distruttore della realtà umana. Senza toccarlo: è morto da quasi 70 anni».
Che cosa c’entra tutto questo con Bertinotti?
«Bertinotti ha capito che non si tratta soltanto di procurare benessere fisico, bisogna fare un lavoro sulla mente, liberarla dalle ideologie, dalle religioni, dagli orchi del male, dalle fate».
Il comunismo è un’ideologia.
«Anche Bertinotti ha ammesso che è fallito e ora cerca di farne uno nuovo. Per questo occorre una teoria sulla mente umana. Non basta la fratellanza universale: quella c’era già nel cristianesimo e non è bastata».
Lei è comunista?
«Mai stato. All’epoca stavo con il socialismo di sinistra di Lombardi. Con il Psiup, che era più estremista dei comunisti».
L’Unione di Prodi le piace?
«Prodi è abile, ma non mi convince il suo cattolicesimo. E’ un chierico, basta vedere il modo in cui si muove. Ora dice di essere un cattolico laico. Prima, però, ha votato la legge criminale sulla fecondazione».
Rutelli?
«Mah, era laico, radicale, anticlericale. Ora è un baciapile».
E Fassino?
«Pure lui ora crede in Dio. Una volta, nel Pci bisognava essere atei. Ora anche la Turco è ultracattolica. Sono problemi».
Teme lo Stato confessionale?
«Altroché. Il capo di uno Stato straniero si permette di dirci che leggi fare e nessuno protesta. Ormai è uno Stato teocratico. In Italia c’è democrazia, ma poi alla fine uno viene isolato. Al limite, c’è più libertà in Iran».
Bertinotti ultima speranza?
«Beh, così mi pare eccessivo. Ma anche Fausto, ora che ha abbracciato la non violenza, dovrebbe liberarsi di quelli dell’Ernesto. Dei leninisti, dei trotzkisti. E’ roba vecchia, pesante».
Ce la farà alle primarie?
«Chissà. Non so nemmeno come si fa. Ma dove si vota, poi?».